House MD/Torchwood, House in Torchwood

Jan 18, 2011 18:52

Titolo: House in Torchwood
Autore: Lady House
Genere: Sci-fi, Romantico
Pairing: House/Wilson, Jack/Ianto
Rating: Rosso
Avvertimenti: Slash, Cross-over
Parte: 7-8/?
Disclaimer: Questa allegra banda non mi appartiene, io mi diverto solo a scatenare la mia fantasia

- Si può sapere che diavolo succede? -
Greg e James erano ancora mezzo addormentati, capita a chi la notte prima si è addormentato alle due per essere svegliato alle 7 per ragioni sconosciute.
- Non riesco a mettermi in contatto con Jack e Ianto. Dovrebbero essere qui e invece non ci sono, dovrebbero rispondere al cellulare e invece non lo fanno! -
Gwen stava gironzolando tra le postazioni con in mano il cellulare e un’aria di collera stampata addosso.
- Forse vogliono starsene un po’ da soli Gwen. Sai, a volte le coppie lo desiderano. -
James riuscì a essere più veloce nel rispondere dell’altro. Una piccola vittoria e soddisfazione personale.
- Beh loro non possono! Jack ha delle responsabilità e non può sparire così! Credevo... Che dopo l’ultima volta avesse messo la testa apposto. E invece no, questa volta non ha neanche pensato di sparire da solo! -
- Stai farneticando, sicura di non essere un tantino schizzata? -
- Sì! È... Sicuramente successo qualcosa. -
- Ma... -
- Senti un po’ James, forse sarò schizzata, ma una cosa è certa, conosco quei due meglio di te e se dico che è successo qualcosa, allora è successo qualcosa! -
Sembrava quasi che Gwen fosse arrabbiata con i due dottori anziché loro, ed era fastidioso.
- Perché invece di startene lì a criticare lui non ti metti per un attimo a ragionare? Troppo difficile usare quei cosini strani chiamati neuroni? -
Greg gli interruppe con voce spezzante. Quando Gwen provò a ribattere, lui riprese con tono più normale nella scala delle “normalità secondo Gregory House”. Se guardato senza conoscere minimante il suo carattere, sarebbe parso irritato e con aria di superiorità. Altro che normale.
- Il SUV è alla base? No, perché non l’ho visto parcheggiato. Non ho potuto inoltre, fare a meno di notare che su quell’automobile sono montate una marea di attrezzature e dispositivi che sono certamente rintracciabili sul computer. -
Il diagnosta zoppicò davanti alla sua postazione e batté pochi comandi sulla tastiera per far apparire la mappa della città con segnato il luogo desiderato.
- Non ci avevo pensato... -
- Certo che no, il genio sono io! -
Gwen non rispose, prese la pistola e si diresse all’uscita senza degnarli di uno sguardo, evidentemente era ancora convinta della sua idea.
James fece altrettanto dopo aver preso l’auricolare e aver salutato l’amante che questa volta si lasciò cadere sulla sedia senza protestare con già in mano l’Ipod e le Nike sul banco. Non sarebbe mai cambiato, ma all’oncologo andava bene così.

***

- Eccolo là! -
Gwen indicò il SUV nero accelerando il passo sempre di più finché non raggiunse la meta. James non ebbe il tempo di raggiungerla che l’attenzioni della donna erano passate dalla vettura all’ambiente circostante.
- Non ci sono ed hanno pure lasciato le portiere sbloccate. -
James si guardò intorno a sua volta, trovando subito una possibile traccia, un tombino aperto. Ciò significava che erano andati nelle fogne. Perché mai avrebbero dovuto intrufolarsi lì dentro?
Iniziava seriamente a prendere in considerazione l’idea di Gwen, doveva essere successo qualcosa.
Si avvicinò al tombino. A rigor di logica non era un caso che fosse aperto, non con quel SUV vicino.
- Credo che siano andati qui dentro. -
Gwen aprì una portiera posteriore dell’automobile e prese una torcia evidentemente tenuta lì per scorta.
- Bene, andiamo a dare un’occhiata. -
James annuì e uno alla volta si inoltrarono dentro grazie ad una vecchia scala arrugginita.
Le fogne erano totalmente al buio se non per pochi fasci di luce provenienti dalle altre aperture che davano all’esterno. L’ambiente era umido, le pareti ricoperte di muffa come carta da parati e in lontananza si sentiva il rumore incessante dell’acqua che gocciolava chissà dove.
- Qui viene convogliata l’acqua di raffreddamento di tutta l’area industriale della città... -
L’ex-poliziotta leggeva dal palmare tenendo la torcia puntata fino a dove potesse arrivare nella galleria. James la prese incamminandosi da una parte scelta a caso.
La donna lo seguì, e insieme camminarono per un tempo indefinito finché non videro due sagome dove la luce riusciva ad arrivare. Erano sicuramente loro due.
Accelerarono il passo, la luce e lo sguardo puntati su di loro, ma James iniziò a correre quando si accorse di un enorme particolare. Non ci avrebbe giurato, ma aveva la fortissima sensazione che i due uomini non si muovessero.
E infatti era così. Fermi immobili sembrava che non si fossero nemmeno accorti del loro arrivo.
Sì fermò davanti loro, puntandogli la torcia in faccia. Probabilmente si sarebbero arrabbiati se non fossero rimasti fermi immobili. Lo sguardo di entrambi era perso nel vuoto, l’espressioni non tradivano alcuna emozione, erano semplicemente... immobili.
- Jack, Ianto! -
Gwen li chiamò non appena affiancò James. Nella voce c’era un puro tono di confusione e paura.
Niente, non cambiò niente di una virgola. A giudicare dalla loro immobilità, non stavano neanche respirando. Questo sì che era preoccupante.
- Okey ragazzi. Bello scherzo, veramente impressionante, davvero. Ora smettete. -
Niente.
- Jack, Ianto smettetela! Mi state preoccupando! -
Gwen mise una mano sulla spalla di Jack ritraendola subito.
- Oh mio Dio! -
- Che... -
- E’ duro come il marmo, e... e... -
La voce di Gwen si spezzò a metà della frase. James fece per toccare una mano del gallese. Erano... freddi e duri come il ghiaccio, anzi, come la pietra. Convenne con grandissimo stupore.
- Sono come... pietrificati. -
- Ma come è possibile? -
- Lo stai chiedendo a quello che è arrivato a Torchwood per ultimo. -
Spostò la torcia su una mano di Jack che stava dove era insolito che stesse. Era esattamente davanti al petto di Ianto, aperta. Che senso aveva?
- Siamo nelle fogne, li abbiamo trovati in uno stato... Leggermente anormale. Oh, e leggermente è un simpatico eufemismo. -
L’oncologo parlò all’altro dottore con gli auricolari.
- Non credevo che lo avrei mai detto. Sono stati pietrificati a quanto sembra. -
- Wow, ma che ficata! -
La voce del diagnosta si sentì oltre l’auricolare forte e visibilmente interessata.
- Okey, appena lo vedo lo uccido. -
Gwen si voltò irritata verso James. Teneva veramente così tanto ai suoi amici, o era soltanto impressione? Non era certo di nessuna delle due ipotesi anche se avrebbe giurato per istinto più sulla prima che sulla seconda.
Se c’era una cosa che il suo amante gli aveva insegnato in tutti quegli anni che si conoscevano, quella era l’attenzione per i dettagli. Perché ci sono sempre, piccini magari, ma ci sono sempre. Anche il più piccola caratteristica poteva portare alla risoluzione di un quesito. A tutto è associata una ragione, questa era la regola. Niente era per caso.
- L’unica cosa che mi viene in mente è assurda... Sto ancora assimilando che gli alieni esistono veramente, ma non so se posso sopportare la mitologia greca. -
- Anche tu stai pensando a Medusa? -
- Guarda i loro occhi, guardano lo stesso punto indefinito e la mano di Jack sembra che voglia coprire quelli di Ianto. -
Gwen portò l’attenzione sui particolari elencati che scoprì combaciare alla perfezione, non avrebbe mai detto che quell’uomo era così attento. Non era una capacità sua innata comunque.
- Ma che... -
Gwen si fermò, la sua attenzione era stata catturata da un rumore appartenenti alla categoria “versi inumani”. L’oncologo sfoderò prontamente la pistola. Continuava a tenere la torcia con la mano destra, ma non era un problema. Uno dei vantaggi di essere mancini è che tutti ti sottovalutano la sinistra anche quando non dovrebbero.
Tenevano lo sguardo fisso nel buio, la donna sembrava aver perso la capacità di poter battere le ciglia, era tesa come una corda di violino con la sua Calibro 9 puntata al nulla.
Ci fu il suono di un fruscio, troppo pesante per essere di una veste e sicuramente troppo anche per essere un semplice animale. La versione originale vede Medusa come una donna con un lungo corpo da serpente, poteva combaciare pienamente.
Ma invece alla luce della torcia comparve sì, qualcosa con quel corpo, ma non aveva solo quello di rettile. Tutto ere un serpente di quella creatura. E aveva dimensioni gigantesche. Una cosa era certa, quella non era Medusa. E addio alle ipotesi mitologiche...
- Non lo guardare! -
James si voltò dalla parte opposta all’istante, l’importante era non guardarlo negli occhi. Puntò la pistola alla ceca e fece fuoco. Una, due, tre, quattro volte imitato dall’ex poliziotta.
La bestia sibilò, probabilmente era stata colpita di striscio. Ci fu uno schiocco di zanne seguito da un verso bestiale che risuonò in tutta la galleria.
James sentì poi l’urlo di Gwen che era rotolata di lato a terra in tempo per evitare di essere morsa. Fortunatamente per loro, non era vicina a Jack e Ianto. Lei si alzò e iniziò a correre a perdifiato. James non sapeva più cosa fare, provò a sparare di nuovo prima di perdersi anch’egli nella corsa. Teneva ancora la torcia in mano, ma la luce che emanava improvvisamente gli appariva troppo poca. Aveva uno smodato bisogno della luce del sole.
Alle sue spalle, sentiva il mostro strisciare verso di loro senza degnare della minima considerazione gli altri due malcapitati dei suoi colleghi.
Continuò a correre, per un tempo che gli parve un’eternità che in realtà racchiudeva pochi secondi. Poi sentì il suono di una voce a lui infinitamente familiare.
- Abbassati ora! -
Lo fece. Si gettò a terra senza nemmeno pensare al perché di quell’azione. Si fidava sin troppo di quella voce.
Un colpo esplose e rimbombò lungo le pareti seguito subito dopo da un ruggito di puro dolore da parte del serpente gigante alle sue spalle. Poi piombò il silenzio.
Alzò la testa senza fretta, trovandosi davanti il proprio amante con un’arma grossa almeno quanto un bazzuca a occupare un braccio e un normalissimo specchio nell’altra mano. Come aveva fatto un uomo nelle sue condizioni ad arrivare a tanto?
Zoppo o non zoppo comunque sia aveva fatto fuori un mostro che stava per ucciderlo. Incredibile, era il suo eroe!
Si voltò verso la bestia enorme. Era completamente tagliata in due dal colpo. A terra c’erano pochi brandelli di essa, il resto era stato completamente fatto fuori. Chissà come, ma una cosa era certa...
- Ho fatto una ficata! -
La voce del diagnosta sembrava imperturbabile come sempre, non tradiva alcuna emozione di stupore o paura.
L’altro dottore si rialzò in piedi e con ancora in mano sia la torcia che la pistola, corse ad abbracciare il suo ragazzo.
Gwen ricomparve, si avvicinava tentennante al cadavere del serpente.
- E’... morto. -
- Oh fai te, ti sembra lo specchio della salute? -
In qualsiasi occasione, il sarcasmo di Greg non mancava mai con lui. Prima o poi, la donna avrebbe dovuto farci l’abitudine. Meglio prima che poi, è sempre difficile sopportarlo ogni giorno. Le venne naturale chiedersi come facesse James a sopportarlo. Doveva essere sulla via buona per diventare un santo evidentemente!
- Wow, complimenti Gregory. -
Con sorpresa di tutti, la voce di Jack si fece sentire calma e gioiosa come sempre. Il bel Capitano e il suo compagno erano a fianco della salma del loro aggressore.
- Jack! -
Esclamò Gwen prima di correre ad abbracciare il proprio capo che la congedò con una veloce pacca sulla schiena.
- Con la sua morte, il potere che esercitava su di noi si è spento. Ammettetelo, vi sono mancati il mio charme e i begli occhioni di Ianto, eh? -

***

Ianto salutò i due dottori e la donna intenti a uscire dalla base e si avviò da Jack.
- Ci sono delle cose che non mi sono chiare... In primis, credevo che il Basilisco fosse solo un’invenzione della Rowling e poi, perché non ha fatto di noi la sua cena invece di inseguire James e Gwen? -
Jack finì di sorseggiare il proprio caffè prima di rispondere.
- No, il Basilisco non è un’invenzione di quella scrittrice, lei gli ha solo dato quel nome. In realtà è una specie aliena. Il nome del suo pianeta di origine mi sfugge, comunque sia è molto, molto lontano da qui. Lei deve aver letto un articolo veramente molto vecchio che trattava di uno di questi avvistato in Irlanda. La loro alimentazione è anche un po’ complicata. Quando qualcuno viene pietrificato diventa automaticamente non commestibile persino per lui, l’unico modo che ha è cogliere le proprie vittime alle spalle. -
- E’ incredibile quante cose sai... -
Jack si alzò dalla scrivania andandogli incontro. Quando lo raggiunse chiuse le proprie mani su quelle di Ianto, guardandolo negli occhi sorridente.
- Sempre contento di stupirti. E ora se non ti dispiace... -
Catturò le labbra del gallese in un lungo e intenso bacio che avrebbe potuto significare il tutto, ma in nessun modo il niente. Era impossibile non lasciarsi andare.
- Oh no, non mi dispiace affatto Capitano! -

***

La notte possiede le ore migliori per coloro a cui piace vivere all’insegna della trasgressione e della più completa perversione. C’è chi la affronta andando nelle discoteche più popolari e chi andava a una festa improvvisata con tanto di alcolici e musica a tutto volume.
Ma c’è anche chi non si accontenta di questo. Persone che farebbero di tutto purché la loro festa sia la più eccitante, quella in cui andrebbe l’uomo o la donna in cerca di puro ed effimero piacere facilmente reperibile. Ed era quello che in un modo o nell’altro, faceva la seducente Anabelle Flare. Quando si diventa popolari le voci girano, prima alle singole persone, poi a un quartiere intero poi tutta la città fino ad arrivare anche alle orecchie di Torchwood.
Sono voci che parlavano di notti indimenticabili, passate nell’euforia data da chissà quale droga o alcolico. Il tutto attirava notevolmente l’attenzione abbastanza da decidere di darci un’occhiata.
- Ci occupiamo di traffici illegali adesso? -
Gwen stava con le braccia conserte davanti a Jack che batteva distrattamente dei tasti al computer.
- Sì se può essere una nostra competenza. -
- C’è anche il problema di come possiamo infiltrarci in una di quelle feste. Sono pure in... -
Jack la fermò con una mano.
- Alt, tu non andrai da nessuna parte. In troppi daremo nell’occhio. -
- Immagino che quindi ci andrai accompagnato da uno a caso tipo Ia... -
- Esattamente Greg. Voi tre resterete qui mentre noi ci imbuchiamo in quel locale. -
Ianto stava appoggiato in disparte. Aveva una brutta sensazione a proposito della faccenda, ma aveva anche una cieca fiducia in Jack.
- Senti un po’, se questa situazione diventa pericolosa sarete soli. Quindi è necessario che ci sia qualcun altro. Verremo anche noi, ma non avremo alcun contatto con voi. Dovrete sembrare dei completi estranei. Non ti libererai di me tanto facilmente. -
Il Capitano si fermò e parve pensarci seriamente su, poi si rivolse nuovamente alla donna.
- E va bene, ma dovremo essere anche diversi. La festa è come stavi dicendo prima, in costume, per cui noi due ci “adatteremo” alla fauna locale mentre voi sarete dei normali visitatori inesperti. Chiaro? -
- E cosa farete per risultare dei frequentatori abituali ed esperti? -
- Oh, le fantasie sessuali sono infinite e l’arte della seduzione ha una moltitudine di sfaccettature. -
Jack dette un’occhiata maliziosa al gallese che ora stava seriamente iniziando a preoccuparsi. Cosa stava balenando nella mente del Capitano questa volta?
- Immagino che non stai parlando di te. -
James era appoggiato alla ringhiera della sala autopsie a fianco del diagnosta che maneggiava abilmente il bastone con una mano sola. Anni e anni di dolorosa esperienza.
- Certo che no. -
Fece una pausa dirigendosi nel proprio ufficio e uscendone con un pacchetto che dette a Ianto.
- Cos... -
- Vatti a cambiare, così capirete letteralmente a cosa sto alludendo. -
Con un’espressione perplessa, Ianto lo superò dirigendosi nello sgabuzzino.
- Oddio. -
La voce del giovane si fece sentire anche oltre la porta strappando a Jack uno dei suoi migliori sorrisi divertiti.
- Giuro che se questa è una delle tue perverse fantasie sessuali, non sono per niente interessata a sapere cosa si sta mettendo Ianto. -
Gwen sembrò esasperata, mentre i due dottori divertiti da ciò e da quello che si sarebbero dovuti aspettare dagli altri due. Erano uomini tutti e quattro no? Qualche intesa doveva pur esserci.
Qualche minuto si silenzio dopo Jack bussò alla porta impaziente.
- Allora? Te lo sei messo? -
- Purtroppo sì. -
Sembrava imbarazzato.
- E... -
- E non esco di qui nemmeno se ti metti a pregarmi in ginocchio! -
Greg scoppiò a ridere, una cosa che faceva raramente e che solitamente lo infastidiva. Quel giorno però, gli venne troppo naturale.
- Non ridere tu! E’ già abbastanza umiliante di per sé! -
Ianto sembrò imbronciato e all’ex poliziotta passò l’idea che forse qualcuno aveva esagerato un po’.
- E dai Ianto, non essere così tragico, secondo me ti sta bene anche se non ti vedo. Esci così posso dare un giudizio migliore. -
- No. -
- Ooh, e invece sì, prometto che dopo mi vestirò in quel modo anche io. -
La voce di Jack suonava dolce, rilassante. Era impossibile non abbandonarsi ad essa e alla sua sensualità. Ci fu un attimo di silenzio.
- Mi prometti anche che non riderai? -
- Nessuno riderà di te. -
La porta si aprì lentamente rivelando la più perversa fantasia che Gwen non si sarebbe mai potuta immaginare da parte del suo capo.
Ianto era vestito da capo a piedi di nero. Portava una maglia aderente con svariate cinghie sui fianchi e sulla schiena a far compagnia a delle borchie sulle spalle e in mezzo al petto. I pantaloni non erano da meno, gli fasciavano le gambe e il bacino come una seconda pelle. Ovviamente le cinghie e le borchie di metallo non mancavano nemmeno lì, come non mancavano ai guanti di pelle che lasciavano scoperte soltanto le dita. Per finire, un paio di stivali neri chiusi anch’essi da diverse cinghie gli arrivavano quasi fino al ginocchio.
- Oh mio Dio santissimo. -
Sussurrò Gwen che aveva strabuzzato gli occhi per la sorpresa.
- Sei magnifico. -
Jack si avvicinò a Ianto con una lussuria che balenava nei suoi occhi, gli era veramente impossibile reprimerla.
- Perché il mio parere invece è come quello di Gwen? -
Ianto si strinse nelle braccia con il più evidente imbarazzo mai provato. Calcolò che in fin dei conti essere stato beccato con Jack mentre facevano sesso nella hot house da Gwen non era stato il male peggiore.
- Beh, sai molto di... domatore. -
Convenne l’oncologo sorridendo. La reazione che stava avendo il suo nuovo amico lo divertiva silenziosamente. In cuor suo sperò che Gregory non prendesse ispirazione da Jack, non invidiava la posizione di Ianto per niente.
Il Capitano lo tirò a sé avvinghiando le dita alle borchie sulle spalle.
- Stanotte quando abbiamo finito il lavoro tu e io faremo sesso selvaggio. -
Non si curò dei colleghi che li guardavano, chi con sorpresa, chi sorridendo e chi enigmaticamente attento ad ogni particolare, catturò le labbra di Ianto con le proprie baciandolo castamente.
Del gruppo Greg era l’unico a non tradire alcuna emozione sebbene qualcuna c’era. Magari non era perverso quando Jack che, era evidente, stava spogliando Ianto con gli occhi, ma una certa visione non gli dispiaceva. Se c’era una cosa che non metteva in dubbio era la bellezza dei suoi due colleghi. In Gwen no, lei era una donna normale, ma sia Jack che Ianto sembravano usciti da uno di quelli spot pubblicitari in cui guardi solo gli attori e non degni di una minima considerazione il prodotto. Era passato il suo primo mese a Torchwood e poteva già giungere ad alcune conclusioni.
Ianto era particolare, dall’aspetto che solo un gallese poteva avere. Bello come pochi, ma una di quelle bellezze che in tanti sottovalutano, non sempre possono piacere i lineamenti dolci come suoi in un uomo.
Jack invece aveva una bellezza naturale che faceva invidia ai fotomodelli, l’aspetto era di uno che avrebbe potuto avere chiunque egli volesse senza alcuno sforzo, persino il suo abbigliamento militare con tanto di bretelle sembrava dire sfacciatamente “ah ah, io sono un Dio del sesso anche vestito come più di ottanta anni fa.”. Magari lo faceva da sempre. Chissà con quanti etero era andato a letto grazie al suo fascino. Greg stava valutando la probabilità che lo avesse fatto pure con Ianto, ma questo non lo avrebbe reso come era nei suoi confronti.
Li osservava e ne vedeva l’amore, un amore condiviso, ma non dichiarato e pieno di complicazioni a far sì che non lo fosse. L’immortalità del Capitano per prima cosa, e di conseguenza, l’enorme differenza di età che c’era in mezzo a loro. Quanti anni aveva quell’uomo? Quindici volte maggiori a quelli di Ianto? Forse di più?
Fatto stava che i gesti e le occhiate di Jack tradivano i suoi sentimenti e quindi tornando alla domanda iniziale, forse era stato Ianto a sedurre Jack o forse si erano sedotti entrambi. L’unica ultima alternativa sarebbe stata aggrapparsi all’idea smielata delle anime gemelle. Okey, credeva che fosse smielata, ma sebbene non lo diceva ad alta voce, pensava che il legame fra se stesso e James fosse proprio quello. In poche parole sentire la loro storia sarebbe stato molto interessante.
- Sì... fate come se noi non ci fossimo eh. -
- E’ solo un bacio, Gwen. -
James riprese la donna che a quanto pareva era l’unica dei tre a esserne rimasta infastidita. Greg aveva fatto parecchie considerazioni pure su di lei: per prima cosa non era il fatto che due uomini si fossero baciati a infastidirla, ma che Jack lo avesse fatto a Ianto. Giustamente lei non lo avrebbe mai ammesso, ma per sua sfortuna, trasudava gelosia da tutti pori. Quando guardava Jack si poteva leggerle un’adorazione che difficilmente passava inosservata, ma comunque sia sosteneva che non si potesse biasimarla per avere una cotta, quindi i suoi drammi lo interessavano ben poco.
- Se decidete di fare un porno fatemi un fischio, mi raccomando. -
Jack rise continuando a tenere le mani sulle spalle di un imbarazzato Ianto. Gwen si voltò verso il diagnosta allibita. E lei che credeva che l’unico veramente pervertito in quel luogo fosse Jack... Ora poteva iniziare a immaginarsi i due uomini che facevano a gara a chi era “peggio”. I suoi nervi stavano ufficialmente andando a farsi benedire, sentiva un così grande bisogno di un’amica. Decisamente troppi uomini erano intorno a lei.
- Contaci Gregory! -
Chissà se era serio... Nessuno riusciva mai a realizzarlo.

***

Jack aveva mantenuto la promessa fatta: arrivati all’entrata del locale era vestito come Ianto, ma con le uniche differenze che lasciava intravedere più virilità di quanto avesse mai potuto fare il gallese e poi...
- Porti i tuoi scarponi. -
Ianto indicò le calzature dell’amante che parve subito sorpreso.
- Ehi, se di tutto mi stai guardando i piedi vuole dire che c’è qualcosa che no va. -
Avvampò, era incredibile la velocità che impiegava ad arrossire. Lo rendeva semplicemente ancora più adorabile agli occhi del Capitano che sorrise e gli passò un braccio intorno alle spalle.
Quando furono dentro vennero travolti da un’ondata di musica talmente alta da poter stordire pure i sordi. Erano appena entrati e già erano nel cuore della festa: c’era chi parlava, chi rideva, chi si baciava, chi ballava a ritmo della musica e chi si incamminava da qualche parte trascinando il compagno o la compagna per la mano.
- Non mi piacciono le discoteche, figuriamoci queste feste. -
- Ti va di ballare? -
Jack lo stava già tirando verso la pista dove la confusione e la folla erano più concentrati.
- Jack, hai sentito cosa ho appena detto? -
- Che non ti piacciono le discoteche e le feste, non mi pare che tu abbia detto di non piacerti ballare con me. O sbaglio? -
Ianto si lasciò andare muovendosi in perfetta sincronia con Jack che aveva avvolto le braccia attorno al suo collo e si stava avvicinando con il corpo sempre di più.
- E così... era da un bel po’ che ti sarebbe piaciuto vedermi conciato in questo modo. -
- Quando un uomo come me ha un ragazzo come te, è impossibile fare certe fantasie. Ti pare? -
- Non sono poi così bello come mi fai sembrare. -
- Ianto, Ianto, tu ti sottovaluti più di quanto dovresti. Sei bellissimo, capisco che sia un’impresa ardua non fissarmi tutto il tempo, ma forse, dovresti guardarti un po’ allo specchio qualche volta. Vedrai un uomo meraviglioso, e quando ti renderai conto che sì, sei tu, allora ti renderai anche conto che fra i miei mille pregi ho anche dei gusti meravigliosi. -
- Non stai dicendo sul serio... -
Jack fece scivolare l’indice sul labbro inferiore di Ianto dolcemente prima di farlo scendere lentamente sul mento e interromperlo. Ormai i loro corpi si sfioravano, li potevano sentir reagire l’un con l’altro.
- No Ianto, per me sei veramente così. -
Ci fu un secondo di silenzio quando i due corpi andarono in perfetto contatto continuando pur sempre a muoversi come la musica comandava.
- E’ per questo che stai con me? -
- Come scusa? -
La voce del Capitano aveva un inizio di indignazione.
- Tu che stai con me... E’ perché mi trovi bello e sessualmente eccitante o per altro? -
Il dito che prima era sul mento del gallese ora stava accarezzando insieme alle altre la sua guancia.
- Ti fidi di me? -
La risposta con un’altra domanda lo prese allo sprovvista, certo che si fidava di lui. Forse lo faceva anche troppo.
- Sì, mi fido di te. -
- Allora guardami negli occhi e rispondi alla tua domanda da solo. -
Ianto lo fece, lo guardò in quegli antichi occhi azzurri che nascondevano un passato e milioni di esperienze a lui ancora ignote. Gli sarebbe piaciuto da matti sapere quello che Jack aveva passato nella sua lunga vita anche se non tutto sarebbe stato il massimo in fatto di felicità. In quei mari azzurri capì che si sbagliava, che la domanda che aveva posto era stupida e ingenua. Per un lungo attimo ci credde, così avvicinò il volto a quello dell’amante catturandolo in un lungo bacio ben poco casto.
Per Jack quello era il modo migliore di comunicare i propri sentimenti: troppo orgoglio e il fatto che probabilmente parole come “io ti amo” dette da un pluricentenario che aveva avuto solo lui sapeva quanti amanti, sarebbero potute sembrare di poco valore, lo inibivano dall’utilizzo di dichiarazioni ufficiali. Sapeva di essere amato da Ianto anche se da parte sua non gli sarebbe dispiaciuto affatto sentirselo dire. Chi lo sa, forse gli avrebbe dato la spinta decisiva a dichiararsi. Per il momento comunque gli bastavano quelle velate ammissioni.
Quando si baciavano in quel modo non riuscivano più a smettere e staccarsi, si creava un legame talmente saldo che unito al desiderio li faceva andare sempre più a fondo come se ciò potesse far sì che le loro anime si prima toccassero per poi intrecciarsi a formare una cosa sola.
I know you want me
you know I want cha
I know you want me
you know I want cha
E quella musica non li stava certo aiutando a concentrasi su altro.
A interromperli fu la vibrazione del cellulare di Jack che venne sentita da ambedue gli uomini. Erano talmente incollati da poter sentire qualsiasi movimento.
Il Capitano mandando mentalmente mille accidenti, prese l’apparecchio che mostrava un nuovo messaggio... da Gwen. Sebbene le luci psichedeliche gli permettevano una lettura più lenta e accurata, non tardò a distinguere la parola scritta in maiuscolo con tanto di punti esclamativi “lavorate!!”. Anche Ianto lo aveva letto.
- Ci tocca. Andiamo. -

***

- Quei due qui sicuramente danno meno nell’occhio di noi. -
Convenne James guardandosi intorno.
- Il che è insolito. -
Aggiunse con le mani sui fianchi in attesa di una qualche opinione da parte del compagno.
- La musica qui fa schifo. -
Il diagnosta sembrava non averlo nemmeno sentito finché non si decise a rispondere.
- In una situazione come questa, neanche quello che stanno facendo da nell’occhio. -
Finì tranquillante e Gwen si voltò subito verso di lui.
- Perché, li riesci a vedere in mezzo a questo casino? -
- No, si stanno sbaciucchiando nel bel mezzo della pista da ballo della mia immaginazione. -
Gwen si voltò nella direzione indicata sbuffando, un po’ per la reputata mancanza di professionalità che Jack e Ianto mostravano e un po’ per il perenne sarcasmo di Greg. Perché quell’uomo doveva essere sempre così sgradevole?
- Non ci posso credere, chi salverebbe il mondo se non ci fossi io a farli smuovere? Scommetto che starebbero tutto il giorno a fare sesso e al diavolo la fessura. -
Greg sollevò un sopracciglio scettico.
- Chi di voi due è entrato prima a Torchwood? Tu o Ianto? -
Gwen guardò il pavimento cercando una via di scampo alla domanda.
- Sono entrata nella squadra qualche mese dopo di lui, la loro relazione è iniziata ufficialmente un anno dopo, ma era da molto che quando il lavoro era finito Jack tratteneva Ianto alla base per fare sesso. Prima di ciò Ianto era pure etero! -
James scosse la testa interrompendo l’ex-poliziotta con un cenno.
- Gwen, Ianto non è mai stato etero. Il suo orientamento sessuale è sempre stato bisessuale, se prima di Jack ha avuto delle donne con cui piaceva stare. La parte gay di lui è semplicemente rimasta nascosta finché il suo attuale ragazzo non gli ha aperto gli occhi. Si tratta solo di trovare la persona giusta e che in qualche modo te lo faccia capire. Lui ci ha messo dei mesi, io e Greg più di dieci anni. -
Gwen rimase in silenzio, riflettendo e estraendo il cellulare dalla tasca per comporre un messaggio.
- Parole molto sagge e toccanti, ma ora tu ora vieni con me bello mio. -
Greg prese per mano James trascinandolo con sé finché Gwen non li vide sparire. Avrebbe scommesso che se fosse andata a cercarli, li avrebbe trovati a pomiciare in qualche angolo.

***

Il Capitano riuscì ad aprire la porta chiusa a chiave con l’aiuto di un piccolo grimaldello. Si chiusero nuovamente la porta alle spalle ringraziando la dimenticanza che la proprietaria aveva avuto di spengere le luci.
La stanza era piccola e la vernice bianca delle pareti era mezza sfogliata a rivelare altra vecchia vernice più scura sottostante. Nell’aria c’era un odore da laboratorio chimico, a confermare la teoria c’erano diverse apparecchiature montate su un grosso bancone da lavoro.
- E’ un po’ insolito montare un tubo per la distillazione di Vigreux, tutte queste provette, beute e beker non trovi? -
Ianto avanzò verso il tavolo.
- A cosa può servire tutto questa roba in un locale come questo? -
- Di certo non a fare qualcosa di legale. -
Risuonò un tonfo da una porta che non avevano notato prima e Jack si avvicinò con circospezione estraendo da una guaina divinamente nascosta all’avambraccio un pugnale.
- E quello da dove viene fuori? -
- Non crederai mica che sarei venuto qua disarmato vero? La pistola si sarebbe notata subito con questo costume, ma il pugnale no. -
Detto ciò aprì la porta indietreggiando immediatamente alla vista di una creatura legata per gli arti alla parete vicina abbastanza che se Jack avesse teso un braccio lo avrebbe toccato.
- Questo è piuttosto strano... -
Ianto si avvicinò a Jack per vedere meglio l’alieno mezzo ricoperto di sangue che ansimava e si dimenava sofferente.
- E’ terribile. -
Poi ci fu il rumore della sicura di una pistola che scattò, si girarono all’istante.
- Chi siete voi? Cosa ci fate qui? -
Il Capitano tese avanti le mani continuando a tenere il mano il pugnale cercando di calmare le acque.
- Anabelle, giusto? Non ti agitare, non vogliamo fare del male a nessuno. -
- Oh, sì. Disse così quello con un coltello in mano a quella con la pistola. Gettalo a terra. -
Con un cenno dell’arma, la donna indicò il pavimento.
- Okey, lo faccio. -
Lo gettò a terra, non gli piaceva il fatto che la canna di quella pistola vagasse da lui a Ianto, da Ianto a lui. Tentò di avvicinarsi.
- Davvero, non siamo venuti qui malintenzionati. -
- Non ti avvicinare o sparo prima a te e poi al tuo amico! -
Sembrava essere andata in paranoia, che aveva i nervi a fior di pelle si poteva vedere a chilometri di distanza da lei. Le braccia le tremavano incontrollate, si vedeva che non sapeva nemmeno come usarla la pistola. Jack nonostante ciò si fermò.
- Indietro, subito! -
Jack arretrò, ubbidiente.
All’improvviso, dalla porta entrarono due figure che si baciavano vigorosamente. Jack e Ianto non seppero che faccia fare appena li riconobbero, Greg e James. Il bello è che loro inizialmente non sembrava minimamente che si fossero accorti di loro e della donna armata che si girò abbassando la pistola. Mossa molto ingenua.
Jack in un secondo le fu addosso, sguainò un ulteriore pugnale fissato all’altro avambraccio e lo puntò al collo di lei. Solo allora i due dottori si accorsero che non erano esattamente soli come avrebbero voluto, in quella stanza.
- La pistola, gettala Anabelle. -
La donna ubbidì, iniziando a respirare più pesantemente.
- Si può sapere chi siete? -
Ianto raccolse la pistola e la puntò sulla donna cominciando ad arretrare. Lo fece anche Jack rinfoderando entrambi i pugnali.
- Noi? Siamo Torchwood. -
- Cos’è Torchwood? -
- Vieni con noi. -
- Dove? -
Jack si avviò alla porta, Ianto teneva ancora la pistola puntata.
- A casa tua. Non fare scherzi o lui ti sparerà. -
Anabelle annuì spaventata. Jack compose sul cellulare il numero di Gwen.
- L’abbiamo trovata, esci. -
- Non... non volete violentarmi. Vero? -
- No, non vogliamo far questo. -

***

- Vi prego, lasciatemi andare... o almeno, almeno ditemi chi siete! -
La donna era seduta su una sedia circondata da estranei di cui almeno due armati, in casa propria. Era stata in situazioni senza dubbio migliori.
- Prima rispondi alle mie domande, poi prometto che ti dirò chi siamo. Hai idea di cosa sia quello che tieni rinchiuso in quella stanza? -
- Io... No. -
- Perché è lì? -
- Lo hanno catturato dei miei amici, avevano detto che potevo tenerlo io e l’ho fatto. Ovviamente non è inutile. -
- E cosa fa? -
Jack si chinò fino ad essere al pari di lei che chissà per quale motivo non gli staccava gli occhi di dosso.
- Possiede degli ormoni inumani che fanno completamente sballare. Come una droga. Gli prelevo periodicamente il sangue, ne ricavo solo l’ormone e grazie a un bel contagocce, finisce nei drink dei miei ospiti. -
Ianto dopo un cenno da Jack, porse alla donna un bicchiere di acqua che finì in un battibaleno. Il nervosismo può fare così delle volte.
- Torchwood è una squadra che combatte le minacce aliene, sono spiacente di informarti che tu ti sei comportata malamente con l’alieno che tieni in quel posto. Sì, gli alieni esistono, e no, non sono come delle bestie, hanno dei sentimenti pure loro, o meglio la maggior parte di loro li hanno. Io sono il Capitano Jack Harkness, questo schianto al mio fianco è Ianto Jones, lei è Gwen Cooper e questi due uomini che ti hanno distratta da noi sono i dottori Gregory House e James Wilson. Ora che sai i nostri nomi potresti diventare parecchio pericolosa per noi, ma nessuno si preoccupi: dentro quel bicchiere d’acqua c’era una dose sufficiente di Retcon da farti dimenticare qualsiasi cosa ti sia successa in questi ultimi mesi. Noi compresi. Ah... dà una certa sonnolenza, quindi... buonanotte e non combinare più casini. -

***

Lo baciò con voga facendo correre le mani su tutto il suo corpo prima di lasciar cadere entrambi sul letto. Continuò a baciarlo, ora più lievemente, ora più profondamente strusciandosi su di lui e provocando così lievi brividi e un accumulo spropositato di eccitazione.
- Come ho fatto a resisterti fin qui? -
Jack aveva il fiatone, come dopo una lunga corsa, Ianto non era da meno.
- Come abbiamo. -
Jack sorrise prima di baciarlo di nuovo, violentemente, come se fosse in un deserto in cui Ianto era l’acqua. Questa volta le mani andarono a sganciare le cinghie che aveva sui fianchi, l’amante lo imitò. Si rizzò seduto e Ianto lo seguì passando a quelle che aveva dietro la schiena.
Il Capitano prima di sfilargli la maglia aderente, posizionando le gambe perpendicolari ai fianchi di Ianto, dette una piccola spinta con il bacino facendo gemere. Rimasero a torso nudo, come se si fossero letti nel pensiero si baciarono di nuovo facendo scorrere le mani di uno su tutta schiena dell’altro. Poi Ianto scese un poco a baciare prima la spalla, dopo a leccare la clavicola del Capitano.
Jack chiuse gli occhi per un attimo prima di far nuovamente cadere Ianto sotto di lui andando a mordicchiargli un fianco. Le dita della mano libera dalla presa finirono per niente casualmente a tracciare i contorni dell’erezione di Ianto sui pantaloni. Quando lentamente, finì con quel passaggio, le passò sopra di essa accarezzandolo lievemente, facendolo eccitare ancora di più di quanto non fosse già.
Passando ad aprire la zip dei pantaloni, si spostò dai fianchi all’inguine dove fece gemere Ianto al primo tocco di quelle mani delicate e quelle punte delle dita che si divertivano a giocherellare con la grossa erezione. Prima di sfilare le mutande del gallese, si tolse i propri indumenti rimanenti gettandoli in un angolo remoto della stanza.
Jack fece schioccare la lingua sul palato prima di parlare, le parole uscivano a volte più velocemente, a volte più piano per l’eccitazione.
- Mi è appena venuta in mente una cosa che non abbiamo mai provato... -
- C-che cosa? -
- Quello che avevo intenzione di farti... Entrambi. -
Ianto capì e allargò le gambe togliendosi da solo i fastidiosi slip. Sembrava voler dire “vieni caro, serviti pure.”, Jack non avrebbe mai resistito ad accettare di buon grado. Erano quei piccoli gesti a gratificarlo, a farlo sentire amato. Non che nessuno si fosse mai offerto a lui, ma con Ianto era diverso, lo sentiva diverso a pelle.
Sì alzò in piedi, facendo scricchiolare le molle del letto sotto i suoi piedi e facendo attenzione a posizionarsi bene, si ritrovò in una posizione quadrupede sopra l’amante. Erano alti alla stessa maniera, questo era una grossa comodità perché entrambi riuscissero a combaciare perfettamente.
Gli arti di Jack finirono lungo le cosce di Ianto che a sua volta le aveva completamente aperte sul suo fondoschiena. Lo tirò a sé, forse era un tipo timido e chiuso con le persone, ma Jack senza alcun ombra di dubbio non era una persona qualsiasi, era colui con il quale condivideva il cuore e l’anima, con lui si sentiva di poter essere intraprendente quanto desiderava.
Jack lo accontentò, calandosi su di lui sia con il bacino che con le labbra che andarono a toccare la punta del pene dell’altro che fremeva impaziente. Il gallese invece passò subito al dunque, facendo scivolare la lingua fin dove poteva, raccogliendo quanto gli era possibile e iniziandosi a muovere sensualmente sebbene impedito dalla posizione passiva in cui si trovava. Spiegarlo era difficile, se non visto sarebbe stato veramente difficile da credere, ma qualsiasi cosa facesse, Ianto la faceva con dolcezza estrema. Il sesso orale non faceva eccezione.
Jack mosse la lingua su di lui stando al suo ritmo prendendolo completamente e muovendosi a sua volta. Quando uno toccava con la punta della lingua una parte più sensibile dell’altro, scosse di piacere si diffondevano e si trasmettevano all’altro accompagnate da gemiti di puro piacere. Poi Jack si staccò di colpo, sull’orlo dell’orgasmo e Ianto improvvisamente lo afferrò per le spalle facendolo appoggiare velocemente contro il muro penetrandolo senza tante cerimonie.
Vennero insieme, tenendosi per mano e urlando nella notte all’unisono.
Quando Ianto uscì si accoccolarono sotto le coperte, abbracciati. E ci fu la calma dopo la tempesta.

Continua...

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