[fic] Absinthé

Feb 25, 2010 15:09

Tra le tante cose che non riesco più a fare con la dovuta soddisfazione c'è anche scrivere. Fatico ad estrapolare e senza grande felicità. Minchia oh, che periodo di merda. -.-;

Titolo: Absinthé
Fandom: DC Universe, Green Lantern.
Genere: introspettivo
Personaggi: Kyle Rayner, Hal Jordan.
Rating: G
Avvertimenti: Out of Continuity...? si vabbè, diciamo che è una rielaborazione creativa dell'in-between Sinestro Corps War, ma è più il concetto che il plot che conta.

Riassunto: Hal Jordan ti guarda con quello sguardo di chi sembra aver conosciuto tutto del mondo, ed averlo capito altrettanto bene, anche se sapete entrambi perfettamente quanto questo assunto sia inconfutabilmente falso. Hal Jordan è proprio il contrario di te, ma forse l’unico che possa capire da dove viene quella nebbia che ti riempie la testa.

Challenge: Rubrica dei prompt di comics_italia
Prompt: Hal Jordan, Kyle Rayner - "siamo tutti dei pazzi potenziali." + Promptdapulce : "non sta succedendo veramente"



La possibilità che quel bar si trovi solo dentro la tua testa è più concreta che mai. (Da un po’ di tempo a questa parte, fai una gran fatica - una fatica più stanca, più alienata del solito - a stabilire la linea di demarcazione tra ciò che accade dentro la tua testa e quello che accade fuori.)
Tuttavia, non nutri alcun dubbio sul fatto che, anche fuori dalla tua testa, Hal Jordan indosserebbe lo stesso sorriso a metà tra il cowboy senza cappello e senza mandria e il pilota con la macchina datata ma con più cavalli di quelli segnati sul libretto di circolazione.

Il suo giubbotto di pelle avrebbe lo stesso identico odore, mentre ordina due birre e ti si siede accanto. E’ già successo una volta che Hal Jordan ti si sedesse accanto senza essere veramente lì, ma la cornice familiare della caffetteria di Radu ti dava un altro genere di sicurezza. Questo posto, invece, ha contorni delle finestre sfumati, inchiostrati male, e delle contraddizioni di dettagli che ti mettono addosso un senso di frustrante insicurezza.

A tutta quella gente che non conosci - che non hai mai visto, davvero - che vive dentro il bar nella tua testa - ? - sembra non importare affatto. Sembrano non cogliere la differenza. Cerchi di rallentare i tuoi pensieri perché tutta questa frenesia immobile ti spaventa. Tu sei uno contemplativo, la velocità non è mai stata la tua passione, a differenza di Hal che ti guarda con la precarietà di chi sta per decollare per chissà dove, e non si concede che il tempo necessario a ricambiare rapidamente, ma con la giusta, promettente attenzione, il sorriso ciliegia della cameriera, così giovane e bionda, che gli porge da bere.

Il riflesso giallo della birra luccica, ma non gli fa paura quanto dovrebbe.

Se questo è uno scherzo della tua mente, ti dispiace che la tua mente non abbia invitato anche John e Guy, e Alan, perché no. No. La tua mente ti ha messo davanti alla pinta di bionda di Hal Jordan per un motivo specifico: solo Hal Jordan sa davvero cosa significa quello specifico sospetto. Quell’alienazione stanca - e che stanca… - quando comprendi che la tua mente (la mente è la vera fonte della forza) comincia a vacillare.

(E il riflesso della birra non dovrebbe far paura a nessuno)

Lui ti concede tempo per rimuginare sulla pertinenza della sua presenza in quel bar che sta dentro la tua testa - ne sei assoultamente certo, ormai - e non assomiglia a nessuno dei posti che riconosci, concedendosi una lunga, significativa occhiata al sedere geometricamente perfetto della ragazza che serve al banco - coda alta, sorriso luminoso, un po’ troppo magra per i tuoi gusti, ma ha qualcosa nel taglio del viso che ti ricorda Alex - invecchiata nostalgia per quell’estate così giovane.

Ti torna in mente di quando Hal ti ha detto di averla conosciuta - ti torna in mente quando hai evitato che la sua città fosse distrutta, di quando non hai pensato per tempo a quanta follia e disperazione avresti potuto evitargli, e pensi di dirlo, ma Hal ti guarda negli occhi - e negli occhi si vede davvero, più che nelle tempie brizzolate, quanto anche quest’uomo che sembra uscito da una pubblicità per lamette da barba del primo dopoguerra, con il suo sorriso sicuro e il suo giubbotto di pelle, sia invecchiato, dentro - e risponde alla domanda implicita.

- No. Neanche quello è successo veramente. Ma non avrebbe cambiato il punto, ragazzo.
Beve un sorso di birra e sorride, probabilmente del fatto che stai sgranando gli occhi come un bambino che aspetta la rivelazione. Ma non ti senti affatto ridicolo, perché tu un padre davanti al quale sgranare gli occhi in quel modo non lo hai mai avuto.

- La colpa è di quello che siamo.

Hal Jordan ti guarda con quello sguardo di chi sembra aver conosciuto tutto del mondo, ed averlo capito altrettanto bene, anche se sapete entrambi perfettamente quanto questo assunto sia inconfutabilmente falso. Hal Jordan è proprio il contrario di te, ma forse l’unico che possa capire da dove viene quella nebbia che ti riempie la testa.

- Siamo diversi da tutti loro. Il nostro potere è diverso, Kyle. E’ un potere troppo grande per essere affidato alla mente di un essere umano senza che nessuno cominci a guardarlo con sospetto. Non importa quanto tu ti possa impegnare, non si fideranno mai del tutto di noi. E sarà sempre così.

Non sta succedendo veramente, ne hai la certezza, adesso, adesso che gli angoli della finestra virano al bianco e nero e che Hal Jordan, con i suoi occhi invecchiati e le sue parole sagge, ti sembra una presenza fin troppo conveniente per essere reale. Ma non puoi far a meno di rispondergli, perché continuare quella conversazione ti fa sentire meno isolato, in quel bar affollato di sconosciuti partoriti dalla confusione della tua mente.

- Per quello che è successo a te?

- Perché per loro siamo tutti dei pazzi potenziali, e lo resteremo sempre.

Hal Jordan ti sorride nuovamente, e beve un altro sorso di birra. Sembra stranamente orgoglioso di quello che sta per dire, e filtrate dalla sua voce e dalla sua sicurezza demodè, quelle verità scomode ti sembrano meno spaventose.

- Devi essere tu il primo a fidarti della tua mente. Nessuno lo farà, se tu non lo farai per primo. E’ un lusso che nessuno può permettersi con una Green Lantern.

Hal si alza, e paga due birre, anche se tu non hai praticamente toccato la tua, ma la ragazza bionda non viene a ritirare i soldi.

- Ormai sai come funziona, ragazzo. Puoi costruirti un’armatura indistruttibile, ma il tuo primo nemico sarà sempre e solo ciò che macera nella tua mente, perché è da lì che tutto, nel bene e nel male, trae la sua forza. E’ questo quello che siamo.

(Kyle si guarda intorno, e nello schizzo sbiadito del bar senza più avventori, pensa solo che vuole tornare in un posto da chiamare casa, e che l’unico modo in cui può riuscirci è far si che la sua mente smetta di tremare.)

fic:dc - green lantern

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