[Elementary] We can take apart this life we're building and pack it up inside a box

Jan 06, 2014 14:11

Titolo: We can take apart this life we're building and pack it up inside a box
Personaggi: Thomas Gregson, Cheryl Gregson, Sherlock Holmes, Thomas/Cheryl, Gregson/Sherlock
Rating: PG-13
Avvisi: One-shot, slash
Note: E andiamo con la numero due delle 'vecchie' fanfiction, stavolta - ovviamente - una Gregson/Sherlock perchè o sono prevedibile o non sono felice, a quanto pare /o\
Bon, canzone del titolo sempre presa dai miei bambini i OneRepublic, stavolta si tratta di Au revoir <3


Separarsi da Cheryl non era stato facile. L'aveva amata sin dal primo contatto, una stretta di mano per conoscersi e via, era scoccata la fatidica scintilla. Per notti intere si era ritrovato a recitare la classica parte dell'adolescente insicuro che, appena entrato all'università, scopre di aver trovato quello che potrebbe essere l'amore della sua vita e non sa se avanzare temerario e rischiare di perderlo o se rimanersene buono nel suo angolino provando a gettare sorrisi ed interventi intelligenti a destra e a manca. Lei studiava medicina, perciò aveva eliminato subito la seconda ipotesi: aveva sempre pensato che i medici fossero persone alla mano, perciò tutti i fronzoli di un corteggiamento iniziato molto alla lontana avrebbero finito per mandarlo a sbattere contro un muro di mattoni. Ricordava perfettamente la prima volta che le aveva chiesto di uscire ed il sorriso timido che aveva fatto lei; non gli aveva dato una risposta precisa, ma lui aveva detto che sarebbe passato a prenderla al dormitorio alle otto e così aveva rischiato, trovandola vestita di tutto ponto e pronta ad uscire. Aveva azzeccato i primi segnali, sperava il resto sarebbe stato tutto in discesa. Bene o male così era stato. Avevano continuato a frequentarsi per tutto il college, lui era entrato a Scotland Yard e lei tra le infermiere del St. Mary's. Si erano sposati, avevano avuto le bambine. Intorno al 2001 era iniziata la fase critica.
Thomas aveva sempre avuto a cuore il suo lavoro in modo particolare e per i primi anni di matrimonio sembrava che tutto filasse liscio con Cheryò, poi lei aveva iniziato ad accusare della sua assenza. Avevano tenuto duro - dopotutto l'amore c'era, era solo questione di passare più tempo insieme e lui ci aveva provato, davvero, ma non puoi fare carriera in polizia se non sei disposto ad immolarti per i turni più faticosi che nessun'altro vuole -, le bambine erano cresciute.
Tra la catastrofe delle Torri Gemelle, l'allarme terrorismo e l'arrivo di Sherlock a Scotland Yard, la sua vita lavorativa era diventata un continuo turbine che non faceva altro che lasciarlo confuso e spossato. Cheryl non aveva mollato forse solo per grazia divina. Quando si erano trasferiti a New York per passare sotto l'altro dipartimento si erano sorrisi e detti che le cose sarebbero andate meglio; Thomas aveva promesso di arrivare a casa tutte le sere in tempo per la cena. I ritardi avevano iniziato ad accumularsi. Le ragazze erano partite, erano partite per trovare la strada che le avrebbe portate verso il giusto futuro e da quel momento lui e Cheryl avevano trascorso tutto il tempo rimasto loro a cercare di tenere insieme i cocci di un rapporto troppo incrinato che già iniziava a polverizzarsi tra le loro mani.
Dieci anni e Sherlock era giunto a New York. Vecchi sentimenti erano stati risvegliati.
Colpa della vita privata che andava a rotoli - contrariamente alla sua carriera -, colpa della pesantezza che si sentiva di dover condividere qualcuno, lui e Sherlock avevano iniziato a frequentarsi e condividere sempre più dettagli riguardanti le loro vite al di fuori del dipartimento. Sherlock era diventato consulente al suo fianco ed il loro rapporto era andato via via a rafforzarsi. La terza notte insieme aveva segnato come un traguardo, e Sherlock - che non amava per nulla le discussioni impegnative che non riguardassero casi di omicidio - si era lanciato in una lunga e contorta deduzione riguardo alla sua vita coniugale che aveva riassunto in conclusione con un “Capisco perchè lo fai e nessuno dei due lo prenderà come un qualcosa di impegnativo” salvo poi dargli la schiena e scomparire dietro la porta del bagno.
Sherlock era sempre stato la boccata d'aria fresca che necessitava nella sua vita sempre così dentro agli schemi, era la parte di giornata che lo portava a sorridere fino al momento di coricarsi o che lo rallegrava quando usciva per andare in centrale. In quel periodo aveva iniziato a chiedersi se in effetti il suo matrimonio non fosse andato a rotoli per colpa di quell'affetto sempre maggiore che lo legava a Sherlock e che lo spingeva a cercarlo, a desiderarlo sulle labbra e sotto ai polpastrelli. Il calore della sua pelle gli ricordava momenti che credeva perduti da quando aveva iniziato a dormire in ufficio nei primi giorni che aveva passato fuori casa.
Forse per Sherlock non era mai stato qualcosa di impegnativo, ma lui si sentiva sempre più attaccato al loro rapporto, a quello che avevano e condividevano anche semplicemente ogni giorno. Watson non aveva cambiato assolutamente nulla, ma c'era stata l'effrazione a casa di Cheryl - casa loro, ancora almeno sulla carta - e rivedendola si era come sentito improvvisamente in balia di una corrente confusionaria che non sapeva verso quale parte sospingerlo. Da una parte c'era la donna che aveva sposato ma con cui non aveva funzionato, e dall'altra c'era un uomo che sarebbe potuto essere suo figlio, non fosse stato per l'evidente differenza di QI. La sera, di ritorno da casa di Cheryl, l'aveva trovato seduto a gambe incrociate davanti alla porta del suo appartamento e ancora una volta si era dimostrato il più maturo. Sherlock continuava ad odiare le conversazioni impegnative al di fuori del dipartimento, eppure era là ad attenderlo per chiarire lo scambio di battute che si erano rivolti sulla scena del crimine. Entrambi avevano sempre saputo dei problemi matrimoniali di Thomas, eppure nessuno dei due si era mai posto il problema di chiarire seriamente la situazione.
“Sherlock-”
“Hai detto che sono mesi che non vivete più insieme.”
Thomas si era espresso con un sospiro ed un tintinnio di chiavi, alzate ad aprire la porta di casa. Un cenno ed erano dentro.
“E' stato circa durante il tuo trasloco.”
La prima e probabilmente unica volta in cui Sherlock aveva preferito seguire il corso delle sue emozioni invece di quello del suo cervello. Non era mai capitato, in tutti gli anni che si conoscevano. Era stato lui a baciarlo. Ancora una volta, però, l'adulto della situazione si era rivelato essere lui senza esserne consapevole, e Thomas aveva preso una decisione. Che fosse una scelta dettata dal momento o da Dio solo sapeva cosa, tutto ciò che il suo cuore chiedeva al momento era stringere i capelli di Sherlock tra le dita fino a sentirlo ansimare contro le sue stesse labbra.

gregson/sherlock, elementary, slash, no alle ragnatele, ma chi ha partorito questo schifo

Previous post Next post
Up