Nov 24, 2011 23:53
Ultimamente W-senpai mi ha più volte espresso i suoi dubbi sull'utilità di tenere un blog, di aggiornare facebook o di presenziare su twitter. Concordo sul fatto che troppo spesso la gente viva la propria vita più su facebook o su twitter che nel mondo reale e che, molti, condividano "gli affari loro" con una facilità estrema, salvo poi lamentarsi che la gente non si fa i cazzi suoi u_u
Sinceramente sono sempre stata consapevole che se pubblichi qualcosa in rete, devi essere pronto al fatto che tutti lo possano leggere e che quindi abbiano pure il diritto di commentare, perché quel diritto lo hai concesso tu esponendoti per primo. Quindi ho sempre preferito tenere per me certe cose, non tanto perché siano segrete, ma più che altro perché preferisco discuterle di persona o non darle in pasto a ficcanaso che non ne ricaverebbero niente di utile.
Per quanto riguarda tenere un blog, anche oggi il mio caro principino ha ribadito questa sua perplessità, ovvero l'utilità di scrivere pubblicamente i cacchi propri.
Mi sono messa un po' a pensare al perché continuo a scrivere qui, al perché invece ho iniziato a farlo e sono due motivi diversi. Ho iniziato un po' per provare questa cosa nuova, che facevano un po' tutti, un po' per comodità perché mi permetteva di raccontare a più persone cosa mi era successo in una volta sola, senza stancarmi di dover ripetere sempre la stessa storia più volte. Bastava magari dire "Hai già letto cosa mi è successo?" oppure "Ho letto il tuo post" e poi se ne discuteva. Quando poi ho cominciato ad avere amicizie anche più lontane, la cosa è diventata ancora più comoda, perché mi permetteva appunto di scrivere a tutti e di leggere di tutti.
A volte rileggo cose che ho scritto tempo fa (ho cominciato questo blog nel 2005) e certe cose mi fanno sorridere perché è come se a scrivere fosse stata una persona diversa (e un po' è effettivamente così).
C'è stato un periodo in cui ho smesso di scrivere e poi ho ricominciato. Ebbene quando ho ricominciato il motivo per postare è cambiato. Quando scrivo ora è per ricordare sensazioni ed emozioni, rileggere dei miei dubbi e delle mie paure e scoprire che ho capito il perché mi capitano e trovare una soluzione dopo qualche tempo. Scrivo perché quando a fine anno devo scrivere le tesine per l'esame di shiatsu, posso rileggere com'è stata la mia esperienza, come i cambiamenti influiscono sui miei atteggiamenti e il mio carattere. Ci sono cose che in questo momento non capisco, che mi sembrano difficili, pesanti o anche dolorose. Mi è capitato di trovare le risposte dopo qualche mese e di dire "ah ecco perché mi sentivo così, ecco perché mi sono comportata così".
A volte invece scrivo per la mia voglia di condivisione della mia esperienza, per dare un messaggio a qualcun altro, anche se non so se sia effettivamente utile, ma a volte penso proprio che lo sia. Non tanto per condividere nel senso di "mal comune mezzo gaudio" ma nel senso che a volte troviamo spunti per qualcosa di nuovo, voglia di provare a fare qualcosa o anche un po' di coraggio per fare il passo giusto proprio nelle esperienze degli altri. Almeno a me a volte capita così, di trovare per caso le risposte nelle parole degli altri o magari anche solo lo spunto per muovermi nella direzione giusta.
Mi piacerebbe che le mie parole potessero aiutare qualcuno, anche dove non arriva fisicamente il mio corpo. Non posso essere un esempio per qualcuno, ma ho questa convinzione da sempre, che siamo tutti degli strumenti pronti a portare messaggi al momento giusto, alla persona che li sta cercando.
Quindi perché non scrivere delle proprie emozioni e invitare gli altri a non averne paura, a non nasconderle, a condividerle con il mondo che non è così brutto come tanti dicono?