The Little Rascals (Fili & Kili)

Jan 11, 2013 14:55


Autore: Kiahb26

Fandom: Lo Hobbit

Pairing: Nessuno.

Personaggi:  Fili e Kili e l’immancabile presenza di Thorin Oakenshield e sua sorella Dis, madre dei due pargoli!

Trama: Spaccati di vita di Fili e Kili legati alla loro infanzia.

Avvertenze: Mi sono inventata tutto!!

Note dell’autrice: Da tre a trentatré, come si suol dire. Erano mesi che non scrivevo e poi badamoom, sforno due fanfiction in meno di ventiquattro ore pur essendo cerebralmente a pezzi. Spero che possa piacervi anche se non è niente di che. Buona lettura!

Ps: Mi è venuta in mente perché stamattina sono andata a vedere in diretta l’ecografia di un amica. Questo unito ad una canzone dello zecchino d’oro che trovate QUI e a queste meravigliose fan art dei piccoli Fili e Kili con Thorin e di Dis, (le trovate rispettivamente QUI e QUI ) hanno fatto il resto.

The Little Rascals

Fili fissò con apprensione il pancione della madre che, come dotato di vita propria, di tanto in tanto si muoveva.

Balzando indietro, il piccolo nano dai capelli biondi, deglutì a vuoto.

Com’era possibile che un fratellino si trovasse li dentro?

E soprattutto perché mai un fratellino avrebbe dovuto picchiare la mamma?

Mordicchiandosi le labbra osservò Dis passare una mano sul punto incriminato, dove qualcosa, dalla forma di piedino, spingeva.

-È costantemente agitato.- stava spiegando sua madre a Mastro Balin, che sorrideva mite, scrutando quasi con orgoglio quella pancia piena. -Dormire è diventato quasi impossibile.-

-Manca poco ormai.- la rassicurò il nano più anziano, con affetto.

Facendo una smorfietta Fili indietreggiò ancora, andando a sbattere su suo zio Thorin, appena arrivato.

Prima che potesse cadere, le mani forti dell’erede di Thrain, lo afferrarono, sollevandolo.

-Che succede, Cucciolo?- chiese, sistemando Fili contro il proprio petto.

Il piccolo nano guardò verso lo zio, prima di tornare a fissare il pancione della mamma e poi nuovamente Thorin.

-C’è un goblin, dentro la pancia della mamma?- chiese, la voce ridotta ad un singulto simile ad un singhiozzo.

Thorin si ritrovò a ridere a quelle parole.

-Ma certo che no, Cucciolo, è solo il tuo fratellino che si muove, c’è poco spazio, dove si trova.- spiegò paziente.

Lo sgomento di Fili sembrò aumentare a quelle parole.

-Ma come farà ad uscire, allora?-

Il principe nanico si ritrovò ad arrossire a quella domanda.

Il suo nipotino ed erede era entrato nel terribile periodo dei perché, pareva.

-Oh beh lui… Dis, tuo figlio comincia a fare domande a cui non credo di voler dare risposta.- farfugliò in direzione della sorella.

La nana si ritrovò a ridacchiare quando, voltato lo sguardo, vide la stessa espressione disperata stampata sul volto del figlio e del fratello.

-Dallo a me, Thorin, ci penso io.- cinguettò con il volto addolcito da quel qualcosa tipico delle donne in dolce attesa, allungando le braccia verso il figlio maggiore che le si ritrovò seduto sulle gambe, ad un soffio dal pancione incriminato.

Con amore spinse la testolina bionda contro il proprio ventre, lasciando che l’orecchio di Fili premesse contro la pelle tesa dello stomaco.

Un po’ riluttante Fili si lasciò condurre con l’orecchio contro la rotondità, trattenendo il fiato.

Tump. Tump!

Il rumore si susseguì,  dall’interno, attutito da qualcosa che sembrava acqua.

-Hiii!- si lasciò sfuggire il piccolo nano, sorpreso. -Bleah!-

I tre adulti presenti nella stanza risero della sua reazione e davvero non capì cosa diamine c’era da essere così divertiti.

-Perché fa così?- chiese innocentemente, imbronciandosi.

-Perché è felice.- spiegò Dis, con gioia.

-Felice per cosa?- domandò ancora Fili, inclinando la testolina bionda.

-Perché ci  sente parlare, immagino. Anche se tu non lo vedi, lui ci ascolta.-

La boccuccia di Fili si spalancò a quelle parole e si voltò, guardando lo zio con gli occhi grandi come piattini da caffè.

-Hai sentito, zio? Il fratellino è una spia!!-

Un nuovo scoppio di risa invase la stanza ma nessuno osò fargli notare che no, il nascituro non era una spia.

Dopotutto quello aveva evitato la domanda scomoda, cosa avrebbero potuto chiedere di più?

***

Un urlo squarciò l’aria e Fili smise di respirare, nascondendo il viso contro il petto di Thorin, seduto sul gradino fuori dalla cascina, insieme a lui.

-Shhh, non aver paura, Fili, va tutto bene.- cercò di rassicurarlo mentre le urla si intervallavano, per manciate di secondi, al silenzio più totale.

Il piccolo nano inghiottì il groppo che aveva in gola, non riuscendo a comprendere.

Era stato svegliato da un gemito della sua mamma e poi, tante signore barbute, più di quante ne avesse mai viste insieme, erano arrivate e l’avevano sbattuto fuori di casa, insieme allo zio.

E da allora non si erano uditi che gemiti e grida.

Spaventato, Fili, sentì gli occhi farsi lucidi.

-L… la mia mamma sta morendo?- riuscì a chiedere in un soffio, ad un passo dalle lacrime. -N… non voglio che mi lasci anche lei, c-come papà.-

Le mani forti ma gentili dello zio lo strinsero più forte.

-Certo che no, Fili, la mamma non sta morendo.- lo confortò.

-Ma allora perché la mamma urla?- domandò e la sua innocenza riuscì ad intenerire Thorin più di quanto il principe nano avrebbe voluto.

-Perché sta mettendo al mondo il fratellino, è un duro lavoro.- gli spiegò.

-Ma come fa a farlo?- volle sapere il piccolo nano, col cuore in gola, tornando a porre la fatidica domanda.

-È una cosa da donne. È per questo che ci hanno cacciato via.- rispose Thorin, che questa volta non si fece cogliere impreparato dal nipote in apprensione. -Vedrai che andrà tutto bene.- lo rassicurò ancora una volta, lasciandolo nascondere contro le proprie vesti pesanti.

Rassicurato da quella risposta che non aveva tuttavia saziato i suoi dubbi, Fili annuì e attese.

Doveva essersi addormentato poiché, ad un certo punto, lo zio lo scrollò gentilmente per una spalla.

-Fili, sveglia, il fratellino è nato, vuoi vederlo?-

Con gli occhioni ancora gonfi di sonno il bambino annuì.

Si sollevò, lasciando che lo zio facesse lo stesso e lo prendesse per mano, accompagnandolo fino alla stanza da letto della madre.

Dis, seduta fra le coperte, teneva in grembo un insieme di coperte dentro cui qualcosa si agitava, lanciando strani versi.

Sorpreso, Fili si avvicinò al lettone con passo felpato, per sbirciare.

Ancora una volta, l’unica cosa che vide fu un insieme di coperte.

Sollevandosi sulle punte, alzando il nasino all’insù, cerco di vedere.

Poi le mani conosciute dello zio lo sollevarono, permettendogli di vedere oltre le trapunte.

Il fagottino con il viso pieno di puntini rossi e grinze sulla pelle, ad un passo dalle lacrime, si agitò ancora.

-Ciao.- disse in direzione di quel cosino strano, stretto dalle braccia protettive della mamma.

Due occhioni di colore indefinito, lo fissarono e poi, quello che voleva essere un abbozzo di sorriso -Fili ne era sicuro!- gli sovvenne in risposta.

Con gli occhi carichi di curiosità, il biondino si agitò per liberarsi dalle braccia dello zio e sedersi a fianco alla mamma.

-È brutto!- decretò, convinto. -Ma mi piace. Lo hai visto mamma? Mi ha sorriso!-

Dis, la voce stanca per il travaglio, ridacchiò.

-Oh si, lo ha fatto. E ti assicuro che diventerà più bello, fra qualche giorno.-

Battendo le manine, eccitato, Fili allungò il collo, per guardare meglio l’essere gorgogliante fra le fasce.

-C’è l’ha un nome?- si interessò, non stando più nella pelle già immaginando tutti i giochi che avrebbero potuto fare insieme.

-Kili.- asserì Dis, passando una mano fra i capelli color dell’oro del figlio maggiore. -Si chiama Kili.-

-Mi piace, Kili. È un bel nome.- diede il suo assenso Fili e di nuovo Dis sorrise, tornando a sdraiarsi, esausta.

***

-Li!- esordì Kili, mordicchiando il cucchiaino che la mamma gli aveva portato alla bocca facendo un discorso strano su pale da nani minatori.

Fili al suo fianco, sbuffò.

-F-I-L-I!- scandì il proprio nome.

-Lili.- gli fece eco il più piccolo, ridacchiando per l’espressione offesa del fratello.

-Fili.- sospirò un ultima volta il biondino, esasperato.

-Ili.- concluse Kili, aprendo la bocca per ricevere un altro cucchiaino di pappa.

Dis rise all’espressione distrutta del maggiore dei suoi figli.

-Dagli tempo, tesoro, vedrai che imparerà.- lo rassicurò, accennando poi con la testa al piatto ancora pieno del biondo. -Finisci il tuo pranzo adesso.-

Con il broncio, Fili afferrò il cucchiaio, facendolo sprofondare nella zuppa tiepida.

Stava quasi per portare il cucchiaio alla bocca quando la porta si aprì e lo zio Thorin, con gli abiti da lavoro, fece il suo ingresso in casa.

-Fili!- lo salutò Kili, usando il nome del fratello come fosse la migliore forma di benvenuto che esistesse al mondo.

Suo fratello maggiore per poco non cadde dalla sedia e tutto il suo appetito si spense mentre balzava in piedi.

-Avete sentito?- ululò eccitato, -ha detto il mio nome!!- gridò ancora, fiero, saltellando per la stanza.

Ora che sapeva dire correttamente il suo nome gli avrebbe insegnato ogni cosa.

***

-Fili!-

Il richiamo lo fece gemere mentre provava a nascondersi sotto il cuscino.

-Nhh, è presto, torna a dormire, Kili.- borbottò, assonnato.

-Ma c’è lo zio! Lo zio ci ha portato dei regali!- strillò ancora, suo fratello minore, eccitato.

Quelle parole bastarono a svegliare completamente Fili.

Regali!

Lo zio Thorin aveva portato dei regali per loro.

Balzò in piedi ancor prima di un battito di ciglia, prendendo il fratello per mano e trascinandolo verso la cucina.

-Sono grandi abbastanza ormai, Dis.- stava dicendo lo zio a loro madre, -e mi occuperò personalmente del loro addestramento, non hai nessun motivo per cui preoccuparti.- assicurò.

I due bambini si guardarono nascondendo un ghignetto quando loro madre premette un ascia ben affilata sotto il naso dello zio.

-Lo spero per te, Thorin Oakenshield, o non avrò pietà!-

Dall’espressione del loro mentore -e zio preferito- i due piccoli nani furono certi che temeva più loro madre che il drago Smaug.

Non c’era da biasimarlo dopotutto.

Con ancora i sorrisi ad illuminare i loro occhi fiduciosi sgattaiolarono in cucina, pronti a ricevere i loro regali -una spada e un arco, per inteso- e a diventare dei grandi guerrieri.

Erano sicuri che le loro storie, un giorno, sarebbero state narrate per tutta la Terra di Mezzo.

nbsp;                                                                           -FINE-

fili e kili; fratelli; thorin; dis;

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