Riflessione post-"Inception" + teorie.

Nov 13, 2010 15:25


I woke up this morning
I awoke upon my knees
Crying "I don't know where I am".

Dire che ho amato quel film e' poco, anche se sul momento ci rimani male per il finale. Lo consiglio a tutti, e' davvero un film meraviglioso. *-*
Ok, ora passiamo alle mie teorie (attenzione, SPOILERS da qui in poi! Se li leggete prima di vedere il film, vi rovinate l'intera trama!):
Io penso che alla fine lui sia rimasto intrappolato nel sogno. Le cose che mi hanno piu' insospettita sono state:
1) i bambini. C'e' quasi la stessa scena, con quasi gli stessi vestiti, con il nonno che li chiama con le stesse parole. Coincidenza? Non credo.
2) e' tutto troppo perfetto. L'arrivo in aeroporto, il nonno che lo viene a prendere, la casa (come nel sogno) quasi al tramonto, la scena dei figli... troppo perfetto per essere vero.
3) la trottola. E' dalla fine del film che continuo a ripetermi che c'era qualcosa di anomalo nel modo in cui ha girato quella trottola l'ultima volta. Qualcosa di innaturale.
Comunque il film e' bellissimo, anche se sul momento ci rimani malissimo per il finale xD
Penso che il film sia un avvertimento su quante potenzialita' abbia e al tempo stesso quanto possa essere pericoloso il mondo onirico, e che bisogna stare sempre ben attenti nel distinguere cio' che e' vero da cio' che non lo e', per evitare di cadere nel limbo dell'illusione.
Per quanto mi riguarda l'intero film e' metafora di una malattia mentale ben precisa: quella di quelle persone "deboli" - passatemi il termine - che non volendo accettare la realta' si rinchiudono in un mondo tutto loro, una realta' alternativa, e si rifiutano di tornare al mondo reale. L'esempio piu' lampante e' Mal, la moglie di Cobb, che preferiva stare nel suo mondo alternativo - nel "loro" mondo - dove tutto era perfetto e non ne voleva piu' uscire, a tal punto che Cobb ha tentato per disperazione di innestarle un'idea che la portasse a morire nel mondo onirico, di modo da risvegliarla in quello reale. Tuttavia lei aveva gia' iniziato a dare segni di pazzia nel sogno, e secondo me e' per questo che l'idea innestata non e' cessata col sogno, ma e' continuata anche nel mondo reale. Si sa bene che, in soggetti psicologicamente deboli e/o provati, le idee attecchiscono fin troppo bene, fino a sfociare, nei casi piu' estremi, in delle vere e proprie ossessioni. In ogni caso lei si uccide credendo di stare ancora sognando - ed io penso che la colpa sia quasi unicamente sua, perche' l'azione del marito era si' estrema, ma era l'unico modo per farla tornare alla realta', dalla quale lei si era preclusa per la SUA paura di un mondo imperfetto, volendo ciecamente rimanere nel sogno, come un bambino che si rifiuta di crescere ed accettare che la realta' non e' un mondo di "zucchero, cannella ed ogni cosa bella".
E poi c'e' Cobb. Cobb che, schiacciato dai sensi di colpa - secondo me quasi totalmente infondati, perche' l'unica cosa di cui lo si dovrebbe davvero incolpare e' di non aver pensato alla fragilita' emotiva della donna, che avrebbe assorbito come una spugna quell'idea, portandosela poi nella vita reale - e disperato per l'impossibilita' di rivedere i suoi figli, accetta l'idea di ritentare un innesto, ben sapendo quali sono i rischi.

Saito ben sappiamo come e' rimasto bloccato nel limbo - morendo nella "missione innesto", nella quale a causa dei sedativi troppo potenti se si moriva si finiva nel limbo - e presumo che Cobb sia morto annegato mentre teneva tra le braccia la moglie (finalmente) defunta anche nel sogno, nell'impossibilita' (emotiva, le era troppo legato) di allontanarsi da lei per far ritorno ai suoi figli. E allora nel suo limbo si autoconvince (motivo: mente instabile post-morte onirica della moglie. I soggetti deboli sono piu' inclini all'autoconvinzione) che tutto e' andato bene, e - quasi ad espiare la colpa di esser morto per aver amato stavolta piu' la moglie dei figli, ovvero di essere rimasto con lei anziche' pensare "devo andarmene per tornare dai miei figli" - sogna una realta' alternativa in cui lui e' vivo, la missione e' andata bene, e torna dai suddetti figli e li riabbraccia. Cio' coincide anche col limbo ideale di Saito, ovvero il ritorno alla giovinezza, cancellando il suo stato di "vecchio pieno di rimpianti che aspetta da solo la morte".
La cosa che rimprovero a Cobb e' solo questa, quella di aver ceduto alla dolce idea di un mondo illusorio in cui lo sbaglio di essere morto - sbaglio che avrebbe comportato sensi di colpa nei confronti dei figli, per aver preferito la moglie a loro - viene cancellato dal fatto che, toh, e' vivo ed e' ritornato a casa, da suo nonno e dai suoi figli.
Troppo comodo.

I feel just like a clown
Every time I move around
Because, after all I'm just another man.
(Arlo Guthrie - Days Are Short)

film, inception

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