Scusa, ma senza il corsivo si capisce poco e avevo dimenticato di aggiungerlo! >__<;;;;
--------
“Taisuke...?”
Fujigaya si girò, espressione scocciata dalla familiarità con cui era stato appena chiamato da qualcuno da cui non se lo aspettava proprio.
“Ti ricordi l’estate in cui hai compiuto 19 anni? Il giorno del tuo compleanno?” domandò Kitayama mentre guardava languidamente verso il nulla.
Certo che mi ricordo, non faccio che maledirti da quel giorno.
“Non ricordo nulla di particolare... perché?” mentì Fujigaya.
“Ricordi quello che ti ho detto?”
Fujigaya lo guardò fisso. “Perché ritiri fuori quel discorso vecchio adesso?” esclamò mentre un risolino mascherava il battito del suo cuore.
Perché adesso? Non te lo lascerò fare, non ti darò soddisfazione.
Taisuke ricordò il suo sè stesso più giovane che tremava mentre confessava i suoi sentimenti. Ricordò il volto di Kitayama farsi serio. Perché quello scemo non se ne era mai accorto prima? Ricordò il rumore del suo cuore che si incrinava dopo la risposta di Kitayama. Ricordò di aver cercato di trattenere le lacrime così tanto che sarebbe potuto esplodere.
“Scusa Taisuke... ma vedi, proprio non sono interessato.”
Già... non lo era quel maledetto. Lui e quelle stupide galline che gli andavano dietro.
Fujigaya aveva cercato di cancellare ogni ricordo di quella conversazione per anni. Kitayama sembrava esserci riuscito, già il giorno dopo gli sorrideva come uno scemo al solito, ma si vedeva che qualcosa si era incrinato.
Da quel momento in poi erano stati solo ottimi colleghi di lavoro.
Almeno fino a quel pomeriggio. Kitayama era ancora seduto a guardare il nulla.
“Sono stato uno scemo a dirti che non ero interessato.”
“Lo eri?” domandè Taisuke aggrottando le sopracciglia.
“No ma...” Kitayama girò il suo sguardo verso di lui. “Lo sono adesso.”
Fujigaya lo guardò dritto negli occhi. La sua espressione di disgusto mascherò il suo stupore. “Mi dispiace, ma ormai hai perso il tuo momento.” si forzò a dire mentre si girava e usciva dalla stanza.
--------
“Taisuke...?”
Fujigaya si girò, espressione scocciata dalla familiarità con cui era stato appena chiamato da qualcuno da cui non se lo aspettava proprio.
“Ti ricordi l’estate in cui hai compiuto 19 anni? Il giorno del tuo compleanno?” domandò Kitayama mentre guardava languidamente verso il nulla.
Certo che mi ricordo, non faccio che maledirti da quel giorno.
“Non ricordo nulla di particolare... perché?” mentì Fujigaya.
“Ricordi quello che ti ho detto?”
Fujigaya lo guardò fisso. “Perché ritiri fuori quel discorso vecchio adesso?” esclamò mentre un risolino mascherava il battito del suo cuore.
Perché adesso? Non te lo lascerò fare, non ti darò soddisfazione.
Taisuke ricordò il suo sè stesso più giovane che tremava mentre confessava i suoi sentimenti. Ricordò il volto di Kitayama farsi serio. Perché quello scemo non se ne era mai accorto prima? Ricordò il rumore del suo cuore che si incrinava dopo la risposta di Kitayama. Ricordò di aver cercato di trattenere le lacrime così tanto che sarebbe potuto esplodere.
“Scusa Taisuke... ma vedi, proprio non sono interessato.”
Già... non lo era quel maledetto. Lui e quelle stupide galline che gli andavano dietro.
Fujigaya aveva cercato di cancellare ogni ricordo di quella conversazione per anni. Kitayama sembrava esserci riuscito, già il giorno dopo gli sorrideva come uno scemo al solito, ma si vedeva che qualcosa si era incrinato.
Da quel momento in poi erano stati solo ottimi colleghi di lavoro.
Almeno fino a quel pomeriggio. Kitayama era ancora seduto a guardare il nulla.
“Sono stato uno scemo a dirti che non ero interessato.”
“Lo eri?” domandè Taisuke aggrottando le sopracciglia.
“No ma...” Kitayama girò il suo sguardo verso di lui. “Lo sono adesso.”
Fujigaya lo guardò dritto negli occhi. La sua espressione di disgusto mascherò il suo stupore.
“Mi dispiace, ma ormai hai perso il tuo momento.” si forzò a dire mentre si girava e usciva dalla stanza.
Reply
Reply
Leave a comment