May 18, 2013 21:20
Titolo: Bottiglia?
Fandom: Eyeshield 21
Personaggi: Habashira Rui, Juumonji Kazuki
Parte: 1/1
Rating: rosso
Conteggio Parole: 1332
Riassunto: Juumonji alle prese con Habashira durante il suo "apprendistato".
Note: Attenzione: dub-con, sex toy (improvvisato in realà), bondage.
Ps: sono nuova, se sbaglio qualcosa non mi uccidete Q^Q
Un tonfo sordo e secco, neppure il tempo di lamentarsi che già quella lingua lunga gli s’infilò in bocca, invasiva, oscena… Eccome se lo era!
Tutto di quel tipo sapeva di volgare a cominciare da quello sguardo spiritato col quale lo fissava come se volesse incenerirlo, dalle braccia spropositatamente lunghe e avvolgenti e, per finire, da quella lingua che lo frugava impaziente, calda, umidiccia. Il fiato bollente di Habashira gli sferzava il viso causandogli brividi ovunque per via del contatto della pancia col ripiano gelido del banco.
Chi l’avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe goduto nell’essere sbattuto a quel modo in un luogo malfamato e decadente da un tizio che sembrava uscito da un anime porno di quelli che piacevano tanto a Togano?
Juumonji emise un gemito di frustrazione malcelato quando Habashira terminò quel bacio volgare per invadergli la bocca con le dita e inumidirle con la sua saliva. Ormai erano arrivati al fatidico momento che entrambi detestavano.
Perché Habashira non era un tipo dolce e non ci sarebbe andato piano e lui, Juumonji, pur gradendo un po’ più di grazia nella penetrazione, non avrebbe certo osato chiederglielo. Succhiò avidamente le dita dell’altro, impregnandole di saliva il più possibile e quando queste scivolarono provocanti lungo la sua colonna vertebrale dovette mordersi le guance internamente per darsi contegno. Aprì le gambe quanto bastava per lasciar entrare Habashira più agevolmente dentro di sé, mentre con l’altra mano veniva masturbato senza tregua.
Era snervante per uno che odiava lasciar passare le cose e avrebbe volentieri voluto afferrare quel bastardo per i capelli e sbatterlo al tavolo con forza, giusto per fargli capire che non era la sua troietta, ma c’era solo un piccolo ostacolo.
-Potresti anche slegarmi, adesso!- sbottò strattonando senza successo la corda che gli legava mani e gambe ai piedi del banco. Habashira fece orecchie da mercante e strisciò con la lingua sulla sua schiena, ancora e ancora godendo della pelle che s’increspava per i brividi di freddo. La sua mano, quasi per ripicca, accelerò il ritmo stringendosi intorno all’asta turgida del lineman mentre le sue dita s’infilavano nello stretto anello muscolare costringendolo a dilatarsi ed adattarsi in fretta alla sgradita intrusione. Juumonji strinse i denti e chinò il capo.
Non voleva gemere, non voleva mostrarsi debole, ma il suo corpo tradiva gli sforzi del cervello e Habashira spingeva dentro di lui a ritmo pressante con una perfetta coordinazione fra le due mani. Quando affondava, rilasciava la presa sul sesso perché lo studente del Deimon potesse “gradire” al meglio quell’intrusione serpentina e forzata; quando le falangi uscivano, stringeva saldamente il pugno su di lui, per non concedergli neppure l’attimo di un sospiro di sollievo.
Era una delle cose che odiava, Juumonji, dello stare con quel bastardo sleale e scorretto, ma aveva dei conti da sistemare con quei maledetti dei Taiyou Sphinx e l’aiuto degli Zokugaku gli serviva. Riteneva che fosse un compromesso adeguato, anche perché aveva provato un’incommensurabile goduria giusto la volta scorsa, quando l’assalto del camaleonte era fallito e gli aveva dato lui il ben servito.
Sorrise beandosi di quel ricordo esaltante, concedendosi di gemere con più foga quando le dita del linebacker colpirono violentemente la sua prostata.
Si strozzò con la saliva per l’improvvisa ondata di piacere che lo colse e strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche.
-Pezzo di…- la protesta gli morì in gola per la seconda spinta che andò più a fondo della prima.
-Keh, non ti hanno insegnato ad avere rispetto per i senpai, Kazukichan?-
Habashira smise di spingere, di masturbarlo, di far scorrere la lingua umidiccia lungo la sua spina dorsale e lo lasciò così. Fece uscire le dita dal corpo dell’altro e senza dire una parola lasciò l’aula.
-Ehi!- esclamò Juumonji -Ehi, dove stai andando?!-
Il sorriso sadico che intravide disegnato sulle labbra sottili di quel dannato camaleonte non gli ispirò nulla di buono e, infatti, quando pochi minuti tornò nell’aula, Habashira portava con sé una bottiglia di vetro trasparente mezza piena.
-Eeeh?!- si lasciò scappare un’esclamazione piuttosto alta, colto alla sprovvista da quell’inquietante visione -Cosa vuoi fare con quella?-
Fra sé e sé pregava che Habashira avesse solo sete.
“Solo sete, ti prego.”
Habashira si portò la bottiglia alle labbra e sorseggiò un poco del liquido. Juumonji tirò un sospiro di sollievo, prima di inorridire al contatto gelido del vetro premuto contro i muscoli dell’orifizio.
-Ehi! Fermo!- sbottò -Non provarci!-
Habashira spinse il collo della bottiglia dentro di lui e Juumonji s’irrigidì per il dolore atroce, mordendosi le labbra ed emettendo gemiti e mugugni strazianti.
-Bastardo… - ringhiò con un soffio di voce che accrebbe l’ilarità dell’altro. Habashira afferrò la bottiglia e la inclinò per far scorrere il liquido. Il lineman strinse le dita intorno alle gambe del banco, mentre sentiva scorrere in lui, con immenso fastidio, quella sostanza ignota. Sembrava di fare un clistere. Un lungo, fastidioso, clistere. Chiuse gli occhi, posando la testa sul piano del tavolo, le gote arrossate e gli occhi stretti a fessura, languidi e lucidi. Dove sarebbe finita tutta quella roba? Gli avrebbe percorso l’intestino fino a finire vomitata sul pavimento? Habashira gli allargò un poco le gambe e gli sollevò il bacino, la bottiglia era quasi vuota, l’agitò un poco, su e giù, su e giù, lentamente, poi più rapidamente, man mano che il liquido gli inumidiva le carni in fiamme. Il collo della bottiglia scendeva ancora, più giù, facendolo sussultare e sospirare. Il fastidio c’era sempre ma…
-Vuoi che smetta, kohai?- gli domandò con scherno Habashira. Non sapeva cosa rispondergli, non riuscì a formulare una replica valida e decisa prima di sentire la bottiglia premere con forza crudele contro la sua prostata. Inarcò la schiena e si lasciò scappare un gemito sonoro più forte dei precedenti.
-Era un no?-
Era umiliante, tentò di districare le mani per saltare al collo di Habashira, ma non ne aveva la forza.
Era ancora troppo debole.
-Sei diventato impotente da un giorno all’altro?- domandò sforzandosi di stirare un sorriso derisorio in direzione dell’altro. Poteva scorgere una venuzza ballerina pulsare sulla fronte del maledetto camaleonte. Habashira afferrò la bottiglia e la estrasse da lui senza grazia. Il capitano degli Zokugaku sogghignò a sua volta e premette il dito fra le sue natiche, tracciando un percorso dal perineo all’ano.
-E tu non riesci proprio a trattenerti, eh?- domandò, mentre il liquido della bottiglia fuoriusciva vergognosamente dal corpo dell’altro.
Juumonji moriva di vergogna.
-Va bene,- continuò Habashira -ti soddisferò con piacere.- gli disse, afferrandogli nuovamente le natiche con le mani enormi. Erano davvero grandi e fra i suoi polpastrelli ruvidi, Juumonji poteva sentire la pelle divenire un impasto di fremiti e scosse, così malleabile. Si morse nuovamente le labbra mentre l’altro entrava in lui e si muoveva. Chinato su di lui Habashira gli lambiva la pelle della schiena con la lingua e le labbra, tracciava segni e succhiotti in punti più o meno visibili affondava i denti nella sua carne. Gliel’avrebbe fatta pagare cara, quante volte gli aveva detto di non lasciargli segni sul collo?!
Era ormai allo stremo, perciò, con pochi ma decisi affondi del sesso dell’altro, Juumonji raggiunse l’orgasmo. Il suo sperma gli sporcò l’inguine e l’addome, imbrattando il banco. Gemette a voce alta per qualche secondo, mentre Habashira spingeva in lui, contro la sua prostata per prolungargli il piacere e farlo urlare. Ricadde sul banco, le membra intorpidite.
-Keh, cerca di farti forza, non ho ancora finito!- protestò quello aggrottando le sopraciglia. Juumonji lo fissò in tralice con un'espressione fintamente ebete.
-Sicuro di non essere impotente?-
-Bottiglia?- ripropose il teppista con un ghigno inquietante e uno sguardo da folle psicotico.
Juumonji sbuffò sonoramente, prima di rendersi conto che l’agitarsi di prima aveva sortito qualche effetto sulle corde che lo legavano. Con uno sforzo deciso e l’aiuto di una buona dose di adrenalina e desiderio di vendetta, afferrò Habashira per la maglia e lo rovesciò sul banco.
-Benvenuto all’angolo della resa dei conti, senpai. Lascia che sia io ad occuparmi di te adesso. Sete?- mormorò agitando la bottiglia.
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