Titolo: Risk
Fandom: Kpop: VIXX
Personaggi/Pairing: Jaehwan || ?/Jaehwan
Rating: Rosso
Conteggio Parole: 696
Avvertimenti: smut, glory hole, language
Note: Perché io sono una persona normalissima che si calma scrivendo smut. Mi sento abbastanza in colpa per queta cosa. Specialmente perché ormai sono secoli che non scrivo smut e non so cosa possa uscire dalle mie dita. E poi perché... avrei potuto scegliere un trilione di gente. Ma Jaehwan è Jaehwan. Chi vuol intendere intenda. Che poi, da ieri oltre allo stress si è aggiunta una leggera influenza, quindi sono anche più nervosa. Non escludo di scrivere altre smut. Chiedo scusa in anticipo.
Jaehwan non amava bere troppo. Non che gli dispiacesse il sapore dell’alcool, anzi, ma sapeva perfettamente divertirsi senza. Un goccio o due non se li negava mai, ma andare troppo oltre gli era sempre sembrato esagerato, a lui bastava sentirsi la testa appena più leggera e sorridere, voleva essere in grado di reggersi sulle proprie gambe anche a fine serata.
Ed in una sala piena di gente che andava a sbattere ovunque, senza rendersene nemmeno conto, apprezzava ancor di più questa sua posizione. Superò gli zombie che passavano davanti a lui, per accasciarsi da qualche parte o per raggiungere l’agognato tavolo con le bevande. Sapeva bene che tra più o meno una mezz’ora i bagni sarebbero stati pieni di gente che vomitava e non avrebbe più avuto il coraggio di andarci, per cui doveva assolutamente liberarsi ora.
Jaehwan si diresse verso l’ultimo bagno, come faceva sempre durante qualsiasi festa, e chiuse la porta. Non sentiva un bisogno eccessivo d’andare in bagno, per cui cercò di concentrarsi e di farlo venire. Pensò alla cascate, all’acqua del mare sugli scogli, alle piscine…
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dalla chiusura della porta del bagno accanto. Chiunque fosse stato, avrebbe potuto essere più silenzioso, e se era Jaehwan a dirlo la cosa era ancora più grave.
Jaehwan provò nuovamente a concentrarsi, ma venne nuovamente interrotto quando notò qualcosa entrare da un buco dalla parete. Si fermò ad osservarlo per qualche istante, osservando la plastica rosata che lo copriva.
Quello che era passato attraverso il buco era un cazzo, anche di dimensioni abbastanza grandi, e la plastica rosata non era altro che un preservativo che, se il naso di Jaehwan non mentiva, odorava di fragola.
Jaehwan non si era nemmeno accorto di aver dischiuso le labbra, allo stesso modo in cui poco prima non aveva notato quel buco. Appoggiò la mano sul lucchetto del bagno, ma poi esitò. Nessuno avrebbe mai saputo che c’era lui dietro quella parete e non si sarebbe preso nessuna malattia perché chi era dall’altra parte si era degnato di mettersi un preservativo. Jaehwan si morse le labbra e chiuse gli occhi. Voleva rischiare.
Si chinò, cercando di non appoggiarsi al pavimento, e prese tra le labbra carnose la punta, sentendo il sapore dolce della fragola. Udì subito un gemito roco, segno che evidentemente chi stava dall’altra parte aveva parecchia voglia.
“In effetti,” si ritrovò a pensare Jaehwan “per metterlo in un buco nel muro e sperare che qualcuno lo succhi, bisogna essere davvero disperati” .
Una parte della sua mente gli ricordò che, purtroppo per lui, per mettersi a succhiare qualcuno di così disperato in una situazione simile bisognava esserlo altrettanto.
L’uomo dall’altra parte spinse nella sua bocca, come per invitarlo a risvegliarsi, e Jaehwan, preso di sorpresa, quasi si strozzò. Pretendere che qualcuno di così disperato gli lasciasse finire i propri monologhi non era una scelta saggia. Mosse la propria bocca su e giù sul membro, leccandone la punta. Sentiva i gemiti dall’altra parte farsi sempre più rochi e riuscì ad immaginarsi una figura con le mani sulla parete per reggersi che muoveva il proprio bacino per cercare di farlo entrare sempre più in profondità nella sua bocca. Jaehwan sentì un forte calore dirigersi verso il proprio membro e portò quasi istintivamente le mani su di esso, accarezzandolo attraverso i pantaloni, gemendo intorno a quel membro e provocando reazioni ancor più vocali da chiunque stesse dall’altra parte. Jaehwan abbassò la zip dei propri e mise la mano nei boxer, stringendo il proprio membro tra le dita ed iniziando a masturbarsi. Il suono dei suoi gemiti si iniziò a sentire sia nel cubicolo dove si trovava e dovette espandersi in quello dell’altro uomo, perché poco dopo con una spinta più forte venne nella sua bocca.
“Continua a toccarti.”
Jaehwan arrossì per quel sussurro ed ubbidì, continuando a muovere la mano sul proprio membro finché non venne, appoggiandosi senza forze alla parete.
“Bravo, Jaehwan…”
Jaehwan spalancò gli occhi ed in quel momento ebbe l’impressione di conoscere quella voce molto bene, ma quando sentì la porta aprirsi non ebbe il coraggio di uscire ed andare ad incontrarlo: preferì rimanere immobile ed in silenzio tra quelle pareti.