Mar 03, 2015 14:02
Itachi abbassa lo sguardo. I suoi occhi seguono l'intera, sinuosa linea di quel corpo sotto di lui. Quel corpo che lo sta accogliendo, quel corpo che lui stesso sta possedendo. Quel corpo bellissimo e … suo.
- … è sbagliato… - Itachi ansima, carezzandogli il viso con la mano libera - è sbagliato … - ripete sfiorando le sue labbra con le proprie - ti sto sporcando una volta ancora … - aggiunge attendendo che Sasuke si abitui a quell'intrusione … o forse attendendo lui stesso d'abituarsi a quel veleno intossicante che è il corpo di Sasuke.
Ma Sasuke gli sorride. Ed è talmente puro quel sorriso. Non è il sorriso di chi ha vissuto nell'odio, di chi l'odio l'ha sentito sulla propria pelle.
È il sorriso di chi ha perdonato. È il sorriso di chi ama senza chiedere niente ed è il sorriso di chi sta chiedendo tutto. Il sorriso di chi ha bisogno di tutto.
Sasuke non dice niente, ma i suoi occhi, il suo sorriso, il suo corpo aperto per lui e lui soltanto parlano al suo posto. Gli chiedono di amarlo e non lasciarlo, gli dicono che lui è lì. Gli dicono che hanno bisogno di lui. Perché lo amano. Così tanto da star male. Gli dicono che solo lui può farlo sentire così, puro, accettato, completo. Che si sente più puro ora di quanto non lo sia mai stato.
Itachi non può, non deve, non vuole, ma Itachi ama. Tanto da fare male. A stesso e ancora di più a ciò che di più caro ha.
Itachi finalmente lascia andare quei polsi ora arrossati dalla stretta che la sua forza aveva loro inflitto. La mano scivola lungo il viso di Sasuke. Lo tiene con entrambe le mani, ora. Come una sacra reliquia, come un prezioso tesoro.
- … non dovrei .. -
Non dovrebbe, non dovrebbe baciarlo come ora sta facendo, non dovrebbe uscire e spingersi ancora di più in lui come sta continuando a fare. Non dovrebbe desiderarlo come lo desidera.
- non dovrei … ma ti amo … - aggiunge poi, non riuscendo a nascondere il senso di colpa che quel piacere, quei movimenti, tutto stavano provocando in lui.
Sasuke lo guarda, con il respiro ancora affannato da quello sconosciuto dolore, da quel nuovo piacere. Risponde poi con un bacio. Non c'è particolare sorpresa. Ma una devozione piuttosto, che ad Itachi stringe il cuore.
Sasuke muove le mani ancora leggermente intorpidite. Si tuffano tra i lunghi capelli di Itachi.
Lui, i suoi lunghi capelli, li ama da sempre.
Li ha imparati ad amare quando ancora piccolo si divertiva a tirarli per attirare l'attenzione di quel fratello tanto forte ed ammirato da tutti, ma che lui voleva solo per sé. Li ha amati vedendoli muoversi nel vento, quando Itachi si muoveva veloce tra i rami degli alberi durante gli allenamenti che assieme facevano. Li ha venerati quando li ha visti muoversi al ritmo delle sue spinte, al ritmo dei loro bacini, quando li ha visti seguire il ritmo che lui stava dando a quel primitivo incontro d'anime e corpi. Li ha venerati quando li ha visti incollati al sudato corpo di Itachi, mentre questi lo cavalcava sensualmente.
Li ama adesso quando sono un mero pretesto per tenerlo maggiormente accanto a sé, un sensuale sotterfugio per possederlo più di quanto già lo possieda.
I capelli di Itachi sono suoi, anzitutto, ancora prima d'essere dello stesso Itachi.
Itachi si lascia ubriacare dal tocco di quei polpastrelli sulla propria nuca. Itachi è completamente ubriaco di Sasuke. Le mani scivolano lungo tutto il suo corpo. Ne afferra i fianchi, lasciando scivolare i palmi sulle natiche, quanto basta per sollevarlo leggermente verso di sé, quanto basta per affondare ancora di più in lui.
- a-ah … Itachi … - Sasuke morde la spalla del fratello, nello sforzo di contenere strozzati gemiti di doloroso piacere che quella penetrazione gli stava provocando.
Il morso del primordiale serpente è come se riversasse in lui l'eccitante veleno della sensualità che l'amore accompagna il sesso tra amanti.
Inebriato, ubriacato dal serpente, il ritmo dei suoi movimenti si velocizza, le sue mani affondano nelle natiche del fratello che ora, invece, ha abbandonato i suoi lunghi capelli per graffiargli la schiena.
Non s'odono altri rumori nella stanza se non i loro due disperati respiri, i loro gemiti strozzati, i loro "ti amo" interrotti solo dal rumore che la pelle produce nello scontrarsi con altra pelle, che le labbra producono nell'incontrare altre umide labbra.
Sasuke lascia lungo la schiena del fratello profondi segni di possessione. I rossi graffi provocati dalle sue unghie si accompagnano ai segni violaci che i suoi denti, le sue labbra hanno lasciato sulla pelle diafana. Ma non è soddisfatto. Conosce abbastanza Itachi per indovinarne la ritrosia ad esternare i suoi più reconditi desideri. Lo conosce abbastanza per sapere che anche se sente il sesso pulsante di Itachi muoversi dentro di lui, bruciare dentro al suo corpo dannatamente stretto, per Itachi lo stesso Sasuke è ancora una bambola di fragile porcellana.
- … non ti contenere … dannazione … - Sasuke affonda le dita nella schiena ferita - non sono una cazzo di bambola … - tira i lunghi capelli per far sì che i suoi occhi trovino l'antico proprietario - fammi sentire che mi desideri … che sono tuo … e tuo soltanto … -
Itachi si perde nei suoi antichi occhi.
Itachi non deve. Itachi non può.
Sasuke si meritava di più. Non doveva essere suo soltanto. Sasuke si meritava qualcuno di meglio di un assassino che aveva da tempo abbandonato le vestige mortali per discendere nell'Ade, com'era lui. Un assassino che non meritava d'ascendere all'Empireo attraverso la profanazione di quel sacro tempio che invece, ora, stava possedendo.
Itachi però ora vuole assecondare quei desideri perversi di cui lui soltanto era causa. Lo vuole, lo desidera. Non dovrebbe, lo sa bene. Ma Sasuke ansima, Sasuke è stretto e caldo attorno a lui. La sua virilità gli bagna lo stomaco con quel liquido che prelude ad un piacere più intenso. E ora Sasuke sta chiedendo. Ed Itachi null'altro vuole che assecondarlo, farlo stare bene, dargli tutto ciò che Sasuke vuole e che lui può dargli.
- Lo sai che lo sei … -
Itachi si sarebbe pentito domani di quelle parole e di quei pensieri. Sasuke non doveva essere suo … ma ora lo era. Lo era veramente. Sasuke era suo, dannatamente suo, nessun altro lo aveva mai avuto come lo stava avendo lui. Nessun altro. E nessun altro … lo avrebbe mai avuto.
Lo bacia, lo bacia quasi violentemente. Quasi volesse sfogarsi di quei pensieri che non doveva avere. Che erano sbagliati. Quasi volesse replicare i movimenti decisi che portavano la propria erezione ad abbandonare e possedere nuovamente il corpo accogliente del suo, anche se per una sera soltanto, Sasuke, più e più volte.
Sasuke ansima nella bocca di Itachi. Le sue mani impazzite gli graffiano la schiena, percorrono la spina dorsale del fratello, giungono alle natiche dello stesso, le afferrano, tentano di portarlo ancora di più dentro di sé.
Itachi, davvero, non gli basta mai.
E Itachi risponde a quel desiderio, a quelle pulsioni che ormai sono anche le sue. Anche se non dovrebbe. Anche se è sbagliato.
Gli succhia le labbra gonfie ed umide, gli graffia nel natiche, le spinge di più verso il proprio corpo. Affonda totalmente in Sasuke, più e più volte, ripetutamente.
I suoi capelli danzano assieme a lui. È una danza dolce e violenta insieme.
Non sa quanto ancora può resistere al piacere che lo stretto corpo di Sasuke gli provoca. Non sa quanto ancora può resistere al piacere di sapere che Sasuke è solo suo, soltanto suo, nell'anima e nel corpo. Che nessun altro l'ha avuto se non lui. Che nessun altro l'ha visto ansimare e reclamare piacere se non lui. Nessun altro l'ha visto, l'ha avuto, lo ha amato, come sta facendo lui e solo lui ora.
Anche se è sbagliato, anche se non dovrebbe esserlo, Sasuke è suo e questo pensiero lo fa impazzire di quel desiderio che non dovrebbe provare, e lo porta a muoversi ancora di più, ancora più velocemente dentro e fuori di lui, come volesse ribadire, ogni volta, ad ogni movimento, ad ogni affondo, che Sasuke è davvero suo, solo suo, e che a nessun altro avrebbe permesso di avvicinarsi a quel che ora era suo. Come se lo volesse ribadire a se stesso e allo stesso Sasuke che ora che era suo di nessun altro sarebbe più stato.
Bellissimo, perfetto, il suo Sasuke, stretto e caldo intorno a lui, che gli stava donando corpo ed anima, il suo meraviglioso diamante grezzo che si è abbandonato a quello sporco assassino, quel serpente che s'era fatto agnello, quel fratello che s'era fatto suo amante.
Il Suo Sasuke.
Sasuke è come in estasi. Non pone più resistenze. Si è aggrappato ai capelli di Itachi con le proprie mani, ne ha cinto la vita con le proprie gambe che quasi tremano a quel sensuale ritmo. Sasuke si lascia guidare e possedere. Non pone più resistenza. Ha buttato la maschera.
Itachi sta possedendo il suo corpo. Itachi sta possedendo il suo stesso cuore.
Sasuke ansima, geme, invoca il nome del fratello. Sente i lenzuoli di seta scivolare sotto al proprio corpo in balia di quella sensuale furia.
Sasuke non aveva mai visto Itachi così impazzito dal piacere. Sasuke non avrebbe mai pensato che Itachi potesse farsi trascinare in modo così completo. Mentre si aggrappa al corpo dello stesso Itachi, mentre lo sente uscire ed entrare in lui più volte, Sasuke si compiace d'essere il solo in grado di provocare nel suo stoico amante tali complesse sensazioni. È un pensiero che lo nutre d'inumana soddisfazione.
E nemmeno comprende più se è la virilità del fratello che s'appropria più e più volte del suo umano involucro o, piuttosto, la consapevolezza d'appartenere, ora totalmente, a colui che gli apparteneva da sempre, a portarlo al limite della sopportazione di quel doloroso piacere che il suo amante gli stava regalando.
Forte, perfetto, sempre perfetto, il suo Itachi, che bruciava dentro di lui, il suo Salvatore, il suo Dio che s'era fatto assassino per lui e lui soltanto, quella vittima che per lui era vissuta e per lui s'era lasciata morire, quell'Angelo che in suo nome s'era fatto Demone, quel fratello che s'era fatto suo amante.
Il Suo Itachi.
Itachi conosce ogni cosa di Sasuke. Ne conosce le pulsioni profonde. I suoi gemiti si fanno più vicini, strozzati, intossicanti.
Per quello Itachi, lasciando a Sasuke il gravoso compito di mantenere il proprio corpo sollevato, formando quell'angolo che aveva scoperto recargli maggiore piacere, torna con la propria mano a quell'obiettivo che già aveva in precedenza sfiorato.
Itachi afferra la mascolinità del fratello. La sua mano si muove allo stesso ritmo del proprio corpo. Cerca, attraverso le proprie mani, attraverso le callose falangi, di recare piacere all'uomo che stava contendendo parte del proprio corpo e l'interità della propria vita.
Sasuke è stretto da due piaceri di diversa natura, ma della stessa intensità. Non crede di resistere a lungo. Non crede di poter contenere più il proprio orgasmo.
- I-Itachi … d-dannazio- -
Itachi lo interrompe con un bacio perché Sasuke doveva concentrarsi solo sul proprio piacere. Non doveva pensare a lui. Lui non era importante. Non lo era mai stato. Sasuke era importante. Lui solo lo era.
Entrambe le lingue si intrecciano. Itachi spinge ancora di più dentro di lui, dentro a quel corpo che era è umido e bagnato, dentro quel corpo che non resiste più al suo membro gonfio e bisognoso.
Intuisce quello che sta per avvenire. Sono i gemiti strozzati di Sasuke, la sua mano destra tra i capelli, la sinistra a graffiargli la schiena che anticipano l'evento.
È dannatamente eccitante intuire l'ormai prossimo orgasmo di Sasuke. È eccitante perché è lui che glielo sta provocando. È eccitante perché Sasuke non ha mai riversato il proprio seme nelle mani di nessun altro. È eccitante perché Sasuke non è mai stato tanto vulnerabile come lo è in questo momento.
Poi, finalmente, Sasuke si lascia andare. Trema avvinghiato al fratello maggiore. Gli morde la spalla una volta ancora, si stringe maggiormente a lui. Poi ansima rumorosamente mentre riversa il proprio biancastro seme tra le dita del fratello che ancora non si sono placate, come volessero, fino all'ultimo, regalargli tutto il piacere che si meritava.
Itachi lo attira in un altro bacio soffocante, mentre le sue dita ne raccolgono il seme caldo, mentre l'altra sua mano gli carezza il volto.
La sensazione che lo invade è troppo forte. L'odore dello sperma unito agli occhi lucidi di Sasuke, lo rendono quasi pazzo. Sasuke che tenta di riprendere fiato, ha le guance arrossate, i capelli scompigliati.
È talmente bello e perfetto che Itachi quasi non riesce a guardarlo.
Itachi non deve. Non deve sporcare quel corpo. Ne ha già sporcato abbastanza l'anima innocente e pura.
Itachi non può. Non può lasciare che i suoi vili ed umani istinti prendano sopravvento ancora di più del suo corpo in balia di quel meraviglioso serpente.
Itachi non vuole. È sbagliato, è così sbagliato abbandonarsi ai sensi, abbandonarsi al piacere. Lui non lo merita. Lui doveva essere anche stavolta uno strumento e nient'altro. Doveva dare a Sasuke il piacere che si meritava, che gli doveva. E basta. Null'altro. Doveva respingere quel piacere che sentiva salirgli nella gonfia virilità che pulsava ancora dentro al corpo di Sasuke.
La sua vista si annebbia. Il cuore batte ad un ritmo più sostenuto. Il grande Itachi Uchiha si rivela l'essere debole che in fondo è sempre stato quando si trattava di Sasuke e Sasuke soltanto.
- S-sasuke … aspetta … - cerca di mormorare, nel tentativo d'allontanarsi dal suo viso.
Ma Sasuke sa, conosce Itachi fin troppo bene. Non gliel'avrebbe permesso. Non doveva negarsi il piacere. Sasuke non lo voleva. E non era soltanto un atto di pura disinteressata generosità quello, ma piuttosto il suo egoistico desiderio di possedere ogni singola cosa che Itachi avesse, che fosse il suo cuore, che fosse il suo corpo, che fossero i suoi capelli, che fosse il suo seme.
Ogni cosa di Itachi apparteneva per diritto a Sasuke e a Sasuke soltanto. Itachi era suo. Itachi era suo quando era lui a possedere il suo corpo, Itachi era suo quando lasciava che lui possedesse il suo corpo. Non cambiava affatto la sostanza di fondo: quella malata ossessione che aveva per Itachi, quel totale amore, erano la stessa. Solo lui poteva provocare quel piacere ad Itachi. Solo lui.
- NO! - le gambe si stringono maggiormente alla vita del fratello maggiore, le mani si aggrappano ai madidi fili d'ebano - Non devi lasciarmi! -
Nemmeno si rende conto, Sasuke, che quella richiesta ha quasi un tono fanciullesco, come quando, da bambino, domandava attenzioni da quel fratello che tanto ammirava. Non si rende conto, Sasuke, delle parole che dice. Del desiderio che esprime. Degli occhi, grandi e neri, che sono lucidi di lacrime. Della voce ancora affaticata da quel profondo orgasmo provato tra le mani fraterne.
Itachi non sa cosa replicare. È spiazzato. È come se un intero convoglio d'emozioni avesse attraverso il suo animo impuro. Sasuke è più bello e puro che mai. Anche ora che lo aveva sporcato. È ancora una tela bianca, è ancora un bambino. È perfetto.
- Ti prego … non devo … sporcarti … - mormora, facendo appello alle ultime forze rimastegli, facendo appello a ciò che rimane della dignità di quello che un giorno lontano fu il ninja più temibile di tutti - ti prego … -
E a quella preghiera, ridondante, a quella preghiera strozzata, Sasuke sorride, quasi intenerito. La sua voce sì è fatta più calma, anche se le sue guance sono ancora arrossate e il suo respiro affaticato.
- Non l'hai mai fatto. Non lo farai mai! Ed io ti voglio. In qualunque cazzo di modo tu sei mio! -
Sasuke è più bello e puro che mai. Ed Itachi non si merita quell'essere perfetto. Non si merita il suo corpo, nemmeno il suo cuore, tanto meno la sua anima.
- N-Non ti merito … non merito … -
Ma non termina nemmeno perché è Sasuke nuovamente a interromperlo, prendendogli il viso tra le mani, portando i suoi occhi a cercare il loro antico possessore.
- Smettila! Tu non sei più una pedina! Tu meriti! Io ti amo dannazione! -
Sasuke quasi piange. E non se lo spiega nemmeno. Forse perché Sasuke è ancora una tela bianca. Forse perché Sasuke è anch'esso debolmente umano.
- Ti prego … Itachi … fallo per me … se non vuoi farlo per te … -
Forse perché solo ora ha compreso a fondo il dolore che logora il suo e suo soltanto Itachi, in ogni singolo giorno di quella vita che lui gli ha così egoisticamente imposto.
Itachi non sa nemmeno se sta piangendo o se è solo il madido sudore che quella lunga sessione d'amore aveva portato con sé che gli appanna la vista.
Itachi non si merita tutto questo. Itachi non si merita perdoni, non si merita piaceri. Non si merita amore. Itachi non si merita Sasuke. Itachi non si merita nulla.
Non deve, non può, non vuole.
- Ti amo tanto Sasuke … perdonami se puoi … -
Ma Itachi ama. Così tanto che il cuore gli fa male. Così tanto che chiude quelle labbra di quel bambino, anzi … di quell'uomo, di quel fratello che era sotto di lui, con un bacio soffocante. E si spinge il lui, una volta ancora. L'ultima. Ansima nella bocca di Sasuke, come se volesse chiedergli perdono di quell'amore tanto potente che prova per lui.
La mano coperta dal seme fraterno si sposta per afferrargli maggiormente la gamba e tenerla sollevata nel modo in cui sentiva dargli più, egoisticamente, piacere. L'altra mano gli tiene il volto. La sua fronte si appoggia su quella di Sasuke. Il suo corpo è scosso da un brivido. Da un piacere sbagliato e tanto giusto insieme. Il suo corpo è allo stremo. Si abbandona a ciò che non ha mai meritato. Si abbandona a ciò che Sasuke gli ha regalato. Si abbandona a Sasuke.
Geme. Geme come non aveva mai fatto prima. Il suo corpo è attraversato da un lungo brivido, mentre riversa il suo peccaminoso seme nel corpo del fratello. Mentre prende tutto ciò che resta di quell'anima pura, mentre ne sporca la tela con proibiti colori.
Itachi non pensava che fosse possibile provare tanto amore, tanto dolore e tanto piacere tutti insieme. Ancora una volta è stato Sasuke ad insegnargli quei sentimenti.
Sasuke ansima insieme a lui. Rabbrividisce nel sentire il caldo liquido invaderlo e quasi lenire il bruciante tepore. Trema nel sentire Itachi abbandonarsi in tutto e per tutto a lui, e a lui soltanto. È soddisfatto, è felice. Perché ora ha visto tutto di Itachi, ne conosce ogni più intimo pensiero ed azione.
Perché ora Itachi è completamente suo e lui appartiene totalmente ad Itachi.
Sasuke lo abbraccia. Sorride. Lascia scivolare le sue mani stanche attorno al suo collo, lo attira, lo tiene a sé, quasi volesse proteggerlo da quella colpa che sapeva star sconvolgendo, devastando l'anima di Itachi.
- Va tutto bene Itachi … - gli sussurra carezzandogli i capelli e gli occhi bagnati da lacrime, lasciando che appoggiasse la testa sopra il suo petto. Lasciando che si abbandonasse completamente agli ultimi spasmi che quel corpo stava ancora provando dentro di lui.
Itachi alza lo sguardo. Incontra gli occhi che una volta furono suoi. Incontra quell'uomo che ora era suo. Davvero completamente suo. Allunga una mano per attirarlo a sé e baciarlo. Nulla ora sarebbe stato lo stesso. Lo sentiva, lo capiva.
- È sbagliato … ma ti amo … - gli mormora solamente, mentre si muove lentamente, fin tanto che basta al suo membro ormai stanco di uscire da quel corpo che era stato il suo tempio.
Sasuke rabbrividisce a quella sensazione, a quel liquido che parzialmente scivola fuori dal proprio corpo. Poi però alza gli occhi su Itachi e gli bacia la fronte. Lo tiene stretto al proprio corpo. Sasuke non si è mai sentito così tanto bisogno di proteggerlo. Perché sa che Itachi non sarà in grado di perdonarsi così facilmente, perché sa che Itachi non sarà mai in grado di perdonarsi davvero. Per quello lui è lì. Per quello sarà sempre lì.
- Non lo è. Non lo sarà mai. Tu non sei più uno strumento. Tu meriti. Ed io merito - una piccola pausa, solo per baciare una volta ancora il capo corvino -Noi ci meritiamo d'essere felici, Itachi … alla faccia di chi ci ha voluto male … - la sua voce ora è gentile. Calma, tranquilla.
Itachi alza gli occhi verso di lui. Lo fissa. Davanti a lui non c'è più un ragazzino indifeso. Davanti a lui c'è un uomo che ha preso coscienza di cosa la vita voglia significare. Suo fratello. Suo amante. Inizio e fine d'ogni sua singola cosa. Sua unica speranza.
Itachi non crede alle sue parole. O forse ha paura nel crederci. Lui sa che non merita niente. Anche se Sasuke gli sta dando tutto. Proprio quella persona a cui lui aveva tolto tutto.
Itachi però chiude gli occhi. Lascia che Sasuke lo tenga stretto. Fa cadere la sua maschera, tra quelle braccia forti, ma gentili.
Sasuke gli carezza i capelli. Ascolta il cuore di Itachi riprendere un ritmo normale. Ascolta quel cuore che sentì morire e rinascere davanti ai suoi occhi.
Sasuke è convinto che sarà in grado, prima o poi, di far comprendere ad Itachi che lui merita, che una prossima volta esiste. Che loro stessi sono quella prossima volta.
Perché glielo doveva. Perché lo amava. Perché Itachi lo aveva salvato in tutti i modi in cui una persona poteva essere salvata.
Non si è pentito mai, nemmeno una volta, di quella scelta di averlo riportato in vita, accanto a sé. Anche se è stata una scelta egoistica ne è valsa la pena. E lo farà capire anche ad Itachi, un giorno.
Sasuke conosce tante cose di Itachi. Ora ne conosce anche i più profondi gemiti che gli scavano l'anima quando s'abbandona al culmine del piacere.
C'è una cosa che però, forse, Sasuke non sa.
Se qualcuno avesse domandato ad Itachi cosa significasse per lui "salvezza e redenzione, amore e desiderio, vita, morte e rinascita", solo una parola sarebbe uscita dalle sue labbra: Sasuke.
Itachi Uchiha era stato definito in tanti modi durante il breve arco della sua vita.
Eppure, se qualcuno glielo avesse chiesto in quell'esatto momento, stretto tra le braccia dell'unica persona che avesse mai amato, l'unica definizione di se stesso che lo stesso Itachi avrebbe trovato adatta sarebbe indubbiamente stata: umano.
E per un momento, un momento soltanto, non gli sembrò nemmeno così sbagliato.
fandom: naruto,
titolo: amandoti ti chiederò perdono