Fabio sembra nato per raccontare storie: a suo fratello Elio fa credere di essere etero e di avere una brillante carriera accademica, quando in realtà è omosessuale e il dottorato lo ha ottenuto per meriti poco scientifici. Ad Alessandro, il suo amante, fa credere di essere perdutamente innamorato, quando in realtà l'unica cosa che desidera da lui è che mantenga il tetto della lussuosa villa sull'Appia Antica sulla sua testa. Infine prova a mentire anche con Theo, un turista che lo ferma per chiedergli indicazioni. Solo che Theo in realtà non è un turista, e sembra leggergli dentro senza lasciarsi ingannare... In una Roma infuocata dalla calura estiva, fatta di baroni dell'archeologia, artisti o presunti tali e arrivisti di ogni risma l'amore, quello con la A maiuscola, costringerà i protagonisti a calare la maschera e imparare ad accettarsi per quello che sono.
Ne parlo da un bel po', su Facebook e anche qui: avevo voglia di una storia che avesse per protagonisti un archeologo e uno scultore. E sì, all'inizio volevo che fosse un thriller, volevo che Theo stringesse Fabio in una spirale autodistruttiva dove l'unica via d'uscita era offrirsi come vittima di una specie di sacrificio, volevo cadaveri acconciati come copie di sculture famose e paginate di dialoghi sulla filosofia dell'arte... solo che non era una roba fattibile, non come primo progetto, comunque. Mi serviva qualcosa di più semplice e nemmeno quella roba sull'ulivo secolare e la faida tra clan che si chiude in maniera rituale lo era.
Quindi sono tornata all'idea di base, la storia romantica.
E ho ripensato a quella coppia di soggetti che se vi potessi fare nomi e fornire dettagli farebbero sembrare la storia tra Fabio e il suo amante una roba da educande.
Da qui l'idea del bugiardo arrivista che crede di fare il furbo accettando la proposta di Theo, e invece viene gabbato.
In senso buono.
E l'idea di Theo che vuole lavorare a una versione scultorea dell'Amor vincit omnia di Caravaggio.
Per molto tempo si è creduto che l'interpretazione del dipinto fosse un omaggio alla bellezza del suo amante, che col suo corpo messo in risalto dalla luce fa passare in secondo piano l'arte tutta.
Ovviamente il messaggio è molto più profondo, la posa a gambe aperte è tipica del trionfo (ed è una posa di matrice religiosa, peraltro) e l'amore che vince tutto lo fa perché è amore per un essere vivente, che vince le arti nel senso che senza di lui (senza l'amore per il vivente, appunto) perdono di significato.
Uno strumento musicale suona se ci sono due mani e un fiato ad animarlo, lo stesso vale per carta e penna, per una tela o un blocco di marmo.
Theo vuole insegnare a Fabio questo, e Fabio si ritroverà diviso tra una crescente attrazione per lui, il senso di colpa nei confronti del fratello Elio, con cui non riesce a fare coming out, e il controverso (e complicato) rapporto con Alessandro.
Il primo capitolo è pronto, ma per ora non ho voglia di copiarlo al pc.
Ma comunque ne riparleremo.