Titolo: Love is blind. And sometimes, it’s a bitch
Autore:
koorime_yu Fandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Sam, Castiel, Dean (Destiel ♥)
Rating: NC17
Charapter: 7/7
Beta:
hikaruryu Words: 3606 (
fiumidiparole )
Genere: Commedia, Avventura, Erotico, Angst, Romantico, Introspettivo.
Warning: Spoiler, Slash (of course), maltrattamento di Winchester, Scene di sesso descrittive.
Summary: Castiel deve recuperare una reliquia sacra e per farlo chiede aiuto a Sam e Dean. Ma un Cupido trama nell’ombra per sfruttare la Lancia e compiere il Destino. Perché ormai le frecce sono fuori moda...
Note: allora, prima di tutto questa storia si posiziona, ipoteticamente dopo la 6X14 e prima, quindi, che Balthazar si ricordi di essere amico di Castiel e lo affianchi nella guerra contro Raphael.
In secundis: grazie a
hikaruryu per avermi dato una mano con il betaggio, oltre che avermi sopportato durante tutta la fase di scrittura (un parto, davvero), e a
thirdmoon91 per questo meraviglioso, bellissimo, perfettissimo banner. Hanno fatto entrambe un lavoro stupendo e io non potrò mai ringraziarle abbastanza *piange amore*
Cos’altro dire?
Spero che vi piaccia almeno un po’ così commentate ♥ perché, nonostante il dolore e la fatica (immensi, credetemi) per scriverla, mi sono divertita e la amo alla follia. Anche perché, a ben vedere, è la prima storia impegnativa che scrivo su questi due.
Bene, non mi resta che dirvi: buona lettura!
DISCLAIMER: Non mi appartengono, non ci guadagno nulla.
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And it's you and me and all other people
And I don't know why, I can't keep my eyes off of you [1]
Quando si risvegliò, Dean aveva ancora un’imprecazione sulle labbra.
-Figlio di... Mmmh...- mugolò, tirandosi su e strofinandosi le mani sul viso. A giudicare dalla luce che inondava la stanza vuota, attraversando le tende malamente tirate, doveva aver dormite davvero tanto. Troppo per i suoi gusti.
-Ehi.- lo salutò Sam uscendo dal bagno -Come ti senti?-
-Intontito.- rispose lui, alzandosi lentamente dal letto e constatando che il dolore era sparito quasi del tutto. -Dov’è quel bastardo?- domandò, guardandosi attorno. Non poteva essere andato troppo lontano, no?
-Uhm… non c’era ieri sera, quando sono tornato.- disse Sam -Credevo lo avessi convinto tu, visto che manca anche la Lancia.-
In un certo senso, pensò Dean, cercando di ignorare quella fitta di delusione al centro del petto. Dopotutto era quello che voleva, no? Che Castiel tornasse in Paradiso e la piantasse di stalkerarlo.
-Dean? Tutto bene?- lo richiamò la voce di suo fratello. Lui lo guardò per un attimo senza vederlo realmente, poi annuì.
-Sì, sì, certo.- biascicò, cercando di metterci convinzione. Si strofinò il retro del collo, i muscoli che protestavano veementemente, superando Sam e sparendo in bagno. -C’è una tavola calda a mezzo miglio da qui, vero?- chiese, ignorando la presenza di suo fratello appoggiato allo stipite della porta e i suoi occhi fissi su di lui. Cominciava ad odiare quella sensazione.
-Tornerà, vedrai.- rispose invece l’altro, vanificando così i suoi tentativi di concentrarsi su altro che non fosse l’assenza di Castiel. Grazie tante, Samantha.
-Sì, beh, quando lo farà lo accoglierò con un bel pugno, giusto per ringraziarlo di avermi abbattuto di nuovo!- sbottò lui, rifilandogli malamente tra le mani l’asciugamano e tornando verso il letto. Prese una maglia dalla borsa e se la infilò, seguita dalla giacca di denim e le scarpe.
-Forza, andiamo.- disse, afferrando le chiavi dell’Impala -Ho voglia di pancake.-
***Una settimana dopo raccolsero tutte le loro cose e ripartirono. In realtà, Dean sarebbe voluto partire per raggiungere finalmente la California molto prima, ma Sam lo aveva obbligato a riposare e aspettare.
-Il male non conosce tregua.- aveva brontolato lui un pomeriggio, caricando la macchina e scrollando poi le spalle all’espressione sorpresa e divertita del fratello. Avevano già perso abbastanza tempo e il numero di giovani donne sparite era aumentato - a causa sua.
Quando però un crampo lo aveva colto al braccio, mentre richiudeva lo sportello, Sam lo aveva trascinato quasi di peso nel motel e aveva requisito le chiavi dell’Impala, decretando che non si sarebbero mossi di lì fino a quando non si fosse ristabilito completamente. Non avrebbe aiutato quelle ragazze né nessun altro in quelle condizioni.
Poi finalmente erano ripartiti e Dean aveva passato i tre giorni seguenti con il piede sull’acceleratore e la mente carica di pensieri, senza fare soste che non fossero necessarie, al punto che ogni sera crollava appena la sua testa toccava il cuscino.
E in tutto quel tempo non aveva certo aspettato Castiel. No, certo che no.
Aveva altro da fare che attendere notizie di un fottuto angelo che gli aveva declamato amore eterno per giorni ed era poi scomparso nel nulla alla prima occasione utile. Soprattutto dopo quello che avevano fatto.
E il fatto che facesse pensieri da donnina abbandonata non faceva altro che peggiorare la situazione.
Castiel gliel’avrebbe pagata anche per quello.
Certo, quando si degnerà di farsi vedere! Pensò rabbioso, stringendo il volante tra le mani e accelerando ancora. Sam, accanto a lui, piantò una mano sul cruscotto, guardando perplesso la strada e poi lui.
-Uhm, tutto okay?- domandò, abbassando il volume dello stereo. Il fratello strinse le nocche sullo sterzo, salendo ancora di marcia. -Dean?-
-Sì!- sbottò questi. Il minore lo guardò con dubbio e fu evidente pure senza voltarsi verso di lui che non sapeva cosa dire. Probabilmente gli sembrava di avere di nuovo a che fare con il vecchio Dean. Sospirò e allentò la presa sul volante, scalando di marcia e rallentando di un bel po’.
-Scusa.- mormorò -Sono solo stanco, credo.-
-Forse è ora di fermarci a riposare.- propose l’altro e lui annuì, sentendo all’improvviso tutte le ore di viaggio indolenzirgli la schiena e appesantirgli le membra.
-Al prossimo motel.- confermò, concentrandosi solo sulla strada illuminata dal rosso intenso del tramonto.
-Senti... è normale, okay?- riprese a parlare dopo un po’ il fratello, guadagnandosi un’occhiata stranita da parte sua. -Sentire la mancanza di Castiel, intendo.-
-Ho come la sensazione di aver già avuto questa chiacchierata con te.- borbottò, sperando che la scarsa luce nascondesse il rossore salitogli alle guance - stupida pelle pallida e lentigginosa. Sam ridacchiò, rilassandosi sul sedile e intrecciando le mani sullo stomaco, Dead or Alive [2] a riempire il silenzio complice sceso nell’abitacolo.
-E comunque non ne sento la mancanza.- precisò, sempre con un brontolio -È solo che...-
-Vorresti sapere se sta bene.- lo anticipò quello, voltandosi a guardarlo e ridacchiando alla sua occhiata stranita. -Dean, sono preoccupato io, posso solo immaginare come ti senta tu.-
Il cacciatore ebbe l’istinto di replicare che non era preoccupato, ma non lo fece. Arrivati a quel punto sarebbe stato inutile e anche abbastanza ridicolo. Dopotutto era davvero preoccupato. Fino a dieci giorni prima Castiel aveva avuto difficoltà anche solo a distogliere lo sguardo da lui e adesso, tutto d’un tratto, spariva dalla circolazione? Forse era solo deformazione professionale, ma lui non era per nulla tranquillo.
Cercò di non pensarci, fallendo - com’era ovvio - miseramente.
Quando finalmente si fermarono, era ormai calata la notte.
Si trascinarono nella stanza che Anne, la figlia ventenne del proprietario del motel, assegnò loro e crollarono esausti sui materassi.
Dean lasciò andare la propria sacca da viaggio ai piedi del letto e si lasciò cadere su quest’ultimo con un gemito quasi sofferente.
-Troppe ore seduto. Non mi sento più il culo.- brontolò nelle lenzuola. Sam, sull’altro letto, rise.
-Sicuro che sia per quello?- insinuò con voce ilare. Il fratello si sfilò una scarpa e gliela lanciò, mancandolo ampiamente e colpendo invece la cornice della porta.
-Fottiti!- mugugnò, facendolo ridere ancora di più.
Ancora ridendo, il più giovane scalciò lontano le proprie di scarpe e strattonò le coperte verso il basso. Ci si stava infilando sotto, imitato dal maggiore, quando un frullio conosciuto d’ali annunciò la presenza di una terza persona.
Si voltarono contemporaneamente a osservare l’ultimo arrivato, in tutto il suo - sgualcito - splendore.
-Ma guarda, allora è vivo!- ironizzò Dean all’indirizzo del minore, che sorrise mesto. Era così evidente, per lui, quanto suo fratello si stesse sforzando di mantenere la calma e non scagliarsi con rabbia contro Castiel.
Questi, dal canto suo, abbassò gli occhi colpevole.
-Ho avuto da fare.- si scusò, riportando lo sguardo sul maggiore dei Winchester. -Stavo cercando lui.-
-E chi è il tuo amichetto?- chiese il cacciatore, per nulla ammorbidito, concentrandosi sul bambino - nudo - con l’angelo: una cascata di riccioli castani incorniciava un visetto dai grandi occhi nocciola e labbra carnose. Non poteva avere più di sette anni, considerò soppesandolo con lo sguardo. Grazioso nel complesso, forse solo un po’ gracilino.
-Cherubiel.- rispose l’angelo scambiandosi uno sguardo con il suddetto bambino.
-Ah, adesso è tutto chiaro!- ironizzò lui, inarcando un sopracciglio quando l’amico non disse altro.
-È lui?- intervenne invece Sam con una risata dietro le labbra, indovinandone l’identità.
Castiel semplicemente annuì.
-No, no, fermi tutti. Lui chi?- si interessò allora Dean, scendendo dal letto.
-Il Cupido.- rispose suo fratello. -Il vostro Cupido.- specificò un attimo dopo, divertito - molto divertito - dalla comprensione che lentamente affiorava sul viso dell’altro.
Il più grande dei Winchester si voltò a osservare il bambino, scettico.
-Lui?- chiese quasi in conferma, spostando lo sguardo da suo fratello a Castiel. -Questo moccioso, un Cupido?-
-Ehi!- abbaiò Cherubiel, sorprendendoli con una vocetta infantile ma autoritaria -Bada a come parli, umano! Non sai con chi hai a che fare!-
Le sopracciglia di Dean raggiunsero l’attaccatura dei capelli.
-Perché, con chi ho l’onore?- domandò, le labbra che tremavano di divertimento malcelato. Il ragazzino si rimpettì tronfio e lui ebbe la netta sensazione di essere guardato dall’alto in basso, anche se era fisicamente impossibile.
-Io sono Cherubiel, capo degli Angeli di Terza Classe e custode del Registro.- esclamò pomposo, scioccando non poco i due cacciatori.
Dean scosse la testa, rilasciando una risata isterica e facendo qualche passo nervoso.
-Un moccioso a capo dei Cupidi, eh? Adesso si spiegano molte cose.- sospirò, passandosi una mano in faccia stancamente.
-Come osi?- sbottò il Cherubino, avanzando minaccioso, e l’altro lo imitò, troneggiandogli addosso.
-Sei tu quello che si è fatto fregare da Raphael, non certo io!- ribatté, puntandogli un dito contro la fronte. Le sopracciglia del bambino scattarono verso l’alto.
-Io?- chiese, voltando per un attimo a guardare il fratello angelico. -Io non mi sono fatto fregare proprio da nessuno!- continuò oltraggiato, ritornando a fissare con malevolenza il cacciatore.
Il viso di Castiel si contorse impercettibilmente.
-Mi dispiace, ma è la verità.- si scusò. -È stato lo stesso Raphael ad ammetterlo.- spiegò. Dean lo indicò con un gesto stizzito del braccio, continuando però a guardare il Cherubino.
-Sentito? Quindi, sì, sei stato fregato, mocciosetto!- sibilò astioso. Di tutta risposta Cherubiel gli pestò un piede con forza, facendogli lacrimare gli occhi dal dolore.
-Piccolo... bastardo!- ringhiò il ferito, saltellando e stringendosi la parte offesa tra le mani.
-Ne vuoi ancora?- lo minacciò il bambino e lui, istintivamente, arretrò, appoggiandosi al letto.
-Ehi, sei un cazzo di Cupido, dovresti essere pacifista, amare l’Amore e tutte quelle stronzate lì!- brontolò massaggiandosi il piede dolorante.
-Io amo l’Amore! Sono gli stronzi come te che non sopporto!- ribatté l’angioletto.
-Okay, possiamo calmarci per favore?- intervenne Sam, scambiandosi uno sguardo con Castiel, che allungò una mano e tirò il Cherubino al suo fianco.
-Sentite,- continuò quest’ultimo con un sospiro -Non so cosa vi abbia detto Raphael, ma nessuno mi ha fregato, chiaro? Io ho fatto solo il mio lavoro!-
-Ne sono certo.- intervenne il soldato di Dio -Ma sospettiamo che ci sia stata una manomissione del Registro.-
Cherubiel gli regalò un’occhiata confusa, inclinando la testa di lato, in quel modo così tipicamente Castiel che a Dean sembrò quasi un furto.
-Aspetta, è questo che vi ha detto Raphael?- domandò.
-Non con queste esatte parole, ma il senso era quello.- ammise Sam, ricordando la spiegazione che l’amico gli aveva fatto degli avvenimenti, mentre il fratello riposava sotto i loro sguardi attenti.
-Questo non ha senso.- sussurrò il bambino, scuotendo i riccioli scuri.
-Che intendi dire?- lo interrogò Dean. Cherubiel gli concesse un’occhiata supponente, piantandosi di fronte a lui, le mani ai fianchi.
-Punto primo: nessuno, e sottolineo nessuno, può manomettere il Registro, e un Arcangelo questo lo sa.-
-Ne sei certo?- lo sfidò l’altro, inarcando un sopracciglio scettico.
-Assolutamente. E questo ci porta direttamente al punto numero due: se Raphael aveva manomesso il Registro, perché poi è venuto a parlare con me?-
Tre paia di occhi si calamitarono sul suo viso imberbe con sconcerto e le voci dei due fratelli si accavallarono per un istante mentre esclamavano:
-Cosa?-
-Sapevi tutto?-
-Certo!- dichiarò lui. -È venuto da me e mi ha ordinato di farvi innamorare. Come se avesse questo potere, lui, tsk!- aggiunse arricciando il nasino, oltraggiato.
-Ma tu gli hai obbedito, no?- diede in escandescenze un attimo dopo Dean, guardandolo astioso. Se era cominciato tutto quel casino era solo colpa di quel mocciosetto alato. Cherubiel gli scoccò un’occhiataccia e lo ignorò, voltandosi verso Castiel.
-Mi ha detto che se amavo il Paradiso, se volevo che l’Amore trionfasse, dovevo aiutarlo a vincere la guerra e per farlo tu dovevi essere messo fuori gioco.- cominciò a spiegare, ignorando il borbottio offeso del cacciatore e la frase consolatoria smozzicata dal fratello. -Ha detto che, viste le tue scelte passate, sarebbe stata la punizione perfetta farti innamorare di un umano. Di quest’umano.- sottolineò il Cherubino con uno sguardo di sufficienza al succitato umano.
-Ehi!- abbaiò quest’ultimo sentendosi offeso in qualche strano modo.
Il Cupido lo ignorò di nuovo, tornando a concentrarsi sull’altro angelo.
-Io ho accettato, visto che avrei dovuto farlo comunque.- spiegò, i riccioli che ondeggiavano ai lati del suo capo quando scrollò le spalle. Gli occhi del soldato di Dio si sgranarono e volarono di filato verso quelli del maggiore dei fratelli Winchester, che boccheggiò.
-Aspetta... cosa?-
Cherubiel sogghignò voltandosi verso di lui, una mano puntata al fianco e l’aria di uno che si stava divertendo un mondo a sconvolgerlo ripetutamente.
-Ho detto che avrei dovuto farlo comunque, quindi non vedevo perché dirgli di no.- ripeté, godendosi l’espressione scioccata dipinta sul volto di Dean.
-Cosa?!- esclamò questi con voce stridula e lui alzò gli occhi al cielo, esasperato, voltandosi poi verso il proprio fratello.
-Il tuo umano è un idiota.- si sentì in dovere di fargli notare. Castiel gli concesse uno sguardo neutro e annuì impercettibilmente. Lo so, sembrò voler affermare.
A Dean, però, quel particolare non sfuggì e aprì la bocca per dir loro di piantarla di parlare come se lui non ci fosse, ma uno sbuffo di Sam lo richiamò e lo vide tossire per mascherare la risata natagli spontanea.
-‘Fanculo!- si sfogò, incrociando le braccia al petto.
-Quindi,- intervenne il più piccolo dei Winchester, ancora con la voce rotta dal divertimento -Cosa significa esattamente? Perché c’erano i loro nomi nel Registro, se non è stato Raphael a metterceli?-
-Questo non mi è dato saperlo.- Scosse il capo il bambino -Solo chi stilla il Registro ne conosce la motivazione.-
-Parliamo con lui allora. Chi è?-
Cherubiel rise -Dio, suppongo.-
Dean imprecò a mezze labbra, passandosi una mano tra i capelli. Di bene in meglio, pensò con frustrazione.
-Paparino non è più in casa, non lo sai?-
Il Cherubino lo guardò come se lui fosse un escremento attaccato ai suoi candidi piedini nudi. Probabilmente lo pensava davvero.
-Questo non significa certo che non si interessi dei suoi figli.- ribatté con sicurezza e il cacciatore seppe che si stava riferendo agli interventi divini che avevano costellato la vita sua e di Sam negli ultimi anni. E anche quella di Castiel, a ben vedere.
Sbuffò e brontolò, voltando il viso. Suo fratello evitò di dirgli che stava mettendo il muso come un bambino e sorrise in scuse a Cherubiel. Castiel, invece, continuò a tenere i suoi occhi fissi su di lui, con un’intensità che quasi gli diede il capogiro.
Merda, pensò, massaggiandosi nervosamente il retro del collo.
Quello cambiava completamente le carte in tavola e lui non era sicuro che quel giro fosse una mano fortunata. Certo era che adesso non fosse più Raphael a tenere il banco.
Lanciò un’occhiata al suo angelo, ancora teso verso di lui, ma fermo per rispettare il suo tacito volere. Il cacciatore sapeva che non si sarebbe mai avvicinato finché non fosse stato lui stesso a permetterglielo.
Gli avrebbe fatto addirittura tenerezza, se fosse stato tipo da pensieri del genere - e tacitò quella fastidiosa vocina interiore che gli ricordò quando e quanto già ne avesse fatti.
-Chi mi dice che tu non stia mentendo?- chiese all’improvviso, rivolgendosi al Cherubino. Questi inarcò un sopracciglio, quasi incredulo delle sue parole. Dean non demorse e rincarò -Andiamo, seriamente, perché mai Dio dovrebbe volere... questo?-
Cherubiel fece spallucce -Com’è che dite, voi umani? Le vie del Signore sono infinite!-
-Sì, beh, pure i modi per mandarti a ‘fanculo!- ribatté scontroso, facendo sussultare Sam accanto a lui. Inspiegabilmente, però, il bambino arricciò le labbra in un ghignetto divertito. Poi scosse la testa, con un sospiro.
-Senti, non lo so, okay? Prendetela come... boh, una ricompensa per il lavoro svolto?- suggerì, facendogli sbuffare una risata amara.
-Sì, certo, come no.- borbottò più a se stesso che all’altro, facendo un paio di passi nervosi e tornando poi alla carica. -Grazie al tuo magistrale lavoro io sono stato torturato, Castiel si è rincretinito e Raphael stava quasi per impossessarsi di una delle vostre fottutissime testate nucleari! Una gran bella idea, eh? Un gran bel regalo, davvero!- sputò astioso.
-Che stupido umano che sei, Dean Winchester!- tuonò Cherubiel - e fu così strano sentire un effetto del genere da una vocina infantile che i due fratelli arretrarono di un passo, sbigottiti. -Credi davvero che tutto si riduca a te? Dio Padre opera in modi misteriosi, ma sempre per il Suo Grande Disegno, e ciò che non comprendi adesso avrà rilievo nel futuro. Un’epoca che probabilmente non vedrai.- annunciò con tono greve.
Dean sentì un lungo brivido risalirgli la schiena e rizzargli i rasi capelli sulla nuca. Era davvero possibile che una cosa del genere avesse un’eco così lunga? Cioè, dalla loro unione non poteva mica nascere una stirpe... no? Ed era a questo che i Cupidi servivano, ad unire le persone adatte a formare certe linee di sangue utili agli angeli.
Un secondo brivido - questa volta di panico - gli serpeggiò lungo le vertebre, lasciandogli addosso una sgradevole sensazione.
Non riusciva a immaginare uno scenario del genere e, a dirla tutta, non voleva neanche, grazie tante.
Cherubiel ghignò, divertito dal suo disagio, e Dean voltò il viso grugnendo per non cedere alla tentazione di prenderlo a pugni. Così facendo però incontrò gli occhi di Castiel, ancora fissi su di lui, ancora pregni di così tante emozioni da stordirlo.
C’era amore e desiderio, ma anche rammarico e una nota di tristezza che li affliggeva.
Dean si chiese perché. Non ce n’era motivo, no?
A meno che...
-Perché?- gli domandò. E se per suo fratello la domanda parve senza senso e improvvisa, l’angelo capì e sostenne il suo sguardo, ma stirò le labbra in una pallida linea. Sempre con quell’espressione dolente a contrargli i lineamenti, fece un passo verso di lui.
-Dopo che noi abbiamo...-
-Non... dirlo!- lo interruppe lui, gli occhi grandi quanto due piattini e le orecchie rosso fuoco per l’imbarazzo.
Accanto a lui sentì Sam irrigidirsi completamente e squittire. -Forse dovrei andare...- considerò questi, ma senza muovere un passo.
Le spalle di Castiel si incurvarono appena e cercò ancora una volta i suoi occhi con i propri, in ammenda.
-Avevo bisogno di sapere.-
-Sapere cosa?- rincarò duro. L’altro non rispose, rifuggendo per un attimo il suo sguardo, e il ragazzo ripeté -Sapere cosa?-
-Se c’era anche solo una possibilità di cancellare tutto.-
-Perché? Perché adesso? Perché dopo tutto questo?-
-Perché non sei felice.-
Dean trasalì per la sorpresa e ammiccò confuso. Aprì la bocca un paio di volte per rispondere ed entrambe le volte la richiuse, non riuscendo a trovare le parole. Castiel accennò un pallido sorriso e un nuovo passo verso di lui.
-Credevo che dimostrando a Cherubiel che era stato raggirato avrebbe scisso l’incantesimo e riportato tutto alla normalità.-
-E invece abbiamo scoperto che il vecchio Raphael è stato solo molto fortunato, eh?- Il cacciatore rise senza allegria, e poi sospirò.
-Mi dispiace.- mormorò l’angelo, facendogli scuotere la testa in rassegnazione. Dean chiuse gli occhi, sentendo quelli degli altri tre occupanti della stanza concentrati esclusivamente su di lui, mettendolo a disagio.
Come se tutto questo cazzo di casino non fosse abbastanza! Sbuffò tra sé, premendosi i polpastrelli sulle palpebre calate.
Era ironico, si disse, che Castiel comparisse lì con quella geniale idea proprio quando lui aveva accettato tutto quello - beh, più o meno. Stava di fatto che tutta quella situazione sembrava l’ennesima presa per il culo dell’universo a suo danno.
Maledetti angeli, pensò ancora. Maledetti Cherubini, maledetto Dio!
-Dean...- lo richiamò la voce dell’amico - amante - angelico, facendogli aprire gli occhi e incontrare i suoi. Si chiese distrattamente se avrebbe mai smesso di provare la sensazione di essere letteralmente travolto da un fiume in piena. Dio, era come se una tempesta elettrica si abbattesse puntualmente sul suo essere, mozzandogli il respiro.
Le mani dell’angelo, abbandonate lungo i fianchi, parevano in preda a piccoli spasmi, così come i piedi e il resto del corpo, che sembrava essere inevitabilmente attratto da lui e ogni suo più piccolo gesto.
E sarebbe stato per sempre così, realizzò all’improvviso.
Era definitivo.
-Non devi, non per forza.- mormorò Castiel, ed era così evidente quanto male gli facesse dirlo, che lui stesso sentì il proprio stomaco contrarsi in protesta.
Tentennò appena, lanciando un’occhiata incerta agli altri due nella stanza, prima di allungare una mano e afferrare la cravatta dell’angelo di fronte a sé.
-Al diavolo, vieni qua, tu!- sbottò, tirandoselo contro e baciandolo.
Castiel gemette sorpreso, avvolgendogli la vita con le braccia e stringendosi a lui più che poté. Quando insinuò una mano tra i capelli scuri dell’angelo, Dean sospirò al suo mugolio di apprezzamento e tirò, facendogli inclinare di più il capo.
Sam arrossì di colpo, voltando lo sguardo e fissandolo fuori dalla finestra, ma sorrise, nonostante tutto, perché sembrava che alla fine suo fratello si fosse arreso. E un po’ di amore in più nella vita di un Winchester non poteva che essere un bene.
Le sue orecchie però presero fuoco quando lo sentì ridere e mormorare un -Calma, tigre, abbiamo degli spettatori.- Con una voce roca che poteva preannunciare solo una cosa: sesso.
Dean afferrò le mani dell’angelo e se le sfilò da sotto la maglia, stringendogli con forza i polsi quando Castiel gli morse il mento e poi le labbra.
-Cherubiel se n’è andato.- gli mormorò il suo amante sulle labbra, scivolando poi verso l’orecchio e mordendolo in prova. Quando il giovane rabbrividì tra le sue braccia, replicò il gesto con più convinzione, sentendolo gemere soddisfatto.
Sam scattò con gli occhi nel punto dove prima c’era il Cherubino e adesso invece c’era solo aria, sentendosi come se fosse stato abbandonato sotto il fuoco nemico.
-Uhm,- mugugnò, tendendo una mano verso il tavolo e tastando alla cieca fino a quando non impugnò le chiavi dell’Impala -Io allora vado a farmi un giro, magari...-
-Magari, sì.- gli rispose Dean prima di gemere di nuovo per un morso, questa volta sul collo.
-Allora... ciao!- farfugliò lui richiudendosi la porta alle spalle.
Purtroppo non fece in tempo e sentì comunque suo fratello mormorare -Pronto a diventare uomo, moccioso?- sulle labbra dell’angelo.
Un attimo dopo, mentre si allontanava dalla stanza, Sam sentì un ringhio e un gemito, seguiti dal cigolare del letto, che gli fecero accelerare il passo.
Fine
Noticina della Beta: Salve, cari! *nasconde fazzolettone con cui si è asciugata le lacrime di commozione* Sono
Hikaru Ryu (
samek su
EFP), il demone che ha bacchettato le mani all’autrice dopo la fase di stesura, ma anche la fangirl esaltata che ha seguito questa piccola meraviglia fin dal suo concepimento, assistendo alla gravidanza, al parto e - infine - alla crescita.
Sono qui per ringraziarvi, perché io mi sono fatta un sacco di filmini mentali su questa fic, quasi fosse una delle mie! Quindi vedere i vostri apprezzamenti mi ha resa felice come se fossero diretti a me sì, sto dicendo che ho lurkato i commenti, sì. E sono davvero, davvero grata a Koorime per averla scritta, ma soprattutto per avermi permesso di viverla con lei, coinvolgendomi nella stesura e facendomi squittire come un dodicenne innamorata.
Quindi, senza offesa per voi lettori, mi dichiaro la più grande fan di questa storia e adotterò Cherubiel impedirò all’autrice di avere una vita sociale finché non mi scriverà un seguito ù_ù Voi volete restare lì con le mani in mano? No, vero?! Su, andate a stressarla nelle recensioni con tutte le richieste possibili! *__*
Noticina dell’autore: éOè no, ma come posso scrivere la nota finale se l’unica cosa che voglio fare è spucciare Hika e tutti voi?
No, okay, seriamente: grazie di tutto ♥. Per aver seguita, incoraggiata e fattomi sapere cosa ne pensavate. E concedetemi di spucciarmi ancora un po’ Hika, che è stata davvero un angelo e un demonio qualche volta, ma perché me lo meritavo e mi ha sostenuta e incoraggiata per tutto il tempo della stesura, prendendosi poi l’onere di betare tutta la storia per renderla accettabile per la pubblicazione. Anzi, davvero, ringraziatela anche voi, perché ha davvero davvero davvero fatto un lavoro eccellente *se la spuccia ancora un po’*
E niente, grazie ancora per tutto il calore con cui mi avete accolto ._. ♥ Era la mia prima storia nel fandom e sono felicissima che vi sia piaciuta così tanto. Grazie grazie grazie! >_< ♥
Yu
Ps. Ah, forse qualcuno già l’ha capito (sì, perché lo so XD), ma se volete
qui c’è l’inizio di tutto ♥
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[1] E siamo io e te e tutte le altre persone. E io non so perché, non riesco a distogliere gli occhi da te (
You and me, dei Lifehouse, 2005)
[2]
Dead or Alive, terzo singolo del terzo album Slippery When Wet dei Bon Jovi, 1987.