Olindo Guerrini

Feb 13, 2004 11:52


Nell'aria della sera

Nell'aria della sera umida e molle
Era l'acuto odor de' campi arati
E noi salimmo insieme su questo colle
Mentre il grillo stridea laggiu' nei prati.

L'occhio tuo di colomba era levato.
Quasi muta preghiera al ciel stellato;

Ed io che intesi quel che non dicevi
M'innamorai di te perche' tacevi.

QUANDO CADRAN LE FOGLIE 
Quando cadran le foglie e tu verrai
a cercar la mia croce in camposanto,
in un cantuccio la ritroverai
e molti fior le saran nati accanto.

Cogli allora pe' tuoi biondi capelli
i fiori nati dal mio cor. Son quelli
i canti che pensai ma che non scrissi,
le parole d'amor che non ti dissi

Carnevale

Quando, lettrice mia, quando vedrai
Impazzir per le strade il carnevale,
Oh, non scordarti, non scordarti mai
Che ci son dei morenti all'ospedale!

Quando, bella e gentil tu salirai
Di liete danze alle sonanti sale,
Volgiti indietro e la miseria udrai,
La miseria che piange sulle scale.

Quando ti riderà negli occhi belli,
Come un raggio di sol giocondo, amore,
Pensa che amor non ride ai poverelli.

Quando ti specchierai, ti dica il cuore,
Che una perla rapita ai tuoi capelli
Solo una perla , può salvar chi muore

IL CANTO DELL'ODIO

Quando tu dormirai dimenticata
sotto la terra grassa
e la croce di Dio sarà piantata
ritta sulla tua cassa,

Quando ti coleran marcie le gote
entro i denti malfermi
e nelle occhiaie tue fetenti e vuote
brulicheranno i vermi,

per te quel sonno che per altri è pace
sarà strazio novello
e un rimorso verrà freddo, tenace,
a morderti il cervello.

Un rimorso acutissimo ed atroce
verrà nella tua fossa
a dispetto di Dio, della sua croce,
a rosicchiarti l'ossa.

Io sarò quel rimorso. Io te cercando
entro la notte cupa,
lamia che fugge il dì, verrò latrando
come latra una lupa.

Io con quest'ugne scaverò la terra
per te fatta letame
e il turpe legno schioderò che serra
la tua carogna infame.

Oh, come nel tuo core ancor vermiglio
sazierò l'odio antico,
oh, con che gioia affonderò l'artiglio
nel tuo ventre impudico!

Sul tuo putrido ventre accoccolato
io poserò in eterno,
spettro della vendetta e del peccato,
spavento dell'inferno:

ed all'orecchio tuo che fu sì bello
sussurrerò implacato
detti che bruceranno il tuo cervello,
come un ferro infocato.

Quando tu mi dirai: perché mi mordi
e di velen m'imbevi?
Io ti risponderò: non ti ricordi
che bei capelli avevi?

Non ti ricordi dei capelli biondi
che ti coprian le spalle
e degli occhi nerissimi, profondi,
pieni di fiamme gialle?…

E delle audacie del tuo busto e della
opulenza dell'anca?
Non ti ricordi più com'eri bella,
provocatrice e bianca?

Ma non sei dunque tu che nudo il petto
agli occhi altrui porgesti
e, spumante Licisca, entro al tuo letto
passar la via facesti?

Ma non sei tu che agli ebbri ed ai soldati
spalancasti le braccia,
che discendesti a baci innominati
e a me ridesti in faccia?

Ed io t'amavo, ed io ti son caduto
pregando innanzi e, vedi,
quando tu mi guardavi, avrei voluto
morir sotto a' tuoi piedi.

Perché negare - a me che pur t'amavo -
uno sguardo gentile,
quando per te mi sarei fatto schiavo,
mi sarei fatto vile?

Perché m'hai detto no quando carponi
misericordia chiesi,
e sulla strada intanto i tuoi lenoni
aspettavan gl'inglesi?

Hai riso? Senti! Dal sepolcro cavo
questa tua rea carogna,
nuda la carne tua che tanto amavo
l'inchiodo sulla gogna,

e son la gogna i versi ov'io ti danno
al vituperio eterno,
a pene che rimpianger ti faranno
le pene dell'inferno.

Qui rimorir ti faccio, o maledetta,
piano, a colpi di spillo,
e la vergogna tua, la mia vendetta,
tra gli occhi ti sigillo.

EBBRO

Noi d'Epicuro i sacerdoti siamo
Noi la face d'amor lieta rischiara
Noi l'opulenta mensa abbiam per ara
E i cantici di Bacco al ciel leviamo

Frine con noi sacerdotessa abbiamo
Che i misteri del Dio caldi c'impara,
E di Pafo alla Dea libera e cara
I canti, i baci, i sacrifizi diamo.

Noi non abbiam per rito altro che il riso,
E non sognammo il travaglioso acquisto
D'una noia infinita in Paradiso;

ma l'uggia debelliam del secol tristo
In un femineo sen celando il viso,
Bevendo in fresco e bestemmiando Cristo

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