Prussia si affrettò ad abbassare il proprio sedile, quello dal lato del guidatore. «Prussia cosa...?» «Avanti, West! Butta giù quel sedile» intimò Gilbert a suo fratello, seduto accanto a lui. Si sentiva distintamente una nota di impazienza nella sua voce. Germania sgranò gli occhi, senza obbedire. Stanco di attendere - anche se in realtà erano passati solo pochi secondi - l'albino afferrò per il colletto del giubbotto il fratello minore e lo tirò a sé, impedendogli di porre altre domande inutili ai fini di quel che voleva fare. Gli infilò la lingua in bocca con prepotenza, leccando il palato e i denti, cercando e trovando la lingua del fratello. Spinse Germania contro lo sportello dal lato opposto al suo, inchiodandocelo con il peso del proprio corpo e con la propria forza. Anche se non faceva esercizio ogni giorno, ciò non comportava una carenza sul lato della prestazione fisica. Ludwig si aggrappò allo sportello come se temesse d'essere scaraventato fuori e cercò d'imporsi, superando lo stupore iniziale: iniziò a leccare la lingua del più grande e morderne con moderata veemenza la punta. Nel frattempo l'albino aveva spostato la mano destra sul lato del sedile del biondo, in cerca della manopola che permetteva di reclinare di un angolo a piacere lo schienale. Il tedesco strinse le mani sui fianchi del fratello più grande, attirandolo a sé, per poi far scendere le falangi al bottone dei suoi stretti jeans a vita bassa. Il prussiano intanto era riuscito a trovare quel che stava cercando. Spostò il peso del proprio corpo contro lo schienale per farlo abbassare e Germania gli andò dietro: seguì il movimento del fratello rimanendo avvinghiato a lui. Ormai i jeans erano aperti e s'intravedevano gli slip neri sottostanti. Caddero sdraiati, Germania sopra e Prussia sotto. Il minore si accinse a sedersi a cavalcioni del corpo dell'altro, forzando i suoi pantaloni a scendere. Il bacio continuava, le lingue ormai in comunione tra loro. Gilbert fece strisciare le mani lungo il torace tonico del suo fratellino, soffermandosi un momento sul bacino e poi oltre, fino a raggiungere il suo sedere. Gli palpò le natiche ancora coperte dai pantaloni con amore e languore. Infilò una mano all'interno dei calzari, e glieli abbassò con forza, senza preoccuparsi di eventuali strazi del tessuto. A quel punto fece strisciare una mano fino alla linea tra le chiappe ed infilò due dita all'interno della sua apertura. Ludwig iniziò a sbuffare, ansimando. Si contorceva leggermente, spingendosi verso il fratello, il quale finalmente interruppe il bacio. Nello stesso momento il biondo gli posò una mano sul sesso, avvertendo un inizio di eccitazione. «Non vorrai farlo, vero...?» sogghignò il Beilschmidt, guardandolo dal basso. Le sue dita si muovevano rapide, cercando di entrare di più, istigando l'altro a gemere a volume ancor più alto. Germania chiuse gli occhi e si abbandonò al piacere, ringraziando il fatto che suo fratello avesse parcheggiato la macchina all'interno del loro garage. Non osava pensare a cosa sarebbe potuto succedere se li avesse beccati qualche passante. Ludwig si abbassò in modo da farlo agire con più libertà: gli piaceva tantissimo sentirlo muoversi dentro di sé. Il sangue gli stava affluendo in massa all'inguine, concentrandosi nel suo pene. «Allora, West... devo continuare...?» domandò Prussia. Sembrava perfettamente consapevole dell'effetto che stava sortendo sul fratello e pareva anche gioirne. L'altro sibilò il suo nome, mordendosi poi il labbro inferiore come se si fosse lasciato sfuggire un vocabolo scandaloso. Con il capo annuì, ma a Gilbert non bastò. «Dillo, West» si impose, affondando ulteriormente le dita nel suo sedere, ma stavolta in modo più doloroso.
Il tedesco digrignò i denti e sbatté le palpebre più volte, scacciando i segni del dolore dalla sua espressione - o perlomeno provandoci. «Su, dillo» lo incoraggiò di nuovo l'albino. Dopo qualche momento di attesa, finalmente sussurrò: «Ti desidero...». Si vergognava di una simile affermazione, tuttavia suo fratello sapeva come essere - o diventare - estremamente persuasivo. Ribaltarono la posizione in pochi secondi e Germania si ritrovò sdraiato prono sul proprio sedile, i pantaloni calati fino alle cosce e i suoi boxer rossi abbassati anch'essi. Gilbert gli ammirava il deretano nella luce al neon del garage che entrava dal finestrino di fianco a sé, assaporando già cosa avrebbe fatto di lì a poco. La sua erezione premeva contro le mutande, evidentemente desiderosa di darsi da fare. L'albino si infilò le dita all'interno dell'elastico degli slip e lentamente li abbassò, godendo nell'avvertire la costrizione dell'intimo svanire poco a poco. Una volta che fu libero dalla biancheria, appoggiò la punta del suo pene tra le natiche del fratello, iniziando a strusciare senza penetrare. Ludwig emise un verso stridulo, aggrappandosi ai margini del sedile. «Entra, fratellone» disse, il tono più simile a quello di una richiesta che di un ordine. Gli doleva il membro per la mancanza di considerazioni e voleva raggiungere in fretta l'orgasmo, così da poter rilassare i muscoli. «Non così in fretta, West» replicò il Beilschmidt, continuando a stuzzicarlo con il suo sesso duro e turgido sempre più prossimo alla sua apertura. Ogni suo lieve spasmo muscolare era una conquista per lui ed ogni rumore da lui emesso fonte di nuova eccitazione. L'attesa pervadeva ogni più piccola fibra nervosa del biondo, il quale venne esaudito solo dopo un paio di minuti. L'albino lo penetrò con un gesto secco e per niente gentile, strappandogli un mugolio di dolore, per poi farsi strada all'interno con movimenti circolari del cinto pelvico tesi ad aprirsi un varco ed allargarlo quanto la fisionomia del fratello permetteva. Quando arrivarono le prime spinte, per Ludwig fu come passare da inferno a paradiso in un battito di ciglia: benché i modi di Gilbert fossero rudi in maniera quasi eccessiva, quando si trattava di penetrazione riusciva a compensare la mancanza di tatto con l'abilità. I colpi che infliggeva erano mirati e veementi, pieni della sua foga travolgente. Prussia ci stava mettendo tutto il suo impegno nel far godere il suo fratellino e questo, d'altro canto, stava ansimando e chiamandolo come se da lui dipendesse la sua stessa vita. Entrambi sudavano e cominciavano - forse Ludwig più dell'altro - ad aver bisogno di togliersi i vestiti, che si stavano appiccicando alla pelle umida. Una parte del cervello del biondo stava pensando a quanto fosse imbarazzante invocare il nome di suo fratello a quella maniera. Non era da lui fare una cosa simile, però una volta ogni tanto poteva permetterselo - sempre ammesso che non ci fossero persone come Inghilterra o Francia nei dintorni che potessero udirlo. Nonostante tutto fu Gilbert a venire per primo. Senza il minimo turbamento, raggiunse l'orgasmo flettendo la schiena all'indietro, liberando un roco sospiro ebbro di soddisfazione mentre riversava il proprio sperma all'interno del sedere di suo fratello. Quest'ultimo dovette ricevere ulteriori spinte prima di avvertire l'estasi travolgerlo ed il suo seme fuoriuscire. Si aggrappò al margine del sedile conficcandovi dentro le unghie mentre si macchiava di liquido seminale. Respirando affannosamente appoggiò la fronte sotto di sé ed avvertì il peso del corpo di Prussia sbilanciarsi in avanti ed il suo busto premere sulla sua schiena. Percepì i suoi denti stringersi attorno al lobo dell'orecchio sinistro con fare scherzoso. Germania si prese un momento per riprendere fiato, quindi si lasciò sfuggire un esanime: «Fratellone... credo di aver sporcato la tappezzeria...». «Fregatene» fu la brusca risposta che ricevette «Tanto domani avevo comunque intenzione di portarla a lavare» concluse con nonchalance totale Gilbert, scrollando leggermente le spalle. «Piuttosto, in casa hai voglia di continuare, West...?» proseguì con avida curiosità.
Sostituisci a "recensione sensata" un bel "ASDFGHJKLGHGHGHGHGERMANCESTGHGHGH* e avrai ottenuto la mia reazione. Per Lud uke, per Gilbert seme, per Lud e Gilbert che fanno cosacce in auto neanche avessero preso idee da Francia LOL Dunque, una bella pwp incestuosa che fa sempre piacere -a me perlomeno <3
Questa recensione partecipa a Recensioni d'Autunno @ maridichallenge.
Prussia si affrettò ad abbassare il proprio sedile, quello dal lato del guidatore.
«Prussia cosa...?»
«Avanti, West! Butta giù quel sedile» intimò Gilbert a suo fratello, seduto accanto a lui. Si sentiva distintamente una nota di impazienza nella sua voce.
Germania sgranò gli occhi, senza obbedire. Stanco di attendere - anche se in realtà erano passati solo pochi secondi - l'albino afferrò per il colletto del giubbotto il fratello minore e lo tirò a sé, impedendogli di porre altre domande inutili ai fini di quel che voleva fare. Gli infilò la lingua in bocca con prepotenza, leccando il palato e i denti, cercando e trovando la lingua del fratello.
Spinse Germania contro lo sportello dal lato opposto al suo, inchiodandocelo con il peso del proprio corpo e con la propria forza. Anche se non faceva esercizio ogni giorno, ciò non comportava una carenza sul lato della prestazione fisica.
Ludwig si aggrappò allo sportello come se temesse d'essere scaraventato fuori e cercò d'imporsi, superando lo stupore iniziale: iniziò a leccare la lingua del più grande e morderne con moderata veemenza la punta.
Nel frattempo l'albino aveva spostato la mano destra sul lato del sedile del biondo, in cerca della manopola che permetteva di reclinare di un angolo a piacere lo schienale.
Il tedesco strinse le mani sui fianchi del fratello più grande, attirandolo a sé, per poi far scendere le falangi al bottone dei suoi stretti jeans a vita bassa.
Il prussiano intanto era riuscito a trovare quel che stava cercando.
Spostò il peso del proprio corpo contro lo schienale per farlo abbassare e Germania gli andò dietro: seguì il movimento del fratello rimanendo avvinghiato a lui. Ormai i jeans erano aperti e s'intravedevano gli slip neri sottostanti.
Caddero sdraiati, Germania sopra e Prussia sotto. Il minore si accinse a sedersi a cavalcioni del corpo dell'altro, forzando i suoi pantaloni a scendere.
Il bacio continuava, le lingue ormai in comunione tra loro.
Gilbert fece strisciare le mani lungo il torace tonico del suo fratellino, soffermandosi un momento sul bacino e poi oltre, fino a raggiungere il suo sedere. Gli palpò le natiche ancora coperte dai pantaloni con amore e languore. Infilò una mano all'interno dei calzari, e glieli abbassò con forza, senza preoccuparsi di eventuali strazi del tessuto. A quel punto fece strisciare una mano fino alla linea tra le chiappe ed infilò due dita all'interno della sua apertura.
Ludwig iniziò a sbuffare, ansimando. Si contorceva leggermente, spingendosi verso il fratello, il quale finalmente interruppe il bacio.
Nello stesso momento il biondo gli posò una mano sul sesso, avvertendo un inizio di eccitazione.
«Non vorrai farlo, vero...?» sogghignò il Beilschmidt, guardandolo dal basso.
Le sue dita si muovevano rapide, cercando di entrare di più, istigando l'altro a gemere a volume ancor più alto. Germania chiuse gli occhi e si abbandonò al piacere, ringraziando il fatto che suo fratello avesse parcheggiato la macchina all'interno del loro garage. Non osava pensare a cosa sarebbe potuto succedere se li avesse beccati qualche passante.
Ludwig si abbassò in modo da farlo agire con più libertà: gli piaceva tantissimo sentirlo muoversi dentro di sé.
Il sangue gli stava affluendo in massa all'inguine, concentrandosi nel suo pene.
«Allora, West... devo continuare...?» domandò Prussia. Sembrava perfettamente consapevole dell'effetto che stava sortendo sul fratello e pareva anche gioirne.
L'altro sibilò il suo nome, mordendosi poi il labbro inferiore come se si fosse lasciato sfuggire un vocabolo scandaloso. Con il capo annuì, ma a Gilbert non bastò.
«Dillo, West» si impose, affondando ulteriormente le dita nel suo sedere, ma stavolta in modo più doloroso.
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«Su, dillo» lo incoraggiò di nuovo l'albino.
Dopo qualche momento di attesa, finalmente sussurrò: «Ti desidero...».
Si vergognava di una simile affermazione, tuttavia suo fratello sapeva come essere - o diventare - estremamente persuasivo.
Ribaltarono la posizione in pochi secondi e Germania si ritrovò sdraiato prono sul proprio sedile, i pantaloni calati fino alle cosce e i suoi boxer rossi abbassati anch'essi.
Gilbert gli ammirava il deretano nella luce al neon del garage che entrava dal finestrino di fianco a sé, assaporando già cosa avrebbe fatto di lì a poco.
La sua erezione premeva contro le mutande, evidentemente desiderosa di darsi da fare.
L'albino si infilò le dita all'interno dell'elastico degli slip e lentamente li abbassò, godendo nell'avvertire la costrizione dell'intimo svanire poco a poco.
Una volta che fu libero dalla biancheria, appoggiò la punta del suo pene tra le natiche del fratello, iniziando a strusciare senza penetrare.
Ludwig emise un verso stridulo, aggrappandosi ai margini del sedile.
«Entra, fratellone» disse, il tono più simile a quello di una richiesta che di un ordine.
Gli doleva il membro per la mancanza di considerazioni e voleva raggiungere in fretta l'orgasmo, così da poter rilassare i muscoli.
«Non così in fretta, West» replicò il Beilschmidt, continuando a stuzzicarlo con il suo sesso duro e turgido sempre più prossimo alla sua apertura. Ogni suo lieve spasmo muscolare era una conquista per lui ed ogni rumore da lui emesso fonte di nuova eccitazione.
L'attesa pervadeva ogni più piccola fibra nervosa del biondo, il quale venne esaudito solo dopo un paio di minuti. L'albino lo penetrò con un gesto secco e per niente gentile, strappandogli un mugolio di dolore, per poi farsi strada all'interno con movimenti circolari del cinto pelvico tesi ad aprirsi un varco ed allargarlo quanto la fisionomia del fratello permetteva.
Quando arrivarono le prime spinte, per Ludwig fu come passare da inferno a paradiso in un battito di ciglia: benché i modi di Gilbert fossero rudi in maniera quasi eccessiva, quando si trattava di penetrazione riusciva a compensare la mancanza di tatto con l'abilità.
I colpi che infliggeva erano mirati e veementi, pieni della sua foga travolgente.
Prussia ci stava mettendo tutto il suo impegno nel far godere il suo fratellino e questo, d'altro canto, stava ansimando e chiamandolo come se da lui dipendesse la sua stessa vita.
Entrambi sudavano e cominciavano - forse Ludwig più dell'altro - ad aver bisogno di togliersi i vestiti, che si stavano appiccicando alla pelle umida.
Una parte del cervello del biondo stava pensando a quanto fosse imbarazzante invocare il nome di suo fratello a quella maniera. Non era da lui fare una cosa simile, però una volta ogni tanto poteva permetterselo - sempre ammesso che non ci fossero persone come Inghilterra o Francia nei dintorni che potessero udirlo.
Nonostante tutto fu Gilbert a venire per primo. Senza il minimo turbamento, raggiunse l'orgasmo flettendo la schiena all'indietro, liberando un roco sospiro ebbro di soddisfazione mentre riversava il proprio sperma all'interno del sedere di suo fratello.
Quest'ultimo dovette ricevere ulteriori spinte prima di avvertire l'estasi travolgerlo ed il suo seme fuoriuscire.
Si aggrappò al margine del sedile conficcandovi dentro le unghie mentre si macchiava di liquido seminale. Respirando affannosamente appoggiò la fronte sotto di sé ed avvertì il peso del corpo di Prussia sbilanciarsi in avanti ed il suo busto premere sulla sua schiena.
Percepì i suoi denti stringersi attorno al lobo dell'orecchio sinistro con fare scherzoso.
Germania si prese un momento per riprendere fiato, quindi si lasciò sfuggire un esanime: «Fratellone... credo di aver sporcato la tappezzeria...».
«Fregatene» fu la brusca risposta che ricevette «Tanto domani avevo comunque intenzione di portarla a lavare» concluse con nonchalance totale Gilbert, scrollando leggermente le spalle.
«Piuttosto, in casa hai voglia di continuare, West...?» proseguì con avida curiosità.
Topping - Menù Veneziano
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Dunque, una bella pwp incestuosa che fa sempre piacere -a me perlomeno <3
Questa recensione partecipa a Recensioni d'Autunno @ maridichallenge.
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