"Se cerchi una mano, la troverai alla fine del tuo braccio"

May 01, 2013 21:12

Ho trovato spesso questa frase attribuita a Audrey Hepburn: non so se sia vero, ma diciamo che rappresenta una sintesi piuttosto completa del mio ultimo periodo.
Questo blog coi suoi lucchetti rappresenta ancora la tana ideale per parlare dei fatti miei, mentre per gli articoli o per i racconti, come sapete, ho deciso di spostarmi qui e qui.
Sul secondo blog, in particolare, sono riuscita a scrivere la recensione di Hunger, che era una cosa che mi premeva fare da un po'.
Amo immensamente quel film e sono fiera di me per essere riuscita a farlo apprezzare sia ai miei che a mio fratello.
Certo, mia madre che era convinta che Fassbender fosse stato dimagrito con la CGI mi ha fatto sganasciare dal ridere (non è vero, lì per lì quando l'ha detto mi sono cadute le braccia) ma alla fine ha capito e per trenta secondi si è fatta anche tentare dall'idea di guardare Shame.
Ovviamente l'ho dissuasa, Fassbender si è dovuto sorbire fin troppe battute sul suo pene per reggere anche quelle le sue.
Mio padre, invece, è rimasto talmente impressionato dalle condizioni dei detenuti a Long Kesh che è una settimana che va blaterando di comprare la gabbia nuova al coniglio.

"Ho paura che si sia fatta troppo piccola."
"Ma se ci passeggia! E poi ti ricordo che passa un sacco di tempo fuori, praticamente la usa solo come letto."
"Lo so, ma non mi sento tranquillo."
"Dov'è finito l'uomo che mi costringeva a fare le maratone di Alien?"
"A proposito, devo mettere a registrare Once Upon a Time."
"..."

Capite?
Mi ha cresciuta a colpi di C'era una volta l'America, Il Padrino e tutti i più beceri film d'azione, e adesso si impressiona per Hunger e si guarda Once Upon a Time.
Che dilusione.

Insomma: è un periodo duro, a volte l'umore finisce sotto la suola delle scarpe -tipo oggi-, al solito tutti son bravi a fare la commedia per telefono anche se poi tocca a me gestire il tutto, ma in qualche modo vado avanti.
Bene, anche, quando mi affido alle parole -queste sì- dello chef Scabin e cucino come amo, cioè mettendo alla porta i cattivi pensieri e vivendo l'istante come un momento di totale comunione con me stessa.
In quell'oretta mattutina esiste solo il rosso della polpa delle fragole, la consistenza vellutata di un sugo appena fatto, lo sfrigolio della cipolla che si rosola etc...
Mi da soddisfazione, così come mi dà soddisfazione vedere i miei mangiare con gusto.
O mangiare io stessa prestando attenzione a ciò che si poteva migliorare.
E ripenso alle cose che avrei voluto scrivere di Alejandro, ritrovandole più vere che mai.

una stanza tutta per sé, oscuri inquilini, life during wartime, un'estate pericolosa, happy family, cinema

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