Titolo: la confusa evoluzione del NOI
Autrice: LadyNorthstar
Pairing: Hina/Yoko
Raiting: PG-13
Tipologia: one-shot
Betaggio: ehm... no... chiedo perdono...
Conteggio parole: 10.002... SI E' LUNGA!
Warning: parolacce, uso di erba, alcol, idioti a ruota libera...
Summary: come Yoko si accorse della sua "palesissima cotta per Hina" e di come questo fu proprio quando Hina si era finalmente trovato una donna.
- Maru, è una tragedia! -
Yoko era entrato nella stanza sbattendosi la porta alle spalle.
Maru, che aveva abusivamente occupato il letto di Ryo in assenza non giustificata del suddetto, era rimasto basito a fissarlo, stupito dall'incursione.
- Cosa? Chi è morto? -
- Non è morto nessuno, idiota! - Yokoyama si era seduto sul letto, prendendosi la testa tra le mani, con aria quasi melodrammatica. - Maru... mi sono innamorato... -
- Oh compliment...! - stava iniziando a esclamare Maruyama, gioiosamente, quindi si era bloccato, rendendosi conto di cosa significava quella frase. - Aspetta! Ma di... -
- Si... -
Si erano guardati negli occhi per qualche istante molto significativo. Quindi Kimitaka si era lasciato cadere sdraiato sul materasso, sospirando. Maru gli si era sdraiato accanto, la testa appoggiata sulle braccia conserte.
- Però... cioè, dopo tutto questo tempo? -
- Ma che diamone vuoi da me? - aveva immediatamente sbottato Yokoyama, sottintendendo un certo "credi che non ci abbia pensato?", quindi aveva aggiunto, per chiarezza: - Se te lo dico ora vuole dire che è solo ora no? -
- Ma... ma innamorato del tipo "oh che bello che ci sei" o innamorato del tipo "voglio vivere e invecchiare con te finchè morte non ci separi"?-
Maruyama si batteva l'indice sulle labbra, con aria pensosa.
- Se fosse il primo caso credi che sarei qui a cospargermi il capo di ceneri? -
L'irritazione di Yoko traspariva dalla sua secca risposta, e Maru aveva solo potuto sospirare un consapevole:
- ... hai anche ragione... -
Un attimo di silenzio era stato preludio ad una nuova cascata di sospiri.
- Eh... è una tragedia, una tragedia! -
- Bhe, sei stato un po' a scoppio ritardato ma lo sapevi che esisteva la possibilità no? - aveva quindi ripreso a riflettere Maruyama. - Dopotutto lo scopamico è difficile che resti tale a lungo...-
Yoko aveva annuito lentamente, con aria sempre corrucciata.
- Ma chi ci pensava più che potesse succedere... -
- Però, cioè... come ti sei accorto...? - Maruyama si era voltato per guardare negli occhi il compagno di gruppo. - Del cambiamento, dico... -
- A parte il fatto che mi sono involontariamente trovato a disegnare bersagli intorno alla faccia della vacca mentre ero in soprappensiero? -
Aveva ridacchiato nervosamente Kimitaka, con un sorriso non molto sincero che gli increspava le labbra.
- Bhe, si, a parte quello... -
- Io... - Yoko si era trovato a fissare il soffitto, pensoso, mentre riordinava le idee. - Per esempio, quando entra si gira verso di me e mi saluta... quando sorride mentre lo fa... mi vengono dei brividini qui... -
Si era toccato il retro del collo mentre lo diceva, e la sua espressione pareva essere sensibilmente mutata mentre riportava alla mente quella sensazione.
- E solo con lui? -
- Solo con lui... -
Maru aveva annuito, quindi aveva deciso che era suo dovere sdrammatizzare un pochino.
- Se ti sorrido io cosa ti viene? -
Yoko gli aveva rivolto un'occhiata di pure disapprovazione.
- Voglia di tirarti giù i denti con una mazza da baseball al momento... -
- Cattivo! -
- Non sono io cattivo, sei tu che non sei di nessuna utilità! - Kimitaka si era tirato su a sedere, con aria ancora più affranta di quando era entrato nella stanza. - Di qualcosa! Io che faccio ora? -
- E che cosa ne so io? Certo che... - anche Maru si era seduto, a gambe incrociate, grattandosi il retro della testa con fare pensoso - Hai scelto proprio un pessimo momento eh? E' stato single per anni e proprio ora che ha la tipa... -
Yoko era stato in silenzio tombale per qualche istante.
- Maru... -
- Che c'è? -
- Sappi che l'unico motivo per cui non ti sto picchiando è che so che ti piacerebbe. Ricordatelo. -
Si erano scambiati uno sguardo eloquentissimo. Maru l'aveva abbracciato, tenendolo ancorato al letto, prima che il ragazzo riuscisse ad alzarsi per andare a sfogare la propria amarezza da qualche altra parte.
- Su, Kimi-chan! Era solo una constatazione! -
Yoko aveva cercato di svincolarsi dalla presa di Maru per un po', quindi si era arreso, ricadendo pesantemente sul posto, con l'altro ragazzo sempre avvinghiato addosso.
- ... ma che ci troverà in quel ratto poi? -
Aveva quindi detto di punto in bianco, con tono malinconico e irritato.
- Si vede che sentiva la mancanza delle tette... -
Gli aveva fatto notare Maru, ma il compagno di gruppo aveva immediatamente confutato la validità di quell'ipotesi.
- Se l'è trovata male allora, Tacchon ha molte più tette di quella! -
- Questo è anche vero... -
- Almeno due taglie in più! -
- Almeno... -
Yoko finalmente aveva riso in modo leggermente più sincero. E Maru si era trovato a carezzargli i capelli, mentre rimuginava sulla situazione.
- Ma, Yuu... non è il caso che gliene parli? -
La reazione era stata fulminea.
- Sei matto? -
- Mica ti uccide! -
- Non ho nessuna intenzione di parlargliene...! - Yoko pareva molto contrario anche solo al parlare di questa eventualità. - E poi ora è sempre con la racchia, non ha più una cazzo di serata libera per noi, figurati per me... -
- Quanto sei negativo, prova a chiedere prima! -
L'aveva immediatamente rimproverato Maruyama, dandogli un buffetto sulla testa, e proprio in quel momento la porta si era aperta.
Yassan era rimasto a fissarli per un paio di istanti, quindi aveva accennato un non troppo sicuro.
- Uh... ehm, me ne vado...? -
- No, no, resta qui! - Maru si era sporto ad afferrargli un polso. - Siamo nel mezzo di una crisi di stato! -
- Maru no! -
Yoko gli aveva rivolto il suo più efficace sguardo contrariato.
- Perchè no? -
- Sono venuto a parlarne a te, non a tutta Osaka! -
- Ma è Yasu! -
- Ma se lo sa lui allora lo sa Subaru, se lo sa Subaru è facile che se lo faccia scappare davanti a Ohkura, se lo sa Ohkura lo sa Ryo, se lo sa Ryo-chan lo sa tutto il fottuto jimusho! -
I due avevano discusso concitati ignorando totalmente la presenza del compagno di gruppo nella stanza, che ne aveva approfittato per farsi un'idea generale di quale poteva essere la situazione.
- Wow, se Yokocho è così preoccupato che si venga a sapere, vuole dire che è qualcosa che lede la sua immagine di idiota, quindi qualcosa di serio! -
- Si, lo è, Yoko è...! -
Maru era stato bloccato da Kimitaka, che gli aveva tappato la bocca con una mano.
- Chiudi il becco! -
- E' cosa? -
Yasu si era seduto tra i due, separandoli e impedendo a Yoko di continuare a tenere la mano sulle labbra di Maru.
- No! No, dai! -
Kimitaka si stava lagnando, cercando di raggiungere Maru oltre a Yassan, per bloccarlo. Per sua sfortuna il ragazzo aveva immediatamente colto la palla al balzo.
- E' innamorato! -
Yasu aveva sbattuto le palpebre stupito. - Uh? Di ch... ah.. - L'illuminazione l'aveva raggiunto come un fulmine a ciel sereno. - Ooooh! -
Maru aveva annuito, quindi Yasu si era voltato verso Yoko, allargando le braccia con fare accogliente e materno. - Oh tesoro mi dispiace, vieni qui! -
Yoko era crollato a quel gesto, e si era abbandonato tra le braccia di Yasu, la testa sulla sua spalla.
- Che situazione del cazzo... -
- Lo so, lo so, tranquillo, va tutto bene...-
Yasu gli stava carezzando la testa con gesti lenti e tranquilli, e in un attimo Maru aveva immediatamente notato che le spalle di Yoko tremolavano leggermente.
- Perchè a me gridava contro e con te sembra un cucciolo abbandonato sotto la pioggia? -
Si era immediatamente lamentato il ragazzo, indicando l'amico che ormai singhiozzava tra le braccia di Yasu.
- Sai, non a tutti piace essere trattati male come metodo di conforto... -
Aveva spiegato calmo Yassan, continuando a coccolare Kimitaka.
- Ah... si, forse... -
Maru aveva constatato con una risatina nervosa.
- Lasciamo stare...- Yassan gli aveva carezzato il braccio conciliante - Vai a prendere qualcosa da bere, Maru-chan?-
Maru aveva sorriso, portando la mano alla fronte in saluto militare.
- Sissignore! Volo! -
Maru aveva fatto prima una ricognizione in cucina, ma trovando il frigo di casa Nishikido alquanto carente in fatto di bibite, aveva acchiappato una giacca a caso ed era sceso sulla via, alle macchinette che aveva adocchiato quando erano arrivati. In cinque minuti era nuovamente in casa, e non aveva ancora finito di chiudere la porta di casa dietro di sè, che si era trovato di fronte Subaru.
- Ohi! Che ci fai a spasso a quest'ora? -
Maru gli aveva sorriso cercando di dissimulare la possibile situazione imbarazzante.
- Sono uscito un attimo a prendere una cosa... -
Babu aveva annuito con aria distratta, quindi l'aveva tallonato per qualche metro, la mani affondate nelle tasche, prima di chiedere.
- Senti hai visto Yasu? -
Maru si era morso il labbro. L'universo cospirava contro di lui.
- E di la con Kimi-kun. -
Subaru si era fermato, a fissarlo con aria interrogativa.
- Yoko e il mio ragazzo? Aspetta, perchè è con Yoko? -
- Con Yoko e con me. -
- Che state combinando senza il mio permesso? -
- Babu non è che se stiamo nella stessa stanza per forza dobbiamo stare facendo qualcosa che presuppone il tuo permesso! -
Shibutani aveva sbattuto le palpebre una, due, tre volte. Quindi aveva abbassato lo sguardo su quello che Maru aveva in mano.
- ... Fanta Grape? -
- Ehm, si... perchè? -
Maru non capiva dove l'altro volesse andare a parare. Ma Subaru gliel'aveva reso chiaro immediatamente.
- Yasu preferisce quella normale, tu non la bevi, a Yoko la si rifila solo per tirarlo su di morale... che è successo a Yuu-chan? -
- Nulla! -
- Dai... lo so che c'è qualcosa... daaaai... -
- No! Mi uccidono se viene coinvolto ancora qualcuno! -
Maru cercava inutilmente di togliersi Subaru di dosso, ma non pareva in possesso di argomenti sufficienti a esaurire la curiosità.
- Se è così riservato allora vuole dire che... - Subaru aveva sorriso, puntando l'indice contro Maru. - Oooooh, se n'è accorto! -
- Accorto di che? -
Maru non poteva concepire la possibilità che il compagno di gruppo già sapesse. Ma evidentemente la realtà ce l'aveva con lui quella sera.
- Che s'è preso una cotta~! -
- Tu, come diamine lo hai... come fai a... -
- Whoa, e che fa, che fa? -
Subaru era saltellante e curioso come un ragazzino delle elementari.
- N-non sono cavoli tuoi, neppure Yassan doveva saperlo, sta sfuggendo l'informazione di mano! -
Aveva sbottato Maru, tentando di essere minimamente autoritario. Quindi la voce di Tacchon si era unita alle loro due.
- Quale informazione? -
Ohkura era spuntato al loro fianco, con addosso solo una maglietta del pigiama e un'aria molto assonnata.
- Ohcchecavolo! -
Maru stava per tentare la sua fallimentare opera di persuasione anche con lui, ma Ohkura aveva interrotto la cosa sul nascere.
- Perchè c'è Yoko che piange nella stanza di Ryo? -
Subaru aveva cinto le spalle di Ohkura con un braccio.
- Piange? -
- Si, l'ho sentito passando davanti alla porta... -
Maru si era subito adoperato per salvare il salvabile.
- No ragazzi vi prego, mi uccide, fate finta di non sapere nulla, ok? -
Ma Ohkura non pareva essere di quell'opinione, quindi aveva immediatamente iniziato a fare i capricci.
- Perchè? Io voglio sapere perchè Yoko-chan è triste! Na, Baru, perchè piange? Lo dite anche a me? -
Subaru gli aveva risposto con un lapidario.
- Perchè è stupido. -
E Maru aveva immediatamente dato il suo assenso.
- Ecco, questa è una buona risposta. -
- Perchè è stupido, Maru? -
Maruyama aveva incrociato le braccia al petto, sospirando.
- Si è dimenticato che i ragazzi sono per divertirsi e le ragazze per innamorarsi, non si mischiano i settori! -
- Bel modo di concepire l'essere bisessuale... -
Ryo era comparso davanti a loro, con una bottiglietta di ichigo miruku in mano.
Maru si era lasciato cadere in ginocchio sul pavimento.
- ... ma NESSUNO dorme in questa casa? -
Nishikido aveva accennato un sorrisetto.
- Pare di no... -
La disperazione di Maruyama era equiparabile a quella di Yoko quando qualche minuto prima era entrato nella stanza di Ryo.
- Oddio e ora come faccio? -
- Come fai cosa? -
Gli aveva chiesto Ryo, che si era perso il resto del discorso, ma Tacchon gli aveva dato una veloce delucidazione.
- Non ci vuole dire perchè Yoko piange! -
Nishikido ora pareva meno strafottente e più preoccupato.
- Yoko piange? -
- Io lo so perchè~! -
Aveva canticchiato Subaru.
- Dove piange? Come mai? Chi c'è con lui? -
Ryo era passato immediatamente all'apprensivo totale.
- C'è Yassan... -
L'aveva informato Subaru, mentre Maru supplicava.
- Ragazzi, vi scongiuro, mi uccide! -
Ma Nishikido l'aveva ignorato, prendendo per mano Ohkura.
- Andiamo a vedere, io non voglio che Yoko debba piangere da solo con Yasu! -
- Vero Ryo-tan? Ci dite che succede? Ce lo dite, na? -
- Io ve lo direi anche... -
- Subaru! -
- Oramai...! -
Maru e Subaru si erano fissati per qualche istante. Quindi il ragazzo si era finalmente arreso.
- Ok... va bene... -
- Cosa? -
Tacchon gli si era piazzato di fronte, con aria indagatoria.
- Si è reso conto di... -
Aveva iniziato faticosamente a spiegare Maru, cercando le giuste parole.
- Di...? -
L'aveva incitato Ryo, notando la lentezza con la quale l'altro stava arrivando al punto.
- Di... -
Quindi Subaru si era sentito in diritto di parlare al posto di Maru.
- Si è finalmente accorto della sua palesissima cotta per Hina. -
Ryo aveva sospirato con aria grave, passandosi una mano tra i capelli.
Ohkura si era stropicciato le mani, quindi aveva domandato con un po' di ansia nel tono.
- ... ma... ma proprio adesso? -
Nishikido aveva già la risposta pronta.
- Sarà proprio per questo, non credi? -
- Dici che la gelosia l'ha reso più recettivo verso i propri sentimenti? -
- Secondo me si... cioè, finchè non ti incazzi non ti rendi conto del tutto delle cose... -
I due ragazzi avevano annuito all'unisono. Maru aveva sospirato, grattandosi la testa.
- Uff... immagino che ora vogliate andare in ambasceria, vero? -
Ohkura aveva solo accennato un sorriso. Quindi aveva trascinato Ryo verso la camera di quest'ultimo.
- Ovvio... andiamo Ryo-tan! -
- Yoshi! -
Subaru aveva dato un'amichevole pacca sulle spalle al compagno di gruppo.
- Non sei un gran che a mantenere i segreti, na, Maru? -
- Mai stato... menomale che Hina è da tette piccole... -
Shibutani si era lasciato sfuggire una risatina.
- E' Yoko che l'ha soprannominata così? -
- No, io, Yoko la chiama la vacca, e altre cose meno carine... -
Mentre entrambi si dirigevano verso la stanza le risa di Subaru avevano echeggiato per tutto il salotto.
Nessuno di loro aveva dormito quella notte, avevano continuato a parlare.
Non si era risolto nulla, ma almeno il tutto era diventato reale... parlare delle cose era sempre l'unico modo per farle diventare reali.
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Yassan si era preso Yoko da parte alla fine delle riprese di Can!Jani, trascinandolo per un braccio dietro i pannelli della scenografia.
- Gli devi assolutamente parlare. -
Yoko aveva sbuffato, con l'aria di chi è stufo di sentirsi ripetere sempre la stessa cosa.
- Ma per dirgli cosa? -
- Indovina? -
Aveva fatto ironico Subaru. Lui e Ryo avevano notato il movimento in atto e si erano avvicinati ai due... dopotutto era un affare del gruppo, oramai.
- E cosa dovrei digli?- aveva sbottato Kimitaka, allargando le braccia in segno di resa. - "Scusa Hina, sai che ci eravamo ripromessi che si andava a letto solo per sfogare gli ormoni ma poi ognuno aveva la propria vita? Bhe, ho mandato tutto a puttane, tengo una tua foto nel portafoglio tra i profilattici e sbavo come una quindicenne in calore sui tuoi photoshoot sulle riviste! Amici come prima, eh!"? -
Subaru si era messo a ridere, punzecchiandogli un braccio.
- "Gioco a freccette con la foto della tua tipa" non lo includi? -
Ryo si stava sfregando nervosamente il braccio, mordicchiandosi un labbro, ed aveva deciso di intervenire, buttandola li.
- Devi almeno fagli presente la situazione... -
Ma Yokoyama non voleva sentire ragioni.
- No! Non ce n'è motivo! -
Yasu aveva sospirato, stressato dalla coccuitaggine del compagno di gruppo, e gli aveva posato una mano sulla spalla.
- Yoko, credimi, ce ne sono di motivi... -
- E quali sarebbero? -
- A parte il fatto che sono due settimane che ti incanti gongolante a guardarlo e quando te ne rendi conto metti su un'espressione colpevole stile bambino che è stato beccato dalla mamma a rubare le merendine... -
- Sul serio lo faccio? -
L'aveva interrotto Kimitaka, assolutamente ignaro di come poteva apparire lui dall'esterno, e Yasu aveva annuito stancamente.
- Si... e poi, Yoko... ci vede sempre confabulare, tu che lo guardi strano e sei freddo con lui perchè sei in imbarazzo, noi che lo fissiamo e poi ti diciamo cose, probabilmente pensa che siamo arrabbiati con lui perchè si è trovato la ragazza! Pensa che cosa orribile, essere convinto che i tuoi migliori amici non approvano quello che stai facendo! -
A queste parole Ryo era subito saltato su, fulminato da quella possibilità.
- Ma non è così! Noi... -
- Ma lui non lo sa! Kimi-chan, se davvero gli vuoi bene devi dirglielo. Fallo per lui. -
Yassan stava guardando negli occhi Yoko, le braccia conserte al petto. Il ragazzo aveva sostenuto il suo sguardo per una decina di secondi, quindi non aveva potuto fare altro che abbassare gli occhi.
- ... si, credo che messa in quest'ottica, la cosa sia fattibile... -
- Ok, allora vai a chiedergli...- Yasu gli stava dicendo, ma Subaru li aveva interrotti. - Guarda, sta arrivando! -
- No, ma ora? Cioè... - Yoko stava già impanicando, e Shibutani gli aveva solo fatto notare. - Che senso ha aspettare? -
Nel frattempo ci aveva pensato Nishikido a prendere una decisione definitiva per gli altri.
- Ehi, Hina, Yoko deve dirti una cosa! -
- Ryo chiudi il becc... -
Yokoyama gli aveva tirato uno schiaffo dietro la testa, ma non aveva potuto portare avanti ulteriori offensive perchè Shingo li aveva raggiunti.
- Cosa c'è? -
- Ehm... senti c'è...- Kimitaka aveva rivolto uno sguardo decisamente poco grato ai tre compagni, quindi era riuscito a terminare la sua frase. - C'è una cosa di cui volevo parlarti... -
- Va bene... ora? -
- No è... è complicata... senti, stasera hai un'oretta per me? -
- Si, non c'è problema, se è urgente chiamo Erika e le dico che vado domani da lei... -
- A ma se dovevi andare da... -
Hina gli aveva solo sorriso, mentre gli tirava una pacca su una spalla, bonariamente tranquillo come era sempre in quei giorni.
- Yoko, tranquillo, non è che fa storie se per una volta passo avanti i miei amici, nell'ultimo mese vi ho dato talmente tante volte buca per lei che è il minimo... -
Kimitaka aveva annuito, sistemandosi i capelli dietro l'orecchio.
- Oh... grazie, mi... grazie... -
- Figurati... la chiamo un attimo per dirglielo... -
Un brivido di attesa aveva attraversato tanto Kimitaka quanto gli altri tre, che stavano facendo da spettatori a pochi passi di distanza, mentre Shingo apriva il cellulare e faceva partire la chiamata.
- Ohi, ciao! Senti, ti va bene se non vengo stasera, sono necessario qui... no, non lavoro, è per gli altri... si... si, grazie... si, ti amo anche io, bye~! -
Aveva richiuso il cellulare e l'aveva infilato nella tasca dietro dei jeans, quindi aveva rivolto un segno di vittoria a Yoko.
- Ah-allora stasera. -
- Vengo io da te? -
- Ah, no, passo io da te, tranquillo... -
- Compro della birra? -
Yoko aveva ponderato mezzo secondo sulla risposta. Quindi tutti i lati positivi dell'alcool gli erano sfilati in bell'ordine nel cervello ed aveva annuito con molta convinzione.
- Si... si, ottima idea... a stasera allora! -
- A stasera! -
Non appena Hina si era recato fuori range per potere sentire i loro discorso, i tre spettatori si erano nuovamente avvicinati a Yoko.
Subaru l'aveva pungolato con una risatina.
- Visto che non era poi tanto difficile? -
Ma Yoko non pareva troppo felice. Stava borbottando tra sè e sè una sequela di lamentale.
Ryo gli si era piazzato di fronte, con aria lievemente preoccupata.
- Cosa c'è? -
- Avrei preferito che la vacca avesse fatto l'isterica impedendogli di venire, almeno avrei avuto una scusa per odiarla! Cazzo, è persino fottutamente comprensiva quel ratto! -
Maru gli era comparso alle spalle, cingendogliele con un braccio.
- Eeeeeeh, Hina se le sceglie bene... -
Yoko gli aveva rivolto uno sguardo gelido, quindi aveva scandito con cattiveria calcolata. - Maru vai a morire sotto un ponte divorato dai cani randagi. Grazie. - e se n'era andato, svincolandosi da tutti e quattro.
- Maru, hai un tempismo pessimo, lo sai?-
Aveva osservato Subaru, mentre Ryo si guardava intorno come a cercare di intuire dove fosse stato nascosto tutto quel tempo Maruyama e se per caso ci fosse anche Tacchon, nascosto stile ninja.
- ... che ho detto? -
Aveva piagnucolato Maru, e Yasu l'aveva tsukkomato senza pietà.
- Non puoi fare queste osservazioni quando è isterico! -
Maru si era massaggiato la testa, con aria pensosa, quindi aveva annuito, conscio di qual era stato il suo errore.
- ... quanto dovrò chiedergli scusa quando tornerà normale? -
- Figurati, tra cinque minuti se ne è dimenticato... -
Aveva detto Baru, stiracchiandosi, ma Maruyama non si era trovato d'accordo.
- No, non se le dimentica queste cose, è come con lo yogurt... mesi di rancore... -
- Lo ricordo... -
Ryo sorrideva appena, mentre con la mente ritornava alla scena.
- Scrivigli un bigliettino... con tanti cuoricini~! -
Gli aveva suggerito allora Yasu, dandogli una pacca sul sedere, e il ragazzo l'aveva immediatamente preso in parola.
- ... vado! -
Ed era scappato via. Subaru era restato stranito e divertito allo stesso tempo a fissarlo che si allontanava.
- Ma lo fa sul serio? -
- Pare di si... -
Yassan aveva sorriso, prendendo per mano il suo ragazzo. Qualcosa si era finalmente messo in moto.
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Yoko si era sentito molto tentato dalla possibilità di filarsela prima di bussare all'uscio di Hina, ma sapeva che questo non avrebbe risolto molto, quindi si era arreso agli eventi e le sue nocche avevano battuto un paio di volte sulla porta.
- Yokocho sei tu? -
La voce di Hina non era minimamente attutita dalla porta chiusa. Yoko aveva preso un bel respiro ed era entrato, rispondendo al ragazzo.
- Si... -
- Ohi, benvenuto...- Hina gli era comparso davanti, con addosso i pantaloni della tuta e una t-shirt che aveva visto ormai molti inverni. - Scusa il casino ma sono stato poco a casa negli ultimi giorni e non avevo testa di riordinare prima.. -
Kimitaka aveva sorriso appena, togliendosi la giacca e mollandola sul divano.
- Non chiedere scusa a me per il casino, tu l'hai vista casa mia no? -
- ... hai anche ragione. - Hina gli aveva dato una pacca su una spalla, quindi aveva indicato la cucina. - Birra? -
- Grazie... hai qualcosa da spilucchiare? -
- Bho, guarda sopra il... -
- Si, lo so, sopra i fornelli... -
Yoko aveva anticipato già la frase dell'amico, sapeva benissimo dove stava la roba a casa di Shingo, ci era stato un numero infinito di volte. Si era procacciato delle patatine aperte già da un bel po' da quanto erano mogie, quindi erano tornato dal compagno di gruppo, prendendo la birra che quello gli offriva.
- Kampai! -
- Kampai. -
Shingo si era appoggiato allo schienale del divanetto, sorseggiando piano la birra, prima di chiedere, finalmente.
- Allora? Di cos'era che dovevi parlarmi? -
Yoko aveva sbuffato con un sorriso malinconico.
- Ugh... puoi aspettare che io sia lievemente sbronzo e poi richiedermelo? -
- E' tanto grave? -
Hina aveva preso un altro sorso di birra, gli occhi fissi sull'altro ragazzo.
- Eh... forse... non so, per me lo è... è un casino. -
Yoko era inquieto, non voleva arrivare tanto preso al punto, voleva temporeggiare il più possibile.
- Ma casino in senso obiettivo o casino in prospettiva molto personale? -
- Casino casino...-
Lui e Hina si erano scambiati uno sguardo abbastanza lungo da fare capire ad entrambi come giravano le cose in quel momento. Quindi Kimitaka aveva aggirato il divano per sedersi, lasciandovisi cadere.
- Allora?-
Hina l'aveva incalzato dopo quasi un intero minuti di silenzio assoluto.
- Allora... allora non so se riesco a dirtelo, in verità... -
- Come mai? -
- E'... uff, perchè è sempre tutto un tale casino? -
Hina aveva sorriso appena, andando a sedersi vicino al compagno di gruppo, una mano sulla sua spalla.
- Ormai sei qui, fai che dirlo no? -
- ... ok... ok, posso farcela. -
Yoko aveva preso un profondo respiro, quindi si era voltato verso Shingo, lo sguardo un po' incerto nell'incontrare quello dell'altro.
- E' che io... recentemente io mi... mi sono reso conto di una cosa... è... non è che voglio imporre nulla o cose simili, è solo che, bhe... è una cosa della quale ho preso coscienza e quindi... -
Kimitaka gesticolava mentre le sue parole continuavano a girare intorno al problema senza avvicinarsi. Hina annuiva solo, tentando di seguire il filo del discorso.
- Io... io lo so che è idiota e lo so che avevamo detto che non sarebbe mai successo e di evitare, ma cazzo, non è che posso autopinotizzarmi per evitarlo, cioè, magari si ma... cavoli... ok...- Yoko aveva chiuso gli occhi, preso nuovamente un respiro profondo, quindi era finalmente riuscito a concludere il suo discorso. - Io mi... io sono innamorato di te...-
Hina aveva sbattuto ripetutamente le palpebre, e Kimitaka aveva sentito il silenzio abbarglisi addosso come un incudine caduta dal quinto piano, non poteva sopportarlo, doveva impedire che esistesse quel silenzio.
- Io non è che voglio che tu ti lasci con lei, e non è che... cioè, non era una cosa che sapevo già prima, è... me ne sono accorto dopo, forse per lei, ma non ho nulla contro di lei, non è per... non te lo sto dicendo per quello, sia chiaro! - aveva afferrato la birra ed aveva scolato tutto quello che restava, con un solo sorso. - Io non voglio imporre nulla, io volevo solo... anzi, non volevo manco, mi ci hanno costretto, però è così, non è che se non lo dici non c'è, c'è lo stesso, e lo so che ti da fastidio, e se vuoi puoi anche incazzarti, io lo capirei se ti incazzassi, cioè...-
- Yoko, Yoko, shhhhhh! -
Hina l'aveva abbracciato, cercando di calmarlo. Non sapeva che fare, se non quello.
- Ti prego Hina niente pietà, mi bastano gli altri che ogni volta che sono nella stessa stanza con te mi guardano come se mi fosse morta la madre, io odio venire compatito, cioè, non voglio non... non ho bisogno che tu mi compatisca perchè sono un idiota, ne voglio qualche sorta di elemosina, non che non mi piacerebbe però... però non voglio che sia solo perchè io...-
- Yoko! - Shingo aveva sbuffato, quindi gli aveva preso il viso tra le mani. - Yokocho non sto facendo ancora nulla, non mi hai neppure ancora dato il tempo di metabolizzare, fammi assorbire l'informazione, ok? -
Kimitaka era arrossito violentemente, annuendo appena. Cercava di studiare l'espressione del volto di Hina mentre quello se ne stava in silenzio a riflettere, ma non era in grado di interpretarla. Quando il ragazzo aveva finalmente preso parola non sapeva cosa aspettarsi.
- Yokocho... questo è quello che provi no?-
Yoko aveva annuito lentamente.
- E me l'hai voluto dire...-
- Mi hanno obbligato a dirtelo ad essere sinceri...-
- Mpf...- Hina aveva sorriso dolcemente, e Kimitaka si era sentito un po' più tranquillo. - Sono contento che tu abbia voluto essere sincero con me... -
Yokoyama ci aveva messo qualche istante ad assimilare il significato della frase.
- N-non ce l'hai con me? -
- Perchè dovrei? -
Hina gli sorrideva, e Yoko sentiva l'ansia scivolare lentamente via dal suo corpo. Si era abbandonato contro la spalla di Shingo, sfinito dallo stress e dall'alcool.
- Allora, Yokocho? -
- Sul serio non mi detesti? -
- Non ne avrei motivo... -
- Sono un tale idiota... -
- Lo sapevo in partenza... -
- Mi dispiace Hina... -
- Perchè dovresti? Non hai mica ucciso qualcuno... -
Le labbra di Yokoyama si erano increspate in un sorriso appena accennato.
- E io che speravo mi dessi una scusa per disinnamorarmi... -
- Spiacente di averti deluso... demente.-
Erano scoppiati entrambi a ridere. Yoko in realtà avrebbe voluto piangere, ma non gli sembrava il caso di peggiorare la sua immagine ulteriormente.
Si era alzato in piedi, aveva preso un'altra bottiglia di birra e l'aveva totalmente svuotata in cinque sorsi appena.
- Non ti pare di esagerare? -
- No, desidero dimenticare quello che ho detto e non essere responsabile per quello che dirò. -
- Che cretino che sei...-
Hina l'aveva preso per mano e l'aveva riportato al divano, obbligandolo a sdraiarsi. Yoko non era troppo in condizione di protestare, gli girava troppo la testa, anche se non era ancora ubriaco... solo disorientato.
Non sapeva come ma venti minuti dopo si era reso conto di stare usando da tempo indeterminato le gambe di Hina come cuscino, e dopo un'ora l'alcool e la stanchezza avevano preso il sopravvento, e si era addormentato. La mattina dopo si era svegliato raggomitolato sul divano, avvolto da un lenzuolo, e con dei mandarini e un bigliettino a pochi centimetri dal naso.
Si era stiracchiato, assonnato, bestemmiando contro sè stesso per non essersi portato dietro gli occhiali. Quindi aveva allungato una mano per afferrare il bigliettino, strizzando gli occhi per riuscire a leggerlo.
"Spero che i postumi non ti stiano uccidendo, e vedi di non fare casino, questo è l'unica cosa che ti è permesso mangiare. Chiudi la porta quando esci, e ci vediamo domani a lavoro! Ciao ciao Yokocho"
- ... ci ha pure disegnato un cuoricino... -
Yoko aveva infilato il bigliettino del portafoglio, quindi aveva preso quattro mandarini e si era trascinato fuori da casa del compagno di gruppo.
Era andata meglio di quanto temesse ma... ciò non significava che perdonava quei bastardi per averlo obbligato a confessarsi.
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Hina ci aveva rimuginato su per quasi una settimana.
Aveva deciso di non dire nulla a Erika, non aveva motivo di condividere con lei quella cosa, era qualcosa che la ragazza non avrebbe potuto capire, probabilmente avrebbe frainteso... e poi si sarebbe trovato nella situazione di dovere parlare anche del rapporto di scopamicizia che c'era tra loro sette nei periodi in cui non si era impegnati in storie serie. Non sarebbe stato per niente piacevole parlarne.
Però con qualcuno doveva parlarne, e gliene era stata data l'occasione quando Yoko era dovuto scappare subito dopo le riprese di Janiben. Non aveva dato l'occasione agli altri di dileguarsi a loro volta, perchè si era piantato di fronte alla porta del camerino bloccandoli.
- Vi devo parlare. -
- Hai parlato con Yoko? -
Aveva domandato innocentemente Ohkura, e lo sguardo di Hina aveva fornito la risposta, sottolineata da Yassan.
- Ha parlato con Yoko. -
- Voi lo sapevate tutti? -
Maru aveva annuito.
- E da quanto? -
- Un po' prima di te... -
Gli aveva risposto Ryo. Si erano tutti seduti sparsi per il piccolo camerino, salvo Hina che era restato in piedi.
Quindi Yasu aveva azzardato.
- Di che vuoi parlare esattamente, Hina? E' una cosa tra voi due no? -
- Io... ragazzi, ma se n'è seriamente accorto solo ora?-
Subaru aveva annuito, sospirando.
- Si... anche se era incredibilmente palese, si. -
- E tu grandissimo stronzo non potevi dirmelo? -
Hina gli aveva tirato una tsukkomata così forte che aveva risuonato.
- Ahi! E che cavolo, era lui che doveva dirtelo mica io! E poi mica cambiava nulla! -
Aveva piagnucolato Babu, ma Hina aveva sbottato un irritato.
- E chi te lo dice?-
Cinque paia di occhi si erano immediatamente puntati su di lui.
- Hina ma... - Ryo gli era andato accanto. - Vuoi dire che... -
- Voglio dire che magari sapendolo potrei avere fatto scelte diverse. -
Maru pareva molto corrucciato.
- Non ti saresti messo con lei se l'avessi saputo, Hina-chan? -
- No! Cioè, io... - Shingo si era grattato la testa, nervosamente. - Forse. Forse avrei potuto... -
- Hina ma... - Yasu gli aveva puntato l'indice contro il petto. - A te Yoko piace? -
- A me... -
Hina si sentiva assediato ora. Forse non era stata una grande idea parlarne, o forse quella era l'occasione per rendere la cosa chiara a sè stesso.
- Allora? -
- A me sarebbe potuto piacere. -
- Sarebbe piaciuto? -
Gli aveva fatto l'eco Ryo.
- Si... se io avessi saputo, riflettendoci forse... non è improbabile che avrei potuto col tempo iniziare a ricambiare Yoko. -
Maru l'aveva fissato negli occhi, e Hina aveva corretto il tiro.
- Sarebbe stato molto probabile. -
Ohkura e Ryo si erano voltati a fissare Subaru, l'unico che se n'era pienamente accorto ancora prima che Yoko iniziasse a pensarci, e il ragazzo aveva tirato un calcio ad una sedia.
- Non provateci, io non ho colpa, è lui che è un idiota! Non è capace neppure di capire cosa prova, perchè devo essere io il cattivo? -
- Babu, nessuno ti sta dicendo nulla... -
Aveva immediatamente messo le mani avanti Yasu, ma il suo ragazzo non era dell'idea.
- Loro si! Lo pensate tutti, vero? -
Hina aveva scosso la testa, in segno di diniego.
- No, Baru, tranquillo... sono io quello che doveva accorgersene, o lui, tirare dentro un terzo è solo un modo per scaricare il barile... - aveva sospirato, passandosi le mani tra i capelli. - Ormai il danno è fatto... -
Yasu si era alzato in piedi e l'aveva raggiunto, dandogli una pacca su una spalla.
- Hina, non ha senso che tu ci stia così male ora, stai bene con lei, no? -
- ... si. -
- Sei innamorato di lei? -
- Si... -
- Allora è così che doveva andare. - gli aveva preso la mano, stringendola con fare rassicurante. - Non perderci il sonno. -
Nessuno aveva avuto altro da aggiungere, era come se Yassan avesse pronunciato la messa funebre per l'argomento.
E difatti, da quel giorno, nessuno ne aveva più parlato... anche se ciò non voleva dire che la questione fosse morta.
---
Yoko trovava che dopo la sua confessione la situazione fosse peggiorata al posto di migliorare... ne era certo.
Hina era diventato crudelmente gentile e premuroso nei suoi confronti, come se si sentisse in colpa per il non poterlo ricambiare... era uno stillicidio. Lo stava tenendo incatenato a sè, gli stava impedendo nel modo più spietato e innocente di smettere di amarlo ed essere nuovamente libero.
A volte si sentiva così frustrato da volergli mettere le mani addosso, voleva picchiarlo, farsi odiare, voleva che iniziasse a trattarlo con freddezza e distacco, così finalmente sarebbero finite quelle dannate fitte al cuore ogni volta che Hina telefonava ad Erika, o scambiava mail con lei... ma non aveva il coraggio di farlo.
Quindi aveva continuato a rodersi il fegato, a farsi del male, a piangere da solo la sera, a tenere per ore Aiba al telefono sono per sfogare la propria irritazione, a sentire la nausea salirgli ogni volta che ripensava al fatto che Shingo in quel momento era con lei, e magari avrebbe potuto essere con lui.
La stava odiando, anche se lei non aveva colpa, la stava odiando così tanto da avvelenarsi l'anima, e non trovava un modo per liberarsi da quel peso.
- Yasu non so più cosa fare, fa troppo male, troppo troppo troppo... -
Aveva finalmente ceduto alla necessità di parlarne con qualcuno, non ce la faceva più.
- Yokocho...- Yassan gli aveva cinto le spalle con un braccio, con fare protettivo. - Tesoro devi imparare a conviverci, non puoi fare nulla per cambiare la situazione... -
- Non credo di esserne in grado, io... io credo che se ora lei mi comparisse davanti, non sarei in grado di rispondere delle mie azioni... -
- Non esagerare Yoko! -
- Non sto esagerando, è così! Io... non ce la faccio più... -
Yasu gli aveva rivolto un sorriso malinconico, quindi gli aveva poggiato un bacio leggero sulla fronte.
- Senti, prenditi qualche giorno... non abbiamo nulla di importante in questo periodo, abbiamo già girato i programmi per le prossime due settimane, l'unica cosa che hai è Recomen ma posso andare io al posto tuo, è già successo... -
Kimitaka aveva lentamente annuito.
- Devi staccare un po'... vai coi tuoi fratelli a Okinawa, o da qualche parte, divertiti, non pensare a nulla... può farti solo bene. -
- Si... si hai ragione... -
Yoko dondolava le gambe nel vuoto, mentre entrambi erano seduti sul tavolo della saletta riunioni adiacente al loro camerino.
- Se ho ragione prendi quel cellulare e chiama chi di dovere, Yokocho... se entro tre giorni non sei su qualche spiagga del sud coi piedi a mollo nell'acqua e la sabbia irrimediabilmente incrostata dentro al costume giuro che è la volta buona che ti picchio! -
Kimitaka aveva sorriso, e avvolto Yasu tra le sue braccia, l'aveva baciato.
Non erano passati più di due secondi che già Shota stava rispondendo al suo famelico bisogno di contatto fisico, intrecciando la propria lingua con la sua. Avevano continuato in apnea, finchè non aveva iniziato a sentire le tempie pulsare dolorosamente e l'aria mancare del tutto, quindi erano rimasti li, abbracciati, ansanti, in silenzio.
Yoko sapeva benissimo che Yasu aveva ricambiato quel bacio solo per bontà nei suoi confronti, lo sapeva ancora prima di avvicinarsi a lui che sarebbe successo, ma gli andava più che bene: ora la voleva la pietà dei suoi amici, ora aveva bisogno di un po' di conforto, e di contatto fisico.
Si, non restava altro che fuggire, se non voleva impazzire... forse la lontananza sarebbe servita a qualcosa per risolvere i suoi tormenti?
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Hina aveva scoperto che Yoko era partito da Maru, il ragazzo non si era neppure degnato di mandargli una mail, e non rispondeva alle sue chiamate. Non riusciva a capire il motivo di quell'improvvisa ostilità nei suoi confronti.
- Forse ho smesso di piacergli alla fine...-
Stava rimuginando tra sè e sè, quando si era imbattuto in Ohkura, di ritorno dalle riprese del suo drama.
- Ciao Hina-chan! -
- Oh, ciao... senti, hai notizie di Yoko? -
Tacchon aveva scosso la tesa.
- No... Yasu mi ha detto che è in vacanza con i suoi fratelli da qualche parte, lo sente lui, a me non ha mandato messaggi ne nulla... magari anche Maru sa qualcosa, chiedi a lui... -
Hina aveva annuito, pensoso.
- Chissà perchè non ha detto nulla a nessuno... -
- Magari aveva voglia di staccare un pochino... sai, non è che sia una situazione così felice per lui... -
Shingo aveva sospirato tragicamente, appoggiandosi al muro come se il peso del proprio corpo fosse eccessivo per essere sostenuto dalle proprie stesse forze.
- Ma come mai? Io sto facendo di tutto per non fargliela pesare! -
- Hina... - Ohkura aveva detto, dopo una breve pausa perplessa. - Hina, credo che quello che tu fai peggiori il tutto... -
- ... ma che dici? -
- Si, Hina-chan lui... cioè, se deve scordarsi di te e tu lo tratti con ancora più riguardi del solito, non credi che questo incasini il tutto? -
Shingo aveva sbattuto gli occhi incredulo. Quindi si era lasciato cadere a terra.
- Ma perchè è sempre un tale casino? Ma che ho fatto di male? -
Si era messo a piagnucolare, spompato di ogni energia.
- Mi... mi dispiace Hina-chan... -
- E quindi che devo fare? Dimmelo tu, Tacchon! -
- Io... - Ohkura si era grattato dubbioso la testa. - Io credo che tu debba solo ricominciare a comportarti come prima che Yoko si confessasse, come se fosse tutto normale... probabilmente migliorerebbe il tutto, o almeno, quando ne parlo con Maru lui dice sempre che secondo lui è cos'ì... -
- Bhe, chi sono io per dubitare di Maruyama? - aveva sospirato Hina, rialzandosi. - Bhe... prendiamo il consiglio per buono allora. -
- Mh... -
- Ohkura? -
- Si? -
- Grazie... -
Hina se n'era andato via con le mani affondate nelle tasche, e Tacchon era rimasto da solo a gongolare un attimo per i ringraziamenti... non gli capitava spesso di essere considerato oggettivamente utile a qualcosa, soprattutto in campo sentimentale.
Ma, soprattutto, sperava solo che i suoi consigli servissero seriamente a qualcosa: non gli piaceva vedere i suoi amici stare male, ed era suo dovere di Kanjano aiutare gli altri Kanjani in difficoltà... si, quando ci pensava, si sentiva un po' di più Green Renja del solito.
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Il viaggio pareva essere seriamente servito a qualcosa.
Quando Yoko era tornato ad Osaka, lo stare nella stessa stanza di Hina gli era immediatamente sembrato meno pesante... e Shingo non si profondeva più in gentilezze e premure, rendendolo finalmente era in grado di fare finta che non stesse succedendo nulla.
Si, se la situazione continuava così era convinto di potere sopravvivere.
Ovviamente non aveva smesso di odiare Erika, anche se le mire omicide era state accantonate, e non aveva smesso di essere infastidito quando Hina le telefonava... ma almeno non rischiava di soffocarsi con la sua stessa bile ogni volta che questo capitava.
Stava iniziando a rassegnarsi all'idea che le cose sarebbero rimaste così, che Hina si sarebbe sposato (come lui nella sua idiozia gli aveva tante volte scherzosamente suggerito di fare prima che il ragazzo si trovasse seriamente una donna), che tutto ormai era stato processato dalla sua mente come lo sviluppo necessario e inevitabile degli eventi.
Quindi, quando aveva aperto borbottando la porta una sera, innervosito dal continuo e molesto scampanellare che chiunque stesse dall'altra parte stava continuando ad infliggergli, e si era trovato Hina con gli occhi rossi di pianto e l'aria da zombie, bhe... diciamo che non era per nulla preparato.
- Hina... -
- Yokocho, hai della birra? -
- Andiamo a comprarla... -
Aveva preso Shingo per mano e se l'era portato fino al più vicino negozio di liquori.
Il ragazzo non aveva spiccicato una parola, e Yoko sapeva di dovere aspettare, perchè se era venuto da lui questo voleva dire che voleva parlare... Hina non faceva mai nulla per caso.
Non erano riusciti a tornare fino a casa di Kimitaka, erano ancora ad un centinaio di metri quando il suo compagno di gruppo si era seduto su un muretto basso che delimitava il recinto di un giardinetto, ed aveva stappato contro la pietra una bottiglietta di Asahi.
- Culo pesante? - aveva scherzato Yoko con una specie di risatina nervosa, e si era seduto accanto a lui, a gambe incrociate. - Che è successo, Hina-chan? -
- ... mi ha lasciato... -
Yoko non era sicuro di cosa dovesse provare in quel momento.
Si, una parte del suo cuore aveva gioito a quelle parole, ma subito se n'era sentito così colpevole da avere voglia di svanire... come poteva essere felice per qualcosa che stava facendo soffrire così tanto la persona per lui più importante al mondo?
Era rimasto in silenzio, sentendosi troppo un verme per avere diritto di parola.
- Ha detto... - dopo essersi scolato mezza bottiglia Hina aveva iniziato a parlare di nuovo da sè, senza bisogno che Yokoyama gli facesse alcuna domanda. - Ha detto che era troppo stressante, che non ce la faceva più a trovarsi i fotografi sotto casa, che eravamo troppo distanti, che i nostri lavori ci lasciavano troppo poco tempo per noi due, che lei vuole una relazione normale con un tipo normale e che... -
Hina era scoppiato in singhiozzi lievi, tenendosi la testa tra le mani. Yoko gli aveva passato un braccio intorno alle spalle, per sorreggerlo, per fargli sentire che lui era lì, perchè era tutto ciò che poteva concepire di fare in quel momento.
- Ha detto che io non ero mai seriamente con lei, che non riuscivo a porre dei veri obiettivi alla nostra relazione, che tanto non avrei mai lasciato il lavoro, e lei non voleva essere costretta a non potersi concedere il lusso di pensare di mettere su famiglia... -
Aveva appoggiato al testa contro la spalla di Yoko, continuando a singhiozzare, mentre il compagno sfregava la mano sulla sua spalla, come a rassicurarlo.
Ora Yoko aveva sostituito il senso di colpa per la sua gioia con odio genuino verso il ratto... ancora di più di quanto l'aveva odiata mentre stava ancora con Shingo.
- Hina, se è così stupida da pensare che cazzate del genere siano più importanti del solo stare insieme a te, allora è una cretina e non ti meritava. Era meglio perderla che trovarla quella! -
Aveva finalmente trovato il fegato di dire, tentando di risollevare un pochino il morale del ragazzo. Shingo aveva tirato su col naso, pulendosi con la manica della camicia, quindi aveva stiracchiato dolorosamente un sorriso,
- Tu credi? -
Yoko aveva annuito, quindi aveva abbracciato Hina, tenendolo più stretto che poteva, quasi in modo soffocante.
- Io ne sono sicuro... non vale la pena di soffrire per una stronza del genere. -
- Io l'amavo quella stronza... -
- Lo so... -
Hina aveva ricambiato l'abbraccio, lasciandosi andare. Aveva pianto per quasi un'ora, mentre Yoko gli carezzava la schiena, cercando di calmare i suoi singhiozzi, cercando di fargli sentire che lui era li per lui e che non sarebbe andato via. Quindi Shingo si era alzato in piedi, sciogliendo quel contatto, asciugandosi gli occhi.
- Hina... -
- Ora sto meglio... -
Kimitaka si era alzato a sua volta e gli aveva poggiato una mano sulla spalla, stringendogliela un po', sorridendogli.
- Devo ricambiare ancora un soggiorno sul tuo divano... vuoi restare da me? -
Hina non aveva la forza di rifiutare, ed aveva seguito Yoko fino all'appartamento di quest'ultimo.
Erano stati svegli quasi tutta la notte a guardare tv spazzatura, commentando ogni quattro secondi come se avessero paura della possibilità di restare in silenzio, finchè Shingo non ce l'aveva fatta più e si era addormentato, la testa appoggiata contro la spalla di Yoko, entrambi seduti sul pavimento del salottino.
Kimitaka non si era spostato, si era immolato come cuscino per il resto della notte, addormentandosi sfinito solo alle sei del mattino.
Quanto si era risvegliato oltre che il mal di schiena e il torcicollo, c'era un'altra cosa che lo attendeva: un post-it verde fosforescente attaccato allo schermo della TV.
"Grazie Yokocho, ti ho rubato degli onigiri dal frigo, spero non fossero troppo antichi. Ci vediamo a lavoro~"
- ... ancora con questi bigliettini, fanculo a lui... -
Aveva borbottato il ragazzo, mentre lo metteva nel portafoglio insieme al precedente.
La consapevolezza che ora Shingo non era più impegnato non l'aveva ancora raggiunto del tutto.
---
- Ma si sono sul serio lasciati? -
Maru era spuntato alle spalle di Yasu, con aria indagatoria e dei takoyaki caldi in mano.
Yassan aveva annuito, sbocconcellando anche lui il parco pranzo.
- Pare che lei l'abbia scaricato... e pare che Hina non l'abbia presa benissimo, ma ne ha parlato solo con Yoko... -
- Oooooh... quindi ora Yokocho ha via libera, na? -
La risposta era arrivata sotto forma di una tsukkomata micidiale da parte di Kimitaka, che li aveva silenziosamente affiancati.
- Fatti i cavoli tuoi, Maruyama. -
- Devi approfittarne ora che è emotivamente a pezzi! - aveva ridacchiato Shota, dando una pacca sulla spalla a Yoko. - All'attacco! -
- ... no, mi sento una merda a farlo... -
Era stata la risposta borbottata di Yoko, che non è che non ci aveva pensato, ma preferiva non forzare le cose... aveva paura di bruciarsi ogni vaga possibilità.
- Bhe, non è che devi aspettare che finisca il lutto, comunque, puoi anche iniziare ora a mostrarti... ah... disponibile come consolatore? -
Maru si era beccato un'altra tsukkomata come punizione per la sua osservazione inopportuna.
- Non sono mica una donna di compagnia! -
- Bhe, almeno bruci un po' le tappe e riesci ad andarci di nuovo a letto, poi puoi lavorare sulla parte sentimentale... -
Aveva riflettuto Shota, rubando uno dei takoyaki di Maru e scottandosi le dita nell'operazione.
- Ti sta bene, è il karma! -
- Zitto e vai, sta li. -
Yoko si era girato di scatto e si era trovato Hina a meno di mezzo metro da loro.
- Che fate? -
- Yasu si fa male tentando di rubare il mio cibo! -
Aveva immediatamente risposto Maru con tono piagnucoloso.
- Non fare Ohkura tu! - l'aveva rimproverato Yoko, rivolgendo quindi un sorriso un po' tirato e un po' ebete a Shingo. - Nulla, avevi bisogno di m...noi? -
- Ah, io... no nulla! -
Hina pareva lievemente imbarazzato, e se n'era andato con le mani affondate nelle tasche dei pantaloni.
- E ora che diamine ha? -
Aveva sospirato Kimitaka, mentre Yassan ridacchiava.
- Vedrai, vedrai... -
E Yoko aveva visto, un paio di orette dopo, quando gli era arrivata una mail di Hina.
"Ohi, Yokocho, che combini? Senti, posso chiederti una cosa?"
"Una cosa riguardo a cosa?"
"Tu sei mai stato scaricato? Perchè è la prima volta che mi capita e volevo consigli sul come smettere di prendere a pugni le superfici dure, iniziano a farmi male le nocche, e sai, i lividi non sono buoni per il lavoro..."
"Bho, un paio di volte si... ci ho bevuto su, ho bruciato le loro foto e roba rimasta a casa e mi sono fatto un bell'elenco di tutto quello che c'era di negativo in loro per autoipnotizzarmi e convincermi che era meglio perderle che averle. Se vuoi ti do una mano~"
"Ahahah, scommetto che hai un sacco di male da dire su Erika tu!"
"Più di quanto tu possa immaginare, Hina-chan~! Vuoi che vengo da te con una bottiglia di qualche genere di super alcolico?"
"Ma perchè noi due ci vediamo sempre e solo per sbronzarci?"
"Eeeeeh, siamo due persone timide, na~?"
"Forse si! Ahahah! Allora va bene... tra un'oretta ci sei?"
"Yoshi! Sono in partenza!"
"Yoshi! Ti aspetto!"
Yoko era rimasto gongolante a fissare i messaggi, scorrendoli in ordine più e più volte mentre si avviava verso casa di Hina, una bottiglia di Rum bianco e un paio di pacchi di patatine nello zaino. Aveva bussato alla porta di casa del compagno di gruppo tentando di recuperare un po' di contegno nell'attesa che l'altro venisse ad aprire, ma era sicuro che qualche traccia del suo sorriso ebete fosse ancora lì, quando Shingo gli aveva aperto.
- Portato il veleno?-
- Quanto ne vuoi! -
- Diamoci dentro! -
I film americani di quinta categoria erano un ottimo sottofondo per discorsi nostalgico-amari su vecchie storie finite male, e la bottiglia era finita decisamente troppo in fretta.
Ogni freno o restrizione che Yoko potesse avere erano andati perduti già da molti bicchieri, e anche Hina, sebbene quieto, aveva già dimenticato cosa fosse il self-control... stavano entrambi solo attendendo il momento giusto per fare quello a cui entrambi stavano pensando da quando si erano ritrovati nella stessa stanza.
Hina si era alzato per andare a prendersi qualcosa da mangiare, ma le gambe non erano molto d'accordo con il suo piano, ed era rovinato a terra, battendo le ginocchia. Yokoyama era scoppiato a ridere ad aveva gattonato fino a lui, prendendolo per le spalle per tirarlo su.
- No no no, se fai così altro che nocche, ti rompi le gambe, lo sai? -
Aveva biascicato, ridendo, e Hina aveva sbuffato, appoggiandosi contro di lui con tutto il suo peso.
- Uffa, dannata gravidanza! -
- E' gravità, non gravidanza! -
Erano scoppiati a ridere tutti e due come idioti: l'erba che Ryo aveva elemosinato a Shingo come dono di consolazione per le sue pene amorose l'avevano fumata tutta appena il Rum era terminato, e qualsiasi cosa era improvvisamente diventata divertentissima.
Si erano trovati presto fin troppo appiccicati, a ridere delle loro stesse parole biascicate, a fissarsi reciprocamente le labbra... quando erano stati nuovamente coscienti di ciò che accadeva intorno a loro era mattina, e la luce entrava attraverso le persine non del tutto chiuse, colpendo il viso di Hina come tante frecce luminose.
- Ugh! Chi mi ha infilato il sole in salotto cazzo? -
Aveva borbottato il ragazzo, tirandosi a sedere. Era sdraiato sul pavimento, vicino alla tv, coi pantaloni abbassati, senza più la maglietta e una nausea da record. Ma Yoko in quanto a dopo-sbornia stava sicuramente messo peggio, dato che aveva immediatamente sbraitato:
- Non parlare! La mia testa, la mia testa! Aaaaah, cazzo che male, porco di quel..! -
Kimitaka si contorceva sul divano, la testa tra le mani. Anche lui non era molto vestito, ed aveva un'aria ancora più sfatta di quella di Hina.
- Ti porterei qualcosa ma non... ricordo cosa si suppone di prendere come anti-sbornia... -
La gentilezza di Shingo era stata del tutto ignorata.
- Taci taci! Tu e il tuo cazzo di tono di voce assurdamente alto! -
- Parla l'uomo che sussurrava ai cavalli, guarda... - aveva borbottato Hina, vagamente offeso, guardandosi intorno con aria spersa. - Dove minchia sta dell'acqua? -
- Se non lo sai te... -
E nel suo scrutare Shingo aveva notato che la maggior parte dei loro vestiti era sparsa in giro per la sala. E che c'erano macchie bianchicce di natura inequivocabile sul tappeto.
- Ohi... -
Aveva fatto, atono, per richiamare l'attenzione di Yoko, al momento decisamente concentrato a borbottare insulti contro l'universo intero.
- Si? -
- Yokocho ma... abbiamo trombato? -
- ... non è che me lo ricordi... -
- Ci sono... segni piuttosto evidenti di attività sessuale... -
Kimitaka aveva dato una scorsa alla stanza con gli occhi, notandoli a sua volta. Poi, quando aveva cercato di tirarsi su in ginocchio, aveva avuto la conferma ultima che sì, aveva avuto un corpo estraneo nel proprio corpo e molto alla buona a giudicare dai crampi.
- Ahiahiahi, si... abbiamo trombato... -
- Dannazione! - aveva ringhiato Hina, lasciandosi cadere seduto sul divano, accanto a Yoko, e attirandolo a sè in un abbraccio stretto.
- Hina, il tuo respiro mi pare il soave raspare di un caterpillar su delle macerie, ti prego, staccati! -
Aveva biascicato Yoko, un po' interdetto all'idea di dovere allontanare l'altro, ma veramente troppo torturato dall'eco formatosi dentro la sua testa per potere sopportare quella vicinanza con una qualsiasi fonte di rumori.
Shingo si era allontanato di qualche centimetro, intento a fissarsi le mani con aria colpevole, mentre Kimitaka continuava a lamentarsi del proprio mal di testa. Quindi aveva deciso di riprendere la parola.
- Yokocho senti... scusa... scusa se mi sono approfittato di... -
Ma era subito stato interrotto da Yoko, che gli aveva tirato un calcio contro il braccio.
- Ma sei cretino? Sono io quello che ha una cotta per te, al massimo è il contrario! -
- Bhe no... per...- Hina aveva continuato a mugugnare, massaggiandosi il braccio. - Per sfogare la frustrazione sessuale sai... -
- Non è che mi dispiaccia eh... - aveva quindi fatto notare Yoko, evitando di guardare nella direzione di Shingo. - Cioè, preferirei ricordarlo magari, ma anche solo sapere che... cioè... -
Hina si era fatto scappare una risatina soffocata, e un sorriso. Si era nuovamente avvicinato a Yoko, prendendogli la mano, con fare un po' tentennante.
- Senti, Kimi-chan... -
- Si? -
- Che ne dici se... se magari la prossima volta cerchiamo di essere in condizione di ricordarcene? -
Yoko non sapeva come interpretare quella richiesta. La sua parte razionale però gli suggeriva di propendere per l'opzione più pessimistica.
- Hai bisogno dell'infermierina per il tuo cuore ferito? -
Hina aveva immediatamente scosso la testa in senso di dissenso.
- No, anzi... cioè, non solo come mero sfogo ma come... come io che voglio fare sesso con te, tu con me... -
Hina pareva poco a suo agio a esternare quello che provava in quel modo, e Yoko era poco a suo agio con la sua parte razionale e quella istintiva che facevano a cazzotti per decidere l'interpretazione giusta di quel comportamento. Ma di una cosa era certo.
- Hai bisogno di chiederlo, Shingo? -
- Lo so ma... è che... magari... -
- Magari che? -
Hina aveva scosso nuovamente la testa, sbuffando, frustrato dalla propria incapacità di essere chiaro e conciso: era sempre sicuro e diretto in pubblico, senza problemi, reattivo, ed ora che più aveva bisogno di quelle qualità, eccole che si erano eclissate... magari era per colpa dei postumi.
Però aveva deciso di spiegarsi alla meno-peggio, a scanso di equivoci.
- Bho, ora è troppo presto, cioè, io e Erika ci siamo appena lasciati, ma... ecco... a me non darebbe fastidio che tu avessi diciamo... che stabilissimo di avere l'esclusiva l'uno sull'altro...-
Kimitaka lo stava fissando ad occhi sgranati. Si era persino dimenticato del mal di testa, della nausea e dei crampi al fondoschiena.
- Vuoi dire...? -
- Non proprio stare insieme ma... diciamo un pre-stare insieme... per vedere come va... -
Il sorriso ebete di Yoko era lo specchio di tutto ciò che gli passava per la testa.
- Si... cioè... si... -
- Così magari, non... magari va bene e... non so, mi sento che potrebbe non essere una scelta cattiva... -
Aveva continuato a blaterare Hina, ancora non del tutto conscio della risposta affermativa del compagno, ed era toccato a Yoko riportarlo sulla terra.
- Smettila di parlare razza di idiota! -
L'aveva afferrato per il bavero della maglia e aveva stampato le proprie labbra contro le sue.
Il bacio però non era durato che qualche secondo.
- Ugh! -
- Puah! -
- Fiatazza! -
- Dio che... sapore di fogna putrida... -
Entrambi sputacchiavano in direzioni opposte, e dopo qualche attimo, entrambi ridevano come due idioti. Le scene da film erano destinate a restare roba possibile solo nei film.
- Devo... devo lavarmi i denti! -
Aveva quindi borbottato Hina, a metà tra l'imbarazzato e il divertito, e subito Yoko gli aveva fatto eco.
- No, aspetta, anche i... oh, ok, si, in piedi, calmo, un piede dopo l'altro, va bene... -
A fatica aveva mosso i pochi passi necessari per raggiungere il bagno, e Shingo l'aveva accolto dandogli una sonora pacca sulle natiche.
- Ehi! -
Aveva sibilato, scattando all'indietro, mentre Hina rideva, lo spazzolino infilato in bocca.
- Che hè? Non ho ah eshcushiva da ohi? -
Aveva quindi tentato di scandire, risultando appena comprensibile.
- Si ma resta mio come prima proprietà, trattalo bene... -
Era stata la secca risposta di Yoko, mentre lo abbracciava da dietro, appoggiando la fronte contro la sua spalla.
Non credeva che sarebbe mai arrivato il momento in cui si sarebbe trovato a poterlo fare, non credeva sarebbe mai arrivato il momento in cui lo stare con Hina non sarebbe più stata solo una fantasia da adolescente alla prima cotta, ma qualcosa di tangibile, di vicino...
Ed ora che lo aveva, era determinato a non lasciare che mai più niente e nessuno si mettesse tra di loro, perchè avrebbe usato tutte le sue armi per fare si che quel "tu e io insieme" diventasse un "noi" vero e proprio... e che lo restasse per sempre.
chiedo perdono per la lungezza...