Istinti e ricordi

Mar 15, 2011 11:50

Un paio di anni fa Lu mi regalò "Ritratto in seppia" di Isabel Allende, dicendomi che in quel libro c'era una parte di lei che voleva conoscessi e di cui, a parole sue, non sarebbe mai riuscita a raccontarmi.
Uno strano sentimento (allarme? Pudore?) mi ha sempre impedito di andare oltre le prime pagine.
Stamattina, invece, la lettura è iniziata da sé.
Mia madre sostiene che ho ereditato da lei un certo tipo di istinto a prevedere le cose, spero vivamente che si tratti soltanto di suggestione.
Voglio bene a Lu, più di quanto sarò in grado di farle capire mai, e questo suo silenzio nell'ultimo periodo mi allarma.
Mi affido fiduciosa alle mani della Allende, nelle sue pagine so che troverò quel che serve.

Stamattina ho anche trovato un vecchio e polveroso vaso di Pandora, un quaderno con bozze di poesie e racconti che usavo durante i primi anni di università. 
Ne salvo due che hanno una storia speciale dietro, dedicate a loro modo ad altrettante persone speciali che mi hanno dato tanto, e che nonostante la lontananza fisica e geografica continuano ad esserci.



Grata di mani

Grata di mani
E mi ci barrico dietro
con occhi sbarrati,
dilatati da gocce di mondo
in forma di collirio.
Così è più facile da sopportare
E non fa male - non fa male-.

Ho le spalle strette
E fuori fa troppo freddo.
Sono proprio un pessimo Atlante
o è la vita che pesa troppo?
E gli sguardi degli altri
-macchine ai raggi x-
Pronti a mettere a nudo
ciò che nudo non vorresti che fosse
Perché nudo è sinonimo di debole
E la luce è una perfida risata.

Sorridi!
Una fila di denti bianchi
Allineati come una muraglia
E tu non ci puoi saltare dietro.
E così speri nel vento che agita i vestiti
E te li attorciglia addosso
Per farti un favore
-per nasconderti meglio-.

E’ strano voler ostentare il fuori
per nascondere a tutti i costi il dentro
Quando poi chi ti sta di fronte
pagherebbe oro per sapere a cosa pensi.
E’ così che va la vita quando giochi a nascondino,
le macchine parcheggiate nel vialetto se ne vanno
e tu resti fregato e non sai dove andare -tana!-.

Più sottili di uno specchio
non si può diventare
per nascondercisi dietro.
E allora?
Tanto vale scomparire, non è vero?
Non è vero. Ti sbagli.
Il freddo passa e
non ci si può più nascondere.
Si deve uscire e avere coraggio
-avere il coraggio!-
Per mostrare ciò che sei
dentro e fuori,
niente sconti.

Correre, correre, correre,
non fermarsi,
non mangiare,
non voltarsi mai indietro,
non guardare mai troppo avanti.
Non capisco questo tuo stile di vita
Che ti inchioda al palo dei difetti inesistenti
Che ti chiude in faccia la botola dei Chissenefrega
Che ti porta a girarti dall’altra parte
Se ti porgo una mano per uscirne.

Non si può fracassare una testa
come fosse un salvadanaio
Per vedere se per caso dentro è rimasto
qualche spicciolo di buon senso
E allora provo a lanciare un’esca
per cercare di ripescarti
prima che tu vada troppo al largo.

Perché il bene che ti voglio
È insieme lenza, salvagente e Stella Polare.
Ormai non hai più scuse:
seguimi e basta.

Nodo in gola

Cose che non ti ho mai detto,
ora senza più peso né importanza,
leggere come foglie mosse dal vento.
Si staccano e poi cadono a terra
ingiallite, rinsecchite,
pesi morti del cervello,
spazzatura di cui liberarsi o,
meglio, cadavere da occultare.
Il delitto è compiuto.
Il pensiero non si è mai
incontrato col respiro,
non fu mai modellato dalla lingua,
non fu mai nota vibrante.
E’ stato ucciso tra i neuroni
ed è scivolato giù,
inchiostro come acido occultatore
e valido fissante,
perché nulla si crea
e nulla si distrugge,
e ciò che non ti ho detto finisce
su carta morta,
per essere guardato meglio in faccia,
per essere meglio martirizzato.

.

Infine: lj si è mangiato il finale di post, provo a riscriverlo al volo.
Ste aveva provato a chiedere come ci si immagina la propria ispirazione.
In generale ho sempre provato a combattere l'idea di ispirazione, per non fornire ulteriori alibi al mio mix di pigrizia e insicurezza.
Però, siccome giocare è bello e farlo ogni tanto fa solo bene, se proprio dovessi provare a immaginarla direi che somiglia molto alla signorina del mio avatar.
Una pianificatrice che mi tenta con strade nuove, che dovrei popolare di personaggi e verniciare con emozioni.
Quando va bene tra di noi c'è grande complicità; quando va male, invece, si sta ciascuna in un angolo per i fatti propri.
In questo momento stiamo litigando perché a me non piacciono molto i suoi progetti, mentre lei non è convinta dei contenuti.
Speriamo di uscirne quanto prima...

EDIT: mi sono un po' rotta le palle di tutti questi lucchetti. Si riapre.

oscuri inquilini, dediche, racconti, scrittura

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