Jan 09, 2011 00:43
Titolo: Help I'm Alive
Personaggi: Damon Salvatore, Jeremy Gilbert
Contesto:
Generi: Erotico
Rating: Rosso
Avvertimenti: Lemon, Slash, Yaoi
Introduzione/Presentazione: Damon sospira piano quando l'altro passa la lingua sulla mandibola fino a sfiorargli le labbra.
- Ascolta aspirante vampiro - la voce esce sussurrata - Fossi in te non mi provocherei così tanto, ho una soglia di sopportazione molto bassa e questa notte non ho né mangiato né scopato -
Ad Aika che ha sempre creduto in me.
HELP I'M ALIVE
Jeremy trema.
Ogni sensazione è amplificata quando l'attesa si fa intesa.
Dimmi quando verrai così potrò aspettarti.
Lo sguardo è fisso sul vetro della finestra, il paesaggio si mischia al suo volto finché una sagoma fin troppo veloce si materializza davanti agli occhi.
Le labbra della figura si muovono ma ne escono solo parole mute, i suoi occhi sono martellanti e battono, battono su Jeremy con velocità e danno ritmo al cuore, al sangue che scorre, ora veloce, nelle vene. La tensione dell'attesa lo stordisce, le mani aprono frenetiche la finestra.
- Sono vivo. Aiuto Damon sono vivo-
Il vampiro appoggia le mani sulle spalle di Jeremy e annusa il suo profumo vicino ai capelli, dove l'odore della pelle si mischia a quello dello shampoo al limone.
- Sempre più spesso penso che vorrei già essere morto. Mi piacerebbe diventare come te, sentire la pelle del collo rompersi sotto la spinta dei miei denti e godere di ogni singola goccia di sangue che riesco a raccogliere -
E dicendo questo Jeremy si avvicina al corpo dell'altro e lentamente bacia un piccolo tratto di pelle tra la clavicola e la base del collo.
Damon sospira piano quando l'altro passa la lingua sulla mandibola fino a sfiorargli le labbra.
- Ascolta aspirante vampiro - la voce esce sussurrata - Fossi in te non mi provocherei così tanto, ho una soglia di sopportazione molto bassa e questa notte non ho né mangiato né scopato -
Jeremy si allontana appena, tanto da fargli notare i suoi occhi decisi, un sopracciglio alzato, la lingua che passa appena sopra le labbra.
Le guance sono pallide.
Senza vergogna.
Come lui che si abbassa piano la cerniera della felpa continuando a fissarlo negli occhi, facendogli vedere che riesce a sostenere un suo sguardo, imponendogli a suo volta di fissarlo mentre compie i suoi movimenti.
- Allora perché non vieni a prenderteli- gli occhi ancora fissi in quelli di Damon - Entrambi -
Jeremy fa un paio di passi indietro finché non batte con i polpacci sulla sponda del letto.
Rimane in piedi, aspettando una mossa dell'altro.
Una mossa che non riesce a vedere per la velocità con cui viene fatta.
E si ritrova a battere la schiena contro il materasso. Damon è sopra di lui in ginocchio e lo guarda dall'alto.
- Ti piace giocare piccolo Jeremy - un dito passa dalla sua guancia, attraversa la bocca, scivola sul collo
- Ti senti un equilibrista - il dito si ritrova intrappolato tra la pelle e la stoffa della maglia, passa piano sul fianco.
- Non hai paura di inciampare e farti male? O forse quello che vuoi è proprio cadere? - Damon si abbassa velocemente, facendo aderire completamente il suo corpo a quello di Jeremy. Poi morde piano la pelle del mento.
Con le mani va a cercare la fine della maglietta e la tira verso l'alto.
Jeremy ha i capelli arruffati, sembra più piccolo. Ha lo sguardo innocente di chi ancora è inesperto ma nonostante tutto desidera continuare.
Damon si ferma un attimo a guardarlo, allarga gli occhi quasi volesse prenderlo tutto dentro al suo campo visivo.
Non sarà come con lei.
Jeremy è un uomo, Jeremy è come il calore del sole sulla pelle viva.
Jeremy è sicurezza, innocenza, vivacità.
Jeremy è suo.
Preme un dito contro le sue labbra. Queste si aprono, la lingua gioca, i denti si divertono a premere un po' più forte.
Damon lo guarda divertito, un po' estasiato nel vedere il suo stesso dito uscire e rientrare nella bocca di Jeremy che tenta disperatamente di tenere aperti gli occhi, per non perdersi nemmeno un istante di quell'azzurro ma Damon si muove piano sopra di lui, una mano scorre libera sul suo petto e le gambe si stringono contro i suoi fianchi.
Le lenzuola azzurre scivolano sotto le gambe, le pieghe si distendono contro il peso di due corpi uniti, il libro sul comodino è solo lo sfondo un po' ingiallito della loro notte.
Damon toglie il dito dalla bocca di Jeremy e si diverte a passarlo attorno all'ombelico fino a raggiungere la chiusura dei pantaloni.
Toglie tutto, ogni indumento, ogni maschera, ogni parvenza di gioco mentre Jeremy lo spoglia lentamente della camicia, della cintura dei jeans, dei boxer.
Lentamente.
Lasciando che l'anticipazione di quello che sarà lo sorprenda. Lasciando che l'aspettativa l'invada, scivolandogli addosso come un drappo di seta che accarezza piano la pelle, eccitandosi mentre Damon lo sfiora superficialmente, delineando i contorni più intimi del suo essere.
Assaporare.
Perché quando si ha tutta l'eternità, ogni emozione perde di valore, ma quando l'emozione si cristallizza in pochi minuti, le sensazioni, i gusti vogliono aprire le porte della percezione altre il confine dei ricordi.
- Che ne dici se ora facciamo sul serio, piccolo Jeremy? -
E dicendo questo prende in mano la sua erezione e comincia a muovere la mano, Jeremy si aggrappa alle sue spalle, graffiando forte le pelle.
Damon lo prepara, non ha intenzione di fargli male, non così. Ha sempre considerato il sesso qualcosa che supera il tempo e lo spazio, qualcosa che accomuna i popoli, le nazioni, i vampiri, gli umani.
Un archetipo, un'ossessione.
L'unico vero piacere che si possa riprodurre.
Per questo non vuole che Jeremy soffra.
Toglie le dita da lui.
- Non ho mai detto che questo per me è un gioco - Jeremy porta la mano sotto il mento di Damon e gli alza il volto mentre parla poi geme piano mentre l'altro entra dentro di lui.
- Di' il mio nome, Jeremy -
Una spinta fin troppo lenta.
- Di' il mio nome -
Una spinta più forte e Jeremy boccheggia.
È sulla punta della lingua, ma non riesce davvero a lasciarlo andare senza accompagnarlo con un messaggio di resa.
Damon ringhia, forse di frustrazione.
E Jeremy sta per lasciarsi sfuggire quelle sillabe ma sono ancora scomposte e scoordinate.
Ancora un attimo.
L'altro spinge lentamente e non lo sfiora, nemmeno con lo sguardo.
Ancora un attimo.
Jeremy stringe gli occhi e punta le unghie sulla schiena dell'altro.
Ancora un attimo.
E Damon si accorge della difficoltà nell'obbedire a quell'ordine. Si accorge della concentrazione di Jeremy, del suo sforzo per abbandonarsi a lui.
Lascia un bacio sulla fronte, come a suggellare una promessa.
L'altro lo guarda stupefatto e capisce che Damon si è spinto al massimo della sua pazienza per compiere quell'atto.
- Damon - ma la voce esce come una domanda sospirata
- Ripetilo -
Questa volta non ci sono paure o rimpianti da mascherare.
Non c'è il suo tono di comando.
Non ci sono nemmeno le spinte.
- Damon -
La voce sicura, le labbra pallide, le unghie che si aggrappano ferocemente alla schiena. Una sicurezza improvvisa, una decisione da cui non può retrocedere.
Jeremy lo guarda mentre si avvicina. E Damon morde dolcemente la bocca poi la bacia.
Ricominciano le spinte, le lingue si toccano e si intrecciano, le mani servono a tenere premuto contro se stessi il corpo dell'altro.
Dalla finestra entra un soffio di vento, si muovono le pagine di un libro lasciato aperto sulla scrivania.
Entra l'odore dell'erba bagnata dalla pioggia insieme al profumo della notte, il sapore della nera tranquillità del sogno e dei segreti troppo oscuri per essere detti in pieno giorno.
Jeremy sa quello che succederà tra poco.
Damon alza appena il volto per cercare la serenità nel viso dell'altro poi scende piano verso il collo e lecca una porzione di pelle prima di appoggiare piano i canini.
Jeremy sente il freddo concentrarsi proprio in quel punto e parte dell'eccitazione salire verso l'alto.
I denti lacerano la pelle e il sangue fluisce, passa da uno all'altro senza interruzione.
E non ci potrebbe essere momento più completo di quello.
Damon è tutto dentro Jeremy mentre il sangue di questo scorre nelle arterie e si precipita verso il cuore facendolo battere per un attimo.
Poi tutto finisce e riprendono le spinte, più velocemente di prima.
Sono all'apice.
- Voglio che tu sia mio Jeremy -
Un sorriso di dipinge sulle labbra.
Damon porta l'unghia sul collo e si procura un taglio netto.
Un'unica goccia cade, un'unica goccia finisce tra le labbra di Jeremy.
Poi l'orgasmo.
E più nulla.
La storia era, inizialmente, una drabble.
Il titolo del è quello dell'omonima canzone dei Metric che ha ispirato le prime nove righe.
Grazie per essere arrivati/e a leggere fino a qui.
Ale