The Fifth Estate

Nov 02, 2013 15:58





Generalmente non amo i film particolarmente impegnati o che trattano tematiche serie... datemi un po' di fantasy o fantascienza e io sono a posto. Ma ci sono le eccezioni.

Ovviamente - come penso si intuisca dalla locandina del film - il mio interesse per The Fifth Estate è nato principalmente dalla presenza di Benedict Cumberbatch (lo so, nome e cognome sono superflui, but still...) e quando ho scoperto che sarebbe stato affiancato da Daniel Brühl ho deciso che avrei dovuto vederlo a ogni costo anche se la mia conoscenza in materia Assange e Wikileaks era piuttosto limitata.

La trama.

È stata una delle questioni più dibattute e ho trovato anche il modo per recuperare la lettera che Assange ha scritto a Cumberbatch in risposta alla sua richiesta d'incontrarlo. Le ragioni di Assange mi erano sembrate validissime. Per quanto lodevole o meno, è un uomo che avuto un coraggio incredibile di fare un qualcosa che veramente ha provocato una rottura e ha aperto gli occhi a molta gente. Certo, la verità ha un prezzo e ancor di più le cose diventano complicate quando ci sono di mezzo questioni delicate come quelle trattate da Wikileaks. Dire cosa è giusto e cosa è sbagliato non è facile, certo è che - come viene sottolineato negli ultimi minuti del film - Assange ha davvero messo in moto una rivoluzione che andava oltre quello che fino adesso si era sempre saputo. Ho trovato molto bello che abbiano inserito una scena con Cumberbatch!Assange che risponde ad alcune domande, critiche e che arriva persino a prendersi gioco dello stesso film che oramai era prossimo alla conclusione: un altro film su Wikileaks? Quale? Ah, quello *ride amaramente*

Quello che posso è che, nonostante le perplessità di Assange, ritengo che la sua figura ne sia uscita bene e - eccetto in alcuni punti in cui sottolineavano il rischio di macchiarsi le mani di sangue - comunque il suo lavoro è stato nel complesso ben trattato. Poi, siccome più che di Wikileaks si parla più della vita vera e propria della persona e delle sue stranezze, posso capire che un po' gli siano girate le palle, ma nel complesso dovevo dire che il film merita. E al cinema c'erano molte più persone di quelle che mi sarei aspettata di trovare (ovvero me, Helga e suo marito).

Gli attori.

Discorso lungo, ma assolutamente positivo. Cominciamo da Cumberbatch perché, giustamente, interpreta il protagonista. Ed è Cumberbatch (il che mi pare un'altra ottima ragione per iniziare da lui). È bravissimo. Credo di non avere altre parole per esprimere l'ottimo lavoro che ha fatto. Oltre allo studio della figura di Assange - palese nel come si muove e nelle sue espressioni - so che ha fatto anche un lungo lavoro per riuscire a riprodurre l'accento australiano (e a sentire gli australiano, ce l'ha pure fatta molto bene). Peccato non averlo visto in inglese, ma già è stato difficile trovarlo in programmazione al cinema visto che dopo una sola settimana dall'uscita il film è già stato tolto dalle sale... vederlo in inglese sarebbe stato pretendere troppo. La cosa che mi ha divertita sono state alcune scene in cui vede Assange riflettere nello stesso modo in cui riflette Sherlock, i bottoni sofferenti della camicia, e vedere che ancora una volta interpreta un personaggio parecchio borderline (questa volta non è sociopatico ma una specie di autistico che autistico non è... non ricordo la battuta precisa, comunque rende l'idea... il che fa anche capire perché Assange non abbia apprezzato molto il film, farlo passare per uno psicopatico o affine non rende molto onore alla sua causa, quindi a fare pure bene a incazzarsi). L'interpretazione e la resa del personaggio sono davvero eccellenti e ancora una volta Cumberbatch si dimostra il grande attore che è.

Daniel Brühl compare nuovamente sul grande schermo. L'avevo visto un mesetto fa in Rush e il film mi era piaciuto molto. Qui interpreta un ruolo completamente differente, ma riesce davvero bene. È molto bravo, credibile, rientra perfettamente nel ruolo e il fatto che sia tedesco secondo me lo rende più credibile nell'interpretare un tedesco. Ok, è una cosa mia, ma vederlo muoversi a Berlino (sì, poi ne parlo) come se fosse casa sua, mi suona molto più naturale che se avessi visto James McAvoy (prima scelta per il ruolo di Daniel Berg). Trovo che, nonostante l'attore sia carino, e il personaggio appaia più come un eroe rispetto ad Assange, alla fine Herr Berg si tende a vederlo più come quello che è andato contro ciò a cui ha lavorato per anni. Assange, al contrario, ne esce meglio (nonostante la sociopatia/autismo/pazzia).

Gli altri... ci sono molti attori di cui conosco il nome o il viso, come David Thewlis (aka Remus Lupin) bravo (ma non c'erano dubbi a riguardo), Peter Capaldi (il Dodicesimo Dottore che avevo visto recitare solo il Doctor Who e Torchwood: Children of the Earth), il tizio che interpretava Reiner in Goodbye Lenin! insieme a Brühl... e un po' di gente che, comunque, svolge ruoli sì importanti ma che alla fine risultano comunque marginali in quanto la storia alla fine tende a focalizzarsi maggiormente sul rapporto Assange-Berg a discapito di alcune vicende e alcuni ruoli che avrebbero potuto emergere maggiormente. Ma d'altra parte sono pur sempre una fangirl e il mio occhio di parte non ha potuto non apprezzare l'ingente quantità di scene in cui c'erano o Cumberbatch o Brühl o entrambi.

Le location.

Ce ne sono tante ma, tra tutte, quella che emerge in assoluto è Berlino. E solo per questo io già amavo il film. Insomma... la città gioca un ruolo importante, anche perché in fondo le vicende iniziano a diventare concrete proprio nella capitale tedesca. Ed era bellissimo vedere i personaggi camminare nelle stesse strade da me percorse solo qualche mese fa, aggirarsi per Alexanderplatz e nel centro congressi vicino all'Alexa, camminare davanti al Altes Museum, salire sulla cupola del Berliner Dom, girovagare per il Tacheles (centro multiculturale al 44 o 45 di Oranienburgerstraβe), correre per Hackescher Markt in direzione della S-bahn, passare sotto l'Oberbaumbrücke... credo che Berlino sia una delle cose che mi sono rimaste più impresse di tutto il film.

Mi sono piaciute molto anche le riprese londinesi e islandesi (sicuramente erano a Londra, non so se sono andati pure in Islanda, comunque bello il paesaggio vulcanico e il mare sulla baia con Cumberbatch che si staglia su uno scoglio sotto la pioggia). Il meglio però, per me, rimane Berlino u.u

La fotografia e quelle cose che contano nei film.

Ok, la fotografia è molto bella, belle alcune riprese e lo stile in cui certe scene vengono rese. Bello il gioco delle scritte che circondano i personaggi e, allo stesso tempo, spezzoni di immagini vere, interviste reali... i costumi! Vestiti normali, identici a quelli che vedevamo indossare ai veri Assange e Berg (e lode alla maglietta che di The Pirate Bay che Assange indossava alla sede del The Guardian).

Nel complesso è film mi è piaciuto, ero partita con l'idea che sarei andata a vedere un film solamente per gli attori - cosa che effettivamente ho anche fatto - ma è fatto talmente bene che non mi sono annoiata nemmeno un secondo (e chi mi conosce sa che la mia soglia della noia quando guardo film o altro è a dir poco bassa).

Dare un giudizio generico mi viene difficile più che altro per la sensibilità dei temi trattai e per come hanno trattato personaggi ancora in vita (anche se per poco se Assange prova a mettere il naso fuori dall'ambasciata dell'Equador) però... lo consiglio. Sì.

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