~Again: chapter IV [KameDa]

Jun 01, 2012 18:07





Title: Hurt me as much as you want, I'll keep loving you no matter what
A/N:               Ebbene si, ecco a voi il quarto capitolo. Innanzitutto ringrazio, come sempre, non smetterò mai di dirlo, chiunque abbia letto e stia leggendo questa fanfic. Proprio in questo capitolo le cose iniziano a diventare un po' più ecchi, ma non voglio spoilerarvi altro.
Ah, ho avuto problemi con l'HTML, quindi se c'è qualcosa che non quadra fatemi sapere!
Douso!
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『If tonight
I would lose you
I won’t forget because I still love you 』

Quando Ueda arrivo al suo appartamento, le luci di quelle di Kame erano accese. Aprì la porta e si diresse immediatamente nella doccia, poi si stese sul divano; Poiché ancora sotto shock, non riusciva a mangiare nulla. Chiuse gli occhi e tutte le cose successe quel giorno iniziarono a scorrergli nella mente; nonostante tutto non riusciva a digerirle. Aprì gli occhi per un secondo e notò di essersi addormentato sul divano e che era l'alba. Poco dopo la porta dell'appartamento di Kame si aprì ed Ueda, incuriosito, decise di origliare, mettendosi con l'orecchio teso alla sua porta di casa.

"Kazuya grazie per avermi ospitato a casa tua,nonostante te l'abbia chiesto così improvvisamente", disse con voce molto allegra Junno. In qualche modo, tutta quella gioia se,brava stonare con la calma dell'alba

"Ma figurati! Mi ha fatto piacere. E poi ieri abbiamo finito molto tardi, mi sarei preoccupato a saperti ancora per strada", disse con tono dolce Kame.

"Kazuya...", il sorriso gli sparì dal volto, facendo posto ad uno sguardo serio, puntato diritto nei suoi occhi, poi lo abbracciò.

"J-Jun, sarebbe meglio che mi lasci, q-qualcuno potrebbe vederci".

"Andiamo Kazuya, ancora un altro po'. E poi é l'alba, chi ci può mai vedere?", vedere o sentire non faceva molta differenza, pensava Ueda, che imprecava silenziosamente contro Junno.

"Hai ragione, ma per sicurezza togliti, perfavore"
A malincuore, il ragazzo più alto decise di ascoltarlo.

"Allora oggi ti vengo a prendere alla solita ora fuori scuola?", disse sfoggiando il suo solito ampio sorriso.

"Certamente! Sarò subito lì, sempre che tu non decida di lasciarmi solo al mio destino come ieri!", Kame sembrava più leggero della sera precedente: prima si incolpava di approfittare del passaggio di Junno,ma ora ci scherzava. Ueda lo notò tristemente

"Oe Kazuya!", disse sporgendo il labbro inferiore a formare un broncio," lo sai che se fosse stato per me sarei scappato da scuola solo per venire a prenderti, non voglio pensare di lasciarti solo e camminare per quelle strade pericolose, ma se lo venissero a sapere i miei g...", fu interrotto da Kame, che lo baciò. Ueda stentava a crederci: se aveva preso lui l'iniziativa di baciare qualcuno così all'improvviso, allora significava che con lui non aveva mai voluto farlo.

"K-Kazuya...", disse con tono sorpreso, "Posso baciarti?", nella voce c'era un nervosismo che Ueda non aveva ancora visto in Junno, misto ad una certa impazienza ed ansia per la risposta. Il ragazzo che stava ascoltando tutto da dietro la porta, decise di non voler sentire quella risposta più che ovvia uscire dalla bocca del ragazzo che amava. Tutto gli era troppo chiaro: aveva perso, ancora prima di mettersi in gioco era stato sconfitto da un perfetto sconosciuto. Si sentiva uno stupido: avrebbe dovuto immaginarlo: se Kame avesse mai provato qualcosa per lui, conoscendolo, non avrebbe esitato a dirglielo. Come aveva mai potuto pensare che tra loro ci sarebbe mai potuto essere un "noi"? Nella sua mente iniziarono ad affiorare tutti quei momenti in cui era stato catturato nella magia di Kame. Effimera come un fuoco d'artificio, la felicità di quei momenti passati insieme scorrevano nella sua mente, spezzandogli ancora il cuore, poiché sapeva bene che non sarebbe mai riuscito a liberarsi da quella misera realtà dove, per quanto Ueda lo guardava, lo sguardo di Kame era rivolto verso un altro. Ma lui stava bene. Si, certo....stava bene...allora perché, steso sul suo letto, non riusciva a smettere di singhiozzare? Perché quelle lacrime non riuscivano a smettere di rigargli il volto, scorrendo rapide ed abbondanti? Ma ad Ueda andava bene: Kame poteva ferirlo quanto voleva, perché amava anche il modo in cui lo faceva. Non cercò di trattenere l'ennesimo singhiozzo che nasceva nella sua gola, adesso voleva solo sfogarsi un po', poi sarebbe tornato quello di sempre.

"Ueda! Ueda!!",il ragazzo si rese conto di essersi addormentato mentre piangeva. Non era dell'umore adatto per andare a scuola. Innanzitutto avrebbe dovuto vedere Kame, inoltre sapeva che avrebbe solo finito per pensare agli eventi precedenti. "Se non ti sbrighi faremo tardi!", Ueda decise di non rispondere: prima o poi si sarebbe stancato, no?

Proprio in quel momento il ragazzo sentì la porta aprirsi. Imprecò a bassa voce: aveva dimenticato di chiuderla.

"Ueda! Forza svegliati! Che irresponsabile,hai persino lasciato la porta aperta! Fortuna che sono solo io", Ueda si coprì il volto: non voleva essere visto da Kame: sicuramente il suo aspetto doveva essere orribile. Il ragazzo dai capelli corvini si avvicinò al suo letto, poi si piegò sulle ginocchia, fino a raggiungere il suo amico apparentemente addormentato "Hey Ueda! É ora di alzarsi! Faremo tardi se non ti alzi subito", disse dolcemente.

Cercò di fare una voce impastata dal sonno: "Mmmh? Kame? Che ci fai qui?"

"La porta era aperta, ma non importa. Alzati!"

"No! Non mi sento bene. Oggi passo!"

"Che cosa!? Non dire sciocchezze, sbrigati!",Kame cercò di spostargli le coperte dal volto, ma Ueda oppose resistenza, la quale non durò a lungo. Aveva pianto talmente tanto che si sentiva ancora debole e la cosa giovava alla sua recita "Cavoli Ueda, davvero non ti senti bene! Hai un aspetto disastroso!", Ueda non riuscì a non pensare che la colpa era solo sua.

"Già, adesso vai a scuola, che fai tardi"

"Scherzi? Non posso lasciarti a casa da solo in questo stato! Vado a prepararti qualcosa da mangiare", in qualche modo, piangendo tutta la tristezza era passata. No, la verità era che Ueda era uno stupido, perché solo la presenza del ragazzo che amava riusciva a fargli dimenticare ogni cosa, anche se lui era la causa di tutto. Sapeva che Kame avrebbe potuto saltare la scuola, ma non il lavoro e questo implicava rivedere Junno e lui non poteva evitarlo. Comunque non si oppose più e lo lasciò fare come voleva, sapeva che con uno testardo come Kame la battaglia era persa a prescindere, forse in realtà non voleva nemmeno: l'idea di poter stare a lungo con Kame gli piaceva troppo per rifiutarlo.

"Allora io vado. Mi prendo le chiavi, così non ti devi alzare per aprire quando torno", Kame fece per alzarsi, ma il suo amico gli afferrò la manica.

"Non te ne andare. Usa la mia cucina", Ueda sapeva che aveva perso, che dopo avrebbe dovuto arrendersi e lasciarlo nelle mani di Junno per il resto della giornata, ma voleva approfittare di quei momenti il più possibile.

Si voltò verso Ueda e sorrise: "Ho capito, resto qui", gli accarezzò i capelli, poi si inginocchiò sul letto ed avvicinò la sua fronte a quella del suo amico steso, che avvampò e le speranze iniziarono a salire.

"Non hai la febbre, menomale", era un po' deluso. Ma che pensava!? E poi Kame era impegnato, doveva metterselo bene in testa.
Kame si alzò dal letto, seguito da Ueda, che andò a fare una doccia. Quando uscì aveva solo un asciugamano intorno alla vita ed i capelli ancora bagnati. Il neretto uscì dalla cucina e facendo un fischio d'assenso.

"Caspita Ueda! Che fisico! Perché me l'hai nascosto? Kame gradisce!", Ueda si sentì profondamente in imbarazzo.

"K-Kame non mi prendere in giro!", rispose avvampando sempre di più.

"Non sto scherzando! Hai davvero un bel fisico! Non oso pensare cosa farebbero le ragazze della nostra scuola se ti vedessero così!" , Ueda sperava che Kame l'avrebbe piantata quanto prima.

"Ok, ho capito. Però non mi guardare", disse in preda all'imbarazzo più totale, pentendosi di non essersi cambiato prima di uscire.

"Ma che timidone!", accompagnando la sua esclamazione, diede uno schiaffo sul sedere del bruno.

"K-Kame! Ya-Yamete!", balbettò pieno di vergogna mentre lui rideva. Rientrò in cucina dicendo: "Era solo uno schiaffo innocente!", continuava a ghignare ed Ueda sbuffò.
Si rivestì in fretta temendo un secondo attacco, poi si stese sul letto e, per evitare domande su come si sentiva, finse di addormentarsi.

Ad un certo punto Kame esclamò: "Atsui!". Ueda era in allarme e la tentazione di chiedergli se stava bene e cosa era successo era forte, ma Kame aveva quasi mormorato quell'esclamazione, probabilmente proprio per non svegliarlo. Tenne gli occhi aperti impercettibilmente, in modo che avrebbe potuto tenere d'occhio la situazione. Kame entrò in camera ed Ueda notò che sulla camicia bianca dell'uniforme c'era una grande macchia; deve essergli finito ciò che stava preparando addosso.

"Ah~ Kuso! Era anche pulita!", urlò poi si tappò la bocca e si accertò di non aver svegliato il suo amico che dormiva. Iniziò a sbottonare piano la camicia, poi la posò sul tavolino ed entrò in bagno, lasciando la porta aperta. Come mai non si era cambiato direttamente lì? E poi perché é entrato nel suo bagno con la porta aperta? Non che ad Ueda dispiaceva, ovviamente. Anzi!

Dallo specchio del bagno riusciva a vederlo chiaramente: pezzo dopo pezzo, scorgo sempre di più la sua pelle candida che aveva sempre desiderato sentire contro la sua. In poco tutto ciò che aveva sempre sognato, il suo corpo perfetto, era lì avanti ai suoi occhi, senza segreti, eppure irraggiungibile. Lo squadrò dalla testa ai piedi, imprimendo tutto nella sua memoria, sicuro che occasioni del genere non sarebbero capitate più. Quel corpo non era suo, apparteneva ad un altro, le mani che lo toccavano non erano le sue, seppure aveva sempre cercato di immaginare come sarebbe stato; ad assaggiare le sue labbra non era lui, sentirlo suo era una mera illusione. Kame iniziò a lavarsi con le mani il petto; quelle mani che Ueda aveva sempre immaginato mentre esploravano il suo corpo con fermezza e, nello stesso tempo, dolcezza. Si sentiva un maniaco per continuare a guardare, ma soprattutto per quanto la sua mente stava iniziando ad andare lontano. Voleva sentire il suo caldo respiro contro il collo, le labbra di Kame catturare le sue, morderle; la mia mano sulla sua guancia, e le sue intrecciate tra le ciocche dei suoi capelli, la lingua di Kame tracciare le forme del suo corpo; mani che bramavano di più, permettendo ad uno di scoprire i segreti dell'altro; i fianchi del neretto spingere contro i suoi, la sua testa contro il suo petto, esalando l'ultimo profondo respiro, i loro corpi tremare e controcersi nello stesso momento… Guardandolo attraverso lo specchio, le mille fantasie impossibili che attraversavano la sua mente erano insopportabili. Reali, ma al contempo irreali. Ueda iniziava a non capirci nulla, il suo desiderio era troppo, insopportabile, era troppo eccitato. Doveva prendersi cura del danno guaio che aveva combinato, iniziando a darsi da solo piacere,  mentre le immagini vivide continuavano a ricorrere nella mente. A che punto l'aveva fatto arrivare! Fin dove l'aveva fatto spingere! Kame: era sempre, interamente colpa sua.

Kame uscì dal bagno alla ricerca di una maglia pulita, quindi estrasse dall'armadio di Ueda una T-shirt. Ueda finse di svegliarsi, Kazuya stava infilando la maglia, e si coprì velocemente quando notò che l'amico aveva aperto gli occhi, con l'espressione di un ladro colto nelle mani nel sacco, poi fece un sorriso di scuse.

"Ben svegliato bell'addormentato!"

"Un, ohayou Kame!", biascicò, " quella T-shirt mi è familiare...",inclinò  la testa di lato, come per studiarlo.

"Ah, gomen, gomen. Mi ci è finita della roba su e mi sentivo tutto appiccicoso!", spiegò aggiustando la maglia.

"Ah, non preoccuparti!"

"Ed ho anche usato il bagno, ma tranquillo, ho messo tutto di nuovo a posto!!". Ueda si alzò e si diresse in bagno: doveva lavarsi per il lavoretto di prima. Kame aveva davvero pulito tutto, la sera prima aveva lasciato tutto in disordine, mentre ora era tutto sparito!

"Wa~~! Kame ti sposerei! Saresti un partner con i fiocchi! Cucini e fai le pulizie come nessun altro!", risero. Eccome se l'avrebbe fatto; non per quel motivo…ok, anche per quello, ma la ragione, ovviamente, era un'altra.

"Mh, allora potrei vantarmi che il mio partner ha un fisico da far paura ed un sedere fantastico!", disse con un sorriso malizioso.

"Baka! Non é vero!"

"Oh, ti prego, non ricominciamo!". Kame abbassò lo sguardo verso i pantaloni, come se gli stesse squillando il cellulare, ma non era vero.
Gli era venuto in mente che Junno sarebbe andato a prenderlo a scuola, ma lui non ci era andato.

"Avevo la vibrazione. È arrivata una mail da Tanaka che mi chiede perché non siamo andati a scuola. Scusami che rispondo un attimo!", Kame era così poco credibile: Ueda sapeva benissimo quanto odiasse tenere il cellulare con la vibrazione. Kazuya si diresse in cucina. Non sembrò accorgersene, ma Ueda sentiva tutto.

"Jun, sono io!", non era sorpreso di scoprire chi era all'altro capo.

"Ascolta é sorto un problema: Ueda non si é sentito bene e quindi sono rimasto a casa sua a preparargli qualcosa"

"No, fortunatamente adesso sembra star meglio! Inoltre non ha la febbre", gli aveva chiesto di lui!? Non si conoscevano neanche! Magari non era davvero un cattivo ragazzo. Ueda era felice che avesse chiesto di lui, ma pensava che magari era solo un altro modo per ingraziarsi Kame ancora di più.

"In realtà vorrei saltare anche il lavoro. Sono preoccupato per Ueda, ma non posso. So che oggi sarà una giornata piena", Ueda era contentissimo! Sapeva che alla fine non avrebbe rifiutato, ma aveva comunque pensato di rimanere a casa (e quindi perdere la giornata di paga) solo per lui!

"Ah, grazie! Quindi posso contare su di te anche oggi! Però non posso fermarmi voglio tornare quanto prima", Accompagnalo e poi sparisci, pensava Ueda.

"Davvero mi dispiace dover rifiutare l'offerta di ieri, ma non voglio lasciarlo da solo. Sarà per la prossima volta, ma offrirò io!", alla faccia sua! Un punto in più per Ueda, anche se non sapeva quanti in realtà ne avesse Junno.

"AH! MA SONO UN CRETINO! HO DIMENTICATO CHE SEI A SCUOLA!! Scusa, scusa, scusa", dopo la risposta Kame fece un sorriso imbarazzato.

"Dai, che dici!", ancora un'altra risatina.

"Gli ho detto di aver ricevuto una mail da Tanaka"

"É solo un compagno di classe! Il primo che mi é venuto in mente!", ecco, era geloso! Anche Ueda avrebbe desiderato poter manifestare apertamente la propria gelosia.

"Esatto...gli dirò che Tanaka vuole incontrarmi in biblioteca perché ha preso gli appunti per me, visto che ero assente. Poi mi ha invitato al karaoke con i suoi amici, e, poichè é stato gentile, non me la sono sentita di rifiutare l'invito", la scusa perfetta, insomma. Se non avesse sentito tutto, Ueda ci avrebbe anche creduto.

"Ok, allora ci vediamo più tardi! Bye bye!" E riagganciò, Ueda accese l'acqua della doccia.
Uscì dal bagno già vestito, aveva imparato "a sue spese" la lezione.

"Ueda la zuppa é pronta, la vuoi adesso? Come ti senti?", disse sedendosi sul divano.

"Meglio. Comunque si, dammela ora!",

"Ok, te la prendo", disse andando in cucina. Quando gliela porse disse: "Ma cosa ti sentivi da non poter nemmeno andare a scuola?", bella domanda; cosa aveva?

"...non lo so, ma mi sentivo malissimo, avevo un dolori lancinanti ovunque e non sono riuscito a dormire affatto"

"Povero! Anche io non sono riuscito a dormire molto…", Ueda avrebbe preferito non sapere questo dettaglio.

"Almeno io prima ho chiuso occhio. Perché non riposi anche tu?", anche se le ragioni erano sicuramente differenti, non chiudere occhio non era una bella cosa; era meglio riposare.

"E poi a te chi ci pensa?", sotto le lunghe ciglia, Kame mandò uno sguardo accusatorio ad Ueda.

"Tranquillo, a me ci penso io!", lo guardò incerto, come se non volesse credergli.

"Ok, come vuoi!", poi si mise con le gambe sul divano e con la testa su quelle di Ueda. Il cuore gli batteva a mille e sperava che Kame non lo sentisse. Mentre dormiva sembrava così innocente, era impossibile pensare che era un host e che era la stessa persona che non aveva chiuso occhio tutta la notte poiché era a letto con un ragazzo.

"M-mamma....pa....pà", disse nel sonno, interrompendo i pensieri di Ueda.

"Mamma! Papà! Non andate! Non lasciatemi solo!"

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Tsu-zu-ku!
Grazie per aver letto!!!

*Spin off*

*NEXT CHAPTER*

*Fanfics MASTERLIST*

*Previous Chapter*

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fanfic, rating: nc-17, length: multi-chapter, pairing: kamenashi/taguchi, language: italian, pairing: kamenashi/ueda

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