Titolo: One Thousand
Fandom: Leggende arturiane
Wordcount: 585 (FDP)
Personaggi: Galahad, Mordred
Rating: PG
Avvertimenti: pre-slash, un po’ di AU?, reincarnazioni, ridondanze... heh <333
Flashfic partecipante alla
sesta settimana del
COW-T, Take 2 @
maridichallenge, Missione uno, prompt Anno/Anni. <3
Mille anni fa sembrava un tempo dolcissimo.
Suonava come le favole antiche, come un covo di meraviglie. Forse era esistito anche per loro, un tempo così. Giorni in cui avrebbe potuto vederlo con le mani inguantate di farina, nel tentativo di fare il pane; ore perdute ad immaginare la forma del suo sorriso, quando avrebbe potuto averne uno; secoli e secoli tesi a rincorrersi, senza la cotta di maglia a imbracare i movimenti, senza il peso di una spada sul fianco, così pesante da incidere nella terra morbida qualsiasi sentiero avessero percorso mai.
Lo stridere della lama affilata svanì, come le meraviglie di tempi andati e forse mai realmente venuti.
“Cos’è che avete da guardare, ora?”
Sir Galahad gli sorrise, affacciato alla porta delle sue stanze, con le maniche tirate fin sulle dita nell’estremo e sciocco tentativo di nascondersi ai suoi occhi, che pure lo avevano già notato da parecchio.
“È che... Pensavo... mille anni...”
Sir Mordred lo guardò come si guardano i matti, o come un uomo oltraggiato guarda chi l’ha profondamente, profondamente offeso.
“Mille anni? Per affilare una spada?” Strinse l’elsa e la rimirò più volte, come per accertarsi di cosa avesse tra le mani. “Vi state prendendo gioco di me?”
“No, io...” Galahad sorrise di nuovo, così goffo che le maniche larghe gli caddero fino alla punta delle dita. “Mille anni mi sembrano un tempo ragionevole.”
Mille anni dopo era solo una questione di dettagli, in realtà, e le cose sembravano diverse, ma non lo erano granché. Mille anni gli avevano cambiato la tunica in una felpa, ma non impedivano alle maniche di cadergli ancora sulle dita.
Mille anni erano nei nuovi capelli color sabbia di Mordred e in quella sua impossibile camicia verde a quadrettoni, ma l’andatura e le briciole di cookies nelle tasche dei jeans gli suggerivano ancora gli stessi problemi di un tempo.
E anche adesso che non sognava più di affondare la spada nella terra e fuggire a cogliere margherite in un mondo di dolcezze, c’era poco di diverso.
La pagina restò a mezz’aria, piegata in un casqué rotondo e giallo come vecchia letteratura o il flashback dorato di un film.
“Che c’è? Cos’hai da guardare?”
Galahad sorrise, in piedi accanto a un tavolo della sala letture. Sorrise perché Mordred aveva scarpe blu consunte e gli occhi un poco a mandorla. E perché continuava a spiarlo anche in una biblioteca nuova di un millennio, e perché lui sapeva ancora accorgersene.
“Volevi il libro? Guarda che ce ne sono altre copie, ti basta chiedere.”
Sorrise per le sue cuffiette abbandonate sul collo, chiedendosi se ci fosse posto per ballate e poemi, là dentro.
“No, è che... Pensavo... mille anni...”
Il ragazzo lo guardò - sì, come si guardano i matti - e lui per poco non si sciolse in una di quelle risate commosse, quelle da matrimonio, quelle da happy ending di una commedia romantica, quelle da vecchia foto nostalgica insieme a papà o ai cugini. Chissà se aveva dei cugini, a proposito. Con gli stessi capelli biondicci o gli stessi occhi un po’ a mandorla.
“Mille anni? Per questo libro?” Mordred inarcò un sopracciglio. Un’altra novità che lo costrinse a sorridere e a sfilacciarsi gli orli delle maniche con le dita sudate. “Se ci mettessi tanto lo farei di proposito, per far aspettare uno come te. Ti ho detto che ci sono altre copie.”
“No, io...”
“E non credere di essere simpatico, non lo sei.”
Sospirò, il sollievo e quel po’ - un immenso po’ - di felicità ancora saldi sulle sue labbra. C’erano nuovi dettagli, ma per averli -- per riaverli indietro... mille anni erano ancora un tempo ragionevole.