[Durarara!!] 99% - Capitolo 2, "Izaya Orihara"

Sep 12, 2010 14:43

Titolo: Capitolo 2, "Izaya Orihara"
Fandom: Durarara!!
Pairing: Heiwajima Shizuo/Orihara Izaya (Shizaya)
Raiting: PG
Warning: Prelash
Note: //
Wordcount: 3998


Izaya Orihara

Era notte già da un po', eppure non erano ancora andati a dormire. Non che non avessero sonno, probabilmente era solo la preoccupazione a tenerli lontani dai letti. Celty era preoccupata per Shinra, Shinra era preoccupato per sé stesso. Aveva la testa colma di pensieri, di sospetti, di paure, e il cuore colmo di gelosia ed invidia. Era possibile provare quelle cose per un amico? Insomma, mica lo aveva comprato, non esisteva nessun contratto che lo metteva al primo posto nella vita di Shizuo, né che gli assicurasse di rimanere suo migliore amico in eterno.
Erano rimasto in silenzio quasi tutta la serata, aveva parlato di rado e quasi sempre sotto sforzo, però ora era stanco di stare in silenzio. Forse avrebbe dovuto aprirsi a Celty, magari lei l'avrebbe capito. Tanto, tenerselo dentro era stupido. «Celty, te lo giuro, non li sopporto più. » Aveva detto stringendo la manica del pigiama che indossava, un po' troppo largo ma comunque caldo e comodo «Sai, prima, quando Shizuo e Izaya passavano il tempo a picchiarsi e a distruggere la scuola pensavo fosse terribile, ma non avevo la benché minima idea di quello che sarebbe successo se fossero diventati amici. Ero convinto che molte cose si sarebbero risolte, che tutto sarebbe stato meraviglioso e che saremmo stati grandi amici, ma mi sbagliavo! Stanno tutto il tempo a parlare di cose che non capisco, mi hanno tagliato fuori!» Shinra si sdraiò sul divano e affondò la faccia nel cuscino. La verità era che stava male. Non voleva quello, non voleva essere messo da parte e non riusciva a capacitarsi che stava avvenendo. Shizuo sembrava stregato, Izaya era una vera e propria maledizione.
Sentì le mani di Celty accarezzargli una spalla per un attimo, prima di udire il ticchettio frenetico delle sue unghie battere sul display del cellulare. Shinra si girò e lesse il messaggio «Ti preoccupi troppo. Sono sicura che Shizuo non ti sta affatto tagliando fuori e che tu stia solo ingigantendo la situazione. È normale abbia altri amici oltre a te. Andrà tutto bene, tranquillo».
«Chi lo sa, Celty. E se facessi quello che fanno loro? - guardare tutti quegli stupidi film e ascoltare quella musicaccia... Forse in questo modo riprenderanno a parlarmi, che ne pensi?»
Celty la trovava una grande stupidaggine, un'idea assolutamente pessime. Non era cambiano, non era cercando di essere ciò che non era che avrebbe ottenuto un'attenzione sincera da parte dei due ragazzi. Probabilmente avrebbe solo dovuto aspettare, probabilmente Shizuo era accecato dall'avere un nuovo amico, ma questo non significasse che si scordasse dei vecchi. Shinra doveva essere paziente, doveva aspettare che l'effetto novità svanisse. Celty lo pensava sinceramente, ma non disse nulla, alzò le spalle e gli porse la mano.
«E' bello parlare con te.» Disse Shinra, prima di prendere la mano e stringerla dolcemente con la sua.

*

Era stato come scoprire un nuovo continente, da novello Colombo Shizuo era rimasto spiazzato da ciò che aveva trovato in Izaya, il ragazzo che fino a qualche settimana prima detestava e voleva veder gonfio di botte - e magari, sapersi anche responsabile di una cosa del genere -. Izaya Orihara era stato una vera e propria rivelazione e a Shizuo iniziava a piacere. Insomma, quando mai gli era capitato di conoscere una persona con i suoi stessi interessi e con le sue stesse opinioni? Era una cosa rara e meravigliosa, probabilmente non sarebbe riaccaduto mai. Inoltre, non era bastardo come sembrava. Non che non lo fosse, un po' lo era - un po' tanto - ma quando iniziavi a conoscerlo capivi che non era solo quello, non era solo cattiveria e dispetti ma che era un ragazzo come tutti. Shizuo adorava portare Izaya a comportarsi sinceramente, a far uscire il suo lato umano, e stava diventando sempre più abile nel farlo.
Un giorno, dopo la scuola, lo aveva invitato a casa sua per ascoltare un nuovo cd che aveva acquistato. Era la prima volta che lo invitava da quando erano diventati amici - se si escludono i pomeriggi passati a studiare con Shinra per quelle ricerche - ed era un po' teso. Temeva che a un certo punto del pomeriggio avrebbero iniziato ad annoiarsi e che non avrebbero avuto nulla da fare, ma fortunatamente si sbagliava.
Già durante il tragitto verso casa Shizuo aveva trovato mille spunti per mille conversazioni diverse e aveva scoperto con piacere di riuscire a parlare con Izaya non solo di cose inerenti alle loro passioni, ma anche di argomenti più svariati. Izaya aveva iniziato a raccontargli cose che non aveva detto ancora a nessuno - non perché fossero segreti indicibili, ma per il fatto che Izaya non era il tipo di persona in grado di dare confidenza fin dal primo momento - gli aveva raccontato della scuola in cui era, dei motivi per cui era andato in una nuova scuola e gli confidò le stupide paure che aveva provato la notte precedente al “primo giorno” di scuola. Avevano riso assieme e Shizuo aveva apprezzato quella sincerità. Nei suoi occhi aveva scorto una luce estremamente sincera, estremamente pura, come se la evidente maschera che indossava fosse completamente sparita. Quegli attimi di sincerità, inizialmente, non duravano più di una manciata di minuti. Poi Izaya tornava il bastardello di sempre. Shizuo, in ogni caso, era riuscito ad apprezzare anche questo lato di lui, trovandolo più che mai divertente.
A casa, ovviamente, era stato tutto meraviglioso. Avevano ascoltato il cd, lo avevano apprezzato, lo avevano commentato e poi avevano iniziato a chiacchierare sui componenti della band e sui concerti che avrebbero voluto vedere. Shizuo era tremendamente felice e rilassato ed era certo che Izaya provasse lo stesso. Erano amici, gli sembrava ancora strana una cosa del genere, ma era così. Erano amici, amici per davvero, ed era avvenuto tutto in maniera estremamente veloce! C'erano tante cose che voleva sapere di Izaya, eppure non osava chiederle. Sapeva che Izaya, appena si sarebbe sentito sicuro, gliele avrebbe confidate spontaneamente. C'era fiducia trai due, anche se probabilmente ancora non se ne erano accorti.
Oh, cavolo, Shizuo era completamente perso. Izaya, Izaya, Izaya... trovava lui stesso ridicolo il fatto che non riuscisse più a pensare ad altro. Poi, gli balenò improvvisamente l'immagine di Shinra nella mente. Per quanto riguardava l'amico diventava giorno per giorno più strano, non sembrava affatto felice che Izaya fosse entrato nella loro vita, il che era strano dato che lo stesso Shinra aveva insistito tanto perché ciò avvenisse. I secchioni erano così contorti? Chi lo sapeva. Lui, no di certo. Non era mai stato secchione, né tanto meno portato nello studio, ed era piacevole sapere che per Izaya era lo stesso.
Izaya, Izaya, Izaya... Doveva piantarla di pensarci o l'avrebbero scambiato per omosessuale. Si accese una sigaretta e aspettò l'autobus.

C'era un'aria davvero fredda in quel periodo, pensò rabbrividendo prima di entrare nella scuola. Percorse a passo svelto l'atrio e si diresse verso il corridoio che lo portava alle scale. Le salì velocemente e poi imboccò l'ennesimo corridoio che lo avrebbe portato alla sua classe. Non si preoccupò di bussare, dal rumore che veniva da dietro la porta si capiva che il professore non era ancora arrivato. Quando l'aprì ed entrò nell'aula, Shizuo realizzò che dentro si stava scatenando l'inferno. Un paio di banchi erano rovesciati, gli altri erano stati spinti contro i muri e metà classe vi era seduta sopra. Al centro dell'aula, rimasto sgombro, c'erano Natsumi e Yoichi, la giovane coppietta della classe, accerchiati dai loro amici.
Natsumi era in lacrime e urlava cose senza senso, Yoichi aveva il volto abbassato e fissava a terra. Decise di ignorarli e di raggiungere il suo banco e quello di Shinra, dove Izaya era mezzo sdraiato.
«Ohi.» Disse il moro facendo un cenno con la mano, vedendolo avvicinarsi. Shinra lo fissò solamente, senza dire nulla.
«Che sta succedendo?» Chiese Shizuo poi, ma nessuno gli rispose: Natsumi aveva tirato uno schiaffo al ragazzo e tutti in classe avevano iniziato a sussurrare e ad emettere suoni di stupore.
«Cosa pensavi, eh? Pensavi che non l'avrei mai scoperto?» Urlò Natsumi «Tu e quella puttana, dovete morire!» aveva la voce rotta dalle lacrime, gli occhi gonfi, arrossati e i capelli scombinati. Non era la bella ragazza di sempre, sembrava una donna distrutta. Shizuo ne rimase impressionato, Shinra invece sembrava dispiaciuto, per quanto riguardava Izaya... Beh, Izaya lo trovava divertente.
Il biondo spostò un po' le gambe di Izaya e si sedette anche lui sul banco, prima di richiedere «Cosa sta succedendo?!» pensava di aver capito, più o meno, ma cercava conferme. Shinra si aggiustò gli occhiali e lanciò un'occhiataccia a Izaya, prima di rispondere «Qualche figlio di puttana ha fatto la spia. Hanno detto a Natsumi che Yoichi lo tradiva, e a quanto pare le voci erano vere. Natsumi grazie a questo paladino della giustizia ha coltro Yoichi in fragrante e ora vuole fargliela pagare. Mi chiedo perché diavolo si facciano queste cose. Se la gente si facesse gli affari suoi sarebbe molto meglio. Poverini... »
«Che figlio di puttana.» Shizuo scosse la testa «Guardate Yoichi, sembra proprio distrutto.»
Izaya non disse nulla, non gli importava né della situazione né dei sospetti di Shinra. Non aveva prove, le sue accuse erano campate per aria e lo stesso Shinra lo sapeva bene. Ne avevano discusso poco prima del suono della campana. «Pensi di essere furbo?» aveva detto Shinra «Pensi che non si sia capito che a parlare a Natsumi sei stato tu?». Izaya aveva semplicemente sorriso divertito, prima di dire «Non capisco perché pensi certe cose. Perché dovrei essere stato io? Nemmeno li conosco.»
Shinra non aveva saputo ribattere. Era vero. Perché doveva essere stato lui, a che scopo? Non conosceva davvero quei ragazzi e da quella situazione non guadagnava nulla. Shinra non capiva, era l'unico punto oscuro nella sua teoria, l'unico punto che lo portava a tacere della questione con Shizuo. I suoi erano solo sospetti campati per aria, non aveva visto Izaya né tanto meno capiva perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere. Non lo sapeva, aveva solo la sensazione che dietro quella storia ci fosse il ragazzo, ma davvero, non riusciva a spiegarsi il perché.

Natsumi era infuriata, Yoichi era impassibile e addolorato, sembrava quasi un cane che aveva fatto arrabbiare il padrone. Se avesse avuto una coda l'avrebbe sicuramente tenuta tra le gambe.
«Chi te lo ha detto? Chi ti ha detto di Haru?» Chiese Yoichi, prendendola per il polso «Chi? Di chi non devo fidarmi? Dimmelo.»
Natsumi gli sputò addosso «Non ti aiuterei nemmeno se fossi l'ultimo ragazzo sulla terra, stronzo.» e lo spettacolino finì con la voce acuta della professoressa di Giapponese «Cosa diavolo sta succedendo qui?!»

*

«Ho noleggiato l'ultimo film di Miyazaki» aveva detto Shizuo non appena furono usciti da scuola «Volete venire da me a vederlo?».

Shinra, come se fosse stato fulminato, rispose immediatamente di sì. Oh, era la sua occasione, la sua occasione per risultare interessante agli occhi di Shizuo. Conosceva bene Miyazaki, se n'era informato recentemente e aveva avuto modo di vedere tutti i suoi maggiori successi, in modo da non trovarsi impreparato in occasioni come quelle. Miyazaki era uno dei “registi” del mondo dell'animazione giapponese più conosciuti e stimati al mondo e non poteva mancare nel suo “programma di studio”. Era un po' triste, è vero, interessarsi una cosa solo per mera rivalità, ma ne valeva la pena. Odiava non sapeva di cosa si parlava, odiava passare per ignorante, odiava vedere Shizuo felice di avere come amico Izaya. Era una cosa che non riusciva ad accettare. Era la sua occasione, non l'avrebbe sprecata.
Izaya invece sembrava averci pensato un po' su «Sono indietro con matematica.» aveva detto «Devo restare a scuola oggi pomeriggio.»
Shizuo sbatté piano gli occhi, perché non gliene aveva parlato? «Non lo sapevo-» «Quella di matematica me lo ha detto oggi.» «Quando?» «All'intervallo.»
Restarono in silenzio per una manciata di minuti, il tempo di camminare fino alla fermata dell'autobus. «E se facessimo 'sta sera?» Chiese Shizuo di punto in bianco.
«'Sta sera va bene» Izaya spinse le mani nelle tasche del giubbotto. «Anche per me,» aveva detto Shinra con poco entusiasmo.

I popcorn erano caldi e le bibite fresche: era meglio che stare al cinema. Se ne stavano tutti e tre seduti sul divano davanti al televisore, ma nessuno stava guardando davvero il film. Shizuo non faceva altro che voltarsi verso Izaya per scrutare le sue espressioni. Continuava a controllare se questo si divertisse nelle parti che lui trovava divertenti o si struggesse in quelle che Shizuo trovava drammatiche, perdendosi praticamente gran parte del film. Per quanto riguardava Izaya fissava lo schermo senza guardare davvero, la sua mente viaggiava e pensava a tut'altro. Shinra- beh, Shinra stava osservando il film tecnicamente ignorando completamente la storia.
«L'avete vista?» Disse all'improvviso «Avete visto l'inquadratura sul cielo stellato? Il cielo è infinito e ignoto, ma accompagnato a questa musica non crea sgomento ma romanticismo! Questa è bravura!»
Shizuo fissò Shinra in modo strano, come se fosse un folle, Izaya sembrava non averlo nemmeno sentito.

*

Quel giorno a scuola c'era una forte agitazione. Nessuno sapeva cosa fosse davvero successo, quello che era chiaro era che la professoressa Naori della 1-A era in bagno a piangere da almeno venti minuti e che tutti i professori erano lì a cercare di capirci qualcosa. Tutte le classi erano in festa totale: niente lezioni finché quella non la smetteva di frignare!
Yoichi e altri ragazzi avevano tirato fuori le PlayStation Portatili e avevano iniziato una gara, le ragazze di dedicavano al make up, Izaya stava sonnecchiando e Shinra era notevolmente agitato. «Chissà cos'è successo...» aveva detto scuotendo piano la testa. «E' strano che i professori piangano, deve essere qualcosa di grave.»
«Cosa ti importa? Non è nemmeno una nostra professoressa. È un atteggiamento da bambini, non trovi?» aveva detto Shizuo catturando con l'indice una ciocca di capelli di Izaya e giocandoci un po'.
«Come puoi dire questo? Quella donna è in bagno che piange! Deve essere successo qualcosa di terribile- vorrei essere lì per capire anche io.»
«Vacci, se vuoi. Sono sicuro che non saresti più fuori luogo di quella gente. Non la conosceranno nemmeno loro. Izaya, stai dormendo?» Shizuo ridacchiò e tirò piano la ciocca.
«Mmmh...» rispose Izaya stringendo le braccia attorno la testa. «Ma guarda questo-» Shizuo sembrava decisamente divertito «Dorme sul tuo banco e non ti dice nemmeno grazie, che gran maleducato. Dovremmo punirlo, non trovi?» Guardò Shinra con aria di intesa, che sembrò non capire.

«Immagino di sì» rispose dunque, osservando curioso Izaya. Il biondo portò le mani al ventre del ragazzo ed iniziò a solleticarlo, Izaya quasi saltò sulla sedia, iniziando a ridere «piantala, piantala!»
«Altrimenti, cosa fai?» Shizuo rise, continuando a solleticarlo. Izaya continuò a ridere finché non rimase senza aria e Shizuo non decise di smetterla - ridevano entrambi, erano arrossati e Izaya era in uno di quei momenti in cui era davvero molto umano. Shizuo sentì una morsa allo stomaco e immaginò il calore del suo corpo tra le sue braccia, il suo odore buono addosso e la sua voce nelle orecchie. Rabbrividì e fu colto da un altro tipo di rossore, che nessuno interpretò. Cazzo, pensò solamente.

*

«Naori-» disse un professore bussando alla porta. «Naori, esci, spiegaci: siamo preoccupati!» Ma la donna non rispose, continuò soltanto a singhiozzare e a stringere contro di se un foglio bianco tutto stropicciato. Non ne voleva sapere di uscire, non voleva vedere nessuno. Voleva affogare nel suo dolore - la sua vita non aveva più senso. Era incinta ed ora non era più certo che dirlo al marito fosse una buona idea, non dopo quella lettera al meno. Non riusciva ancora a capacitarsene: appena i suoi occhi avevano letto quelle righe aveva pensato fosse uno scherzo, ma non aveva resistito al controllare e- era tutto vero. Quella lettera diceva la verità. L'inchiostro era un po' sbavato per via delle lacrime, ma era ancora perfettamente leggibile.

Immagino che lei appena entrata nel suo ufficio abbia trovato questa busta e si sia incuriosita, voglio farle subito sapere che ciò che c'è scritto in questa pagina,

purtroppo, non le piacerà.
Se davvero è stato così, dovrebbero essere circa le sette e trenta. Il che è davvero buono, perché potrà essere in grado di constatare la veridicità di queste parole

con i suoi stessi occhi.
L'uomo da cui aspetta un figlio la tradisce con un collega, un collega maschio. Quando sono venuto a conoscenza di questa storia erano nel giardino sul retro in

atteggiamenti intimi e poco idonei ad un ambiente scolastico. Ho constatato che hanno questo tipo di comportamento ogni mattina, prima delle lezioni.
E' mio solo interesse metterla al corrente di questa storia. Se è scettica, come immagino che lei sia, si diriga nel posto sopracitato e osservi.
Desolato di portare brutte notizie, O.I.

*

Shinra stava seduto, in silenzio. Non aveva mangiato nulla quella sera e non aveva quasi aperto bocca, se non per dare la buona notte a Celty. Nella sua mente balenavano pensieri poco felici, più meschini di quelli che aveva pensato pochi giorni prima, ma al contempo più sensati. Stava provando in ogni modo a trovare anche solo una cosa che lo facesse vacillare da questa sua nuova convinzione, ma non la trovò. Più ci pensava, più era convinto dei suoi pensieri.
Celty gli si sedette affianco e scrisse sul cellulare: Non ti senti bene?
«Izaya.» Disse semplicemente, sospirando. «Quel ragazzo mi insospettisce, Celty.»
Cosa succede?

Shinra si schiarì la gola e iniziò a parlare «Izaya sparisce e succedono cose. Probabilmente sono solo miei complessi mentali, probabilmente è solo il fatto che sono geloso marcio del fatto che mi sta rubando il mio migliore amico, voglio sperare sia così, ma non posso fare a meno di credere nelle mie parole. È strano Celty, troppo. Izaya sparisce, anche solo per un'ora, e il giorno dopo qualcuno in classe litiga. Izaya sparisce per un pomeriggio e il corpo insegnati va in crisi. Ho paura che ci sia lui dietro tutto questo, e non so perché. È una sensazione legata a questi casi, forse, o come o già detto all'invidia, ma non posso non crederci.»
Celty scrisse velocemente: Non pensare così, potrebbero essere coincidenze. PS: Shizuo non ti scaricherà per Izaya :)
«Chi lo sa, Celty? È un ragazzo particolare, ma ho paura di scoprire quanto.» Chiuse gli occhi e si portò un braccio sulla fronte, prima di tirare un profondo sospiro.

*

Quel pomeriggio Kasuka era rimasto a casa, decidendo di non andare a teatro. Non capitava spesso che ciò avvenisse: il ragazzo teneva molto alla recitazione e non era capitato quasi mai saltasse una lezione, eppure quel pomeriggio non si era mosso dalla sua stanza, restando sdraiato a letto con le cuffie e il walkman sul ventre. Non sembrava afflitto da qualcosa, né tanto meno malato, sembrava semplicemente annoiato. Fissava il soffitto bianco e picchiettava le dita contro il bordino in legno del letto, aspettando la canzone successiva.
C'era una dolce quiete che il ragazzo apprezzava - era strana quell'atmosfera, era tranquilla, delicata e rilassante, e sapeva che non sarebbe durata a lungo.
Come volevasi dimostrare pensò quando la porta della stanza si aprì. Shizuo era entrato e aveva gettato lo zaino a terra, prima di buttarsi sul letto e affondare la testa nel cuscino. Kasuka lo trovò immediatamente sospetto. Non era da Shizuo essere silenzioso, anzi, la maggior parte delle volte era piuttosto rumoroso. Ogni volta che entrava in casa salutava sonoramente e attaccava a parlare del più e del meno. Anche se la maggior parte delle volte Kasuka giudicava questo fastidioso, la verità era che un po' gli faceva piacere, ed ora, vederlo silenzioso come se gli avessero tagliato la lingua lo insospettiva.
«Shizuo?» disse semplicemente, premendo il tasto sul walkman per mettere in pausa la canzone. Il biondo non rispose, affondò solo la testa più profondamente nel cuscino e iniziò a borbottare. Il suono che ne usciva fuori era simile a quello pentola colma di fagioli sul fuoco, un borbottio indistinto continuo e petulante. «Shizuo?» ripeté.
Questa volta Shizuo dette un segno, seppur non proprio loquace. Mugolò un “mmh?” e voltò la testa nel cuscino a sufficienza da poter guardare il fratello negli occhi. Kasuka lo fissò il silenzio per qualche istante, come se fosse indeciso su cosa dire o se dire davvero qualcosa o stare zitto, poi sbattendo lentamente gli occhi chiese «Tutto ok?»
«Sì, più o meno.» Shizuo si scompigliò piano i capelli e poi fece ricadere il braccio, come morto, fuori dal letto.
«Non sembra.» Kasuka spense il walkman, certo che non l'avrebbe ripreso il mano per un bel po' di tempo. Con uno sguardo - ai limiti delle sue capacità - “dolce” gli ripropose la domanda «Tutto ok, onii-san?»
Shizuo sembrò pensarci un po' prima di parlare. Aveva aggrottato la fronte in un modo bizzarro, concentrato sulle parole da usare. E se fosse stato zitto? Sarebbe stato meglio? Probabilmente sì, ma aveva proprio bisogno di parlarne. Talvolta, semplicemente parlarne, possiamo darci un grande aiuto. Tenere tutto dentro e tacere è logorante più di quanto non lo sia la cruda verità o l'ammissione. «Un mio amico,» disse poi, con un tono di voce quasi tremolante, come se temesse le sue stesse parole. Che sciocchezza, erano solo parole, solo suoni. Non c'era niente da temere, Kasuka avrebbe capito, no? «ecco, è una cosa strana».
«Non capisco se parli così-» Kasuka scosse piano la testa «Ho bisogno di soggetti, verbi e possibilmente anche qualche complemento. Ne sei in grado?»
«Aspetta, dammi tempo-» ribatté il biondo accigliandoci «è una cosa importante, non posso uscirmene così, di punto in bianco.»
«Non ho bisogno di preparazione, qualsiasi cosa tu debba dirmi, Shizuo.» «Ma io sì.»
Tacettero e rimasero in silenzio per una manciata di minuti, come se avessero perduto completamente la voglia di parlare. Shizuo interruppe il silenzio solo quando la strana elettricità astiosa nell'aria fu completamente sparita. «Stavo dicendo, ho un amico che- è particolare» sospirò profondamente «o forse quello particolare sono io. Fatto sta che lo odiavo, lo odiavo come ho odiato poche cose nella mia vita, no? Beh- ora sta succedendo qualcosa-»
«Cosa?» lo interruppe Kasuka, Shizuo pensò di doversi arrabbiare perché lo aveva interrotto, ma ignorò «non lo odio più, improvvisamente. Mi sento più legato a lui, come con Shinra, ma il paragone non tiene perché è qualcosa di completamente diverso. Non che mi piaccia o cose così, credo - però ecco - il punto è questo. Io non ho mai pensato “voglio bene a Shinra ma non mi piace”, perché per me era inconcepibile una cosa del genere, non potrei nemmeno pormi il dubbio per un istante, mai. Però - perché con Izaya mi capita? Nego qualcosa che non dovrei negare perché non c'è, il fatto di negarla però mi da il sospetto che -» si interruppe, chiedendosi se Kasuka avesse afferrato il discorso «che magari ci sia, qualcosa. Anche se- oh, che sciocchezza. È solo un ragazzo, no?»
«Sei confuso, dovresti riorganizzare le idee prima di esporle.» disse semplicemente Kasuka. «Forse dovresti concederti un po' di tempo, no? In ogni caso- se sei finocchio dovresti ammetterlo senza farti troppi problemi. Chi se ne frega? Scelti della tua vita e sicuramente non influenzerà quella di nessuno - non mia, almeno.»
«Cosa cazzo dici - è ovvio che non sono un finocchio! Come puoi pensare queste cose?» Shizuo per un momento si arrabbiò, ma la rabbia era solo paura. Si sentiva colpito dalle parole del fratello e qualcosa nel suo cuore le trovava sensate, ma nella sua mente erano assurdità, sciocchezze. Aveva fatto male a parlarne con Kasuka. ...O aveva fatto bene?
«Ma non l'ho detto io, lo hai detto tu, prima. “Il fatto di negarla mi da il sospetto che magari qualcosa ci sia”. Se davvero c'è qualcosa, non preoccupartene, ma se non capisci se c'è preoccupatene, preoccupati di capire, mh? Insomma, magari è solo un amico speciale. Dipende da cosa senti con lui, da cosa vorresti da lui e da cosa ti aspetti da lui. Non sono bravo in questi discorsi, ma a teatro spesso ho studiato copioni di personaggi che non capivano se erano innamorati o no, e non parlavano molto diversamente da te. Devi solo capirlo, tutto qui.»
«La fai troppo semplice, come dovrei capirlo? E metti caso che capissi … quello, come dovrei reagire? È una cosa contro natura.»
«Non fasciarti la testa di prima di rompertela, Shizuo.» Kasuka riprese in mano il walkman. «Un passo alla volta.»

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