Ci sono cose che non riesco ad ignorare.
Ieri a Palermo un dottorando della Facoltà di Filosofia si è ucciso perché fare il dottorando non gli serviva ad arrivare a fine mese. Si può morire per la cultura?
Si può morire perché ami ciò che studi e nonostante tu sappia quando sia un lavoro ingrato amare i tuoi studi li segui lo stesso?
Abbiamo ancora il diritto di studiare qualcosa perché ci piace?
Più di una volta, nell'ultimo mese, ho pensato che tornando indietro forse non rifarei lo stesso percorso, me ne troverei uno che mi garantisca qualcosa, magari farei i test a medicina, anche se svengo alla vista delle siringhe. E segnare tutte le risposte random, magari sono fortunata e qualcosa la azzecco. Se non fosse che il test è a pagamento, giuro che ci avrei provato. Giusto per. Magari mi finiva come Andrea che ci ha provato per gioco ed è arrivato terzo in graduatoria provinciale.
Ma io non sarei mai stata in grado di studiare qualcosa per cui non avevo passione, mi conosco. Una volta volevo fare giurisprudenza, poi ho conosciuto AutoreInCercaDiPersonaggi e ho capito che la mia vita non sarebbe stata bella in un posto dove devi studiare cose che non accendono la tua fantasia.
E sono qui.
Soddisfatta (quando più quando meno) di ciò che faccio, perché non potrei stare in un altro posto diverso da Lettere. Ma piena di paure per quello che verrà. E non è una cosa esattamente confortevole.
La via più semplice in questo caso sarebbe andarsene.
E io me ne andrei, se potessi. Se avessi quel coraggio di tagliare i ponti.
Però la cosa mi fa rabbia: perché non devo avere il diritto di fare ciò che mi piace nel posto in cui sono nata? Se tutti ce ne andassimo la Sicilia - o forse l'Italia intera - rimarrebbe vuota.
Perché ci costringono a smettere di credere nella nostra terra?
Perché deve esistere gente che si suicida dopo tre anni di dottorato gratuito?
Perché ci deve essere gente che semplicemente sfilando e sculettando davanti ad una presupposta giuria, guadagna in un anno quanto un dottorando guadagnerebbe in tre vite e mezzo?
Perché.
C'è chi commenta che se l'era scelta lui, la strada della filosofia. NO, NON DEVE FUNZIONARE COSI'. Perché va bene che rispetto a chi sceglie di fare altro, la filosofia possa essere meno utile, ma io penso sempre che sia questione di passione, di amore per ciò che fai.
Ma forse vivo nel paese di Utopia e dovrei tornare con i piedi a terra.