Auguri, o mio adorato marito ♥ ♥ ♥!
Punto primo:
Punto secondo: ehm. Io... penso che non siano davvero un granché ma meglio di così non mi riescono. Nè i primi due nè i secondi due ç_ç io... spero davvero che ti piacciano ç__ç
Postilla del punto secondo:
Temptation, Roland/Eddie, PG13
Non c’è mai stato molto di cui Roland sia stato certamente sicuro, in vita sua.
Oh, naturalmente nessuno lo sa e solo Cuthbert l’aveva capito, anche se non ne avevano mai parlato.
Il punto non è tanto del fatto che non sia sicuro di molto; ma è che quello di cui è sicuro, è una specie di fortezza incrollabile.
Roland ricorda sempre il volto di suo padre, conosce i suoi limiti, sa resistere alle tentazioni, non spara mai con gli occhi ma con la mente e ha un obiettivo.
Questo è quello di cui è sempre stato sicuro da tempi immemorabili. Prima che Cuthbert e Alain morissero, rientravano anche loro nelle sue sicurezze. Prima che morissero.
Il problema è che appunto perché Roland conosce perfettamente se stesso ed i suoi limiti, si sta rendendo lentamente conto che c’è un punto su cui sta per cedere. E quando se ne è reso conto, era troppo tardi.
Non si tratta né della Torre né del volto di suo padre né il modo in cui spara. Assolutamente no.
Si tratta della sua capacità di resistere alle tentazioni.
O meglio, ad una tentazione.
Il problema è che Eddie naturalmente non ha il minimo sospetto, di quello che riesce a fare senza rendersene conto.
Roland non saprebbe dire di cosa si tratti esattamente.
Non se la sente di dire che si tratti di qualche specie di reazione data dal fatto che dopo anni senza Cuthbert ritrovarsi accanto ogni giorno qualcuno con la stessa esatta attitudine gli stia facendo strani effetti. Può darsi che sia anche questo, ma non solo. Non basterebbe e se bastasse vorrebbe dire che sta davvero cominciando a scavarsi una fossa con le sue mani.
Forse è perché Eddie ha qualcosa di speciale che nessuno di loro ha focalizzato, tranne Susannah. Se ci è riuscita, ma è un altro discorso perché può anche darsi che quello che vede lei, non sia lo stesso che vede Roland.
Lo sta facendo impazzire, ma ogni volta nota qualche dettaglio che assesta un colpo alle mura della sua fortezza. Mai troppo forte, ma ben diretto. Così ben diretto che Roland si rende conto che tra poco le fondamenta potrebbero cedere e allora…
Rabbrividisce al solo pensiero.
Sono dannati dettagli.
I capelli che stanno crescendo e gli toccano appena la nuca. Quando è sudato, rimangono leggermente attaccati alla pelle, quel castano che quasi riluce nel sole. Da quando gli ultimi residui di crisi di astinenza sono passati, sembrano meno spenti, meno opachi. A volte Roland pensa a come sarebbe spostarli da lì prima che lo faccia Eddie e stringe la mano a pugno fino a sentire le unghie premere nella pelle quasi facendola sanguinare.
Quel poco di verde che gli screzia gli occhi. Roland spesso pensa che non sarebbe davvero una brutta cosa poterli fissare per un po’, senza parlare, senza fare nient’altro.
Il modo in cui ride da solo quando dice qualche battuta particolarmente tremenda. Ogni tanto Roland lascia che le sue labbra si curvino leggermente in su. Eddie pensa che sia una freddura particolarmente riuscita, ma non si tratta mai di quello. Si tratta del modo in cui ride prima che lo costringe a sorridere. Non riesce ad evitarlo.
Non contando tutto il resto. Roland non riesce a capire perché sia così, ma sa che è pericoloso, è una tentazione e potrebbe rovinare tutto.
C’è un equilibrio nel ka-tet e sa che è precario.
Si sente come se camminasse lungo una spiaggia durante una tempesta e invece di scappare dalle onde anomale una specie di forza estranea lo trascinasse verso l’oceano, aspettando di essere ingoiato dall’acqua.
È una sensazione che diventa tanto più pressante quando ogni tanto Eddie gli sorride senza nessun vero motivo mentre cenano o mentre camminano vicini lungo la strada. È allora che la tentazione diventa forte, fortissima, quasi irresistibile. Non lo sopporta, non lo vuole, ma se per caso per due giorni non succede allora comincia a desiderare di essere tentato di nuovo.
Deve ringraziare che è Jake ad avere il tocco e non Susannah. Roland sa che Jake sa, ma non dice niente e gliene è profondamente grato. Se l’avesse avuto lei, il loro viaggio sarebbe finito molto tempo fa.
Succede tutto una sera in cui Susannah e Jake dormono e Roland era di guardia in un punto abbastanza lontano dall’accampamento. Eddie lo raggiunge dicendo di non avere sonno, Roland gli dice di tornarsene a dormire, Eddie scuote la testa.
Poi le dita di Eddie si stringono intorno al suo polso e Roland si gira, vedendo solo due iridi nocciola screziate di verde nella luce della luna, un cenno di sì con la testa e poi una mano è sul suo collo, una carezza leggera ma presente. Non casuale.
Roland cede alla tentazione e il bacio segue poco dopo.
È lento; non c’è fretta. Ormai è fatta, perché rovinare tutto? La pelle di Eddie è liscia sotto le sue mani, i suoi capelli abbastanza lunghi per passare lentamente le dita attraverso le ciocche, le sue labbra morbide; quando gli lascia accesso diventa tutto confuso. Roland gli prende leggermente il labbro inferiore tra i denti, lasciandolo poco dopo, sentendo il brivido che scende lungo la schiena di Eddie; poi tutto diventa più veloce, più frenetico. C’è calore, c’è fretta, c’è una specie di urgenza in quello che stanno facendo, specialmente nel modo in cui le braccia di Eddie si stringono intorno alle sue spalle.
Quando si sdraiano sull’erba, Roland sa che tra poco passeranno il punto di non ritorno. Si sente come se qualcuno avesse poggiato sulla sua nuca una spada appesa ad un filo sottilissimo che potrebbe spezzarsi ogni secondo.
Non se ne cura e la sua mano sinistra sale sulla camicia di Eddie e comincia a slacciare i bottoni.
Fin.
Postilla bis del punto secondo:
It's so Easy, Slash/Duff, R
Aveva pensato che sarebbe stato difficile.
Molto difficile.
Ma davvero molto difficile.
Perché un conto è essere allegramente amici, dividersi un Nighttrain insieme ogni sera prima di svenire sui rispettivi letti nella meravigliosa soffitta che si dividono, un conto è scrivere insieme la musica per delle canzoni che non sono sinceramente un granché e che in ogni caso non hanno un testo né un cantante (perché lui magari canterà benino ma non scrive testi di mestiere mentre Slash… beh, neanche canta benino, tutto il suo talento è andato nelle mani e non nelle corde vocali), un conto è fare a metà di un pacchetto di sigarette già a metà preso in prestito dai tavoli dei locali dove suonano dopo che il concerto è finito.
Finché si tratta di questo è facilissimo e va tutto a meraviglia.
Il problema è che da quello a cercare di far capire che a forza di fare quello ti è venuta voglia di fare anche qualcos’altro che include, beh, sì, comportamenti amichevoli, non c’è dubbio, ma che vanno molto al di là dell’amichevole, allora non è così facile.
Quindi si era organizzato un discorso che non era assolutamente male. Forse avrebbe dovuto ripensare alle sue abilità riguardo scrivere i testi delle canzoni perché aveva fatto davvero un gran bel lavoro. Aveva una splendida introduzione che consisteva principalmente nel parlare di quanto Jimmy Page era una specie di Dio passato in terra. Ammetterete che arrivare da Jimmy Page era un Dio in terra a senti, Slash, c’è questo piccolissimo problema, è un mese che ogni volta che vado a dormire penso di fare con te quello che ho appena fatto con la mia ragazza che comunque mi ha lasciato due settimane fa perché secondo lei non mi impegnavo non è una cosa da poco, ma se solo fosse riuscito a finirlo, quel discorso, ci sarebbe riuscito senza un minimo problema.
Perché era davvero fatto bene, quel discorso. Il punto era che si trattava di passare per l’argomento groupie e lì Slash l’aveva interrotto.
Come siano riusciti a passare dalle groupie alla corrente situazione, Duff sinceramente non lo ricorda. Forse quella mezza bottiglia di vodka prima di iniziare per incoraggiarsi non è stata veramente una grande idea.
Ma il punto è che passare dalle groupie alla corrente situazione, beh, è stato tutto tranne che difficile.
La corrente situazione consiste in un letto disfatto in una soffitta piuttosto buia, visto che sono le tre di notte e non hanno pagato la bolletta dell’elettricità questo mese, le labbra di Slash sul suo collo e poi lungo il suo petto e poi più giù e poi Cristo sa davvero come usarle quelle fottute labbra.
Le sue dita rimangono intricate in un mare di ricci neri e poi la testa di Slash si alza e abbassa lentamente e poi non riesce a parlare perché ha mosso la lingua e le sue mani lo tengono fermo per i fianchi e per fortuna perché altrimenti non riuscirebbe a trattenersi.
Oltretutto, deve davvero complimentarsi con Slash. Seriamente, perché cazzo altro che groupie, davvero altro che groupie, nessuna donna è mai riuscita a farlo rabbrividire così, a farlo scuotere così, a fargli stringere le lenzuola in maniera quasi convulsa, a farlo venire con una serie di gemiti strozzati e un’ondata di piacere così forte che quando è finita si sente assolutamente senza forze e crolla contro il materasso, le lenzuola abbastanza fresche contro la sua schiena sudata.
Dopo quelle dannate labbra sono sulle sue e il sapore è amaro ma allo stesso tempo dolcissimo.
Dopo però lo costringe a girarsi sulla schiena perché Duff sa benissimo che è il suo turno e mentre lascia una scia di baci leggeri lungo la linea che unisce i fianchi di Slash, sorride leggermente e poi scende più in basso, dove si rende conto che la corrente situazione ha avuto i suoi effetti anche sul chitarrista.
Tanto meglio.
Appena le sue labbra toccano l’eccitazione dell’altro, sente il corpo di Slash rabbrividire. Duff sorride di nuovo e dopo aver poggiato leggermente le mani sui fianchi di Slash passa dal toccare alle cose serie e un gemito di piacere raggiunge le sue orecchie. C’è solo una cosa che riesce a pensare.
È così dannatamente facile.
Fin.
Ancora auguri marito adorato ♥ ♥ ♥ ♥ ç_ç 19 ç_ç fatti quel tatuaggio ORA XD
Ti amo come il primo giorno, sappilo ;)