Jul 13, 2013 19:07
Archiviato il capitolo "liceo" ecco aprirsi quello "università".
Ieri mi sono recata agli stand sull'orientamento universitario che hanno avuto luogo nella piazza centrale della città universitaria della Sapienza, qui a Roma, col preciso intento di far luce definitivamente sul mio futuro. Al contrario delle aspettative sono tornata a casa più confusa di prima. Tante sono le cose che mi interessano ma poche quelle che realmente presentano un'applicazione lavorativa valida nella realtà quotidiana. Avendo uno zio avvocato, fino ad ieri, ero convinta che la mia strada fosse inevitabilmente quella di giurisprudenza; contavo di riuscire a coltivare le mie passioni in secondo piano, mentre mi affermavo come avvocato. Un posto fisso, al giorno d'oggi non può esser sprecato così, mi dicevo. Ieri, tuttavia, prendendo parte anche all'ascolto di una conferenza illustrativa sulla facoltà di legge mi sono resa conto che quella facoltà così arida non poteva essere la mia strada. Studiare codici e codici, diritto e via discorrendo non mi entusiasma nemmeno un pò e, conoscendomi, so già che cinque anni di questo tipo non li reggerei. Ho così preso meglio in considerazione le mie altre passioni. Ovvero: psicologia e design. Psicologia è la facoltà che più mi interessa e prova ne è che la mia stanza è strapiena di libri sulla materia, tuttavia, la professione di psicologa non mi esalta affatto. Questa è la ragione che mi spinse a scartare la suddetta facoltà. Design è anche interessante però mi sono accorta, venendo da un liceo scientifico, di avere troppe lacune dal punto di vista "figurativo" ed artistico in generale e quindi di non essere in grado di affrontare nemmeno questa facoltà. L'ultima spiaggia è rimasta scienze della comunicazione (triennale) + un possibile master in giornalismo. L'idea di scrivere per qualche giornale, seppur minoritario, articoli di costume, moda, attualità e similia mi attrae non poco, tuttavia, anche in questo campo il problema della disoccupazione non è secondario.
La mia famiglia mi lascia come sempre la massima libertà, invogliandomi a scegliere ciò che più mi appassiona e mi appaga, benchè sia, comunque, loro compito anche farmi presente che la questione dell'occupazione è di non poco conto.
Le iscrizioni dovranno essere consegnate per fine agosto ed io ancora non so bene cosa scegliere. Una parte di me vorrebbe seguire le sue passioni e le sue attitudini mentre l'altra riconosce la stupidità di gettar via un posto assicurato come avvocato in un paese in cui plurilaureati e ricercatori lavorano nei call-center.
Spero di chiarirmi meglio le idee.
"Essere o non essere. Questo è il dilemma."
Kio
vita quotidiana