Titolo: Occhi ubriachi
Autore:
ladyaikaFandom RPS calcio
Personaggi/Pairing: Fernando Torres/Sergio Ramos
Rating: VM18
Warning: Malinconico, introspettivo, slash, fluff random.
Disclaimer: Questa fanfiction non è a scopo di lucro. Non si vuole offendere o essere lesivi nei confronti delle persone reali descritte. Niente di quanto narrato in questa fanfiction è realmente accaduto ma è frutto di fantasia, pertanto non si pretende di dare un ritratto veritiero di eventi o personalità.
Note: Prima Sernando, dedicata a
joey_potter_ffjoeypotter che in realtà vorrebbe una Gerlonso. E nulla, credo che sia totalmente OOC, pace e amore e arcobaleni. Raggiungetemi nel gruppo
#Soccerdomistheway e la vostra sanità mentale sarà solo un ricordo lontano.
Occhi ubriachi.
- Puzzi.
- Anche tu puzzi, coglione. Hai praticamente fatto la doccia nello spumante.
Sergio è abituato al linguaggio scurrile di Nando quando è mezzo ubriaco. E di bere ha bevuto, considerato tutto lo spumante che hanno avuto attorno durante la parata per le strade di Madrid. Sono entrambi un po' alticci, deve riconoscerlo.
Certo, non quanto Xabi, che hanno appena lasciato davanti casa in piena depressione da sbronza. Forse sarebbero dovuti rimanere con lui, ma l'amico li ha rassicurati - in una lingua che era un misto fra spagnolo, inglese e quelle due parole di polacco che ha imparato durante gli europei - che era apposto e che gli sarebbe passato tutto dopo una doccia fredda.
Adesso sono stravaccati sul sedile posteriore del taxi a parlare di nulla, mentre fuori dal finestrino le luci di Madrid sfrecciano davanti ai loro occhi.
Sergio sente le dita di Nando sulla sua coscia sinistra, decisamente troppo vicino all'inguine.
- Quanto sei ubriaco, Nando?
- Meno di te, Sergio. Molto meno di te.
Certo, come no.
Sente improvvisamente caldo e la temperatura aumenta esponenzialmente di almeno cinque gradi nel momento in cui sente Nando mormorare al suo orecchio:
- Stanotte dormi da me... anzi no, non dormiamo affatto.
Vorrebbe che gli fosse rimasta la razionalità necessaria per rispondergli che è talmente stanco che preferisce tornare a casa sua, ma la realtà è che - anche a costo di essere arrestato per atti osceni in luogo pubblico - vorrebbe scopare con Nando lì e adesso, e non gliene importa nulla che il tassista possa sentirli.
- Perché dovrei non-dormire da te, sentiamo? - decide di stare al gioco.
Ridacchia piano, con la testa di Nando poggiata sulla spalla e il suo sorriso da ubriaco ad intenerirlo.
- Perché hai bevuto troppo e non mi fido a lasciarti tornare a casa da solo.
- Xabi l'abbiamo abbandonato poco fa, da solo.
- Sì, ma lui è grande e grosso, se la caverà, vedrai!
E io sarei un bambino?
Non glielo chiede perché sa che alla risposta seguirebbe un bacio e no, non è una buona idea quella di baciarsi in un taxi pubblico, a meno di non voler vedere sbattuta la foto sulla copertina di qualche giornale scandalistico.
- Ma poi sarei io ad aver bevuto troppo?
Nessuna risposta.
Nando ha chiuso gli occhi e a Sergio pare di sentirlo russare leggermente. Tipico di lui addormentarsi proprio nel bel mezzo di una discussione. Sergio sospira, accarezzandogli piano i capelli e decidendo di non svegliarlo finché non arriveranno a casa, in fondo è questione di altri due o tre isolati.
Gli piace osservarlo mentre dorme ma purtroppo non può farlo così spesso come vorrebbe. Le loro notti sono sempre brevi e fugaci ed è capitato solo poche volte che si addormentassero insieme dopo aver fatto l'amore, di solito finivano per rivestirsi velocemente e salutarsi con un frettoloso bacio sulle labbra prima di tornare ognuno alla propria vera vita.
Quando il taxi frena sotto casa di Nando, Sergio lo scuote delicatamente per svegliarlo, paga la corsa e poi, trascinandoselo praticamente con un braccio attorno alla sua spalla. Gli fruga nelle tasche alla ricerca delle chiavi, mentre quello continua a blaterare cose senza senso.
- Uffa, ma stavo dormendo! Lo sai da quand'è che non mi faccio una dormita come si deve?
- Non avevi detto che stanotte non avremmo dormito? - ridacchia Sergio. - Dai, svegliati, siamo arrivati. E no, non ce la faccio a trascinarti per tre piani di scale, quindi muoviti o ti lascio a dormire qui nell'androne. E guarda che lo faccio sul serio!
No, non lo farebbe mai. Però è bello prenderlo in giro in questo modo e approfittare del suo stato di semi-incoscienza per fargli fare ciò che vuole.
E infatti, senza nemmeno farlo finire di parlare, Nando si rimette in piedi e lo precede sulle scale di almeno due o tre passi. Sergio ridacchia, fa spallucce e si decide a salire dietro di lui.
**
È un dato di fatto che il caffè di Sergio faccia schifo.
Tutti i suoi amici lo sanno, e provano in tutti i modi di impedirgli di prepararlo. Riesce a farlo persino peggio di quello solubile e il sapore è sempre quello di acqua sporca di qualcosa di un indefinito color marrone.
Nando sa benissimo che la tazza che Sergio gli sta porgendo è piena di pessimo caffè, che di certo non lo farà svegliare né stare meglio. Tuttavia la manda giù senza dire una parola, mentre l'altro lo guarda in attesa di un giudizio.
- Questa roba è una schifezza. Dovremmo farla bere sempre ai nostri avversari prima di scendere in campo! - decreta, storcendo la bocca.
- Bella riconoscenza, io te l'ho preparato per farti svegliare un po' visto che sei totalmente rincoglionito dallo spumante.
- Ah, quindi dovrei dirti grazie?
- Mh, come inizio andrebbe bene, sì.
Sergio si siede accanto a lui, gli toglie la tazza dalle mani e la poggia sul tavolino. Poi gli si avvicina e lo bacia sulla bocca, piano, senza alcuna fretta.
- Resto qui tutta la notte. - annuncia poi, con dolcezza.
- Tutta la notte? - ripete Nando, confuso.
Sa cosa vogliono dire quelle parole, sa quanto sia difficile e preziosa un'intera notte da passare insieme e sa di stare fissando Sergio con occhi ubriachi. No, non di tutto l'alcool che gli corre nel sangue, non solo di quello almeno.
E d'improvviso quel caffè schifoso diventa uno dei gesti più belli del mondo da parte dell'uomo di cui è innamorato. Dietro quella tazza ci sono mille significati nascosti: Sergio che conosce così bene casa sua da non aver bisogno di chiedergli dove stiano le cose. Sergio che si occupa di lui anche nel cuore della notte.
Sergio.
Che è lì, di fronte a lui, e col quale vuole fare l'amore fino a domani mattina, nonostante la stanchezza, nonostante i muscoli ancora doloranti dopo tutte le partite giocate, nonostante sia praticamente senza voce per quanto ha urlato.
- Ti... ti sta bene la barba, sai? Sembri meno scemo!
Pizzica un po' sulla guancia quando la sfrega contro la sua, ma non importa.
Va bene così, è tutto perfetto, quel pizzicore rende tutto reale, come a dare concretezza al fatto che lui e Sergio sono insieme e non si tratta di un sogno come quelli che fa durante notti troppo buie e lunghe da sopportare.
- Ammettilo, il caffè sta facendo effetto! - ride Sergio quando Nando lo fa alzare e lo spinge contro il muro per baciarlo con passione.
- Sei tu a farmi effetto! - si porta la sua mano sull'inguine, per permettergli di tastare il suo sesso duro.
- Mh, interessante. - Sergio si lecca un labbro prima di tornare a baciarlo e togliergli la maglietta che indossa.
Nando ci mette due secondi a liberare l'altro dei suoi indumenti e a farli cadere a terra, mentre raggiungono a tentoni la camera da letto, senza allontanarsi l'uno dalla bocca dell'altro.
Ricadono sul letto continuando a toccarsi e ad accarezzasi. Le dita di Sergio scivolano fra i suoi capelli, mentre lui gli sfiora il petto e traffica con i suoi boxer.
- Ti voglio.
Quasi urla quando Sergio inizia a penetrarlo senza preavviso, preso dal desiderio sempre più forte.
- Non... mi dispiace, non volevo farti male. - si scusa, accarezzandogli il viso.
- Non mi hai fatto male, davvero. Continua, Sergio!
Ripete il suo nome come un mantra, accompagnando i movimenti dell'altro con quelli del suo bacino. Il volto di Sergio è una maschera distorta di piacere e le sue smorfie sono oscenamente sensuali.
Per un attimo pensa che potrebbe morire adesso, al culmine dell'eccitazione, ma non gliene importa nulla. La lingua di Sergio brucia sulla sua pelle, descrive percorsi che lui può immaginare anche ad occhi chiusi, gli stimola i capezzoli e poi il collo, senza mai smettere.
Lo sente trattenere il fiato quando raggiunge l'orgasmo e poi sono le sue dita a stimolarlo fino a farlo venire.
Poi silenzio.
Solo i battiti accelerati dei loro cuori, le mani strette l'una all'altra, dita che si cercano fino a formare un legame indissolubile.
E occhi, occhi ubriachi d'alcool e d'amore. Sergio lo guarda negli occhi e Nando sente che le gambe gli tremano e pensa che per fortuna è disteso sul letto, altrimenti potrebbe cadere per terra.
- Sorridimi, ancora.
Nando sorride, lasciando poi che Sergio lo abbracci e lo stringa a sé, come farebbe con un bambino.
El niño, così lo chiamano tutti.
- Adesso dormi, Nando.
- Solo se non te ne vai come sempre all'alba.
- No, stanotte resto, te l'ho detto.
Rassicurato da quelle parole - che ha sentito fin troppo raramente nel corso della loro storia - Nando può finalmente addormentarsi, rannicchiato serenamente sul petto di Sergio che lo stringe a sé come se non volesse più lasciarlo andare.