Paranoia - Tempo che non rintocca con altri.

Jan 21, 2008 22:11

Titolo: Paranoia - Tempo che non rintocca con altri.
Autore: izzieanne
Beta: eowie, angevil_rickman
Scritta per: syllablesoftime
Fandom: Original
Personaggio/Coppia: Alessia
Rating: PG13
Prompt: five in the afternoon (cinque del pomeriggio).
Conteggio Parole: quattrocentocinquantasette parole {457 W}
Avvertenze: NONSENSE. NONSENSE. NONSENSE. Probabilmente, a molti sembrerà una poesia. Altre note, alla fine della storia.
Disclaimer: I personaggi sono miei {iiieaaaaah}, quindi si prega di non toccarli. In cambio, io non vi faccio pagare nulla.
Tabella: Qui.

*

Due del pomeriggio.
Quando esce, tutto crolla.
Due del pomeriggio.
Per un attimo, ha pensato che non valesse la pena di stare con qualcuno che non fosse lei stessa, per un attimo ha udito la sua mente credere che tutto non andasse bene con lei e Daniele.
E dopo ha capito.
Ha capito che.
Anche Daniele, con lei, non andava bene.
Il suo pensiero è volato, per un attimo ha pianto. La voglia di prendere un filo e distruggere tutto il suo cuore - tutto il suo mondo - era troppa.
Non poteva permettere più.
Alla distruzione di fare da padrona nella sua mente.
Come quando aveva mollato la sua ragione di vita. Perché lei era vuota e non stava bene, ma avrebbe dovuto rafforzare il suo pianeta e le pareti della sua vita, per riprendere in mano quella dannata situazione.
Situazione sfuggita.
Impresa impossibile, la sua.

Tre del pomeriggio.
Oramai abbandonata al suo mondo, senza né filo né ago, si sedette - o si sdraiò? Quale delle due cose venne prima? Perché il tempo è un concetto così assurdo, così negativo, così perso? - sul suo letto.
Ricominciò a pensare.
Quale delle sue amiche chiamare?
Tre e dieci del pomeriggio.
Alessandra non andava, era troppo storta. Non riusciva più a raccontarle niente senza vergognarsi. Alessandra aveva una bocca migliore, dei capelli stupendi, e gli occhi lucenti. Alessandra era come quel dannato soffitto - quello del bar - e stonava troppo con il resto.
Stonava con il suo momento di luce.
Perché luce era, la sua.
Luce era il momento in cui, lei sola, stava. Luce era il momento in cui la follia la comandava. Luce era quella sensazione che provava.
Allora cambiò la sua posizione.

Quattro del pomeriggio.
Non poteva più fare niente, con Dan era iniziata la decisiva discesa.
Adesso lì era rimasta. Doveva decidere che cosa fare, senza morire per prima.
Decesso, eccesso e…
E.
Non c’era nient’altro che poteva pensare. La sua mente si chiuse per la troppa luce.
Quattro e mezzo del pomeriggio.
Poteva farlo, poteva tagliare, poteva durare. Poteva riattaccare insieme i pezzi e, con essi, se stessa.
Perché far ruotare l’intero mondo intorno a questo? Perché non dire la realtà come stava?
Lei non sapeva come stava..

E per ultima arrivò la sua ora; triste ora.
Cinque del pomeriggio.
Cinque del pomeriggio.
E la decisione, lei non la prese. Non ci riuscì per tutti i motivi sopra detti: la luce le piaceva, il buio meno, il silenzio la lasciava indifferente.
Cinque del pomeriggio.
Il tempo non scorreva più.
E lei non era lei.
Cinque del pomeriggio.
Iniziò la trasformazione. Lei non era più. Il tempo non era lui. Cinque del pomeriggio.
Ma lei non era mai stata una che sapeva. In genere, non sapeva mai niente.

*

Note dell’Autrice: Ma questa volta non c’è niente da dire, quindi mi limito a fare una semplice dedica.
A silverlexxy e alla sua *rinascita*.
E perché le voglio bene.

Izzie ♥

fic: poesie, original: alessia, comm: syllables, fic: storie

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