The Lord of The Rings, And maybe, there's a place for us

Jun 06, 2012 15:31


Titolo: And maybe, there's a place for us
Autore: Castiel Who
Genere: Romantico
Personaggi: Samwise Gamgee, Frodo Baggins, Peregrin Took, Meriadoc Brandybuck
Pairing: Frodo/Sam, Merry/Pippin
Rating: NC17
Parte: 2/4
Avvertimenti: Slash
Note: "come?" nella Big Damn Table
Disclaimer: Frodo, Sam, Merry, Pippin e l’intera Terra di Mezzo non sono miei, ma appartengo a quel genio di Tolkien. Che i Valar lo benedicano.



Non si poteva dire che fatta eccezione dell'orario di chiusura, il Drago Verde fosse mai veramente vuoto; vi era sempre un certo quantitativo di Hobbit che amavano passare il loro tempo nella buona compagnia di qualche amico e un boccale di birra. Quando arrivava la sera poi, il locale si riempiva di risate e il buonumore della Gente Piccola rallegrava non poco l'atmosfera.

Sam vi si diresse da solo, deciso a voler parlare con il Gaffiere volente o nolente che fosse. Il solo pensiero che in tutti quei mesi non si fossero quasi mai rivolti la parola lo rattristava già quanto basta. Infatti non vi erano stati altro che fugaci saluti di cortesia accompagnati da occhiate distaccate come se fossero due perfetti sconosciuti, non padre e figlio.

Si sorprese di vederlo solo in un angolo invece che circondato dai soliti amici e compagni di bevute; nel raggiungerlo non mancò di ringraziare tutti i Valar uno a uno. Non era sicuro di sapere cosa avrebbe dovuto dire, né se parlare avrebbe sistemato le cose, ma era deciso a tentare di dare il meglio di sé, se non altro.

«Ciao papà. » Nell'udire la sua indecisa voce familiare, Hamfast si voltò. Il giovane si sedette di fronte a lui senza preamboli, e il volto dell’altro Hobbit rimase una maschera indecifrabile di freddezza, gli occhi si fissi sul figlio.

«Samwise, » lo salutò questi guardandosi intorno. « é strano vederti qui senza il signor Baggins, avete avuto una qualche discussione? »

«No, papà. Non abbiamo alcun motivo per cui litigare, grazie dell’interessamento. » Rispose Sam con un sospiro rassegnato.

«Allora a cosa devo questa visita? »

«Ci deve essere un motivo portante perché un figlio voglia parlare con il proprio padre? » Lo apostrofò nascondendo la propria irritazione di fronte alla freddezza con cui era stato pronunciato il cognome del suo amante facendolo suonare nelle orecchie come un estraneo indesiderato solito a varcare i confini della Contea con l’unico scopo di recar fastidi, un fardello di cui avrebbe fatto volentieri a meno.

Il Gaffiere sbuffò stancamente gesticolando vagamente con la mano. «Non abbiamo niente da dirci, Sam. »

«Invece sì. É da quando ho deciso con chi passare la mia vita che mi eviti come se fossi infetto. »

«Cosa ti aspettavi? Un giorno sono convinto che avresti sposato Rosie Cotton e invece quello dopo sei venuto qui mano nella mano con... » Pronunciare quel nome, o anche solo il cognome che lo affiancava, era troppo difficile. Rendeva la situazione ancora più reale di quanto già non fosse. «Lui. »

Il disprezzo tutto concentrato nell'ultima parola non arrivò alla sua mente senza prima passare dal cuore sferzandolo dolorosamente. Con una forza di volontà che non ricordava di possedere, Sam mantenne un'espressione decisa e serrò i pugni ricacciando indietro la rabbia che gli ribolliva nelle vene. «Non riesci nemmeno a dire il suo nome. Eppure non é colpa sua se il mio amore è per lui e non Rosie. »

Il Gaffiere finì la propria birra senza distogliere lo sguardo dal più giovane dei suoi figli. «Amore? » Ripeté talmente sprezzante da farla passare come la più disgustosa delle parole della Lingua Comune. «Come se fosse mai stato possibile l'amore fra padrone e servitore. Entrambi maschi, poi! »

«Quindi é così? Non é solo per il suo sesso, ma anche per la sua condizione sociale. Non ci posso credere. » Sam abbassò lo sguardo sulle proprie mani intrecciate sul tavolo. Il tono che teneva era duro, ma non lasciava trapelare quanto fosse colmo del desiderio di urlare contro il padre. Venne a malapena respinto, ma, istintive e traditrici, le lacrime cominciarono a pungergli gli occhi. Voleva andarsene, scappare lontano da tutto e da tutti senza mai voltarsi indietro se non per accertarsi di avere ancora Frodo al suo fianco.

«Arriverà il giorno in cui ti guarderai allo specchio e capirai cos'hai perso, figliolo. Ma temo che allora sarà troppo tardi. » La malinconia con cui parlò fece sì che la voce del vecchio Gamgee si addolcisse lievemente. Era sincero.

«No, papà. Abbiamo lasciato che due mesi facessero il loro corso, prima di farci vedere insieme. Due mesi nei quali sono passato dal letto di Frodo alle uscite con Rosie; sì, hai sentito bene, abbiamo fatto l'amore quando ancora cercavo di convincere me stesso di desiderare lei. E lo abbiamo fatto ancora così tante volte da perdere il conto, non te lo voglio nascondere. Perché dovrei? È stato bellissimo, come narrano le storie e le canzoni. I rimpianti li avrei avuti solo a vivere nella menzogna, non vivendo con lo Hobbit che amo. Spero riuscirai ad accettarlo, un giorno o l’altro, perché é con Frodo che intendo passare il resto della mia vita. »

Non aspettò una risposta, si alzò in silenzio voltandosi verso la porta dalla quale fu ben lieto di veder entrare il giovane padrone di Casa Baggins e i suoi inseparabili cugini. Si sedettero al primo tavolo libero che riuscirono a scovare e i piedi del biondo si mossero da soli, il cuore un poco più leggero.

Merry e Pippin erano del tutto risoluti a dimostrarsi svegli e vispi nonostante le lunghe e tediose ore di viaggio, passate per arrivare a Hobbiton nell’arco di due giorni. Scherzavano amabilmente con il cugino, aggiornandolo sugli ultimi pettegolezzi che giravano per Villa Brandy e dintorni. Frodo si spostò sulla panca facendogli spazio.

«Sam! Stavamo giusto parlando di te! » Esordì Merry, impaziente di dire di più.

«Su di me? Cosa ho fatto di male, stavolta? » L’interpellato si sedette con un cipiglio sconsolato che non intendeva abbandonarlo.

« Altro che male, il tuo lavoro con la nostra terra ha del miracoloso! Ho udito che la Contea intera è entusiasta di te, nessun Decumano escluso. » Si sentì in dovere di informarlo, prima che Pippin lo interrompesse per arrivare subito al punto.

«Stanno pensando di farti sindaco! » Esclamò, felice di aver potuto raccontare una buona notizia.

Merry gli lanciò un’occhiata di traverso e sbuffò sonoramente. «Già. »

Samwise era rimasto senza parole. Certo non escluse che potesse trattarsi di uno scherzo, visti i suoi interlocutori, ma il giovane Brandybuck sembrava troppo sinceramente scocciato dall’interruzione per poter essere uno scherzo. Nemmeno era da scartarsi l’idea che tutto fosse stato studiato per riuscire ad arte, comunque. «Stai scherzando, vero? »

«Merry? » Frodo, anch’egli confuso, si appellò al maggiore dei due cugini, facendo storcere il naso a Pippin.

«Sai, lui non è più serio di me. » Borbottò, posando le labbra sul proprio boccale di birra. Come se tutti e tre si fossero messi preventivamente d’accordo, lo guardarono con un cipiglio scettico, poi il cugino riprese la parola, dandogli una lieve pacca di scherno sulla spalla.

«Nessuno scherzo. Come stavo dicendo prima che qualcuno mi interrompesse, » lanciò un’occhiata significativa al castano, rimasto accigliato. «tutti gli Hobbit di alta e bassa estrazione sono entusiasti del tuo ottimo lavoro. »

«Oh sì, di questi tempi lavora molto. » Confermò Frodo guardando il proprio compagno con dolcezza, in quel modo che lo faceva sempre arrossire fino alle punte dei piedi.

«Non credo di seguirti. » Tentò incredulo l’interessato. Dovevano essersi confusi con qualcun altro; di tutti gli Hobbit della Contea non poteva essere lui quello ammirato da tutti al punto da diventare Sindaco. Semplicemente non era possibile.

«Non vedo dove tu possa esserti perso. Il mandato del nostro attuale Sindaco sta per finire lasciando il posto vacante, quindi presto ci sarà la prossima elezione e l’unanimità ha deciso di volere proprio tu, come nostra guida. » Spiegò Merry nel tono più convincente di cui disponeva.

«No non è possibile, » Ribatté fermamente Sam. «So cosa gli altri pensano di noi a causa della nostra relazione; il mio Gaffiere me lo ha appena fatto capire molto chiaramente. Mi piange il cuore a dirlo, ma non credo che mi consideri più parte della sua famiglia, la delusione che gli ho dato è stata troppo grande. » Mentre le parole entrarono nelle sue orecchie, Frodo lanciò un’occhiata al tavolo dove il padre di Sam ora era in compagnia di Tom Cotton. «Immagino che a voi non facciano ancora pressioni di questo tipo. » Fu la riflessione finale che fece tornare la sua attenzione nei confini del loro tavolo.

Meriadoc sbuffò al solo pensiero, come se la risposta fosse talmente ovvia che anche solo porre la domanda era stupido. «Sono l’erede diretto del signore della Terra di Buck, non passa giorno in cui non cerchino di affibbiarmi una potenziale moglie. »

Il cugino posò una mano sulla sua spalla, dolcemente. «Aspetta che io raggiunga la maggiore età, sta pur certo che il futuro Thain non riceverà un trattamento differente, » Mormorò improvvisamente serio. «Sam, forse tuo padre con il tempo non reputerà così importante la tua scelta di vivere con Frodo, anche se questo significa non avere nipotini da parte tua. Noi, invece, che scelta abbiamo? »

Il biondo gli prese una mano sotto il tavolo, lontano dagli occhi degli altri clienti del Drago Verde, ma non da quelli attenti e consapevoli di Frodo e Sam. «Sapete bene qual è la nostra scelta, siete gli unici a saperla. »

Spesso Frodo si trovava a soffrire per i cugini nel profondo del suo animo. Non riusciva a capacitarsi che dovesse essere negata una simile felicità proprio a loro, le due persone a cui voleva più bene insieme al suo Sam e Bilbo. Perché lui doveva avere la possibilità di amare ascoltando solo e soltanto il proprio cuore, mentre loro erano costretti ad avere una discendenza, a vivere separati? Non poteva accettarlo nonostante non fossero affari suoi; vederli arrendersi era insopportabile, lo faceva arrabbiare come mai accadeva.

«È vero, ma questo non significa che dobbiate farlo per forza. Se veramente vogliono un Thain e un signore di Villa Brandy cercheranno qualcun altro, magari un cugino, oppure possono ancora darvi un fratello. »

Merry sorrise amaramente. «È più facile a dirsi che a farsi. Non possiamo andare dai miei genitori o dai miei zii, » Fece un cenno verso Pippin, che annuì. «a dirgli che vado a letto con mio cugino e che quindi mi rifiuto di sposarmi. »

Sam si alzò per andare a prendere la cena. «Non sei obbligato a dire proprio tutta la verità, basta spiegare che, beh... hai tendenze diverse, rispetto a quelle degli altri Hobbit. Non è una bugia, semplicemente non è tutto, ma nessuno ti ha chiesto esplicitamente se te la fai con Pippin. »

«Ehi! E io che posso dire di diverso da lui? » Pippin fece un gesto in aria. «Se dicessi la stessa cosa, si insospettirebbero, e non poco. » Spiegò.

Sam sorrise, poi si dileguò, lasciandolo con la risposta più strana che si sarebbe mai aspettato. «Sei un Took. » Peregrin aggrottò le sopracciglia, voltandosi verso Frodo, in cerca di spiegazioni.

«Si riferisce allo zio Bilbo, anche sua madre era una Took. Non è una novità che a manifestarsi in lui sia stato proprio il carattere avventuroso e un po’ solitario. » In risposta ricevette solo la visione di un naso arricciato. «Può funzionare, ne sono sicuro. »

Sia il giovane Brandybuck che il futuro Thain apparivano scettici, ma almeno l’idea non era stata scartata senza riserva. Sam tornò tenendo in perfetto equilibrio sulle proprie braccia quattro piatti di stufato e zucca. Meriadoc lo aiutò, nuovamente pieno di brio come se l’argomento affrontato fosse stata l’ultima festa di Ferragosto.

«Vivete il vostro sogno. Non fatevi condizionare da quello che gli altri voglio per voi. » Sam reclinò leggermente lo sguardo, fissandosi le mani premute con i palmi contro il legno. «Mi sento un folle, se ripenso a quanto ero confuso prima di riuscire a scegliere fra Frodo e ciò che invece mio padre desiderava per me. »

Frodo lo guardò con gli occhi colmi della dolcezza che il suo compagno riusciva a far scaturire ogni volta con estrema naturalezza. Si sporse verso di lui e lo baciò sulle labbra con un sonoro schiocco, senza curarsi degli altri Hobbit presenti e dei loro commenti, buoni o cattivi che potessero essere. «Ah, Sam. Ti amo. »

Samwise arrossì visibilmente, provocando le risate di Merry e Pippin e un ulteriore bacio da parte di Frodo.

Continua...

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