Ecco a voi l'ennesimo angolo felice in cui rotolarvi tra prompt e fill!
Come sempre:
1. Un prompt per commento
2. RPF - Pairing - Rating vanno nel titolo
3. Kink e spiegazioni varie nel commento
Lunga vita e prosperità al crack.
RPF generale RPF CALCIO RPF ATTORI RPF MUSICA RPF DOPPIATORIRPF SPORT RPF IDOLS
Difatti mangia con molto più gusto, e riesce anche ad annusare i piatti stavolta, perché, come Xabi nota solo ora e con grande sollievo, ha già molti meno tubicini di ieri. La cosa lo inorgoglisce senza un preciso motivo.
Passano il resto del tempo a parlare (più che altro Xabi parla, e Stevie lo ascolta, con lo sguardo di uno che si lascia facilmente distrarre dal suo accento spagnolo, ma tenta in tutti i modi di non darlo a vedere), finché ancora una volta Xabi non viene buttato fuori.
Stevie lo prende per un polso prima che se ne vada, lo tira leggermente verso di sé in modo che si accosti a lui. Quando è vicino abbastanza, lo guarda dritto negli occhi prima di chiudere i suoi, e gli posa un bacio lievissimo sulle labbra. Non osa fare di più perché... beh, per un sacco di motivi, in realtà. Ma vorrebbe, oh, se vorrebbe.
L'ECG subisce di nuovo un'impennata. Questa volta Xabi guarda lo schermo con aria divertita. Pensa che se ci fosse attaccato lui, a quella macchina, probabilmente sarebbe anche capace di farla fondere.
“Ciao, Stevie. Ci vediamo domani.” Xabi vorrebbe reprimere l'enorme sorriso beota che gli si sta dipingendo in volto - e, ne è pienamente consapevole, negli ultimi giorni si sta comportando come una ragazzina delle medie - ma si ritrova incredibilmente incapace di un tale sforzo, perciò quasi si scapicolla fuori dalla stanza e dall'ospedale, per tentare almeno di nasconderlo.
Non riesce nemmeno a maledire automobilisti o pedoni, nel tragitto verso casa.
Il fatto è che, conoscendo Stevie, quel microscopico gesto può voler dire almeno otto milioni di cose, e la bellezza di ognuna di esse è abbacinante, perché in qualche modo rimandano tutte a un'unica conclusione. Conclusione che chiaramente è anche la più tragica che si possa immaginare, ma mentre guida per le strade di Liverpool, accarezzando affettuosamente il suo cambio mancino, Xabi non ha davvero voglia di pensarci, e anzi, decide che l'indomani è il giorno giusto per creare il più bel nuovo ricordo di Stevie.
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E anche se ormai non ha più fiato e sta probabilmente diventando cianotico, la cassa toracica che rischia di esplodergli, il cervello che sembra annegato in un mare d'acqua frizzante, le orecchie insordite da quel maledetto elettrocardiogramma che non la smette di strillare, Xabi pensa che, forse, quello è destinato ad essere il più bel nuovo ricordo di entrambi.
Sì, decisamente Stevie si ricorda tutte le cose fondamentali.
***
Quando arrivano Alex e le bambine, tutte e tre naturalmente incazzate nere (perché, Cristo, come si fa a nascondere una cosa del genere ai famigliari diretti?), Xabi le saluta con una certa dose di imbarazzo (non tanto per quello che ha fatto con Stevie, quanto per quello che la Società ha fatto a loro). Fortunatamente, a lui toccano solo i ringraziamenti per essersi preso cura dello smemorato durante la loro assenza.
Uscendo dalla stanza che ora contiene la famigliola al completo, Xabi ha una gran paura che tutto finisca lì, e forse da molti punti di vista ne è anche sollevato.
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L'abbraccio è un po' goffo, perché Stevie indossa ancora il piumino (in realtà era lì solo come spettatore, ma non ha saputo resistere, per la gioia del resto della squadra), ma il calore che emana si sentirebbe anche attraverso il doppio degli strati.
Quando stanno per separarsi, Stevie si avvicina al suo orecchio e gli sussurra, “la mia memoria fa ancora parecchi scherzi, ma i ricordi nuovi sono ancora tutti lì, e non ho nessuna intenzione di rimuoverli.”
Più tardi, in un angusto stanzino a poche porte dagli spogliatoi, la schiena ancora dolorante per l'improvviso impatto col muro, le mani di Stevie infilate in non sa nemmeno lui quanti e quali posti, il suo corpo completamente premuto addosso, Xabi capisce con estrema precisione cosa intendesse con quelle parole. E sorride come un ebete, fino a farsi dolere i muscoli del viso.
Alle implicazioni di tutto ciò penserà un altro giorno.
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