{DC Comics ~ Batman; Marvel ~ Fantastici Quattro}
Titolo: All The Lies Run Around My Face.
Beta: namidayume, quella mia mogliera. ♥
Fandom: Batman.
Personaggi: Helena Bertinelli (Huntess), Bruce Wayne (Batman).
Prompt:
~ Tre @ it100;
~ Maschere @ namidayume.
Rating: PG
Conteggio parole: 206 (W di Namida)
Note:
• Volevo scrivere ed ero disperata perché Ispirazione non si faceva vedere. Detto ciò, Nami è corsa immediatamente in mio aiuto e mi ha fatto scrivere queste due fic. ♥
• Non è ambientata in nessun momento specifico, non si rifà a niente, non ha nessun legame particolare con la continuity. Credo di aver inventato tutto di sana pianta, ma non fateci troppo caso.
• Il titolo viene da Bodysnatchers dei Radiohead.
Disclaimer: dato che la DC Comics non mi ha ancora ceduto i suoi personaggi e non vuole prendere in considerazione l'idea di assumermi, niente di tutto questo mi appartiene e non posso guadagnarci sopra.
*
Helena era contenta di non essere più Batgirl. In nessuna misura particolare, né grande né piccola, semplicemente le si era insinuata dentro una discreta contentezza quando aveva capito che non sarebbe più stata una sottoposta - e già per troppo tempo quel ruolo le aveva impedito di esercitare la giustizia nella sua maniera.
Ed era così che diceva la prima bugia.
La seconda la borbottava quando negava di tenerci o di averci tenuto in passato. Quando indossava il costume di Huntress, saliva sulla sua moto e sfogava sul primo criminale che incontrava ciò che sentiva - contenta di essere se stessa e non quella Batgirl che Bruce voleva.
Orgogliosa per l'ottimo lavoro che sapeva svolgere.
Ma era la terza bugia che bruciava di più. Quella che diceva quando si trovava a lavorare ancora con lui e le rispettive maschere perdevano la consistenza spessa che avrebbero dovuto avere - quando quel non-sguardo le penetrava sotto la pelle e lei sentiva sbiaditamente di aver deluso qualcuno, di non essere stata all'altezza - costringendola a fingere di essere ancora sicura delle proprie convinzioni.
Erano tre le bugie che Helena si ripeteva - borbottava, urlava, fingeva, teneva - ogni giorno, ma che prendevano a pesare sempre più mentre andava avanti.
- - -
Titolo: She Looks Back, You Look Back.
Beta: namidayume, quella mia mogliera. ♥
Fandom: Fantastici Quattro.
Personaggi: Johnny Storm, Susan Storm.
Prompt:
~ Mille @ it100;
~ Stessi occhi @ namidayume.
Rating: PG
Conteggio parole: 174 (W di Namida)
Note:
• Volevo scrivere ed ero disperata perché Ispirazione non si faceva vedere. Detto ciò, Nami è corsa immediatamente in mio aiuto e mi ha fatto scrivere queste due fic. ♥
• E' ambientata nel numero 255 dei Fantastici Quattro - edizione italiana. E' l'ultimo numero che ho comprato (ed effettivamente letto) dei F4, quindi ammetto candidamente di non sapere com'è davvero andata a finire la storia. Immagino non come voglio io xD
• Lievemente Johnny/Susan. Niente di ché, comunque.
• Il titolo viene da Jigsaw Falling Into Place dei Radiohead.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono né ci lucro sopra.
*
Sua sorella lo guarda negli occhi - fissandolo con quegli stessi occhi che somigliano dannatamente ai suoi - e gli chiede scusa. Con umiltà: perché lo ha sempre sottovalutato, perché lo vede ancora come il fratellino più piccolo (nonostante tutto), perché i poteri della Torcia la stanno distruggendo e conviverci diventa sempre più impossibile.
Johnny ci scherza, finge di non prenderla sul serio, anche se sono anni che voleva ascoltare quelle parole ed ora che sono arrivate si sente pienamente soddisfatto.
Ripensa a tutti i vantaggi che ha guadagnato quando si sono scambiati i poteri - l'invisibilità, i campi di forza, il potere cosmico al posto del disastroso fuoco - e deve fare un enorme sforzo per fingere di accettare un altro cambiamento (fingere di voler tornare ad essere la Torcia). Ma lo fa, perché per Susan riesce.
Per lei riuscirebbe a rinunciare altre mille volte ad altre mille cose, pentendosi solo per colpa della nostalgia. E dimenticandosene la sera stessa quando - vista l'assenza di Reed - lei scivolerebbe tra le sue braccia.
- - -
Beta: namidayume, quella mia mogliera. ♥
Fandom: Batman.
Personaggi: Helena Bertinelli (Huntess), Bruce Wayne (Batman).
Prompt:
~ Tre @ it100;
~ Maschere @ namidayume.
Rating: PG
Conteggio parole: 206 (W di Namida)
Note:
• Volevo scrivere ed ero disperata perché Ispirazione non si faceva vedere. Detto ciò, Nami è corsa immediatamente in mio aiuto e mi ha fatto scrivere queste due fic. ♥
• Non è ambientata in nessun momento specifico, non si rifà a niente, non ha nessun legame particolare con la continuity. Credo di aver inventato tutto di sana pianta, ma non fateci troppo caso.
• Il titolo viene da Bodysnatchers dei Radiohead.
Disclaimer: dato che la DC Comics non mi ha ancora ceduto i suoi personaggi e non vuole prendere in considerazione l'idea di assumermi, niente di tutto questo mi appartiene e non posso guadagnarci sopra.
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Helena era contenta di non essere più Batgirl. In nessuna misura particolare, né grande né piccola, semplicemente le si era insinuata dentro una discreta contentezza quando aveva capito che non sarebbe più stata una sottoposta - e già per troppo tempo quel ruolo le aveva impedito di esercitare la giustizia nella sua maniera.
Ed era così che diceva la prima bugia.
La seconda la borbottava quando negava di tenerci o di averci tenuto in passato. Quando indossava il costume di Huntress, saliva sulla sua moto e sfogava sul primo criminale che incontrava ciò che sentiva - contenta di essere se stessa e non quella Batgirl che Bruce voleva.
Orgogliosa per l'ottimo lavoro che sapeva svolgere.
Ma era la terza bugia che bruciava di più. Quella che diceva quando si trovava a lavorare ancora con lui e le rispettive maschere perdevano la consistenza spessa che avrebbero dovuto avere - quando quel non-sguardo le penetrava sotto la pelle e lei sentiva sbiaditamente di aver deluso qualcuno, di non essere stata all'altezza - costringendola a fingere di essere ancora sicura delle proprie convinzioni.
Erano tre le bugie che Helena si ripeteva - borbottava, urlava, fingeva, teneva - ogni giorno, ma che prendevano a pesare sempre più mentre andava avanti.
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Titolo: She Looks Back, You Look Back.
Beta: namidayume, quella mia mogliera. ♥
Fandom: Fantastici Quattro.
Personaggi: Johnny Storm, Susan Storm.
Prompt:
~ Mille @ it100;
~ Stessi occhi @ namidayume.
Rating: PG
Conteggio parole: 174 (W di Namida)
Note:
• Volevo scrivere ed ero disperata perché Ispirazione non si faceva vedere. Detto ciò, Nami è corsa immediatamente in mio aiuto e mi ha fatto scrivere queste due fic. ♥
• E' ambientata nel numero 255 dei Fantastici Quattro - edizione italiana. E' l'ultimo numero che ho comprato (ed effettivamente letto) dei F4, quindi ammetto candidamente di non sapere com'è davvero andata a finire la storia. Immagino non come voglio io xD
• Lievemente Johnny/Susan. Niente di ché, comunque.
• Il titolo viene da Jigsaw Falling Into Place dei Radiohead.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono né ci lucro sopra.
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Sua sorella lo guarda negli occhi - fissandolo con quegli stessi occhi che somigliano dannatamente ai suoi - e gli chiede scusa. Con umiltà: perché lo ha sempre sottovalutato, perché lo vede ancora come il fratellino più piccolo (nonostante tutto), perché i poteri della Torcia la stanno distruggendo e conviverci diventa sempre più impossibile.
Johnny ci scherza, finge di non prenderla sul serio, anche se sono anni che voleva ascoltare quelle parole ed ora che sono arrivate si sente pienamente soddisfatto.
Ripensa a tutti i vantaggi che ha guadagnato quando si sono scambiati i poteri - l'invisibilità, i campi di forza, il potere cosmico al posto del disastroso fuoco - e deve fare un enorme sforzo per fingere di accettare un altro cambiamento (fingere di voler tornare ad essere la Torcia). Ma lo fa, perché per Susan riesce.
Per lei riuscirebbe a rinunciare altre mille volte ad altre mille cose, pentendosi solo per colpa della nostalgia. E dimenticandosene la sera stessa quando - vista l'assenza di Reed - lei scivolerebbe tra le sue braccia.
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