First entry sul live journal! Consideriamola una sorta di conquista ...
Sono stata ore e ore a scancherare tra tutte le migliaia di opzioni che ci sono qui, e questo dimostra il fatto che io ed Internet non andiamo ancora di pari passo (e chissà se mai accadrà).
Non credo di aver apportato ogni modifica necessaria, come al solito sarebbe esagerato dire che sono soddisfatta di quel che ho fatto, ma, insomma, è un inizio, no? Ok, guys, rimbocchiamoci le maniche!
Comunque, per inagurare questo mirabolante evento, posto una mia vecchia fic, è tardi del resto per perdermi in chiacchiere.
Ah, avverto che il fandom in questione è Axis Powers Hetalia, una parodia di alcuni episodi storici, in particolare sulla prima e seconda guerra mondiale, in cui le nazioni sono rappresentate in forma antropomorfa.
Chiunque creda di poterlo ritenere offensivo in un qualche modo, non continui la lettura!
Fandom: Axis Powers Hetalia (
en.wikipedia.org/wiki/Hetalia_Axis_Powers)
Personaggi: Arthur Kirkland (Inghilterra) e François Bonnefoy (Francia)
Pairing: FrancexUK, accenno UKxUSA
Rating: G
Warnings: Angst, vagamente slash ... e un Francis un pò fuori dagli schemi ò.ò spero che il mio francese sia valso a qualcosa X°D
Note dell'autore: Adoro scrivere su questi due, si prestano a qualsiasi tipo di sevizia *grin*
“Hai ancora intenzione di tenermi il broncio per molto, cheri?”
L’inglese dall’altra parte della porta era rannicchiato a terra, con la schiena poggiata alla vecchia porta di legno, non guardava nulla di particolare nella stanza di fronte a sé, ma aveva un’espressione corrucciata.
“Piantala di apostrofarmi come se fossi un moccioso, francese dei miei stivali.”
Sentì chiaramente il biondo ridacchiare finemente dietro di sé, e pur non vedendolo, la cosa lo irritò ancora di più. “Si può sapere perché diavolo ridi ora?”
“Ma come” riprese il francese “è ovvio che io ti consideri un moccioso” avvicinò maggiormente il viso alla porta, affinché l’inglese potesse sentire meglio “Sei o no il mio petit frère?”
In risposta ricevette solo un violento colpo che fece tremare leggermente la già instabile porta che li separava “FINISCILA! Non sono mai stato tuo fratello, tantomeno il tuo fratellino!” Il biondo alzò gli occhi verde smeraldo e li poggiò sulla finestra poco lontana da lui: gli sembrava che la stanza fosse diventata d’un tratto molto più buia “Tu non hai alcuna idea di come sia…”
Il francese dall’altra parte aveva ora appoggiato una spalla contro il muro ed era rimasto leggermente piegato verso la voce roca e bassa del suo compagno.
“…”
L’inglese non si azzardò a continuare la frase, ma il suo sguardo questa volta cadde sulle assi del pavimento sotto di sé, e una mano prese a muoversi tracciando e ridisegnando le linee che serpeggiavano lungo il legno. “... well … non possiamo certo decidere a chi affezionarci o meno …”
“Già” il francese si passò una mano sugli occhi stanchi. Ecco. Erano appena rientrati in quel discorso.
Lo capiva dal tono dell’altro, ora molto più docile rispetto a prima, diventava sempre così quando parlava di …
“ … non possiamo più avere ciò che ci è stato tolto, giusto?”
Dall’altra parte Francis aggrottò la fronte come se fosse stato appena punto da qualcosa di particolarmente affilato, mutando il viso in un’espressione dolorosa, distogliendo il contatto visivo che aveva mantenuto finora con le parole che erano giunte alle sue orecchie.
Tuttavia ad entrambi giunse chiaro e forte il ticchettio della pioggia sul fragile tetto della casa che pian piano, stava crollando sotto i loro piedi senza che nessuno dei due se ne accorgesse.
Bastavano poche gocce per distruggere quel poco che li riusciva a sostenere.
“Chi sarebbe così pazzo da rinunciare alla propria libertà in cambio d’amore?”
Il francese inspirò a fondo, sentendo l’aria gelata insinuarsi come veleno nei suoi polmoni e fuoriuscire delle labbra delicate sotto forma di piccole spirali di vapore. Non sarebbe resistito a lungo.
Intanto il fragore della pioggia era aumentato notevolmente, picchiettando con insistenza alle finestre sporche e appannate.
Passò una lunga manciata di minuti prima l’inglese tornasse ad aprire bocca.
“Sarebbe da veri idioti fare una cosa del genere, eh?”
Hypocrite.
Ormai si iniziava ad intravedere qualche piccola pozza d’acqua a terra, il soffitto gocciolava e il vetro sembrava deformarsi sotto il tocco violento della pioggia.
Presto sarebbero annegati sotto tutta l’acqua che non accennava a smettere di avanzare.
“Oui” rispose finalmente il francese, deciso a cambiare argomento “Ma tu, mon ami, finchè avrai i tuoi occhi fissi sul passato non riuscirai mai a guardare al presente… né al domani”
Il francese scivolò lentamente a terra sulle sue ginocchia, bagnandole: ormai l’acqua aveva ricoperto di pochi millimetri tutta la superficie della stanza.
“… come?”
L’inglese dopo quella che sembrò un’infinità voltò la testa dietro di sé, credendo di scorgere il volto del francese alla sua stessa altezza, ma vi era solo la l’umida porta di legno, impregnata dell’odore di pioggia e vecchiume.
“Parce que je t'attendrai …”
Il francese portò una mano alla maniglia cercando di aprire quella maledetta porta, senza in realtà sapere di non poterlo fare.
“…comme j'ai toujours fait, j'attendrai de voir tes yeux se poser enfin sur moi.
Ritirò la mano dalla maniglia gelida e la poggiò, quasi carezzandola, sulla superficie lignea di fronte a sè, facendo poi la stessa cosa con il capo tremante, lasciando cadere i morbidi capelli a coprire il suo viso.
“… ma seule et menteuse Angleterre.”
Continuò a sfiorare dolcemente il legno ancora a lungo, finché la pioggia, a poco a poco, non arrivò a coprire anche le loro parole.
Fin
Bene, spero di non aver fatto troppi strafalcioni ^^ Ovviamente il titolo italiano è "La pioggia" e la frase finale pronunciata da Francis è :*"Perchè io ti aspetterò, come ho sempre fatto, aspetterò di vedere i tuoi occhi posarsi infine su di me, mia sola e bugiarda Inghilterra"