(In italiano perché ok che si parlerà anche di José, ma principalmente qua si parla di società italiana e, voglio dire, mi sentirei fuori luogo io per prima a parlarne in inglese.)
Ieri sera ho guardato Annozero. Non voglio parlare della puntata in sé perché l'argomento era tale che non so sinceramente come abbia fatto a resistere fino alla fine, soprattutto con Socci che ci teneva a mostrare al mondo quanto la sua testa fosse in realtà atta a contenere solo il vuoto pneumatico, ma la puntata s'è aperta con un monologo di Santoro in cui l'uomo ha chiarito un po' ciò che sta succedendo attorno alla sua persona, e la sua riflessione mi ha fatto pensare a Mourinho, e non solo perché praticamente tutto mi fa pensare a Mourinho XD
Le due espressioni che mi hanno colpito di più all'interno del monologo sono state "Annozero deve essere considerato la perla del servizio pubblico" e "Chi lo dice che stare qui, accerchiato come il generale Caster, sia meglio?". Se siete interisti, o se comunque avete un minimo seguito le vicissitudini sportive di questo Campionato, avrete già immaginato il tipo di correlazione che ho immediatamente effettuato fra Santoro e José.
Fateci caso: in questo momento calcistico, nel momento in cui Mourinho sembra stufo e vuole andare via, tutti parlano di lui che se ne va ma nessuno parla del perché. E' come con Santoro, uguale uguale. I giornali si sono sentiti in diritto di malignare e giudicare praticamente ad occhi chiusi, senza prima riflettere; e, per specificare cosa esattamente stava accadendo dalla sua prospettiva, Santoro ha dovuto prendersi venti minuti di editoriale in una casa che al momento è sua ma fra qualche giorno/settimana/mese chissà se lo sarà ancora. E José? José uguale. I giornali malignano - e Madrid, e le sfide, e i soldi, e la voglia di vincere altrove, e all'Inter ha già fatto tutto - ma ignorano le sue parole, quando lui s'è preso cinque minuti di conferenza stampa in quella che è casa sua ma fra qualche giorno/settimana/mese chissà se lo sarà ancora, per dire che l'Inter non c'entra niente, che lui è un uomo felice all'Inter, ma che non si sente rispettato in Italia, che questo non è un ambiente lavorativo che possa renderlo professionalmente felice.
Annozero viene da sempre trattato come un programma ai margini della legalità solo perché è un programma forte. Che dà voce a tutti e non ha paura di spiegare ai cittadini le cose come stanno - pratica che da sempre terrorizza la destra ma in generale tutti i governi, dal momento che al governo conviene sempre più che il popolo creda in ciò in cui i politici vogliono che creda, piuttosto che nella verità pura e semplice. Negli anni, ho visto questo programma attaccato nei modi più biechi e subdoli, dall'esterno (politici, giornalisti) e dall'interno (dalla dirigenza Rai stessa), e non vedo sincermente differenza rispetto a quello che ho visto accadere attorno all'Inter, una squadra che dovrebbe essere l'orgoglio dell'Italia tutta, cui tutto il mondo sportivo (o almeno, quella parte non pericolosamente incline all'invidia spaccafegato, vero Cruijff?) guarda con rispetto, in Italia è trattata come un manipolo di manigoldi incapaci che vince con gli aiutini e perché "vabbe', comunque Milito segna sempre".
Io dico che qui c'è molto da imparare riguardo alla stampa e alle persone le cui opinioni vengono considerate importanti, qui in Italia. L'Italia non è un paese in cui ti basta meritare rispetto per ottenerlo. Dovrebbe essere così, ma così non è. Resti comunque l'ultimo dei malcagati - e come tale l'opinione pubblica si sente in diritto di trattarti - se non hai dalla tua un qualche potere forte che sia in grado di coprirti le spalle quando ne hai bisogno. E così Annozero resta la pattumiera della Rai, e non la sua perla, e così l'Inter resta la pattumiera del calcio italiano (che poi, quale italiano? Non ce ne sono mica italiani, in quella squadra), e non la sua perla.
Riguardo la seconda frase, mi ha davvero colpita tantissimo la parola "accerchiato". Mi ha colpita perché mi ha ricordato della famosa "sindrome da accerchiamento" di cui eravamo stati dichiarati sofferenti dall'illustre team di psicologi e psichiatri della stampa italiana. E mi ha colpita perché mi ha fatto pensare a José, mi ha ricordato lui. Ho pensato a Santoro, del quale si può dire tutto meno che non abbia le palle quadre, ed ho cercato di immaginare quanto pressanti e continue e fastidiose debbano essere le richieste della Rai e dell'opinione pubblica (di quella che conta, dico, non dei cittadini) per far sentire accerchiato un uomo simile. Ed è stato inevitabile pensare a José, un altro cui non si può certo dire manchino i controcoglioni, e così come mi sono sentita quasi asfissiata immaginando la condizione di Santoro, non ho potuto fare a meno di sentirmi asfissiata pensando alla sua. Anche perché, si sa, qui in Italia i riflettori illuminano più il calcio che la politica.
Anche qui c'è qualcosa da imparare sull'Italia. E quel qualcosa da imparare è che quando sei forte, quando spezzi gli schemi, quando non ti pieghi ad un potere disonesto e più forte di te, quando sei onesto e sincero e privo di peli sulla lingua, quando dici quello che pensi esattamente come lo pensi perché è in quel modo che è nato e in quel modo deve venire fuori, la società italiana prova in ogni modo ad affossarti. E ti accerchia. E quando sei accerchiato e non respiri più è ovvio cercare una via d'uscita. E' ovvio scappare.
Potremmo biasimare Santoro se decidesse di lasciare la Rai e provare a fare qualcosa di meglio altrove? E potremmo biasimare José se decidesse di lasciare l'Italia e provare a fare qualcosa di meglio all'estero? A mente lucida, la risposta ad entrambe le domande, per me, è no. Poi, chiaro, mi gira il culo che se Santoro se ne va tipo su Sky io non potrò più vederlo, perché Sky non ce l'ho. E mi gira altrettanto se penso di perdere José per il Real Madrid o per qualunque sia la squadra in cui deciderà di andare. Ma dar loro torto? Proprio no.
Ultima cosa che però c'entra meno con l'analisi sociologica (eeeh, i paroloni), ed è più una roba melodrammaromantica che mi pentirò presto di aver scritto. Fra le molte cose che Santoro dice rivolgendosi ai dirigenti Rai, c'è "Che cosa vogliono, che io rimanga? Me lo chiedano!". Noi a José lo stiamo chiedendo da un po', ma d'altronde la gente lo chiede anche a Santoro, per cui probabilmente la domanda è posta alle persone giuste (a Santoro e José) dalle persone sbagliate (il suo pubblico e i tifosi dell'Inter). C'è speranza, forse. E' solo che la domanda deve essere posta dalle persone giuste. Speriamo che ci sia ancora tempo.
And, on a partially unrelated note, this. Just to remember what we're fighting for, tomorrow.