Sta per essere troppo tardi ma... auguri di Buona Pasqua a tutti ugualmente! E' stata una giornata piuttosto intensa quindi non starò a scrivere molto ... volevo solo fare gli auguri e postare una ficci che finalmente ieri è stata partorita completamente grazie a
ape_frizzola che l'ha betata sin nel dettaglio magnificamente :) E' la mia prima ( e temo - per la mia sanità mentale - non ultima) D/G fic... ma andiamo con ordine ed a voi il giudizio ^__-
Titolo: Draco e Virgo
Rating: PG
Categoria: One Shot
Soggetto: Harry Potter
Spoilers: tutti gli Harry Potter, OoTP compreso
Sommario: Una serata che potrebbe sembrare simile a molte altre, non fosse per le poco eleganti urla di una ragazza che esprime infine rabbia repressa e le parole di un ragazzo che le fanno scoprire che non è sola. Che anche lei ha una costellazione nel cuore, ed una costellazione sorella nel cielo e sulla terra.
Stava scagliando sassi nel lago con tutta la forza che possedeva in corpo.
Ne afferrò uno, senza neppure soffermarsi a guardarlo.
- Quel maledetto…
Ne prese tra le mani un secondo, escoriandole lievemente…
- … dannatissimo…
… un terzo…
- … presuntuoso…
… un quarto, che rimbalzò per tre volte sulla superficie dell’acqua…
-… pieno di sé…
… un quinto…
-… egoista…
… un sesto con cui si scheggiò un’unghia…
- … insensibile…
… un settimo, con cui si sporcò le mani di fango…
- … insulso…
… un ottavo…
- … insopportabile…
… un nono, che finì più lontano degli altri…
- … idiota…
… un decimo…
- … imbecille…
… un undicesimo e dodicesimo, piccolini…
- … incapace…
… un tredicesimo…
- … ottuso…
… un quattordicesimo, che dovette afferrare con entrambe le mani…
- … stupido…
… un quindicesimo…
- … presuntuoso…
- … Dannazione! L’ho già detto!!! - sbottò, nervosamente, in cerca di altri epiteti, rigirando nella mano sinistra, ormai dolorante, il sedicesimo sasso.
- Coglione? - suggerì una voce ironica alle sue spalle.
- Grazie - rispose di riflesso lei, poi lasciò cadere di colpo il sasso e si voltò, in un vortice di rosso ramato - E tu che vuoi, Malfoy? -
- Solo godere della vista della tua immaginaria lapidazione, Weasley. D’altronde facevi tanto chiasso che era impossibile non notarti, nel giro di un paio di chilometri almeno -
La ragazza gli rivolse uno sguardo furibondo - NON è il momento migliore, Furetto. A meno che tu non voglia essere schiantato… O trasformato in un qualche docile animaletto - lo mise in guardia, in tono sarcastico.
Il biondo si limitò a sollevare un sopracciglio e si spostò alla sinistra della ragazza, avvicinandosi all’acqua. - Ero solo curioso di sapere se il destinatario del tuo… poco signorile sfogo, se così vogliamo chiamarlo… fosse chi io penso… -
- E chi pensi che sia? - ribatté lei, massaggiandosi le mani che iniziavano a dolerle.
Draco Malfoy sogghignò poi, avvicinandosi a lei, estrasse la bacchetta e, prima che Ginny potesse scostarsi, la avvicinò alle sue mani, mormorando qualcosa che assomigliava moltissimo ad un incantesimo.
- Il nostro eroe preferito, naturalmente - rispose alla domanda di lei, allontanandosi e dandole le spalle.
Ginny Weasley rimase a fissarsi le mani per qualche istante. I tagli non erano spariti, ma si erano cicatrizzati, e una sensazione di freschezza piacevole le avvolgeva le mani. Fissò le spalle di quello che per definizione doveva essere il suo peggior nemico, e decise di mettere da parte le ostilità. La sua rabbia era rivolta altrove al momento e non intendeva in alcun modo redirigerla verso Malfoy, sarebbe stato troppo… facile.
No, l’avrebbe tenuta dentro di sé, sarebbe stata l’inizio di qualcosa di nuovo su cui costruirsi… Niente le avrebbe permesso di offuscare la nuova luce in cui era riuscita a cogliere il Ragazzo Sopravvissuto, quella sera.
- Naturalmente - emulò il tono sarcastico di lui, continuando a fissarsi le mani. Avrebbe voluto chiedergli il perché di quel gesto, ma sapeva che era inutile.
D’altronde, come aveva imparato quella sera, non tutte le persone meritavano il suo affetto e la sua amicizia. Così, forse, non tutti meritavano il suo odio incondizionato e immotivato. Anche questo, era troppo facile.
E, decisamente, lei non era più la timida bimbetta che seguiva come un pulcino suo fratello e i suoi amici.
Draco si voltò a fissarla, uno sguardo divertito negli occhi. Divertito e non derisorio!
Ginny lo guardò con più attenzione. Che stava succedendo, all’improvviso?
- E presumo sia troppo chiederti perché -
- Presumi bene - ribatté lei ma poi, massaggiandosi per l’ultima volta le mani prima di incrociare le braccia sul petto, aggiunse - D’altronde per la tua … alquanto inaspettata cortesia di riparare al danno da me procurato alla mia stessa persona, sarò così magnanima da illuminarti -
Il Serpeverde ghignò - Bene Weasley, avanti, illuminami, sto morendo dalla curiosità -
Ginny gli rivolse un sorriso ironico - Odio doverlo ammettere proprio davanti a te ma E’ un idiota della peggior specie! -
Il biondo rilasciò un risolino isterico - Questo l’avevo intuito… sei stata piuttosto eloquente, prima. Quello che esattamente vorrei sapere è che cosa ha fatto lo Sfregiato per procurare delle reazioni così… appariscenti, per così dire, nella sorella del suo migliore amico -
Lei tentò di reprimere una serie di insulti non proprio educati. Avrebbe potuto dirgli che era troppo da chiedere - il che era vero - ma… Ma non avrebbe avuto nessun’altra occasione per sfogarsi, nessuna. Non poteva parlare con nessuno dell’impeto di rabbia che provava nei confronti di MrPerfezione Potter… nessuno avrebbe capito, anzi. L’avrebbero accusata di incomprensione e ingratitudine, anche.
Così, glielo disse - Beh, ti basti sapere che quell’idiota pieno di sé pensava di essere posseduto da Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e, invece di chiedere alla persona più ovvia, ha passato metà delle vacanze di Natale a piangersi addosso, senza contare che stasera, quando gli ho gentilmente offerto il mio… consiglio… ha non proprio gentilmente rifiutato rispondendo che non sono affari miei. Quel… - ma riuscì a reprimere un ulteriore insulto.
Malfoy sollevò un sopracciglio, inizialmente … perplesso, forse. Poi ghignò - Sorprendente che finalmente qualcuno riesca a vederlo sotto questa luce - si bloccò, scrutandola attentamente, stringendo gli occhi fino a due piccolissime fessure - Così è come avevo pensato… eri tu? Il secondo anno? -
Lei si limitò ad annuire, distogliendo lo sguardo. Possibile non lo sapesse? Non sapesse che era stato suo padre… ?
D’altronde Lucius Malfoy non era riuscito a passare incolume dalla prima caduta di Voldemort per niente. Probabilmente non si fidava del suo stesso figlio… forse aveva previsto che qualcuno avrebbe potuto ingurgitare la pozione Polisucco e prendere le sembianze di una qualsiasi persona con cui Draco avrebbe potuto confidarsi…
Un brivido la percorse, e cercò di fissarsi su qualcosa - qualsiasi cosa - per abolire dalla propria mente il ricordo della Camera e di Tom.
Inaspettatamente, fu proprio Draco a darle qualcosa su cui concentrare la propria attenzione.
Forse consapevole di averla messa a disagio, riprese a parlare.
- Comunque sia, non sono venuto da queste parti solo per l’estrema curiosità di capire quale fosse la fonte di tanto schiamazzo… - le sorrise, divertito. Poi si diresse verso un masso poco distante - Vengo qua ogni sera. Per quanto fossero… rumorose le tue esternazioni di rabbia, non temere, non lo erano così tanto da raggiungere il castello -
Non era arrossita (non le capitava più da mesi, ormai) ma un brivido di vergogna l’aveva attraversata.
“Dannazione!”
Lo seguì, aumentando il passo per poterlo raggiungere. Era indubbio che, durante l’estate e tutto quell’anno, Draco Malfoy fosse diventato piuttosto alto ed ora procedeva a passo sicuro e veloce verso il masso di roccia.
Se lui si faceva i fatti suoi, lei poteva benissimo farsi quelli di lui.
- E che ci vieni a fare? - chiese, mentre lui era già arrivato ai piedi della roccia.
Lui si bloccò e, quando lei stava per raggiungerlo, si girò di scatto. Per poco non gli finiva addosso.
“Gioco troppo pericoloso, Gin.”
Ma non era quello che desiderava? Quello da cui l’avevano tenuta fuori i suoi cosiddetti “amici” per tutto quel tempo?
O in parte, comunque.
Ancora una volta, le propinò un sorrisetto - Mai sentito il detto “la curiosità uccise il gatto”, Weasley? - e le porse la mano.
Lei roteò gli occhi, con disappunto - Ce la faccio - e lo superò, salendo sul masso per prima.
Sapeva che Malfoy usciva tutte le sere dal castello, dopo cena. I bisbigli si erano fatti più insistenti: alcuni pensavano che andasse a trasmettere piani o cose simili a Tu-sai-chi. La maggior parte delle ragazze la trovava una parte interessante del suo carattere ombroso da cattivo ragazzo, e andava in delirio.
Anche tra i Grifondoro c’erano quelle che gli morivano letteralmente dietro. Non aveva idea di quello che avesse fatto durante l’estate appena trascorsa, ma era cambiato. Neppure lei aveva potuto fare a meno di accorgersene, era troppo evidente. Era cresciuto di almeno una decina di centimetri, si era notevolmente irrobustito il che giocava a favore del suo profilo spigoloso, che si era smussato. La sua voce stava cambiando facendosi un pochino più maschile e profonda, e anche il naso sembrava meno vistoso, ed i capelli lunghi erano ancora biondi, ma si erano leggermente andati scurendo allontanandolo dall’essere l’immagine speculare formato micro di suo padre.
Sentiva i bisbigli, attraversare i tavoli, nei bagni, in classe, nella sala comune… anche nello spogliatoio (Katie Bell che pareva avesse da sempre una cotta per l’ex-capitano della squadra, Oliver Baston, non si tratteneva comunque dal fare apprezzamenti). Draco Malfoy era considerato uno dei più bei ragazzi di Hogwarts. Beh forse “uno dei più belli” non era una definizione esatta… uno dei più affascinanti, magari. Carismatici?
Michael l’aveva definito “un idiota con una brutta faccia” dopo che, alla fine di una riunione dell’ES, l’amichetta idiota di Cho si era messa a parlare di Malfoy e la cercatrice sembrava darle corda.
Bandì immediatamente ogni pensiero riguardante Michael Corner. Nell’ultimo periodo iniziava a darle decisamente sui nervi! Da quando era entrata a far parte della squadra di Quidditch si stava rivelando ogni giorno di più un idiota… Proprio quel giorno le aveva detto per l’ennesima volta che avrebbe dovuto mollare!
La presenza del ragazzo accanto a lei la riscosse dai propri pensieri. Lo fissò stupita mentre, semplicemente, si sedeva sulla roccia.
Non sapendo che fare, lo imitò. Per una frazione di secondo pensò di doversi scostare da lui il più possibile ma in realtà non le interessava: che solo provasse ad avvicinarsi! Ma qualcosa nell’atteggiamento la portava a credere che non avrebbe fatto nulla. Non quella sera, almeno.
- Allora è questo? Ti siedi qua e guardi il lago? - domandò. Avrebbe voluto sembrare brusca e scortese, ma le uscì solo una domanda carica di curiosità.
Lui si voltò sorridendo divertito - Delusa che tutte quelle voci sul mio vagabondare per dare informazioni al Signore Oscuro non siano vere? -
Ginny alzò le spalle - Non bado particolarmente alle voci -
- Non ne dubitavo - si fermò un attimo e rivolse il volto al cielo limpido - Comunque, perché tu lo sappia, non “mi siedo qua e guardo il lago”, ma il cielo. Quella, per la precisione - disse, indicando con un dito qualcosa sopra di loro. Lei seguì la linea immaginaria tracciata da lui e dovette trattenere il respiro: come aveva potuto non notare la bellezza del cielo stellato sopra di loro? Forse troppo intenta a dedicarsi allo studio dell’Astronomia, aveva l’aveva scordata.
Tentò di localizzare il punto indicato dal ragazzo accanto a lei, poi lo colse…
- Draco… - mormorò fissando intensamente le quattro stelle che formavano la testa trapezoidale e le otto della coda.
- Non mi sembrava di averti dato il permesso di chiamarmi per nome, Weasley -
Lei sbuffò - Quella non è Thuban? - indicò la penultima stella della coda -
- Qualcuno ha dei buoni voti in Astronomia - commentò semplicemente lui.
- Era… è stata la stella polare… uhm… circa cinquemila anni fa? Uhm… - borbottava tra sé ignorandolo completamente.
Draco rivolse a sua volta lo sguardo al cielo, e cadde un lungo silenzio tra loro.
Dopo qualche minuto denso di nero e stelle, la testa iniziò a girarle per la posizione in cui era, così tornò a fissare il lago, poi lui - Così è una tua abitudine? Sederti qua e guardare la costellazione di cui porti il nome? -
Lui rilasciò un risolino che Ginny non riuscì ad identificare … cosa voleva dire? Ancora una volta non era derisorio.
- Più o meno Weasley, più o meno… -
- Beh, io ti ho detto che cosa avevo contro Potter - replicò irata.
- Che cosa avevi da urlare contro Potter - puntualizzò lui ghignando.
Ginny sbuffò indignata - Allora? -
Il Serpeverde scosse il capo lentamente, come a dirle che non poteva capire… o che non poteva spiegarle. Un gesto così diverso da quelli rabbiosi di Harry quando gli si chiedevano spiegazioni… Ma un gesto che rivelava comunque un pesante fardello…
Poi sollevò il capo, in cerca di qualcosa. Dopo qualche istante il suo dito tracciò una linea verso un’altra costellazione.
- Vedi l’Orsa Maggiore? - le domandò. Lei annuì - Se scendi c’è il Leone… lo riconosci? -
- Quello è Regulus - mormorò, indicando la stella più luminosa del gruppo.
- Sì. Dalla parte opposta, vedi Denebola? La punta? -
- Sì - assentì lei, continuando a non capire.
- Vedi quella costellazione a forma trapezoidale con due stelle in coda? -
- Intendi la… -
- … Vergine, sì - completò lui - Virgo -
Ci mise un secondo per comprendere dove voleva andare a parare…
Non ci aveva mai, mai pensato…
I suoi genitori lo sapevano? Le avevano dato appositamente quel nome?
- Cosa senti, Weasley? - una lieve punta di veleno nella voce.
Virginia Weasley fissò ancora per qualche istante la costellazione di cui portava il nome, ad occhi sgranati. Quella cosa lontana e luminosissima portava il suo nome! Come poteva spiegare l’improvvisa sensazione che le aveva invaso il petto?
- Io… sono senza parole - rispose, mordicchiandosi il labbro inferiore - E’… -
- Più grande di qualsiasi cosa che tu possa pensare -
Si voltò a fissarlo, stupita.
La stessa, identica cosa…
- Cambia il senso - sussurrò appena.
Draco si voltò a guardarla un sorrisetto compiaciuto stampato in volto - Vedo che cogli -
E una sensazione la travolse, sconquassandola tutta dalla testa ai piedi, ribaltandole lo stomaco e mozzandole il respiro.
Lui sapeva.
Non era soltanto nei nomi celesti la loro somiglianza.
Lui sapeva.
Non avrebbe più potuto guardare Draco Malfoy con gli stessi occhi. Mai più.
- E’ per questo, allora? - bisbigliò così piano che pensò per un istante di non averlo realmente pronunciato.
- Cosa? - chiese lui, distrattamente. Continuava a fissare le stelle come totalmente assorbito.
- Perché io sono qua. L’incantesimo sulle mie mani, prima. Il motivo per cui non hai aggiunto strofe in mio onore a “Weasley è il nostro re” - disse, tutto d’un fiato, non mancando di aggiungere una punta di ironia nell’ultima constatazione.
- Sì per le prime due… in quanto alla terza, semplicemente non ci sarebbe gusto, con te -
Alzò a sua volta il visto verso le stelle. La sua mente vorticava, semplicemente. Vorticava. Si sdraiò sulla schiena contro la roccia dura per evitare che la testa le girasse ulteriormente.
Aveva passato tanto tempo a guardare nel modo sbagliato ogni cosa.
Ogni persona.
Essere l’ultima di sette fratelli. Ed essere l’unico figlio.
Su entrambi pesavano forti aspettative.
Su entrambi, e non ci aveva mai pensato.
- Per questo sei così? Con tutti? - domandò senza staccare gli occhi dal cielo.
- Può darsi - rispose lui - Sai sempre tutto tu? Come…. -
- Come Harry? No… - sentì che Draco si sdraiava come lei.
Il suo sguardo si spostò sulla lunga costellazione del Dragone. Sinuosa e lunghissima. Imponente, forse.
Volevano che fosse così, i suoi genitori? Suo padre?
Un brivido la colse. Cercò a tastoni la propria bacchetta e mormorò un Incantesimo Riscaldante su entrambi. Il ragazzo si limitò ad emettere un mugugnio di apprezzamento.
- Forse è per via del sangue dei Black - lo sentì mormorare e non poté reprimere un fremito.
- Lo sai? - decisamente non la domanda più intelligente che fosse uscita dalle sue labbra.
- Mi pare più normale che lo sappia io - la schernì lui.
- Il significato della parola “normale” è stato completamente capovolto nel momento in cui abbiamo iniziato a conversare civilmente -
Draco sogghignò - Acuta osservazione, Weasley -
- Così siamo… cosa? Cugini di terzo o quarto grado? -
Lui non rispose subito e Ginny lo assecondò. Socchiuse gli occhi perché ormai la vista prolungata dell’infinita distesa di stelle le stava facendo girare la testa, e attese che lui dicesse qualcosa, perdendosi nei propri pensieri.
Per tutta la vita si era sentita in qualche modo inadeguata.
Poiché era una femmina e la più piccola della famiglia, i suoi fratelli la trattavano in modo diverso…
…tranne Fred e George, Quidditch a parte…
…come se fosse un esserino fragile incapace di fare una qualunque delle cose che erano in grado di fare loro…
… tranne per degnomizzare il giardino, ma quello è un lavoro a volte noioso, quindi…
… E si aspettavano che lei si comportasse di conseguenza…
… soprattutto quando si tratta di cose divertenti o avventure, anche se Hermione ha soltanto un anno in più…
… E qualsiasi comportamento diverso sconvolgeva tutti …
… anche smettere di morire dietro a qualcuno e trovarsi un ragazzo, come se fossero affari loro…
E tutto questo l’aveva costretta, almeno in parte, ad essere qualcuno di diverso da quello che si sentiva nel profondo.
Nessuno le aveva mai chiesto di Tom da quando i suoi l’avevano raggiunta dopo che era uscita dalla Camera. E se anche gliel’avessero chiesto… forse non gli sarebbe piaciuta, la risposta.
Solitudine, certo…
Ma anche, in un qualche modo… affinità.
Forse era solo Tom che riusciva a trovare sempre le parole giuste.
«Be’, sei stato proprio stupido visto che io sono l’unica persona che conosci che è stata posseduta da Tu-Sai-Chi e posso dirti cosa si prova»
«L’avevo dimenticato»
«Beato te»
Al diavolo Tom Riddle ed Harry Potter!
Pensò, con un moto di rabbia.
Spalancò gli occhi, ed un senso di nausea la invase a guardare la sconfinata distesa color pece, così si girò a fissare Draco Malfoy. Sdraiato con il naso per aria e le braccia incrociate sotto il capo.
- Quest’anno - riprese a parlare, come accortosi dello sguardo di lei - Ho iniziato a pensare che forse un Weasley che si salvava nella tua famiglia, c’era -
- Certo, che Percy abbia platealmente dato le spalle alla mia famiglia e che sia fra i sostenitori di Potty-E’-Un-Pazzo-Bugiardo-Farneticante deve averti dato una grande soddisfazione -
Lui ridacchiò - Ok, forse due… -
- Su sette non è un gran numero -
- Anche Piton lo pensa - sussurrò lui.
- Cosa? - chiese, sbalordita.
- Che non saresti stata una Serpeverde… indecente -
Ginny soffocò una risata - Anche il Cappello Parlante lo pensava, se è solo per questo -
- Davvero? - si era girato a guardarla e la fissava, un sopracciglio alzato in segno di domanda.
Rimase qualche istante a guardarlo, mordicchiandosi il labbro inferiore. Non l’aveva mai detto a nessuno… nessuno. Ma forse era il momento di farlo.
- Se questa storia viene fuori, passerai i peggiori venti minuti della tua vita - esordì, poi si schiarì la voce - “Ma tu guarda chi abbiamo qua, un’altra Weasley… come sempre Grifondoro? Eppure c’è qualcosa di diverso in te…” - imitò la voce che le era risuonata nella testa quando aveva messa il cappello - e poi il cappello mi disse che potevo essere una Serpeverde, se volevo. Che c’erano alcune qualità in me… Beh, io ho pensato alla faccia di mia madre quando l’avesse saputo, e gli ho chiesto di mettermi in Grifondoro -
- Un vero peccato… - commentò semplicemente lui.
- Già… ma non hai mai visto mia madre arrabbiata - rilasciò un risolino più verso se stessa che verso di lui…
In realtà se l’era spesso chiesta, come sarebbe stato.
Essere diversa dai suoi fratelli. Essere considerata qualcuno… Ginny, non “la sorella di…”.
Avere qualcosa che fosse completamente suo e non appartenesse a nessun altro.
Essere diversa.
E non poterlo essere.
Per mille ragioni …
Perché amava la sua famiglia nonostante fossero chiassosi, noiosi, stupidi, assordanti e sordi al tempo stesso, talvolta.
E non poteva deluderli.
Né pretendere cose che non potevano darle… tutto quello che potevano, gliel’avevano dato.
Anche se non era abbastanza…
Scacciò quel pensiero…
Eppure…
Forse, la vita di Draco Malfoy non era poi così diversa dalla sua.
Perché, improvvisamente, quei suoi comportamenti che a lei erano sempre sembrati insensati avevano un senso?
Perché l’idea di portare il nome di una costellazione splendente la faceva sentire così bene?
Come se… non fosse più soltanto l’ultima dei Weasley?
Si morse il labbro inferiore così forte da farlo sanguinare: rilasciò un gemito di dolore e si portò immediatamente una mano alla bocca. Era troppo buio per vedere distintamente il sangue, ma poteva percepire sulla punta delle dita il liquido…
Sangue…
Era davvero il sangue che li univa? E li aveva fatti così simili senza che lei potesse accorgersene fino a quel momento? Era per via del sangue che si era sempre sentita così inadeguata con Ron, Hermione ed Harry?
- L’hai sempre saputo? - mormorò, continuando a fissare le proprie dita nell’oscurità.
Draco si sollevò inginocchiandosi accanto a lei. Non vide da dove lo tirò fuori, ma pochi istanti dopo un fazzoletto di seta le sfiorava gentilmente il labbro inferiore.
Lo sentì sospirare (quasi sbuffare, ma dubitava che Malfoy potesse produrre un suono così vistoso).
- Ci sono cose che ti rendono inconfondibilmente una Weasley -
Ginny trattenne una risata - Tipo i capelli e le lentiggini? -
- Già… tipo i tuoi moti di rabbia… - le parve di vederlo sogghignare - tipo la tua incompostezza - rimase in silenzio per un attimo, come attento a finire quello che stava facendo. Ormai il labbro stava smettendo di sanguinare. Osservò lo sguardo di lui fisso sulle proprie labbra e un brivido la percorse… Non avrebbe saputo dire di che genere, ma sicuramente l’aveva fatta improvvisamente sentire … viva, se quello era il termine giusto.
- Ma … - riprese lui dopo qualche istante, la voce inspiegabilmente roca - ci sono anche cose che ti scostano da loro -
- Ad esempio? -
Il biondo sorrise della sua curiosità - Come riesci a vedere in modo diverso le cose. Come tutto non sia bianco o nero. Il tuo senso dell’umorismo, o il sarcasmo. O come riesci a tenere testa a chiunque, se vuoi - terminò scostando definitivamente il fazzoletto dal volto di lei.
Avrebbe voluto dire qualcosa ma improvvisamente la gola le era diventata completamente secca.
- Ho perso la speranza ad un certo punto. Sembravi perennemente ossessionata da Potty e questo era un difetto di notevoli proporzioni -
Non riusciva a staccare lo sguardo da quello di lui - Se ti può consolare quando ci ripenso mi vergogno anche più di quella volta in cui ho dovuto affrontare Hermione e la ragazza di Percy dopo che erano state depietrificate -
Questa volta lui rise, ed era davvero strano sentire una risata “normale” provenire da lui.
Una parte di lei voleva dirgli di ridere più spesso, perché quel suono era notevolmente migliore delle continue risatine derisorie, eppure sapeva, dentro di sé, che lui non poteva. Come lei non poteva tante altre cose.
- I tuoi gusti sono andati migliorando Weasley, ma ci sono Corvonero migliori di Corner -
- Non starà commentando la mia vita amorosa, signor Malfoy? - lo derise lei. Lo vide incupirsi per un istante, poi lasciare lo sguardo di lei e tornare a sedersi dov’era prima, lo sguardo nuovamente rivolto al cielo - Comunque hai ragione, ci sono Corvonero migliori - esitò un momento - Suggerimenti? -
Draco scosse il capo e Ginny aveva una voglia immensa di mordersi nuovamente il labbro ma si trattenne anche se… le sarebbe piaciuto sentire nuovamente quella lieve pressione sulle labbra… lieve come se invece di lei Draco avesse toccato una cosa fragile e preziosa.
Decisamente, con sette figli di cui occuparsi sua madre aveva raramente avuto il tempo di insegnar loro le buone maniere.
- Non quell’idiota di Canon o qualcuno di simile - disse infine, e Ginny poté rilassarsi.
- Non c’è pericolo - rispose.
No, decisamente non c’era. D’ora in avanti avrebbe fatto molta più attenzione… avrebbe riflettuto a lungo su chi si meritava o meno la sua fiducia, il suo affetto, la sua devozione.
Visti i risultati ottenuti fino a quel momento, non c’era molta speranza per il futuro… D’altronde, la scelta era limitata… anche se non sembrava. Molto limitata.
Ma mai quanto quella di Draco.
Improvvisa, una domanda le salì alle labbra - Hai mai pensato di andare contro di loro? -
Almeno, era riuscita a riconquistare il suo sguardo.
- E tu? -
Il tono era neutro, ma capiva che quella domanda aveva scatenato in lui qualcosa, così decise di rispondergli il più gentilmente che poteva - A parte il fatto che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda… Sì. Ma cosa mi resterebbe dopo? -
Stava diventando troppo, troppo personale.
Quanto altro aveva scavato dentro la sua anima, Draco Malfoy?
- Ancora una volta, vedo che cogli Weasley -
- Harry o uno qualsiasi dei miei fratelli direbbero che ognuno di noi ha sempre una scelta. Naturalmente è vero, ma loro non pensano mai al costo, di queste scelte -
- Ma loro non devono farle -
Risentimento? Sì, decisamente. Lo stesso che provava lei quando li sentiva parlare in quel modo… Lei, che aveva conosciuto Tom Riddle e sapeva che, nonostante questo non lo giustificasse che in parte, c’erano ragioni per cui era diventato Lord Voldemort. Ognuno ha le sue ragioni. E i suoi fardelli.
Poteva vedere quello di Harry appesantirsi ogni giorno di più. Ma, in fondo, Harry sapeva da quale parte stare e aveva potuto sceglierlo liberamente e con naturalezza.
Lei e Draco no. Stavano dov’erano perché non avevano scelta, perché il prezzo da pagare sarebbe stato troppo alto. Non avevano neppure la possibilità reale di scegliere la parte in cui stavano. Vi erano e basta.
Istintivamente la sua mano si posò su quella di lui più vicina.
Come era arrivata a questo punto in così poco? Come poteva sentirsi tanto vicina ad una persona?
Tornò a guardare le stelle, il cuore che all’improvviso le batteva più forte come liberato dalla consapevolezza di aver scoperto che non era sola, in quel piccolo universo di diversità in cui si trovava.
Sentì la mano del ragazzo rigirarsi nella sua, i palmi sfiorarsi e le dita intrecciarsi. Di nuovo, un brivido indecifrabile la percorse.
Il cielo sopra di loro era così bello… vasto, oltre ogni immaginazione. Rassicurante, in qualche modo. E anche spaventoso, perché destabilizzante. Così grande da non poterlo concepire. E qualcosa con il suo stesso nome ne faceva parte. Brillava, sopra i tetti aguzzi di Hogwarts, sfiorandoli. Ci sarebbe stato per secoli, millenni ancora. Migliaia di stelle, alcune tanto brillanti da giungere fino a loro. E lei avrebbe potuto essere non una, ma tutte quelle stelle…
- Hai paura? -
La domanda era stata sussurrata così piano che dovette voltarsi a guardarlo per essere sicura che non se l’era sognato.
Lui la fissava con un’intensità tale da farla, per la terza volta, rabbrividire. Gli strinse la mano: strano come il contatto delle loro mani la facesse sentire … sicura; strano come le loro mani fossero simili, delicate e morbide sui palmi e ruvide sui polpastrelli dove l’allenamento da Cercatori aveva lavorato sulla pelle.
- Sempre - mormorò - Sempre, da… - perché esitare? Perché non dirglielo? C’era ben poco che non gli avesse ancora detto, ormai. E se c’era qualcuno che non l’avrebbe mai giudicata, questo era proprio lui. Come lo sapeva? Non ne aveva idea. Strinse ulteriormente la mano del ragazzo e lui rispose alla sua presa - Dal primo anno. Dalla Camera dei Segreti e Tom Riddle. Non ho mai smesso di avere paura, da allora - la voce le tremava, abbassò lo sguardo verso la roccia sotto di loro e si maledisse, ma continuò - E non solo per quello che avevo fatto e per quello che Riddle mi aveva fatto o per quello che avevo capito di lui, ma… Perché ho capito per la prima volta che i miei desideri andavano oltre alla Tana e oltre a quelli dei miei fratelli… Ho capito cosa voleva dire il cappello parlante… Ho capito - soppresse un singulto - Perché andavo bene a Tom -
Non piangere, non piangere Virginia Weasley! Se lo farai non potrai mai, mai perdonartelo!
Si stava forzando di non piangere né di guardarlo negli occhi.
Non voleva vederci la compassione che aveva letto in quelli di Harry, Ron e dei suoi genitori. Non voleva che il suo sguardo divenisse sfuggente come quello di Hermione.
Non voleva…
Ma Draco sollevò la mano che teneva ancora stretta alla propria e se la portò alle labbra, baciandola. Ginny alzò il capo sorpresa. Lo sguardo di lui era scuro e penetrante. Le sue labbra sfiorarono ancora una volta il dorso della sua mano e questa volta non poté trattenere il brivido che la scosse tutta.
- Hai paura? - sussurrò mentre lui lasciava scivolare di nuovo le loro mani ancora giunte a terra.
Il sorriso tirato di Draco ora non aveva nulla né di derisorio né di allegro o divertito - Sempre -
Avrebbe voluto prenderlo in giro per avere imitato le sue parole, ma tacque: l’intensità (non sapeva come altro definirla) del momento sembrava soffocarla.
- Da sempre, da quando ricordo, c’era -
Lei si limitò ad annuire: dentro sentiva qualcosa lacerarla lentamente, come qualcuno che strappasse una stoffa con cura. Solo che quella stoffa era il suo stesso corpo, che veniva strappato a causa del dolore profondo che la voce di lui le aveva appena trasmesso. Un dolore così accecante da non poter essere sostenuto... sicuramente non da lei. E lui, come poteva?
Senza rifletterci, come agendo d’istinto a mente scollegata, si chinò verso di lui.
E gli sfiorò la guancia con un bacio.
Draco trattenne il respiro. E lei inspirò a pieni polmoni il suo profumo. Una colonia leggera, che sapeva di muschio e limone… e odore di prato, di vento contro la pelle, di Quidditich… Di nuovo, le sue labbra sfiorarono lentamente la guancia liscia del ragazzo.
Quando si scostò da lui Draco le rivolse un sorrisetto malizioso - Sempre così intraprendente, Weasley? - ma non c’era niente di maligno nella sua voce.
- Non ne hai idea - disse lei di rimando, rispondendo al suo sorriso.
La distanza tra di loro era praticamente scomparsa ed era strano come quella fisica non contasse affatto, nonostante lei si trovasse sempre a disagio vicino ad un ragazzo che non fosse uno dei suoi fratelli. Con Michael era sempre difficile capire cosa fare del proprio corpo rispetto a quello di lui: doveva valutare attentamente ogni azione e ricordarsi che lui non era uno dei suoi fratelli.
Ma questo disagio con Draco era stato spezzato nel momento in cui avevano iniziato ad aprirsi.
Aprirsi… nonostante le parole dette quella sera fossero veramente poche in confronto a quello che avevano significato.
- Non vedo l’ora di scoprire quanto - sogghignò.
- No, non credo - un brivido di gelo l’assalì e tornando a guardare le stelle vide che si erano spostate da quando le aveva guardate la prima volta.
- Freddo, Weasley? -
Ginny annuì vistosamente - Che ora sarà? -
- Sicuramente un’ora in cui una buona Weasley Grifondoro non starebbe mai in giro -
- Pensavo avessimo decretato che non sono né una buona Weasley né una buona Grifondoro - rispose. Lui sorrise compiaciuto e Ginny si ritrovò a sorridergli di rimando.
Draco si sollevò elegantemente e la tirò su per la mano che ancora era intrecciata alla sua - Andiamo, prima che ti vengano a cercare -
Lei annuì distrattamente, poi sollevò gli occhi verso il cielo.
Osservò Draco e Virgo.
Quale sarà il loro destino?
- Andiamo - mormorò mentre tornava a posare gli occhi a terra.
Questa volta, lasciò che l’aiutasse.
Tutta la rabbia, il rancore ed il dolore che l’avevano portata a quel lago e anche in parte a quella roccia, erano sparite. Non le avrebbe dimenticate, questo mai. Avevano perso valore e una calma innaturale infine la possedeva.
Silenziosi, raggiunsero il punto di fronte al lago dove lei aveva lanciato pietre contro qualcuno che non era davvero lì.
Draco le lasciò la mano e fece qualche passo avanti e Ginny parve risvegliarsi improvvisamente da un sogno… Poi lui si voltò a guardarla e lei capì che era tutto vero.
Tutto, fino all’ultimo respiro ed all’ultima parola.
Sembrò fissarla pensieroso per qualche istante e quando infine parlò, ne fu quasi sorpresa - Lui ti vedrà presto, e ti vorrà -
- Chi? - domandò, stupita.
- Il nostro eroe preferito - grugnì lui - Ed allora cosa farai? -
Lo fissò meravigliata. Ma cosa…?
- Ma… come? -
Malfoy alzò le spalle - Lo so e basta, accontentati -
- Io non credo che… - tentò di trovare le parole e, nel contempo, di visualizzarsi Harry che… la voleva. Che voleva LEI - So già qual è la mia risposta - disse infine, alzando lo sguardo e fissandolo in quegli intensi occhi grigi che le dispiaceva non aver notato prima.
- Nonostante la tua famiglia? Nonostante Re Weasley? -
Di nuovo la tentazione di mordersi il labbro - Nonostante tutto - poi, sfidandolo con lo sguardo, aggiunse - Forse è inutile dirtelo, ma qualcosa è cambiato in me, stasera -
Lo sguardo di lui era totalmente indecifrabile - No, non è inutile -
- Ci rivedremo? - una domanda che le risuonava nella mente già da qualche minuto - Come stasera, intendo - disse ulteriormente, per prevenire eventuali prese in giro.
Il biondo scosse lentamente il capo - Non posso saperlo -
- Ma puoi sperarlo -
Gli occhi grigi si spalancarono a fissarla stupiti.
- Ascoltami bene - disse, quando riuscì a recuperare la voce - Perché è probabile che non me lo sentirai dire mai più finché respiro - si fermò un istante per guardarlo bene, e gli sorrise - Grazie -
Ancora una volta senza pensare, si spostò in avanti e si sollevò sulla punta dei piedi.
Le sue labbra sfiorarono quelle sottili di lui non diversamente di come avevano sfiorato la guancia.
Come una carezza.
Il brivido che la percosse fu tanto più forte degli altri che temette di non potersi più reggere in piedi e le parve, sotto i propri palmi appoggiati sulla spalla e sul petto di lui, di avvertire un tremito.
- Devo dire a Potter di farti arrabbiare più spesso -
- Potrebbe essere pericoloso. Potrei lapidarlo sul serio - sorrise - Poi Ron tenterebbe di uccidere te, perché mi hai “deviata”… così dovrai ucciderlo. E perderemmo le due maggiori fonti di divertimento di questa scuola -
- Già, come faremmo senza Weasley e Potter? - ridacchiò lui.
Anche lei rise, sollevata.
- Vai tu, per prima -
Provò a dire qualcosa, ma le parole le si erano seccate in bocca assieme alla voce.
Virginia Weasley, dannazione a te!
- Buonanotte, Draco - riuscì a mettere assieme.
- Buonanotte, Virgo - rispose lui e le parve di sentire qualcosa di indefinito, nelle sue parole.
Così Virginia Weasley si staccò dallo sguardo di quello che avrebbe dovuto essere un nemico e che invece si era rivelato qualcosa di completamente diverso, e prese a camminare verso il castello. Per poi voltarsi dopo pochi passi.
- Malfoy! - disse ad alta voce, ma lui non si girò - Se un giorno avrai più paura degli altri, vieni a cercarmi. Io ci sarò -
- Lo metterò nella lista delle mie priorità. Ora smettila di disturbarmi, Weasley, e torna tra i tuoi amichetti Grifondoro - replicò lui, acidamente.
Ginny sorrise, si voltò e corse verso il castello. A pochi passi dall’ingresso alzò il capo al cielo. Un po’ nascoste da guglie e torri, Draco e Virgo splendevano ancora.
Ancora… e per sempre.
Così riabbassò lo sguardo, fece pochi passi e sentì il portone chiudersi alle sue spalle, poi vide i gradini che portavano al ritratto della signora grassa sotto i suoi piedi, il ritratto, la sala comune, la stanza delle ragazze del quarto anno, il suo letto.
Una costellazione di stelle brillava dentro di lei. Ora che l’aveva scoperto non l’avrebbe mai dimenticato. Come non avrebbe mai dimenticato la sua costellazione compagna, anche se la vita avrebbe potuto portarle a combattere su fronti contrapposti e a dover fingere ancora una volta di odiarsi, lei avrebbe sempre tenuto dentro di sé un ricordo…
Ancora… e per sempre
Fine
Due righe dovute di ringraziamenti!
Innanzitutto grazie ad Ale/Lis che è stata la prima persona a leggere questa storia con occhio critico e ci ha fatto le primissime correzioni e l’ha resa leggibile;
Poi, grazie di cuore a Tana che è una grande e ha corretto questa storia nei minimi dettagli e se è un pelino più che leggibile è merito suo! Grazie picci, prima o poi ti farò davvero un monumento!
E non può mancare un ringraziamento alla donna più folle e creativa che conosco, Egle, che con il suo DracoGinny entusiasmo trascina sempre anche me! Sei una grande Egle ^__-
Infine, un grazie particolare alLa Sis, aka Leia, che ha letto questa fic nonostante non abbia visto che i primi due film.