Titolo: Responsabilità
Fandom: Originale
Personaggi: Ephram/Daniel, Billy
Beta reader:
ellepiRating: verde
Avvertimenti: slash, fluff
Note: scritta per il Fluffathlon
fanfic_italia.
Riassunto: Daniel e Ephram alle prese con il loro nuovo nipotino.
Responsabilità
-Ciao, rospetto.-
-Ehi, non è un rospo! È bellissimo!-
-Ma era in senso affettuoso!-
-Allora chiamalo cucciolo!-
-Ma rospetto da più l’idea di lui! Guardalo!- Daniel posa delicato una mano sul corpicino tra le braccia di Ephram -Ha le gambette e le braccine rannicchiate, e poi è microscopico!-
Ephram ride sommessamente -Ovvio, ha tre giorni! Che ti aspettavi? Anche Leo o Nora erano così quando sono nati, ricordi?-
Daniel osserva il neonato nel pagliaccetto verdino tenue e ascolta incantato il suono ritmico e umidiccio della sua poppata.
-Lui è più piccolo!- Decreta facendo ridere il compagno. Il bambino apre i suoi occhi e li fissa su di lui, vacui. Daniel sa che è troppo piccolo perché veda perfettamente, ma il brivido caldo che sente scendere per la sua schiena lo avvisa che quello sguardo avrà per sempre un potere ammaliante su di lui, e probabilmente su chiunque altro.
-Paco mi ha chiesto di essere il suo padrino.-
La voce di Ephram lo sorprende. Alza gli occhi in cerca dei suoi, ma quello tiene il viso chinato su quello del piccolo mentre è intento a sfilargli di bocca il biberon ormai vuoto.
-Cosa? Davvero?- Chiede lui prendendolo dalle sue mani e riponendolo sul tavolo prima di accucciarsi davanti al suo compagno e al figlio dell’uomo che considera uno dei suoi migliori amici, anche se non lo ammetterà mai davanti a lui.
Ephram annuisce ma non stacca gli occhi dal corpicino fragile che sostiene tra le braccia -Dice che visto che gli ho scelto il nome dovrò anche prendermi la responsabilità di spiegargli perché deve chiamarsi William e non qualcosa di più comune.-
Nonostante tutto Daniel ride poggiando una mano sul ginocchio del suo amore e chinando la testa sopra il proprio dorso -Paco è sempre il solito bastardo, eh?-
- È fatto così.-
-Sai vero che quella è la scusa ufficiale? Te l’ha chiesto perché ti ama e sa che faresti di tutto per adempiere al meglio ai tuoi doveri di padrino.-
Ephram fa un mezzo sorrisino e accarezza con un dito la guancia piena del bebè che agita i pugnetti sbadigliando assonnato -Sono terrorizzato. E se faccio qualche cazzata?-
-Ehi! E io che ci sto a fare? Sono o non sono il tuo Azzurro?- Scherza, ma sa che Ephram leggerà anche la promessa di sostegno che avrà sempre da lui, e infatti eccolo lì il sorriso grato e la carezza appena accennata sulla testa per farlo allungare verso di lui e prendersi il suo meritato bacio.
Daniel si sostiene con le mani sulle sue ginocchia e inclina la testa di lato schiudendo le labbra e sentendo finalmente il sapore del suo compagno esplodergli di nuovo nella bocca.
È un sapore che ormai lo accompagna sempre, più come un sentore di retrogusto che un sapore vero e proprio, ma Daniel sa che è l’unico motivo per cui non va in depressione quando Ephram è lontano. Quello e l’armadio pieno di abiti con il profumo intossicante di Ephram.
Quando si tira indietro socchiude gli occhi per guardare il suo amore, e si trova a specchiarsi in un paio castani e incredibilmente espressivi che lo hanno fatto innamorare dal primo momento.
Ephram sospira e abbassa lo sguardo sul neonato poggiato su di lui e gli dà un buffetto lievissimo con l’indice della mano sinistra, quella che non lo regge.
-Ehi, Billy, ti va bene che io sia il tuo padrino?- Chiede con un sussurro a cui risponde solo un gorgoglio indistinto uscito da quelle labbra piccolissime e schiuse in uno sbadiglio che fa ridere l’uomo seduto nella poltrona.
-Io dico che è un sì.- Ridacchia l’altro curvo sugli altri due prima di poggiare un bacio sui capelli castani del suo uomo e abbracciargli una spalla.
Non gli interessa che la posizione sia scomoda, ora come ora vuole solo abbracciare la sua famiglia.