Oggi è stata una giornata particolare: una giornata in cui per la prima volta, ho sentito cosa voglia dire "proteggere qualcuno".
Un sentimento, quello materno, che non mi appartiene più di tanto o che, comunque, non so manifestare degnamente.
Se fossi rimasta più a lungo in quella stanza con quei bimbi addormentati vicino a me, probabilmente non avrei più smesso di piangere.
Che baka sentimentale!
Detto questo (più per ricordarlo a me stessa che per altri) oggi arriva la traduzione - fatta come potevo - di una parte del j-diario di Sho, una parte davvero meravigliosa (e devo ringraziare sempre chi me l'ha fatta leggere
) e che richiama la ricorrenza del decimo anniversario Arashico.
"Ciao. Sono io.
Volevo mettere questa entry nell'"UraArashi" ma, alla fine, ho deciso di farlo qui.
Era il due di novembre. Dopo il nostro concerto a Seoul, per la seconda volta. 23:50 PM.
Gli Arashi e lo staff sulla balconata del nostro hotel.
Stavamo ammirando questa bellissima vista *foto del fiume vicino all'hotel* e, allo stesso tempo,
facendo un conto alla rovescia al nostro nono compleanno.
Quando l'orologio ha segnato la mezzanotte, qualcuno ha stappato lo champagne e noi abbiamo celebrato l'inizio del nostro decimo anno dal debutto.
Lo staff aveva preparato una torta per noi e così, intanto che festeggiavamo, mangiucchiavamo qualcosa.
Aiba-kun ha tagliato la torta e io sono finito con l'avere una fetta grossa quanto 2 pugni. Era davvero troppo grossa.
Dal canto suo, Matsumoto-kun, infastidito, ha detto: "Oi!"...
Nel mentre, Ohno-kun e Ninomiya-kun chiacchieravano, osservando il fiume.
Guardano questa scena del tutto abituale, all'improvviso ho pensato ad una cosa.
Ne abbiamo passate tante... da 9 anni a questa parte.
Non sappiamo quando è iniziato ma, a quei tempi, eravamo occupati da questo pensiero e io stesso portavo con me incertezza e instabilità riguardo tutto ciò che mi circondava.
Siamo stati gettati nel grande oceano, solo noi 5, con questo tipo di sensazione.
E da quel momento...
Noi che ci facevamo forza senza essere consapevoli di nulla,
Noi che coraggiosamente andavamo avanti,
noi che volevamo divertirci per primi e che siamo arrivati dove siamo ora.
A quei tempi, non potevamo sapere che saremmo arrivati fin qui: oltreoceano e dopo un (nostro) concerto.
Sono stato preso da un'emozione spiazzante. Mi sono davvero commosso. Ancora una volta.
(Ho) parole di gratitudine e riconoscenza verso tutti quelli che, in qualche modo, hanno a che fare con gli Arashi.
Noi guarderemo dritto in volto il nostro decimo anniversario e il nostro futuro.
Ancora senza conoscere il domani, ma facendoci forza.
3 Novembre.
Sakurai Sho."
Che dire? Quando l'ho letto, sono rimasta davvero con il magone. Ma non era un magone di tristezza: è che questo ometto ha spiegato con il suo solito stile chiaro e senza fronzoli, quello che per lui è diventato il suo mondo e, oserei dire, il mondo di tutti e 5.
Il "mini raduno" sul balcone dell'hotel, tutti assieme, tutti nelle postazioni di sempre: una quotidianità che si è creata non dal nulla, ma da dieci anni di esperienza assieme.
Questa non è altro che una dichiarazione di affetto. Meravigliosa, tenera, veritiera.
Arigatou.