Titolo: Like silk
Fandom: FullMetal Alchemist
Pairing: RoyEd
Rating: Pg
Riassunto: Edward Elric non permette a nessuno di toccargli i capelli.
Disclaimer: i personaggi di FullMetal Alchemist appartengono a Hiromu Arakawa
Edward Elric non permette a nessuno di toccargli i capelli.
L’ha sempre considerato un gesto troppo intimo, che concede raramente persino ad Alphonse.
Se Al poteva era solo per fargli la treccia, quando al fratello rimanevano incastrati i capelli nell’automail e non riusciva a combinare nulla.
L’unica che aveva il permesso era sua madre.
Dopo la sua morte, Edward se li era fatti crescere, giurando a sé stesso che nessuno l’avrebbe mai più fatto.
-Ancora non capisco perché non vuoi che ti tocchi i capelli..-
Edward osservò con la coda dell’occhio Roy Mustang.
Il Flame Alchemist.
Il SUO Roy Mustang.
-Non ti stanchi mai di chiedermelo?-
Roy sorrise compiaciuto.
-Mai! Finchè non me lo permetterai continuerò a chiedere e a chiedere ancora…-
Sapeva trovare metodi molto convincenti Roy Mustang.
E il tormento era uno di questi.
Edward stette a contemplare per qualche secondo l’idea di non rispondere, ma il pensiero delle continue domande del suo uomo lo fecero desistere.
-Perché era mia madre a pettinarmi quando ero picc…bambino!- si corresse prontamente
Roy trattenne un sorriso a quel lapsus: la parola piccolo mai uscirà dalla bocca di Edward Elric.
-Solo per questo?- chiese l’uomo con più serietà di quanta ne avesse avuta all’inizio
Il giovane Alchimista non rispose subito.
Certo che la domanda di Roy era strana.
-Non vedo perché debba interessarti!-
Optare per la scelta del non rispondere era una prerogativa di Edward.
Che Roy detestava.
-E io non capisco perché tu debba sempre svicolare..- esclamò guardandolo torvo
Il biondo fece roteare gli occhi e sbuffò.
Oggi non era giornata.
Un proverbio dice “Il buongiorno si vede dal mattino” e se Edward desse ascolto a certe credenze, di sicuro si troverebbe d’accordo con una simile affermazione.
In ufficio era stata una giornata da cani.
Moduli, pratiche, richieste, dossier. Firmare, firmare, firmare.
E il Tenente Hawkeye non aveva avuto pietà neppure per i suoi poveri e miseri diciannove anni! Inflessibile e professionale come sempre lo aveva sommerso di lavoro.
Un giorno scoprirò chi stampa tutti questi fogli e allora subirà la mia vendetta! Aveva gridato il ragazzo.
-Allora?-
La voce di Roy riportò bruscamente alla realtà il più giovane.
-Non voglio che nessun altro mi tocchi in quel modo…- rispose guardando da un’altra parte
Se invece avesse mantenuto lo sguardo fisso sul suo compagno avrebbe potuto scorgere nei suoi occhi la tristezza derivante da una simile frase.
Roy amava i capelli di Edward.
Sembravano così morbidi, e ogni volta che allungava la mano nel tentativo di toccarli, il ragazzo si allontanava.
E questo lo feriva.
-Ed…-
Non si mosse.
-Edo..-
Il biondo sospirò.
-Ti prego…- disse semplicemente
Edward doveva capire il suo bisogno di sentirlo completamente suo.
-Ci…ci tieni proprio così tanto?-
Non era da lui cedere così facilmente.
Non era proprio da lui cedere!
Ma ogni volta che Roy lo chiamava Edo gli riportava alla memoria i giorni allegri e spensierati della sua infanzia, prima…prima di tutto.
Della trasmutazione fallita.
Del sangue.
Del dolore e delle lacrime represse.
Prima. Quando era un bambino felice.
-Si..-
Non disse una parola. Si avvicinò al moro, dandogli le spalle e portando le mani dietro la testa per sciogliere la treccia bionda.
Una mano calda si posò sulle sue, fermandolo.
Edward voltò la testa non capendo.
-Lascia..- mormorò sorridendo -..faccio io.-
Annuendo lievemente tornò a guardare davanti a sé.
“Non mi ucciderà.” Pensò “E la mamma non si arrabbierà perché qualcun altro, QUALCUN ALTRO..”
Le dita di Roy liberarono i biondi capelli di Ed dall’elastico che li costringeva lasciandoli liberi di cadere sulle spalle, e Edward non potè evitare di irrigidirsi.
Eppure Roy lo aveva toccato altre volte e non sempre con intenzioni pure!
E allora perché tutta questa tensione?
-Rilassati..- sussurrò l’uomo avvertendo l’ansia del ragazzo
Edward chiuse gli occhi e sospirò. Roy passò le dita tra i capelli dorati del giovane accarezzandoli piano.
Si, erano proprio come si aspettava: Lisci e morbidi come la seta.
Forse il paragone era troppo banale, ma la sensazione al tatto era esattamente quella.
-Sono bellissimi..-
Edward sorrise.
Adesso…
Si adesso proprio non capiva perché diamine non aveva mai permesso a Roy di toccarlo in quel modo.
Il suo tocco era dannatamente piacevole.
E quando le mani del moro andarono a massaggiare la nuca del più giovane, questi si lasciò completamente andare.
Gli piaceva.
Cazzo, sì gli piaceva!
Quando era sua madre a pettinarlo, gli faceva sempre il solletico e quante volte Alphonse lo aveva guardato attraverso quei suoi grandi occhioni olivastri senza capire perché il suo Nii-san ridesse così tanto.
Ma con Roy la sensazione era diversa.
Dannatamente diversa.
Inclinò la testa all’indietro, per andare più incontro a quelle mani e Roy sorrise vittorioso.
Aveva appena scoperto un punto particolarmente sensibile del suo Mame-chan.
I mugolii di Edward confermarono la sua ipotesi.
Edward Elric non permette a nessuno di toccargli i capelli.
L’ha sempre considerato un gesto troppo intimo che concede raramente persino ad Alphonse.
Fino al giorno in cui Roy divenne la sua abituale eccezione.