Letture Picassiane

Jun 06, 2010 12:08




Picasso a cavallo della capra di bronzo
"Questo non è un altro libro su Picasso: è il libro di Picasso, pensato, raccontato, scritto da Picasso stesso."

Un annetto fa trovai ed acquistai in libreria gli scritti letterari di Pablo Picasso, raccolta a cura di Mario De Micheli di tutte le interviste, i saggi, gli articoli, le poesie e perfino un testo teatrale del grande artista spagnolo.
Un testo illuminante sotto ogni punto di vista, tanto da essere diventata una presenza fissa in borsa e sul comodino.
Ogni volta che mi ritrovo a leggerne un passaggio sottolineato o una frase rubata a caso non posso fare a meno di trovare qualche sfumatura di significato nuova, che magari mi era sfuggita alla prima lettura.
In particolare, mi ha colpita moltissimo il suo insistere sulla priorità del fare rispetto al dire, a ricordare che l'arte si fa con le opere e non con i proclami (Picasso non realizzò mai un manifesto del cubismo, e quando decise di presentarlo al mondo lo fece mostrando "Les demoiselles d'Avignon" senza dare alcuna spiegazione).

"Mi riesce difficile capire l'importanza che viene data alla parola "ricerca" nei riguardi della pittura moderna. Secondo me il ricercare, in pittura, non significa nulla. Trovare: questo è il problema. Nessuno può essere interessato a seguire un uomo che con gli occhi fissi per terra passa la sua vita cercando il portafoglio che il caso può aver buttato sulla strada. Chi trova qualche cosa, non importa cosa, anche se la sua intenzione non era di cercarla, suscita almeno la nostra curiosità, se non la nostra ammirazione. 
Sono stato accusato di commettere molti peccati: ma l'accusa più falsa è che io abbia, come principale obiettivo del mio lavoro, lo spirito di ricerca. Quando io dipingo, il mio scopo è di mostrare quel che ho trovato e non quello che sto cercando. In arte le intenzioni non sono sufficienti e, come diciamo in Spagna, l'amore deve essere provato coi fatti non con gli argomenti. Conta quel che si fa, non quello che si ha intenzione di fare.
Tutti sappiamo che l'arte non è verità. L'arte è una bugia che ci fa realizzare la verità, almeno la verità che ci è dato capire. L'artista deve sapere il modo con cui convincere gli altri della verità delle sue bugie. Se egli nel suo lavoro mostra solo di aver cercato e ricercato il modo con cui realizzare le sue bugie egli non concluderà mai nulla.
L'idea della ricerca ha spesso portato la pittura fuori strada e fatto perdere l'artista in elucubrazioni mentali. Forse questo è stato il principale errore dell'arte moderna. Lo spirito di ricerca ha avvelenato quelli che non hanno pienamente capito tutti i positivi e conclusivi elementi dell'arte moderna e ha fatto loro tentare di dipingere l'invisibile, quindi l'indipingibile."

(Articolo pubblicato su "The Arts", New York 1923)

"Io ho sempre lavorato per il mio tempo. Non mi preoccupo mai dello spirito di ricerca. Esprimo ciò che vedo.
Non mi occupo di "meditazione". Non mi do a "esperimenti". Se ho qualche cosa da dire, la dico nel modo che mi sembra più naturale."

(Articolo pubblicato su "Ogoniok", Mosca, 16 maggio 1926)

Credo che queste parole siano adattissime anche a chi scrive (e a me con le mie pare mentali in particolare).
Consigliano di dare la priorità allo sviluppo di un'idea, al lavoro concreto, piuttosto che alle elucbrazioni sul significato che tale sviluppo comporterebbe e comporta.
A guardare la mole della sua produzione, e all'importanza che ha avuto nella storia (non solo artistica) del '900, non mi sento di dargli torto.
Per cui ecco, magari sarebbe meglio chiudere questo post e rimettersi al lavoro...

sognatori, arte, letture picassiane, scrittura

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