Titolo: ‘Cause we don’t have long, gonna make the most of it
Autore:
koorime_yuFandom: RPF Supernatural
Pairing/Personaggi: Misha Collins/Jensen Ackles (Jensha ♥)
Rating: Nc17
Charapter: 1/1
Beta:
hikaruryu ci ha sbavato su se l'è ciucciata amorevolmente
Words: 1256 (
fiumidiparole)
Genere: erotico, romantico, introspettivo
Warning: sesso descrittivo, slash
Summary: Misha, Jensen e una camera da letto
Note:
hikaruryu voleva del porn Jensha e io gliel’ho dato alla
Notte Bianca di
maridichallenge sul suo prompt: “Supernatural Cast RPF - Jensen Ackles/Misha Collins - Lentiggini” u_u
Il titolo è rubato a
One day too late dei cantastorie ufficiali di Supernatural degli Skillet ♥
DISCLAIMER: vorrei tanto possedere Misha, ma no, né lui né nessun altro mi appartiene .__. Neanche Jensen, no *sigh*
L'aria della camera era satura dei loro respiri - calda, bollente e odorava di sesso - le lenzuola erano fradice sotto i loro corpi, dopo aver accolto per ore sudore, sperma e saliva.
Misha spinse in avanti ancora una volta, adorando lo schiocco sordo che il suo bacino provocò contro le natiche nude e arrossate tra le sue mani. Oh, Cristo sì, era fantastico, era perfetto. Jensen, sotto di lui, ansimò e gettò la testa indietro, socchiudendo gli occhi liquidi di piacere, spingendosi all’indietro, tendendo i muscoli e piegandosi sugli avambracci per sostenere il proprio peso e quello delle sue spinte.
Misha strinse la presa sui suoi fianchi, gemendo alla visione della pelle sotto le sue dita, che sbiancava prima di arrossarsi gradualmente, lasciando la sua impronta sul corpo martoriato dell'altro - a volte desiderava che restasse marchiata a fuoco come quella che Castiel aveva lasciato sulla spalla di Dean. Più tardi, Jensen si sarebbe lamentato per avergli lasciato tutti quei segni, ma in quel momento non gli importava, adesso l'unica cosa che chiedeva, l'unica che continuava a ripetere in una litania senza fine, era un’altra: "Sì, sì, Mish, sì!".
Jensen si arricciò sotto di lui, stendendo le braccia e la schiena fin quasi al dolore, strattonando le lenzuola, mordendosi le labbra e premendo la fronte contro il materasso, mentre allargava di più le gambe e puntava le ginocchia per accogliere meglio le spinte che l’amante gl'infliggeva, senza sosta.
Misha si piegò, coprendolo con tutto il corpo, e gli passò un braccio attorno alla vita. Intrecciò le dita dell’altra mano a quelle che strattonavano le lenzuola, per spingere di più, per sentirlo ancora gemere il suo nome in quel modo fottutamente erotico che gli scioglieva le viscere e gli dava alla testa. Era una droga, quel gemito. Era una droga, lui.
Jensen ansimò, gettando la testa all'indietro quando sentì i fuochi d’artificio esplodergli nel basso ventre, e lui ne approfittò per mordere e succhiare ogni centimetro di collo e viso che riuscisse a raggiungere. Poi fu l’orecchio a venire torturato, facendolo tremare da capo a piedi, mentre tratteneva il fiato e poi lo lasciava andare in un suono graffiante e denso che sembrò coprire qualunque altra cosa, colandogli lungo la schiena.
Misha non riuscì più a trattenersi. I suoi fianchi scattarono con foga, mentre con il corpo lo spingeva sempre più giù, schiacciandolo contro il materasso, bloccandolo e obbligandolo a restare fermo e subire. E sembrò che Jensen non aspettasse altro, perché gli ci vollero esattamente tre spinte profonde e violente affinché venisse con un urlo che gli graffiò l'anima, facendogli rizzare i capelli sulla nuca. Misha serrò i denti sulle labbra e continuò a spingere nel corpo teso e vibrante sotto di lui, continuò mentre lentamente lo sentiva rilassarsi e gemere, offrendosi con languido abbandono ai suoi assalti - e se adorava averlo stretto e ringhiante, amava sentirlo caldo, morbido e accogliente come in quel momento. Nulla lo spingeva oltre l'orgasmo meglio della sensazione della carne di Jensen che lo accoglieva arrendevole, dandogli la stessa sensazione di pace e soddisfazione che si percepisce mettendo un primo piede in casa dopo un lungo viaggio.
Sbatté le palpebre ripetutamente per combattere l’annebbiamento dato dal troppo piacere, stringendo la mano nella sua - sentendola rispondere con la stessa intensità - e scattò con i fianchi ancora una, due, tre, quattro volte prima di sentire la pressione esplodere dal basso e accogliere con gioia lo spasmo dell'orgasmo.
Rimase ad ansimare a bocca aperta, sentendo le labbra bruciargli per l'azione continua di denti e lingua, fino a quando le forze non lo abbandonarono e si rilassò sul corpo dell’altro con un sospiro deliziato. Aprì gli occhi - che non si era neanche reso conto di aver chiuso - e si ritrovò a guardare un delizioso quadratino di spalla nuda, dove posò un bacio umido e carico di affetto, sperando che raggiungesse il destinatario. Se anche ne fosse arrivato solo metà, sarebbe stato abbastanza.
Jensen sospirò, questa volta sorridendo - e sì, forse era inquietante che riuscisse a capirlo da un sospiro, ma non gliene importava, e Jens non se ne lamentava certo - e si voltò al di sopra della spalla per cercare le sue labbra, ad occhi chiusi. Baciava sempre ad occhi chiusi, rilassato e assolutamente pacifico, come se non avesse alcun altro pensiero, come se non fossero in una camera di hotel a rubate attimi alle loro vite perfette - e lo erano davvero e loro le amavano, ma non erano abbastanza, non lo erano mai - ed era una cosa che lo mandava ai matti e lo conquistava ogni maledettissima volta.
-Ehi.- disse Jensen con voce arrochita, una volta separatisi, socchiudendo gli occhi, sfoggiando l’espressione più soddisfatta che occhi umani avessero mai visto.
-Ehi.- rispose lui di rimando, stringendo un po' la presa sui suoi fianchi, riprendendo a lambirgli le labbra con dolcezza.
L’altro rise, tirandogli piano il labbro inferiore con i denti e arcuando un po’ la schiena all’indietro per riuscirci. -Credi di potermi scendere di dosso, adesso? Cominci a essere un po' pesante.- smozzicò, tra un morso e l'altro. Misha parve pensarci, rispondendo a ogni attacco di denti con uno equivalente.
-Uhm, suppongo di potertelo concedere, sì.- acconsentì alla fine, rotolandogli accanto. Non passò neanche mezzo secondo, che se lo riprese tra le braccia, sistemandoselo contro il petto. Jensen non oppose resistenza, spalmandosi su di lui senza alcuna remora, intrecciando le gambe con le sue e strusciando il naso contro il suo collo prima di lasciarsi andare a un sospiro di soddisfazione.
Misha sorrise, voltandosi a guardarlo e ritrovandosi di fronte a un primo piano mozzafiato di quel mare di lentiggini che rubavano la sua concentrazione - gli erano mancate, dio se gli erano mancate in quelle settimane. Tra le ore che l’altro passava sul set, le convention, le interviste e il tempo per la famiglia, non erano riusciti a vedersi granché e adesso ne subiva le conseguenze, convivendo con il desiderio di poter rallentare il tempo, di cristallizzarlo e impedirgli di far scivolare quella notte via dalle sue dita.
Per distrarsi dai suoi stessi pensieri, sistemò la presa su di lui, lasciando che una mano scivolasse a stringergli possessivamente un fianco, mentre l'altra salì più su, verso la nuca, dove s'immerse tra quei capelli morbidi e assolutamente fantastici - dio, com’era possibile che non ci fosse un angolo di quel corpo che non ispirasse sesso e coccole? Non era normale, ma... che diavolo, era tutto suo e chi era lui per lamentarsi?
Mosse appena le dita, mentre le labbra gli posavano un bacio sulla punta del naso, e sorrise quando dalla gola di Jensen sgorgò un mugugno carico di soddisfazione. Ed eccolo lì, il suo gattone coccoloso, che avrebbe preso possesso del suo maschio da letto per almeno la seguente ora.
Era divertente notare, per chi lo conosceva, che Jensen era coccole-dipendente e che avrebbe fatto carte false per riceverne - ma solo da pochi, fortunati eletti. E il fatto che lui fosse tra questi e, soprattutto, fosse l’unico, oltre Danneel, ad avere l’onore di dispensargli quelle post-orgasmo, lo faceva gonfiare d’orgoglio e venir voglia di ridere.
Ridacchiò davvero quando un gemito lamentoso gli fece notare con disappunto che stava venendo meno al suo dovere, e riprese a muovere le dita delicatamente. Dopotutto, era vero che avevano ancora tutta la notte davanti, ma prima avrebbe soddisfatto quel lato di Jensen, prima avrebbe potuto riprendere a molestarlo come più preferiva.
E magari, nell’intramezzo, avrebbe scattato qualche foto da caricare su Twitter, giusto per divertirsi un po’.
Fine.