Titolo: For who could ever learn to love a Beast?
Titolo del Capitolo: Home
Fandom: Glee
Personaggi: Kurt Hummel, Dave Karofsky e altri
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: What if? (E se…), Slash
Conteggio Parole: 1362 (
FiumiDiParole)
Note: 1. Questa fic è stata elaborata circa tre mesi fa ma solo la puntata 2x16 “Original Song” ha preso una vera e propria forma. Causa tempo e voglia non sono riuscita a postarla prima e, anche se ho visto le puntate successive e letto gli spoiler, ho deciso di non cambiare niente di quello che avevo abbozzato. Questione di principio. Tengo tanto a questa fic e ci ho lavorato parecchio<3 spero vi piaccia<3
2. Come si è capito, già da tempo volevo scrivere una fic sul mio cartone/musical preferito “ La Bella e la Bestia”, e mentre lo riguardavo per l’ennesima volta ho avuto la giusta ispirazione per creare questa longfic.
3. Dedicata all’altra metà dell’account che altri non è che la mia dolce metà<3 Ti amo e scrivo tutto questo solo ed esclusivamente per te<3
4. Una piccola dedica anche ai pirati<3 perché siete diventate la mia famiglia e vi voglio bene<3
5. Capitolo di passaggio<3 dal prossimo le cose iniziano a farsi interessanti... credo X°D
{ For who could ever learn to love a Beast? ~
- 10. Home -
Kurt era arrivato stupidamente in anticipo in auditorium per il suo 'appuntamento giornaliero' con David.
Nonostante avessero chiarito la sera prima con gli sms si sentiva in obbligo di farlo anche di persona.
Non si era comportato bene e, visto che teneva all'amicizia dell'altro ragazzo - non si aspettava di potersi affezionare così tanto a Karofsky -, voleva dimostrarsi maturo e guardarlo negli occhi mentre gli chiedeva scusa.
Camminò avanti e indietro sul palco, aspettando con ansia l'ingresso dell'altro, ricordando distrattamente tutte le volte che l'aveva costretto ad ascoltarlo cantare 'Belle'.
Era certo che ormai anche David conoscesse a memoria quella canzone e, sicuramente, anche l'intera opera.
Mille e più volte gli aveva ripetuto quanto lui si vedesse simile a Belle - venendo puntualmente deriso per il fatto che si sentisse 'femmina' - e, a pensarci bene, David poteva passare benissimo per la Bestia.
Era stato maleducato e crudele, impaurito da quello che era ma... infinitamente diverso dentro.
Era una persona di buon cuore, insicura come tanti altri ragazzi della sua età, ed era diventato suo amico.
Solo amico, si ripeté come per fissare bene il concetto, perché anche se Kurt aveva una visione molto romantica della vita, aveva già un ragazzo e in quel caso la Bella e la Bestia sarebbero rimasti solo amici.
Qualcun altro avrebbe sotto l'incantesimo che teneva celato il vero aspetto di David. A quel pensiero si ritrovò a ridacchiare tra sé e sé, sedendosi sullo sgabello del pianoforte.
Stava davvero mettendo la sua amicizia con Dave e la situazione che viveva a confronto con La Bella e la Bestia?
Oh sì, lo stava facendo e si stava anche divertendo! Non si aspettava di certo di trovare così tante similitudini ed era in un certo qual modo dolce, nonostante la ferma convinzione di desiderare solo l'amicizia di David e non un qualcosa di più - quel qualcosa di più poi, a ben pensarci, non sarebbe neanche stato corrisposto: Dave, oltre il famoso bacio, aveva sempre e solo mostrato interesse verso la loro amicizia.
Anche se Kurt si fosse interessato, non sarebbe stato corrisposto e avrebbe inoltre rovinato il loro rapporto.
In ogni caso non era corretto immaginare quelle cose quando era già impegnato con Blaine. Lui adorava il suo ragazzo e non voleva rovinare niente dell’amicizia con Dave e quello era tutto!
Poco dopo il rumore della porta dell'auditorium che si apriva scacciò via ogni pensiero, e sorridendo radioso al nuovo arrivato, scese dal palco.
“ Ciao!”, lo salutò andando incontro al giocatore di football.
“ Ehi…”, David lo fissò quasi stupito, accennando un sorrisetto. “ Sei puntuale.”, constatò.
“ Certo!”, ribatté convinto Kurt.
“ Strano, le femminucce si fanno sempre aspettare.”
Il più piccolo, gli diede un poco convinto pugno sulla spalla.
“ Piantala…”, lo riprese diventando serio. “ Senti… per ieri.”, non doveva tergiversare e dirlo subito: non voleva fare l’errore della notte prima.
“ Va tutto bene Kurt. Devi solo giurare che se i miei fratellini vorranno giocare agli indiani tu ti farai legare senza fare troppe storie.”, David piegò le labbra verso l’alto.
Cercava - si stava sforzando - di continuare ad essere amichevole e di dimenticare tutte le fantasie che la notte prima l’avevano accompagnato all’idea di avere Kurt a casa sua.
Niente di… sconcio. Era solo felice.
Era un piccolo passo quello che voleva fare, una prova per saggiare il terreno familiare.
Kurt però lo strappò dai suoi pensieri appoggiandogli una mano sul braccio.
“ Mi dispiace per come mi sono comportato.”
“ Testardo.”, sospirò Karofsky distogliendo lo sguardo da quelle chiare iridi. “ Ti avevo già perdonato…”
“ Me lo devi.”, ribatté Kurt con un sorriso.
Si sentiva meglio dopo aver detto quelle semplici paroline ed effettivamente non era neanche stato difficile - inoltre, cosa non meno importante, si sentiva anche più leggero.
“ Ancora con questa storia?”
“ Scherzavo!”, ridacchiò il più piccolo per poi guardare ancora l’amico negli occhi. “ Ma… grazie…”
David trovò impossibile non arrossire e, abbassando ancora lo sguardo, borbottò un: “Stupida femminuccia…”
Per Kurt la giornata passata a casa di Dave fu letteralmente indimenticabile.
Dopo la scuola si era fatto accompagnare dall’amico a casa sua e lì aveva conosciuto di suoi fratelli minori, Nina e Adam.
In una parola quei due bambini erano adorabili e… lo era anche David.
Aveva visto nel ragazzo un lato nuovo e inaspettato: estremamente piacevole.
L’aveva osservato giocare affettuosamente con i bambini, parlare e lasciarsi andare ad improbabili interpretazioni alle quali si era poi aggiunto anche lui, divertendosi un mondo a fare la principessa con Nina - fulminando con lo sguardo David quando l’aveva visto ridacchiare per quello - e a raccontare delle adorabili storielle a lei e ad Adam.
Tutto quello aveva un che di tenero e familiare, inoltre era stato bello essere presentato ai due bambini come amico di Dave… ma era stato ancor più fantastico quando questo, al rientro dei genitori, si mostrò tranquillo quando li videro tutti insieme.
David cercò subito di comportarsi con naturalezza, e anche se Kurt aveva intravisto in lui un po’ di incertezza, questa scomparve quando Paul Karofsky e sua moglie, Alicja, si mostrarono felici alla notizia di quell'amicizia.
Così tanto che invitarono Kurt a restare con loro per la cena.
Era stata davvero una giornata memorabile che lo faceva sentire immensamente più vicino a Dave e non mancò di ringraziarlo per quella splendida serata una volta in macchina e sulla strada per casa sua.
“ Mi sono divertito davvero. Grazie per avermi dato questa possibilità.”
" Grazie a te per avermi aiutato con quelle pesti...", borbottò subito in risposta il giocatore di football, cercando di assumere il suo solito atteggiamento burbero.
In realtà era emozionato ed anche felice per come erano andate le cose in quella serata - così tanto che Kurt neanche poteva immaginarlo.
" È stato un vero piacere!", esclamò il più piccolo. " Adoro i bambini e si vede che piacciono anche a te.", gli fece notare con un sorrisetto.
" Non è vero. Mi piacciono solo i miei fratelli.", ribatté Dave, strappando una risatina al cantante.
" Ora... siamo ufficialmente amici, vero?", mormorò poco dopo Kurt, guardando il più grande che si fermava ad un semaforo.
" Già... ti rivelo una cosa... era mia intenzione farlo...", sussurrò.
" Cosa?"
" Vedere la reazione dei miei sapendo che sono amico di..."
" Un gay?"
" Sì e no. Amico anche della persona che ho maltrattato... volevo vedere se... erano fieri di me..."
" Dave...", Kurt sorrise, appoggiandogli una mano sulla spalla. " Ti vogliono un mondo di bene e sempre te ne vorranno, qualunque cosa tu faccia o sia."
" Grazie Kurt...", sussurrò David, guardando il più piccolo negli occhi, ricevendo in risposta un sorriso genuino e sincero.
In realtà, Dave, avrebbe voluto presentare il ragazzo non come amico... ma come un qualcosa di più, ma non gli era permesso considerarlo tale.
Kurt e i suoi atteggiamenti spesso lo confondevano, ma sapeva benissimo che non sarebbe mai potuto essere un qualcosa di più del suo amico... lui stava con quel tipo dell'istituto maschile ed era perfetto per Kurt.
Bello, amante della musica e del teatro e, non meno importante, gay dichiarato e fiero di esserlo. L'esatto contrario di David.
Ormai aveva smesso di odiarlo - c'era stato un periodo in cui l'avrebbe voluto investire o riempirlo di pugni fino a renderlo irriconoscibile. Verso il ragazzo di Kurt in quell'ultimo periodo provava solo tanta invidia per possedere una persona fantastica come il più piccolo.
Diventando suo amico aveva iniziato a conoscerlo meglio, ad andare oltre quelle mere apparenze che l'avevano fatto infatuare di lui... non era una semplice infatuazione, se ne era innamorato e ormai poteva solo sopportare il peso di quel sentimento tanto scomodo per il loro rapporto di amicizia.
Lo ascoltò distrattamente mentre parlava assentendo anche se non sapeva esattamente di cosa stesse parlando - non era sua intenzione farlo, ma faceva male ripensare a quella situazione... -, fermandosi poi una volta davanti a casa Hummel-Hudson.
“ Eccoci qui.”
“ Grazie ancora, anche per il passaggio.”, lo ringraziò ancora Kurt, infilandosi la giacca.
“ Mh…”
“ Domani solito posto?”
David assentì poi lo guardò negli occhi. Non sapeva esattamente che dirgli - o se voleva per davvero aggiungere qualcosa -, in realtà gli mancavano le parole.
“ Oh… beh…”, Kurt, a quello sguardo, si ritrovò stranamente a fuggire sentendosi a disagio. “ A domani…”, e uscendo dalla macchina si diede alla fuga lasciando solo il giocatore di football che, una volta visto sparire il più piccolo dentro casa, poté tornare indietro.