Tanto per cominciare
Credo di aver appena finito di sistemare per la trecentesima volta il primo capitolo di Tutto quello che non sai di me.
Okay, non è questa gran cosa se consideriamo che la storia sarà di cinque o sei capitoli, ma ehi - ho finito il primo! Dove finito implica il fatto che è incompiuta da - quanto? Dicembre, gennaio, febbraio, mar... - tre mesi e invece ora posso leggere la probabile versione definitiva, che è sopravvissuta alle mie critiche senza drastici sconvolgimenti, e che sono molto soddisfatta. Sì, mi piace davvero, ma credo che questo entusiasmo sia proporzionale all'eccitamento post-stesura e purtroppo temporaneo. Ma il punto è che mi sto muovendo. Vediamo come procedono le cose e se queste vanno per il verso giusto - e ho buoni motivi per pensarlo - comincerò ad anticipare qualcosa su questa storia (che verrà pubblicata solo quando sarà totalmente finita). Per il momento ho pensato di postare un piccolo scorcio dal suddetto capitolo.
Sento al lato destro la tracolla che ad ogni minimo movimento rimbalza su di me e decido di sistemarla, affinché mi agevoli la camminata senza aver costantemente uno spigolo di un libro conficcato in una costola. So con esattezza che cosa sta pensando James ora.
“Aspetta, te la porto io!”
“Prevedibile.”
Prima di rendermi conto che ho appena pronunciato l’esatta parola che solo un secondo prima mi ero limitata a pensare, James mi supera piantandosi con tutta la sua dignità davanti a me.
“Come?!”
“Uno: sei palesemente scontato”, ripeto stizzita, sia per essere stata così irresponsabile nell’avergli rivolto parola sia per la sua chiara ottusità nel campo dell’apprendimento, “non volevi conoscere i motivi per cui ti detesto? Eccoti accontentato.”
“N-non credevo che mi avresti preso in p-parola”, risponde, cercando di ostentare una falsa sicurezza.
[...]
“Beh, sorpresa”, esclamo con entusiasmo, “a differenza tua, non sono ancora così banale.”
“Quindi, se ora io ti chiedessi di uscire con me sabato prossimo, risulterei una persona prevedibile?”
“E scontata”, aggiungo in fretta.
Okay, non è questa gran cosa se consideriamo che la storia sarà di cinque o sei capitoli, ma ehi - ho finito il primo! Dove finito implica il fatto che è incompiuta da - quanto? Dicembre, gennaio, febbraio, mar... - tre mesi e invece ora posso leggere la probabile versione definitiva, che è sopravvissuta alle mie critiche senza drastici sconvolgimenti, e che sono molto soddisfatta. Sì, mi piace davvero, ma credo che questo entusiasmo sia proporzionale all'eccitamento post-stesura e purtroppo temporaneo. Ma il punto è che mi sto muovendo. Vediamo come procedono le cose e se queste vanno per il verso giusto - e ho buoni motivi per pensarlo - comincerò ad anticipare qualcosa su questa storia (che verrà pubblicata solo quando sarà totalmente finita). Per il momento ho pensato di postare un piccolo scorcio dal suddetto capitolo.
Sento al lato destro la tracolla che ad ogni minimo movimento rimbalza su di me e decido di sistemarla, affinché mi agevoli la camminata senza aver costantemente uno spigolo di un libro conficcato in una costola. So con esattezza che cosa sta pensando James ora.
“Aspetta, te la porto io!”
“Prevedibile.”
Prima di rendermi conto che ho appena pronunciato l’esatta parola che solo un secondo prima mi ero limitata a pensare, James mi supera piantandosi con tutta la sua dignità davanti a me.
“Come?!”
“Uno: sei palesemente scontato”, ripeto stizzita, sia per essere stata così irresponsabile nell’avergli rivolto parola sia per la sua chiara ottusità nel campo dell’apprendimento, “non volevi conoscere i motivi per cui ti detesto? Eccoti accontentato.”
“N-non credevo che mi avresti preso in p-parola”, risponde, cercando di ostentare una falsa sicurezza.
[...]
“Beh, sorpresa”, esclamo con entusiasmo, “a differenza tua, non sono ancora così banale.”
“Quindi, se ora io ti chiedessi di uscire con me sabato prossimo, risulterei una persona prevedibile?”
“E scontata”, aggiungo in fretta.