Passaggio (racconto ma non troppo)

Oct 04, 2012 19:37

La vita non ha musiche di sottofondo o introduzioni epiche.
Non ha rimandi di sceneggiatura.
La vita non è un racconto di Fitzgerald, l'amaro è un retrogusto, non ciò che impregna l'aria.
La vita sboccia per caso, nel bene come nel male, grazie alla combinazione di elementi banali.
Brodo primordiale.
La luce di ottobre, una conversazione distratta, una frase registrata troppo tardi.
Una domanda scappata dalle labbra troppo presto.
Una risposta seguita da una pausa che di nuovo non registro perché gli occhi sono incollati alla strada e le orecchie sono impegnate a inseguire il rombo di qualche motore.
Solo dopo la svolta a sinistra mi accorgo che il silenzio ha una sfumatura strana.
-Sono vedova-, mi dice.
-Ecco perché mi sono sposata due volte-, aggiunge.
L'imbarazzo stavolta non posso ignorarlo perché parte da me.
Quando inizia a raccontare la voce trema.
Sembra un aquilone che fatichi a prendere il volo.
Poi lentamente risale, si fa più salda, come la stretta sui ricordi che sta riportando a galla.
C'era una volta i sedici anni e l'amore, la capitale di un paese lontano e un ragazzo di diciott'anni che si fa diciotto chilometri a piedi sotto la neve per incontrare la sua fidanzata.
C'era una volta una vita che non c'è più.
C'era una volta l'incoscienza, dei sedici a sposarsi con uno che è quasi più ragazzino di te e dei diciotto nel mollare tutto e venire in Italia senza sapere una parola di italiano.
C'era una volta una vita che c'è e da fuori a prima vista non sembra troppo straordinaria, da dentro a volte è suonata patetica (così ha detto) e ora invece sembra uguale a troppe altre.
E non vorrebbe.
(Non dovrebbe).
-Ogni tanto mi dico che dovrei scriverci sopra un libro, ma poi penso che in fondo somiglia tutto troppo a un film e non varrebbe la pena. 
Avrei voluto ribattere qualcosa, qualunque cosa, ma non mi riesce qui e ora, figurarsi con la macchina accostata malamente di fronte al portone della sua casa.

lavorare stanca, una stanza tutta per sé, life during wartime, sognatori, dediche, racconti, filorosso, oscuri inquilini, frammenti sparsi, home

Previous post Next post
Up