Qualcosa che si chiama delusione

Jul 07, 2011 22:25

E' tardi, so benissimo che io adesso dovrei essere nel mio letto a dormire, perchè domani lavoro (anche se non ne ho un cazzo di voglia, ma lasciamo perdere). E invece sono qui, perchè in parte ho una voglia matta di scrivere e sono giorni che non ci riesco, in parte sento il bisogno di sfogarmi, ultimamente non lo faccio spesso su questi lidi, ma adesso credo sia il momento giusto, mi sento ispirata.
Il 9 luglio, quindi dopodomani, ci sarebbe la presentazione del mio (nostro) romanzo, a Sesto San Giovanni, ormai ho pubblicizzato la cosa in lungo e in largo... Impossibile non saperlo, eh!XD
Bene. Per pubblicizzare la cosa, all'inizio ho mandato non so quanti millemila mp su libroinfaccia, ovviamente ho preso manciate di "amici" e ho inviato, non sono stata lì a scegliere uno per uno, insomma, ho fatto una selezione un po' blanda, vecchi amici di scuola, conoscenti, e poi le mie adorate fans.
Secondo voi chi ha risposto?
Le mie fans, ragazze a volte addirittura minorenni quindi non in possesso di una patente e dell'indipendenza, oppure ragazze che non ho mai conosciuto di persona ma solo attraverso uno schermo, ragazze che mi conoscono soltanto attraverso parole abbandonate all'etere di un collegamento internet, che provengono da ogni parte d'Italia, e nessuna (credo) da Reggio Emilia.
Bene, loro hanno risposto, tutte.
Chi si dispiaceva per non riuscire a venire, chi si disperava, chi semplicemente ha declinato, chi invece ha entusiasticamente detto che ci sarebbe stata, che non se lo sarebbe perso per nulla al mondo.
Persone che non mi conoscono dal vivo. Eppure vedrò alcune di loro, le conoscerò, stringerò loro la mano, ci sorrideremo (impareranno anche cosa vuol dire stare con una fuori di melone come me, ma sono dettagli).
E invece gli "amici", scuola, paese, città? Una. Una sola delle mie amiche si è degnata di darmi una risposta, l'unica con un po' di buon cuore.
Gli altri dove sono finiti? Perduti? Dimenticati?
Non ne ho la minima idea. Roba da farti chiedere che cazzo di persone mi stiano intorno.
O sono io ad essere una persona così incredibilmente inutile dal vivo che l'interesse per me è pari a zero, o questi "amici" non sono poi questa gran cosa che credevo.
Sono ingenua, lo so, me lo ripeto spesso, però ci casco sempre.

Ma non è finita qui, ancora.
Sesto San Giovanni non è vicinissimo, soprattutto per una come me che il treno non l'ha preso se non due volte o tre in vita sua, quindi per me è stato ostico pensare a come arrivare là, per di più completamente da sola.
Così ho chiesto ad amici (quelli che vedo almeno una volta la settimana, persone reali che sembrano sopportare la mia presenza, meno male, almeno qualcuno c'è) se volessero accompagnarmi.
Un coro di sì.
Bene, io molto felice, soddisfatta e raggiante all'idea di un bel viaggio in treno con le persone con cui sto bene.
Se non che ad un certo punto si inizia a cascare dalle nuvole e dirmi "Finisce alle 19?! Ma è tardissimo!", come se io non li avessi informati prima. Salta fuori che le sette di sera è un'orario improponibile, perchè per tornare ci vogliono ore, perchè non va di sprecare così una giornata, perchè qui, perchè là.
Sta di fatto che oggi, due giorni prima, e ormai quasi uno, siamo stati ridotti ad essere due che vanno là, io e il buon samaritano che ha deciso di farmi compagnia.
Non ho parole, sul serio.
Ok, c'è chi lavora e lo posso capire benissimo (purtroppo!=_=), posso anche capire che la gente abbia degli impegni già presi prima, oppure che non ne abbia voglia, posso capire tutto, perchè io sono la prima che a volte declina un invito per motivi più o meno importanti.
Però, che cavolo, perchè prima mi viene detto di sì e poi sempre all'ultimo ogni cosa deve saltare?
Perchè gente che prima si dimostra disponibile all'improvviso mi viene a dire che "troppo tempo sprecato"?
Tempo sprecato?
E' una cosa importante per me. Potrà suonare terribilmente egoistico, o forse no, ma mi sarebbe piaciuto tantissimo che gli amici più cari, quelli a cui sono affezionata da anni partecipassero, sentissero, vivessero. Perchè io trovo che sia bellissimo vivere le cose entusiasmanti con le persone a cui vuoi bene.
E per la presentazione di un libro è una cosa maledettamente entusiasmante. Sarà noiosa, sarà lunga, sarà intellettuale e sfiancante, ma è la mia vita. Io ci tengo, la respiro, la sento sotto la pelle.
E invece no, nessuno.
Io non capisco.
Perchè una persona che non conosco a fondo, che è quasi una sconosciuta della mia me più introversa che invece altri possono conoscere, invece mi asseconda?
Perchè gli sconosciuti vorrebbero regalarci il mondo mentre le persone che teniamo vicine ci danno per scontate?
Credono che io non ci sia rimasta male?
Ci sono rimasta malissimo, ok?
Io ci tenevo, tenevo alla loro presenza, ad una giornata insieme, a ridere e prendermi per il culo perchè sicuramente farei delle gaffe assurde.
No.
Niente, capita, è vero.

Per la verità non sono nemmeno arrabbiata, alla fine hanno ragione, se non ci riesce, o non va non posso certo prendermela, anche perchè so che un sabato intero in un'altra città potrebbe essere stancante, e forse noioso.
Però delusa sì.
Sono veramente delusa.
Io ci tenevo, e nessuno ci ha creduto. Nessuno crede che per me questo sabato non abbia significato qualcosa d'importante. E chi cazzo se ne frega di questo romanzo o degli albi, non sto parlando di quello.
Sto parlando di stare insieme, di fare qualcosa in compagnia di diverso, che non sia quel cavolo di bar o il solito pub che si vede quasi ogni sera, per una volta che c'era l'occasione di andare in un'altra città e cazzeggiare un po' fianco a fianco, e oltretutto in un'occasione così, in cui si sarebbero potute conoscere delle persone, fare amicizia, divertirsi.
Io... Veramente, non lo so.
Ci sono rimasta male.
Non saprei che altro dire.

sfogo personale

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