Titolo: Love is blind. And sometimes, it’s a bitch
Autore:
koorime_yu Fandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Sam, Castiel, Dean (Destiel ♥)
Rating: NC17
Charapter: 3/7
Beta:
hikaruryu Words: 2520 (
fiumidiparole )
Genere: Commedia, Avventura, Erotico, Angst, Romantico, Introspettivo.
Warning: Spoiler, Slash (of course), maltrattamento di Winchester, Scene di sesso descrittive.
Summary: Castiel deve recuperare una reliquia sacra e per farlo chiede aiuto a Sam e Dean. Ma un Cupido trama nell’ombra per sfruttare la Lancia e compiere il Destino. Perché ormai le frecce sono fuori moda...
Note: allora, prima di tutto questa storia si posiziona, ipoteticamente dopo la 6X14 e prima, quindi, che Balthazar si ricordi di essere amico di Castiel e lo affianchi nella guerra contro Raphael.
In secundis: grazie a
hikaruryu per avermi dato una mano con il betaggio, oltre che avermi sopportato durante tutta la fase di scrittura (un parto, davvero), e a
thirdmoon91 per questo meraviglioso, bellissimo, perfettissimo banner. Hanno fatto entrambe un lavoro stupendo e io non potrò mai ringraziarle abbastanza *piange amore*
Cos’altro dire?
Spero che vi piaccia almeno un po’ così commentate ♥ perché, nonostante il dolore e la fatica (immensi, credetemi) per scriverla, mi sono divertita e la amo alla follia. Anche perché, a ben vedere, è la prima storia impegnativa che scrivo su questi due.
Bene, non mi resta che dirvi: buona lettura!
DISCLAIMER: Non mi appartengono, non ci guadagno nulla.
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7 I was blindfolded
But now I'm seeing
My mind was closing
Now I'm believing
I finally know just what it means to let someone in
To see the side of me that no one does or ever will [1]
-Ehi.- Una volta fuori dalla palestra, Sam lo raggiunse in pochi passi, sistemandosi la giacca; Dean gli sorrise e continuò a camminare.
-Scoperto qualcosa, fratellino?- chiese e quello sospirò mestamente.
-No, Andrew era un bravo ragazzo, simpatico e sempre allegro.-
-Che tradotto significa che era un cazzone che faceva baldoria e correva dietro alle gonnelle.-
-Praticamente.- sorrise il minore, evitando di dirgli chi altri gli ricordasse quella descrizione -Dove stai andando, Dean? Il parcheggio è dall’altro lato dell’edificio.-
-Lo so.- disse lui, svoltando l’angolo e proseguendo lungo il corridoio -Ma noi stiamo andando in biblioteca.-
-Oh... davvero?-
-Già.-
-E vorresti dirmi perché?- chiese esasperato. Suo fratello sogghignò e s’infilò le mani in tasca.
-No.-
Sam alzò gli occhi al cielo, ma lo seguì e Dean, come promesso, non spiccicò parola fino a quando raggiunsero la biblioteca dell’università. Una volta lì, si fermò e gli indicò un tavolo a poca distanza da loro, dov’era seduta una giovane ragazza circondata di libri.
-Sammy, ti presento Kate Murphy, l’amore non corrisposto del nostro Spancer Buon Uomo Burke.-
Oh, pensò Sam, rivolgendo uno sguardo di complimenti al fratello, prima di seguirlo verso la postazione della ragazza.
-La signorina Kate Murphy?- chiese Dean ed entrambi mostrarono il distintivo quando quella alzò lo sguardo. Aveva i capelli castani e gli occhi del medesimo colore, incorniciati da un paio di lenti da lettura.
-Sapevo che qualcuno sarebbe venuto a farmi qualche domanda.- sospirò, sfilandosi gli occhiali.
-Allora sa già cosa vogliamo sapere.- osservò e Sam le sorrise rassicurante, quando lei annuì di nuovo.
-Ci racconti ogni cosa.-
-Non c’è nulla da raccontare, okay?- disse, facendo aggrottare le sopracciglia ai due. Che il Rettore avesse ragione e fosse stata tutta una montatura? -Burke ci ha provato, in modo... insistente, ed io l’ho denunciato al Rettore. Ma non mi ha creduto e mi ha consigliato di restare al mio posto se non volevo essere cacciata.-
-E perché non è andata alla polizia?- rincarò Dean, e la risata di lei e lo sbuffo divertito di suo fratello gli spiegarono che sarebbe stato solo tempo perso.
-Burke era quasi una leggenda in quest’università. Oltretutto sarebbe stata la parola di una studentessa contro quella di un rinomato professore. Nessuno mi avrebbe mai dato credito.- spiegò lei con una scrollata di spalle e un sorriso amaro.
-Quindi la morte del professore è stata quasi una punizione, eh?-
Gli occhi di Kate sostennero lo sguardo indagatore di Dean, poi la ragazza rise, priva di gioia.
-Sentite, Burke era un bastardo e sono felice che sia morto, ma io non c’entro niente.- asserì con decisione -E non vedo come potrei, visto il modo in cui è morto.-
I Winchester si scambiarono un’occhiata, concordando con lei.
***
Quando tornarono al motel era pomeriggio inoltrato e Castiel era lì ad aspettarli.
-Salve.-
-Cas, tutto bene? Te ne sei andato così all’improvviso.- s’interessò Sam, sfilandosi la giacca e appendendola alla spalliera della sedia.
Dean lanciò la sua sul letto, sfilandosi poi la cravatta e mandandola a farle compagnia. Si sbottonò il colletto e arrotolò le maniche della camicia fin sui gomiti, sedendosi sulla sponda del materasso e sfilandosi le scarpe con un sospiro di sollievo. Cazzo, quanto odiava vestirsi in quel modo. Si sentiva sempre un maledetto esattore delle tasse, altro che agente speciale!
-C’erano alcune cose di cui dovevo occuparmi.- spiegò intanto Castiel
-Il Cupido?- chiese lui e l’angelo annuì.
-Avevo chiesto a uno dei miei fratelli di controllare se ci fossero prove della corruzione di uno di loro.-
-Aspetta, come?- chiese Sam, corrugando le sopracciglia. Sapeva della guerra civile che si stava svolgendo ai piani superiori - Dio, davvero stava succedendo tutto quello? - ma non riusciva proprio a capire come si potesse corrompere un Cupido. -Loro non sono tutti innamorati dell’Amore o qualcosa del genere? Perché dovrebbero schierarsi politicamente?-
-Non è così semplice. Se lo fosse l’avrei semplicemente ucciso.- sospirò Castiel.
-Andiamo bello, spiegaci tutto o non possiamo aiutarti!- lo incitò allora Dean spazientito.
L’interpellato annuì e fece qualche passo, per poi immobilizzarsi e aggrottare la fronte guardando lì dove - immaginarono i fratelli - doveva esserci il Cupido, prima di voltarsi nuovamente verso di loro.
-Per sapere quali coppie benedire, i Cherubini si affidano a un registro. Quando è il momento, i nomi semplicemente compaiono lì e l’angelo incaricato scende sulla terra.-
-Fantastico! Perché non controlli questo Registro e scopri chi è la tua anima gemella? Così facendo ti basterà starle alla larga e il problema è risolto!- propose Dean con un sorriso sicuro. Castiel lo guardò come se fosse stupido. Molto, molto stupido.
-Non è possibile. Solo loro possono sfogliarlo.-
-Vuoi dire che non hai l’autorizzazione?- chiese Sam
-Voglio dire che non posso. Se anche ci provassi rimarrebbe chiuso.-
-Oh.- Dean aggrottò le sopracciglia -Quindi neanche Raphael può?-
-Non ne ho la certezza.- ammise Castiel con un sospiro sconsolato -Non so quanto potere abbia sui Cherubini, essendo un Arcangelo, e se possa... manomettere il Registro.-
-Fantastico, ci voleva proprio una buona notizia!- ironizzò il ragazzo, alzandosi e sfilandosi la camicia.
-Vado a farmi una doccia.- avvisò, afferrando degli abiti puliti e chiudendosi la porta del bagno dietro le spalle.
Ne uscì dieci minuti dopo, a piedi scalzi e notevolmente più rilassato.
-Dov’è andato Sam?- domando all’indirizzo dell’angelo, che si era accomodato su una delle sedie e stava aspettando.
-A prendere da mangiare, ha detto.-
-Ottimo, sto morendo di fame.- rispose lui, sistemando il completo elegante affinché arieggiasse un minimo, e infilandosi poi le scarpe.
-È ancora lì?- aggiunse, osservando come gli occhi dell’amico scattassero di tanto in tanto verso l’alto. Non doveva essere facile per lui sentirsi costantemente tenuto sotto controllo.
-Sì.- rispose quello con semplicità, ma a Dean parve lo stesso esausto.
Afferrò una bottiglia di Jack Daniel’s dal borsone e sciacquò dalle ultime gocce due di quei bicchieroni da fastfood - avevano un paio di giorni, se ricordava bene. Si accomodò al tavolo, di fronte l’altro, e versò il liquore per entrambi, passandoglielo. Castiel lo accettò con un cenno della testa ed entrambi li alzarono, inclinandoli appena in un silenzioso brindisi, prima di svuotarli d’un fiato.
Dean si preoccupò di riempirli nuovamente e, ancora, li svuotarono in silenzio, scambiandosi un singolo sguardo.
Mentre si premuniva di un terzo giro, confessò -Sai, sono proprio curioso di sapere chi è.- Facendo sbuffare l’angelo. -Andiamo! Mi vuoi far credere che non sei neanche un po’ curioso?-
Castiel buttò giù l’alcol e si poggiò con le braccia al tavolo, chinando appena la testa.
-Dean, forse non ti rendi conto che per un angelo avere un’anima gemella non è cosa da tutti i giorni. O millenni.- spiegò, la voce bassa ma ferma. Il ragazzo fece un mugolio di comprensione e gli riempì nuovamente il bicchiere.
-Beh...- considerò, alzando il suo -Allora devo dirtelo, amico: sei proprio sfigato.-
L’angelo rise, un suono gutturale, caldo, che lo raggiunse allo stomaco e gli solleticò le labbra. Ridacchiarono quietamente, i bicchieri ancora alzati tra loro, e gli sguardi allacciati.
E in quell’istante, qualcosa nella testa di Dean scattò e la risata gli si spense in gola con un sussulto del cuore, quando il sorriso di Castiel gli esplose davanti, illuminandolo tutto. E gli occhi - Dio, erano sempre stati così blu? - si caricarono di un’intensità che lui non credeva fosse umanamente possibile - ma a ben vedere Castiel non era umano.
Si leccò le labbra, incapace di distogliere lo sguardo, e sentendosi invadere da un intenso - ed incomprensibile - desiderio, sospirando quando l’angelo gliele fissò sfacciatamente, scattando poi verso i suoi occhi, quasi a chiedere il permesso.
Dean semplicemente non pensò: lo afferrò per il retro della testa e si avventò sulla sua bocca. Sapeva di buono e di qualcosa che associò a casa - ma che non riuscì a identificare - e approfondì il bacio, tenendogli il viso fermo tra le mani; Castiel gemette insofferente quando cercò di premersi contro di lui e trovò il tavolo a ostacolarlo. Lo scaraventò lontano e strattonò l’altro a sé, afferrandolo per la maglietta.
-Cristo!- esclamò il giovane, staccandosi da lui ansimante. Lo guardò sconvolto, chiedendosi per un attimo chi diavolo fosse quell’uomo con gli occhi scuriti dall’eccitazione, le labbra dischiuse - uno guizzo rosato di lingua appena visibile dietro l’arcata candida dei denti - e i capelli completamente stravolti, e che fine avesse fatto l’angelo verginello con cui aveva sempre avuto a che fare.
Cazzo, pensò in uno sprazzo di lucidità, Sono io ad averlo conciato così?
Trattenne un singhiozzo sorpreso quando una mano di Castiel scivolò lentamente attorno alla sua vita, stringendolo a sé, mentre i suoi occhi - Dio, non potevano essere reali, davvero, no - lo tenevano immobilizzato, scrutandolo nel profondo, al punto che lui sentì un lungo brivido percorrergli la schiena e morire sotto le calde dita dell’angelo, che scostarono appena il cotone e si appoggiarono con decisione sulla sua pelle.
E tutto divenne reale.
Lui, Castiel, l’epifania, il bacio e quella bramosia che Dean sentiva ribollire nelle viscere, tutto prese consistenza.
Dio, non può essere, gemette, ma quando l’angelo lo tirò verso le sue labbra, lo assecondò, risalendo con le mani fino al bavero del trench e stringendo la presa, quasi temesse che l’altro potesse sfuggirgli. Lo baciò lentamente, accarezzandolo, fremendo sotto i suoi tocchi e mugolando in apprezzamento quando Castiel gli succhiò le labbra.
Lui in risposta gliele morse, ansimando quando il compagno fece altrettanto, le mani che si ancoravano ai suoi fianchi e la lingua che si spingeva nella sua bocca, prendendo il controllo del bacio e facendolo barcollare all’indietro per una vertigine d’eccitazione.
La porta si aprì e loro si separarono terrorizzati, occhieggiando sorpresi Sam che si era bloccato sull’ingresso, con i cartoni delle pizze ancora in mano.
-Oh.- disse quello ammiccando. Volse lo sguardo dal tavolo rovesciato, alla moquette pregna di whiskey, a loro due - la condizione stravolta dei vestiti, le labbra gonfie e i respiri affannati - e aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse subito dopo, troppo shockato per articolare qualsiasi cosa.
Dean rimase fermo a fissare il pavimento liso, a occhi sgranati ma ciechi. Si passò una mano tra i capelli, umettandosi le labbra, cercando di analizzare la situazione. Tutto quello non poteva essere successo davvero. Lui e Castiel non si erano davvero... non era possibile, no?
Lo stomaco si contrasse dolorosamente quando la voce dell’angelo rispose indirettamente alla sua domanda.
-Se n’è andato.- disse e Dean si voltò a scoccargli un’occhiataccia.
-Non è possibile!-
Castiel incrociò il suo sguardo e lui ci lesse dentro un tale desiderio che gli mancò più di un battito. Dio, era per lui.
-Non avrebbe più motivo di seguirmi.- osservò l’angelo, e lui apprezzò che almeno sembrasse mortificato.
-Oddio...- esalò Sam, ricordandogli in quel momento che effettivamente era ancora lì. Si voltò e avanzò verso il fratello minore, stendendo la mano.
-Le chiavi.- ringhiò. Questi tentennò, poi sospirò e gliele porse.
Nessuno dei due disse nulla, quando la porta si chiuse dietro i suoi passi.
***
Dean richiuse lo sportello e poggiò la fronte contro lo sterzo, serrando gli occhi e prendendo un respiro profondo. Rimase così per quello che gli parve un tempo infinito, cercando di riprendere controllo dei propri organi interni - che diavolo, non si sentiva così scombussolato da quando era in piena tempesta ormonale!
Si riscosse e infilò la chiave nel quadro, girandola, sospirando di piacere quando il rombo del motore lo accolse come l’abbraccio amorevole di un’amante. Lo fece ruggire un paio di volte, prima di abbassare il freno di stazionamento e uscire dal parcheggio, immettendosi sulla strada.
Non perse tempo e accelerò, spingendo la sua bambina, facendola scivolare sull’asfalto con la sicurezza consolidata da anni passati insieme a vivere sulla strada.
Nessuna meta, solo la voglia di andare sempre avanti, senza pensieri.
Il cuore gli mancò un battito e lui cercò di convincersi che la causa fosse una buca scansata all’ultimo istante, non quel sentore percepito ancora sulla lingua. Era delicato, ma era lì e di nuovo ebbe la sensazione di conoscere quel sapore, ma che l’avesse dimenticato, seppellito in un angolino del suo cervello. Aveva provato la stessa sensazione di pace mista a nostalgia che aveva colto quando aveva baciato Castiel.
Castiel.
Cazzo.
Allungò la mano e spinse la cassetta nel mangianastri, cercando di rilassare la postura delle spalle. Cantare lo avrebbe distratto, come sempre.
-When I look into your big blue eyes, I start to quiver and shake, I get a strange sensation.- [2] cantò Ace Frehley.
Dean scoccò un’occhiataccia all’impianto, spegnendolo di colpo. Meglio la radio, si disse, sintonizzandosi sulla prima stazione disponibile.
-When I look into your eyes I can see a love restrained, but darlin’ when I hold you don’t you know I feel the same. ‘Cause nothin’ lasts forever and we both know hearts can change.- [3]
Imprecò, stringendo lo sterzo tra le mani in uno spasmo di nervosismo, prima di cambiare stazione. Okay, poteva capitare, no? Dopotutto era una canzone bellissima e conosciuta, era normale che venisse passata in radio.
Cominciò a credere di essere vittima di uno scherzo ben orchestrato quando i Goo Goo Dolls cantarono:
-And I don't want the world to see me, ‘cause I don't think that they'd understand. When everything's made to be broken, I just want you to know who I am.- [4]
Ringhiò che non c’era nulla da vedere perché non c’era niente! La radio lo ignorò e lui cambiò nuovamente frequenza.
-There's no chance for us, it's all decided for us. This world has only one sweet moment set aside for us.- [5]
Rise.
-Oh, sì, assolutamente!- sputò astioso. -Nessuna possibilità! E sai perché? Perché non c’è niente!- ringhiò ancora, premendo con più forza del dovuto il tasto e cambiando ancora.
Quasi si strozzò quando -Hear this voice from deep inside, It's the call of your heart. Close you're eyes and you will find the way out of the dark.- [6] riempì l’abitacolo. Ma che cazzo, pensò cambiando di nuovo stazione, riportando gli occhi sulla strada.
Dovette decelerare bruscamente quando sbandò per la sorpresa. Accostò sul ciglio - ignorando lo stridere delle auto dietro di lui, che frenavano e suonavano il clacson per evitarlo - e guardò sconvolto lo stereo quando si rese conto di chi stesse cantando.
-Never opened myself this way, life is ours, we live it our way, all these words I don't just say, and nothing else matters.- [7]
-Oh, andiamo, seriamente?- quasi supplicò, ignorando la sensazione di pura follia che parlare a una radio gli dava. Ma, dannazione, erano i Metallica! I Metallica, cazzo!
Con una certa titubanza - e reverenza - cambiò ancora stazione, un po’ più preparato a ciò che lo attese:
-Enough's enough, I've suffered and I've seen the light. Baby, you're my angel, come and save me tonight. You're my angel, come and make it all right.- [8]
Si passò le mani in faccia, strofinandosi forte gli occhi, pregando di svegliarsi da quell’assurdo incubo. Perché doveva essere un incubo, vero?
-Una congiura, ecco cos’è.- borbottò nei suoi palmi. Doveva esserlo, no? Non era possibile che una cosa del genere succedesse da sola. Ma chissà perché l’idea di una schiera di angeli - o anche solo quel Cupido bastardo - che giocavano ad All You Need Is Love [9] lo disturbava non poco.
Decise di non pensarci.
Il telefono squillò e lui rispose senza neanche controllare il display, tanto sapeva già chi era.
-Sammy?
-Cas se n’è andato.-
-... Bene. Tra poco arrivo.-
_________________________
[1] Avevo la benda sugli occhi ma adesso vedo bene. La mia mente era chiusa, adesso ci credo davvero. Finalmente so cosa significa lasciare entrare qualcuno, guardare la parte di me che nessuno vede né vedrà mai (
I’d come for you, tratto da Dark Horse, sesto album dei Nickelback, 2008).
[2] Quando guardo nei tuoi grandi occhi blu, comincio a tremare e agitarmi. Ho una strana sensazione (
Talk to me, tratto dall’album Unmasked dei Kiss, 1980).
[3] Quando ti guardo negli occhi posso vedere l’amore che contengono, ma, tesoro, quando ti abbraccio non sai che posso sentire lo stesso. Perché nulla è per sempre e sappiamo che i cuori possono cambiare (
November Rain, tratto da Use Yuor Illusion I dei Guns ‘n Roses, 1991).
[4] E non voglio che il mondo mi veda, perché non credo che capirebbero. Quando tutto è fatto per rompersi, voglio solo che tu sappia chi sono io (
Iris, colonna sonora del film City of Angels del 1998, fu poi inserita nel sesto album Dizzy Up the Girl dei Goo Goo Dolls).
[5] Non c’è possibilità per noi, è tutto deciso per noi. Questo mondo ha un solo dolce momento per noi (
Who wants to live forever, pubblicato come singolo tratto dall’album A Kind of Magic dei Queen, 1986).
[6] Ascolta questa voce dal profondo, è il richiamo del tuo cuore. Chiudi gli occhi e trova la strada per uscire dal buio (
Send me an angel, tratto dall’album Crazy World degli Scorpions, 1990).
[7] Non mi sono mai aperto in questo modo, la vita è nostra, viviamola come vogliamo, tutte le parole che non ho detto, e nient’altro ha importanza (
Nothing Else Matters, tratto dal Black Album dei Metallica, 1991).
[8] Abbastanza, è abbastanza, ho sofferto e ho visto la luce. Baby, sei il mio angelo, vieni e salvami stanotte. Sei il mio angelo, vieni e metti tutto a posto (
Angel, tratto dall’album Permanent Vacation degli Aerosmith, 1988).
[9] Format statunitense da cui fu tratto il nostro Stranamore.