Angel - #5 Inspire

Oct 11, 2013 16:48

Titolo: Angel
Capitolo: Inspire
Fandom: Jrock: Cell, Kpop: EXO
Personaggi/Pairing: Luhan/Kon
Rating: Verde
Conteggio Parole: 1.458
Avvertimenti: crack!paring, slash
Note: ED ALLA FINE CE L'HO FATTA. Questo nuovo capitolo l'ho scritto direttamente tutto sul cellulare nuovo, a pezzettini, perché il tempo materiale di mettermi al pc e scriverlo lì con calma non c'era. Ergo, se lo stile è diverso ed anche l'effetto che fa lo è, è perché è stato scritto in modo schifoso per questo. Ho provato a sistemare le cose, davvero, ma... erano insistemabili. Punto. E Sin in versione vecchio saggio... non lo rivedrete più nelle mie fanfiction. La sua piccola parte saggia la fa intravedere pochissimo in genere è più mezzo addormentato nel background che altro, quindi non c'è da stupirsene. E non fate i salti di gioia, non è finita. C'è ancora l'epilogo.


When I fall in love, there's no turning back.
~ Angel, EXO-M
Non registro davvero quello che vedo quando entro nella stanza. È qualcosa che la mia mente desidera dimenticare, è un'immagine che riempirà i miei incubi. In questo momento però sento solo il suo corpo abbandonato contro il mio e scosso da singhiozzi,  che posso solo stringere a me sino a quando finalmente non  si calma.
L'ho stretto a me non appena sono entrato in questa stanza, non appena l'ho visto rannicchiato per terra e con gli occhi rossi, spaventato e fuori di sé. Non c’era esitazione nei miei movimenti, non c’erano pensieri. Non servivano, in quell’istante.
"Luhan, ti prego... Non abbandonarmi."
La sua voce è così piena di dolore che la mia reazione istintiva è quella di stringerlo più forte, come se il contatto dei nostri corpi potesse passare a me il dolore che prova in quel momento.  Ho creduto che il mio bisogno di lui fosse qualcosa a senso unico, che mai sarei stato considerato da lui importante quanto lui è diventato per me, ma il suo bisogno di avermi accanto è molto più intenso del mio, quasi distruttivo per qualcuno così delicato. Voglio fargli capire che non l'abbandonerò mai, perché siamo più simili di quanto creda.
Non mi chiedo nemmeno se esista un altro modo di dirglielo;  lo bacio e basta. Non mi importa dei sottili rivoli che macchiano i miei ed i suoi vestiti, non importa che chiunque possa aprire la porta. Tutto quello di cui ho bisogno e che mi interessa è al sicuro tra le mie braccia e non lascerò che scivoli via. Lo metterò davanti a me, lo spingerò verso l'alto in modo che nulla possa arrivare abbastanza in alto da ferirlo.
Le sue labbra si schiudono piano, come se temesse tutto questo pur desiderandolo tanto da non riuscire a fermarsi. Mi sta dando più di un semplice bacio: sa che ora mi basterebbe pochissimo a ferirlo e sono sicuro che tema possa farlo, sa di star lasciando tra le mie braccia la parte più fragile di sé, più delicata dei petali di un fiore appena sbocciato, su cui si è abbattuta una pioggia tanto forte da rovinarlo, ma che nonostante tutto è rimasto lì ed è il più bel fiore tra tutti.
"Non lo farò mai."
Sono di un altro Paese, vivo in un altro ancora eppure sono certo delle mie parole. Non abbandonerò mai il dono più bello che il destino mi abbia dato, troveremo un modo insieme per risolvere tutto questo, ma ora voglio solo essere l'appiglio di cui ha bisogno in questo momento, dopo troverò come esserlo per sempre.
Si rannicchia tra le mie braccia e crolla, pressato dalla tensione e da tutto quello che abbiamo provato stanotte. Lo cullo come cullerei un bambino, o forse più come una bambina cullerebbe una bellissima bambola. Sorrido a quell'immagine, perché Kazuhisa sarebbe la più bella delle bambole, mentre io una bambina capricciosa decisa a non separarsi mai da quella bambola così bella.
La porta si apre e il chitarrista che mi ha fatto entrare si avvicina a noi. Ho paura che mi faccia domande a cui sento di non poter rispondere, non ora almeno, ma si limita a poggiare una coperta di pile sulle spalle di Kazuhisa.
"Ha una temperatura più bassa della norma. Sente freddo facilmente. "
Annuisco e passo le mani sulla nuca di Kazuhisa,  cercando di riscaldare quella pelle che la coperta non può  coprire. L'uomo che ho davanti mi sorride.
"Prenditi cura di lui."
Nei suoi occhi c'è tanta fiducia e soprattutto tanto affetto per Kazuhisa. Sapere che ha qualcuno che tiene così tanto a lui vicino mi scioglie un nodo all'altezza della gola.
"Lo farò." esito per qualche istante "Kazuhisa non ha avuto una vita facile, vero?"
"No. Nessuno delle persone legate a lui l'ha avuta." un sorriso triste si fa strada sul suo volto. "Qui in Giappone non si possono prendere certe strade e sperare siano felici. Ci sarà sempre una sensazione di vuoto a ricordarti quello che hai dovuto abbandonare e tutte le ombre che ti sei dovuto portare dietro. Ma io sono sicuro che tu non sia come gli altri. Hai visto le sue ombre, eppure sei venuto  cercarlo subito dopo, perché hai capito che per lui sapere che tu lo avessi visto era... doloroso.” Il suo sguardo sembra perso nel vuoto. “Molti l'hanno lasciato dopo aver scoperto o aver visto. Potevano passare sopra le cicatrici, convinti di poterle curare, ma non sul fatto che le ombre della sua vita sono l'attrazione principale di chi ci ascolta, che lui vive delle sue stesse ombre. Non c'è amore che le farà davvero andare via. Sono radicate troppo profondamente."
"L'ho visto. Se potrà liberarsene,  sarà fra anni... ma ora mi basta vederlo sorridere sinceramente e fargli sapere che io ci sarò sempre,  non importa che cosa succederà.  Lui... mi ha maledetto. Io sono legato a lui tanto quanto lui alle sue ombre. Non so se potrò salvarlo del tutto, ma ci sprofonderò io se questo basterà a far allentare la presa su di lui."
Non ho notato l'uomo che, mentre parlavo, è scivolato a terra e si è seduto davanti a noi con una sigaretta tra le labbra. L'accende e mi guarda di nuovo.
"Gli mancherebbe l'appoggio che dici di voler essere. Un po' ti capisco... alla tua età è difficile capire davvero quanto il mondo sia grigio. Tu vedi bianco, io e lui vedevamo nero. Ma le cose non sono così semplici e tu dovresti saperlo bene. Sei cinese, no?"
Annuisco e chiudo gli occhi, comprendendo quello che mi vuole dire. La mia cultura ha ragione: sono uno stupido a desiderare solo il bene, quando per l’equilibrio anche il male è necessario.
“Scusami… non ci ho pensato.”
“Non scusarti.” Alza le spalle ed aspira ed espira il fumo, sorridendo. Mi chiedo se si renda conto che siamo al chiuso o meno. “Sei giovane. È normale alla tua età. Cerca solo di non pensare in quell’ottica, ma in una più… semplice. Quando ti piace qualcuno,  sono i suoi dettagli a fartelo piacere: la sua gentilezza, i sui occhi, come sembra riuscire ad illuminarti la giornata con il gesto più semplice… i tuoi dettagli sono puramente positivi, quelli di Kazuhisa sono avvolti in quella negatività che lo circonda. Sono quello che tu non sei, quello che tu non hai; per questo non puoi evitare di volerlo così tanto. Per lui è lo stesso. Siete perfetti secondo la tua cultura.”
Mi sorride e si alza, facendomi un segno di saluto.
“Prenditi cura di lui e lui si prenderà cura di te, ma in un modo diverso.”
“Lo so…”
È tutto quello che riesco a dire, prima che chiuda la porta dietro le sue spalle. Sento un vocio provenire dall’esterno, ma non capisco quello che dicono, solo che sono almeno tre o forse quattro persone.
Kazuhisa tra le mie braccia sbatte piano piano le palpebre, distraendomi da tutto il resto. Probabilmente le voci l’hanno svegliato. Sembra così fragile quando il suo sguardo si alza verso il mio, quando le sue mani cercano le mie. Lo bacio di nuovo e lui sembra immensamente sollevato. Mi stringe di nuovo e sorride, imbarazzato, ma poco dopo la sua espressione cambia di nuovo, come nella sua mente stessero sorgendo mille pensieri insieme.
Mi chino su di lui e gli alzo il viso.
“Luhan? Io… sarò solo un peso per te. Non devi… “ esita, e le successive parole mi arrivano come un sussurro “Non devi perdere qualcosa per qualcuno che non merita nulla, come me… io non posso darti niente. Sono troppo incasinato…” la sua voce si alza di nuovo ed il suo sguardo cade sulle sue braccia “Ti farò sentire triste… lo faccio con tutti.”
Lo stringo forte al mio petto e chiudo gli occhi, accarezzando la sua nuca e la sua schiena.
“Anche se sei in difficoltà, se sei “incasinato”, come dici tu, non vuol dire che non meriti qualcuno che si prenda cura di te, qualcuno che ti ami. Non vuol dire nemmeno che tu sia una persona negativa come credi. Non sei troppo sensibile o altro. Sei un essere umano, Kazuhisa.” Il mio naso sfiora il suo e gli sorrido “Se è quello che ci attende, non possiamo farci molto. Dobbiamo sopportare i momenti brutti, anche se ci sembrano insopportabili. Io soffrirò, ma succede a chiunque, è normale. Non importa, Kazuhisa, non importa. Tu non sei solo questa parte di te e queste cose… non ti rendono meno importante degli altri, sai? Anzi, ai miei occhi… ti rendono ancora più importante.”
Mi guarda con gli occhi spalancati, per poi scoppiare in singhiozzi sul mio petto. Mi ringrazia più e più volte, quasi non credesse alle mie parole, ed io non potrei essere più felice d’averle finalmente potute dire.
Sono sicuro che rimarremo insieme e niente sarà in grado di separarci.

paring: luhan x kon, fandom: exo, fandom: cell

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