Titolo: Il Figlio del Sakura
Genere: comico, sentimentale, angst (ogni tanto)
Capitolo #: VII
Autore:
Haruka_LantisStato: In corso
Rating: R
Riassunto, citazione o commento: Era il 2001 quando ho messo giù le prime righe di questa storia. Nevicava il giorno in cui, aspettando con un cappotto nero l’autobus per tornare a casa, ho visto da lontano i miei personaggi. Ho amato e odiato il “Figlio del Sakura”. L’ho amato perché mi ha tenuto compagnia, ha scatenato la mia fantasia. L’ho odiato perché ho pianto con loro e ho sofferto per loro. Come sia nata questa storia è facile: è una costola di “Super Cogeta”, ultimo (per ora) atto della saga di “Sailor”. Siamo state Michiru ed io ha decidere che Seishiro e Fuma sono padre e figlio, che Subaru è sempre in coppia con Sei-chan e che Kamui deve per forza fare da quarto incomodo (io non lo sopporto!). Questa è una delle storie che più sento mia e mi fa piacere farla conoscere anche a voi.
Avvertimenti: AU. I flashback, poiché non è stato possibile cambiare carattere come nella stesura originale, sono stati messi in corsivo.
Fuma si sedé ad un tavolo a sorseggiare un tè freddo ripensando a tutto quello che era successo nell’arco di ventiquattro ore: tutte le parole dette, tutti i gesti compiuti, i sorrisi, gli sguardi. Suo padre si era sempre comportato in maniera incomprensibile e il tempo non lo aveva fatto rinsavire minimamente.
- Un uomo capace di vivere una luna di miele ininterrotta per undici anni con un altro uomo più giovane senza neanche farsi sfiorare dal dubbio che ciò potrebbe essere un problema. Senza contare il fatto che ha avuto un figlio che ancora andava alle superiori da una quasi sconosciuta. Ma perché? Perché Seishiro sembra vivere al di fuori di tutti gli schemi e le regole? Cosa ha lui che lo rende diverso dagli altri? Chi è in realtà? E io, che sono suo figlio, chi sono io?-
Chiuse gli occhi e per un attimo rivide quel grande albero di ciliegio che si trova al parco di Ueno.
“Sai perché i suoi fiori non sono più bianchi? Il sangue dei cadaveri li ha tinti di rosa!”
Che storia assurda da raccontare ad un bambino piccolo! Suo padre era proprio matto!
- Signore, signore!- la voce di una bambina lo distolse da i suoi pensieri. Era una bambina bionda di quattro o cinque anni, con un vestitino bianco che si intravedeva sotto il cappottino rosso e un capello in mano dello stesso colore del capotto.
- Uhm?-
- Non trovo più la mia Lulù!Mi aiuti a trovarla!- la bambina gli strattonò la manica del maglione fissandolo con due occhioni dolcissimi da cerbiatto.
- Chi è Lulù?- chiese il ragazzo sorridendo alla piccola.
- La mia gattina. Non la trovo più!-
- E la tua mamma dov’è?-
- Fuori a cavalcare. Io sono qui con il nonno, ma lui è andato in bagno e non torna e Lulù non c’è più. Era qui, in braccio, ma ora…-
- Ho capito, vediamo di trovare Lulù!- le rispose prendendola per mano. Fecero il giro della sala e il ragazzo notò che c’era un gatto fuori dalla porta-finestra, addormentato sulla terrazza del bar a scaldarsi con il sole di quella bella mattinata primaverile.
- Come è fatta la tua gattina?-
- Tutta nera con un orecchio bianco!-
- Allora vieni con me, ma fa attenzione a non fare rumore!- sussurrò lui strizzando un occhio. Fece scorrere lentamente la porta-finestra e lasciò che la bambina guardasse fuori.
- Lulù!- esclamò questa correndo per prenderla in braccio. Lulù, dal canto suo, si limitò a stirare le zampette anteriori e a strofinarsi contro il bel nasino della sua padroncina.
- Visto?! L’abbiamo trovata!-
- Grazie signore!-
- Non c’è di che! Sai ho un certo fiuto per i gatti! Quando ero piccolo mi divertivo ad aprire le gabbie di tutti gli animali dello studio di mio padre e poi mi dovevo sbrigare a rimetterli dentro prima che lui se ne accorgesse! C’era sempre un gattone fulvo che non ne voleva sapere di tornare al suo posto e papà mi scopriva, puntualmente, ogni volta!-
- Anche Lulù non sta mai al suo posto!- ridacchiò la bambina mettendosi a sedere per terra- ma che lavoro fa tuo papà?-
- Cura gli animali!-
- Il mio invece prepara le medicine per far guarire le persone che stanno all’ospedale. Me lo ha detto la mia mamma!-
- Ah, è proprio un bel lavoro!-
- Tu assomigli al mio papà…solo lui porta gli occhiali!-
- Come questi?- chiese il ragazzo indossando un paio di occhiali da vista che portava a scuola per vedere la lavagna.
- Sei uguale!- esclamò la piccola rimanendo a bocca aperta.
- Kazuki-chan, ecco dove eri!- un uomo anziano vestito con il kimono si affacciò sulla porta.
- Nonnino!- Kazuki gli corse incontro per farsi accarezzare il capo biondo- Lulù era scomparsa e questo signore mi ha aiutato a ritrovarla!-
- Ah, la ringrazio!- disse l’uomo con un leggero inchino, poi fissò per un po’ il ragazzo.
- Qualcosa non va?- chiese Fuma notando lo sguardo perplesso.
- No, nulla! Mi deve perdonare, ma sa lei assomiglia in modo incredibile a mio figlio!-
- Ah, si?Ne stavamo giusto parlando con Kazuki-chan! A proposito, io mi chiamo Fuma!-
- Allora, adesso siamo amici, Fuma?- chiese la bambina prendendo una mano del ragazzo.
- Ma si certo!-
- Andiamo a giocare!- e cercò di trascinarlo via, Fuma docilmente la lasciò fare.
- Ma Kazuki!- la riproverò il nonno.
- No, non importa! Tanto non ho niente da fare, mio padre chissà quando si farà vivo!-
Una ora dopo, Seishiro riuscì a raggiungere il figlio nel locale e lo vide alle prese con un gatto e una bambina.
- Che succede qui?- chiese sorridendo
- Questa gentile signorina aveva perso di vista la sua gattina e io mi sono offerto di aiutarla nelle ricerche!- rispose il figlio mostrando il gatto al padre.
- Capisco! Allora non ti sei annoiato?-
- No, figurati!-
- Sei tu quello che cura gli animali?- chiese la bambina fissando il nuovo arrivato.
- Io in persona!-
- Che bello!!-
- La deve perdonare- l’anziano signore si alzò da tavola per presentarsi- mia nipote non si comporta così con gli estranei di solito, ma con suo figlio è stato quasi “amore a prima vista”!Mi chiamo Tojo!-
- Piacere Sakurazuka!Fuma, è ora di andare. Ricordi? Un giro assieme-
- Arrivo! Ciao, Kazuki-chan!E’ stato un piacere conoscerti!-
- Ciao!-
- Hai fatto colpo!- scherzò Seishiro salendo in macchina- Rubacuori!-
- Ma non mi fai guidare?!-
- Non te ne approfittare, Fuma!-
(NdA- avete capito chi è apparso in questa scena?!No?!Andate a leggere la side story in fondo al numero 10 italiano!!)
Nel pomeriggio Sakurazuka senior e junior ritornarono a casa dopo aver fatto un po’ di acquisti. Seishiro approfittò di questa giornata di grazia per cercare di far comprare al figlio qualcosa di decente, che non fossero i soliti jeans o la tuta da ginnastica. L’impresa per quanto disperata sembrò andare a buon fine, anche se in cambio dovette comprargli anche tre cd di quella musica assordante che odiava tanto. Scendeva il sole quando parcheggiò la macchina nel vialetto.
- …e comunque non credere che indosserò mai quei pantaloni grigi che mi hai fatto comprare a tutti i costi- il figlio si lamentava così da quando erano usciti dal negozio di Armani.
- Si, si, si…- rispose distratto l’uomo che fremeva per riabbracciare il suo Subaru-kun- Sono a casa, amore- e si precipitò in salone. Ma quello che vide non gli piacque molto. Fuma rientrò un secondo dopo di lui.
- Abbiamo visite!- si disse notando un paio di scarpe in più all’ingresso. Si avviò a sua volta in soggiorno- Ciao, Subaru-san, come è andata la giornata?- ma come entrò sbiancò e le parole gli morirono in gola.
- Ciao Fuma!-
- Ka…ka…ka- iniziò a balbettare il diciassettenne.
- Kamui!- urlò l’altro ragazzo alzandosi dal divano- Cos’è non ti ricordi neanche più come mi chiamo, eh?!-
- Cosa ci fai tu qui?!?- riuscì alla fine a dire Fuma riprendendosi un pochino.
- “Richiamo io, un giorno di questi”?!? Sono quasi due mesi che non ti fai vivo, se aspettavo te, diventavo vecchio, perciò ho pensato “se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto”!-
- Ma la scuola?-
- Kotori non te lo ha detto? Causa restauro della vecchia ala, la scuola è stata chiusa alcuni giorni prima, perciò eccomi qua!- solo allora Kamui si ricordò che non era a casa sua- Piacere di rivederti Seishiro-san! Mi dispiace di essere piombato qui senza preavviso, ma non avevo scelta!-
Seishiro annuì con la testa e come in un cartone animato vide la sua bella casa, con la sua bella famigliola felice tramutarsi in un campo di battaglia.
Addio pace e serenità!
Due adolescenti a piede libero nella sua casetta, mai come in quel momento sentì la mancanza di Saya, lei avrebbe risolto tutto in maniera splendida.
- Senti un po’, nano- lo apostrofò Fuma con voce sprezzante- quanto conti di stare qui a rompere?-
- Io e te dobbiamo parlare!-
- Non ho nulla da dirti!- continuò sulla stessa linea Fuma.
- Io si!- Kamui iniziava ad arrabbiarsi.
- Non ho nulla da ascoltare!-
- Non me ne andrò finché non avrò quello che voglio!-
- Allora, benvenuto, mettiti comodo perché non otterrai proprio nulla!- detto ciò il figlio di Seishiro salì in camera sua per riscendere mezzo secondo dopo urlando - Scordatevelo, lui non ci dorme in camera con me!- Infatti, trovateselo alla porta Subaru non seppe che fare e pensò di sistemare Kamui nella camera del “fratello”.
- E dove dovrei dormire, allora?- chiese con tono di sfida Kamui.
- Dove ti pare!- e gettò le borse per terra nel salone.
- Hai deciso di renderti più odioso del solito?- Kamui lo fissò battendo un piede nervosamente al suolo.
- Io scendo per cena e solo se lui è sparito- stavolta scomparve davvero in camera sua.
- Bastardo, ma quanto ti odio! Ti odio, ODIO!!- urlò con quanto fiato in gola il sedicenne, poi tornò a sedersi sul divano per scoppiare in lacrime come un disperato. Subaru non sapendo che fare gli posò una mano sul capo sedendosi vicino, poi alzò il testa per incontrare lo sguardo allibito di Seishiro.
- Amore, mi raggiungi un attimo in cucina?- chiese l’uomo. Subaru si alzò.
- Ma che è successo?-
Subaru si sedé su una sedia e raccontò di come, tornando a casa da un lavoro, aveva trovato il ragazzo seduto davanti alla porta e di come questi lo aveva supplicato di dargli la possibilità di parlare un attimo con Fuma; di come Subaru, non potendo lasciarlo in strada, lo fece entrare e si accertò che Tohru fosse al corrente di quello che risultò essere un colpo di testa del ragazzo che era uscito di casa all’alba senza dire niente a nessuno; ma tralasciò la parte di cui Kamui gli aveva confessato quello che provava e quanto era accaduto la notte del primo dell’anno.
Poche ore prima, a casa Sakurazuka, Kyoto.
- Subaru-san, so che io e te ci conosciamo poco- disse Kamui asciugandosi una lacrima- ma tu di certo mi puoi capire. Io gli voglio tanto bene a Fuma, ma non come un fratello…mi fa tanto male il cuore quando non lo vedo e adesso lui non mi vuole più vedere, non torna più a casa-
Subaru sorrise di quell’amore così tenero che già dai i suoi primi incerti passi sembrava così disperato a colui che lo viveva.
- Ma perché Fuma-kun non vuole più vederti, Kamui-kun? Cosa è successo?-
- A Capodanno, ci siamo dati un bacio- il ragazzino divenne tutto rosso- un bacio vero!-
- Capisco!- Subaru sorrise, anche al pensiero delle paure che Seishiro gli aveva manifestato solo la sera prima. Si erano dati un bacio, ma che tenerezza! Certo però che Fuma era proprio un caprone!! Ma non aveva ripreso un po’ d’intraprendenza da suo padre?!?
- Kamui resta qui qualche giorno, un po’ di convivenza forzata lo aiuterà ad essere più ragionevole!-
- Grazie!-
- E così gli ho detto che un po’ di convivenza forzata avrebbe aiutato le cose a sistemarsi. Ho fatto male, amore mio?- Subaru terminò il suo racconto con quella domanda usando non a caso “amore mio”.
- Oramai è qui, non posso certo cacciarlo?- sospirò Seishiro- Ma almeno hai capito perché hanno litigato?-
- Chiedilo a tuo figlio!- rispose sibillino il Sumeragi- A proposito, gli hai poi più fatto quel discorso sul sesso?!- domandò nascondendo un sorrisino divertito e andando a sedersi sulle ginocchia dell’uomo.
- Avevo iniziato, ma poi siamo finiti a discutere di tutt’altro…-
- Allora, se accetti un consiglio Seishiro, accantona l’argomento per un po’ e va a fargliene uno più costruttivo sull’educazione. Si è comportato come un villano!-
- Già!- Sakurazuka puntò il gomito sul tavolo appoggiando pensosamente la testa sul pugno chiuso- E’ stata una giornata così bella! Che stress! Se lo avessi saputo, invece di un figlio mi sarei dedicato alla raccolta di francobolli!-
Subaru, visto che l’uomo faceva così bene il depresso, decise di tiralo un po’ su.
- Seishiro-san, per quel che vale, io ti amo!-
- Vale moltissimo, tesoro mio, e lo sai!- gli rispose sussurrandogli le parole proprio sulla bocca per poi baciarlo.
Durante la cena l’atmosfera fu tesissima e nonostante tutti i suoi sforzi Seishiro non riuscì a migliorarla di molto. Mai come in quel momento gli sarebbe tornata utile la presenza di Hokuto! Dopo, i quattro si riunirono in salone a parlare del più e del meno, ma anche qui non era niente affatto facile. C’erano molti argomenti che non si potevano toccare: Saya, Torhu (Seishiro non aveva mai nascosto il suo fastidio per quella donna), la scuola (Kamui, che non era proprio il primo della classe, svicolava sempre con disinvoltura), perché il ragazzo fosse a Kyoto, perché avevano litigato…e poi, anche ammettendo che Sakurazuka fosse riuscito a intavolare un discorso interessante per i più, come si faceva a conversare se: tuo figlio continuava a dare le spalle per occuparsi solo delle coccole al gatto, il figlio della donna più antipatica che avesse conosciuto lanciava sfrecciatine incomprensibili ai più tranne che al diretto interessato (sempre più irritato ed irritabile), il tuo amante era al telefono per lavoro con la … nonna! Seishiro scosse la testa, quando un pensiero lo fulminò.
- Fuma, tu domani sei a scuola tutto il giorno?-
- Si- rispose atono il ragazzo- ho una partita-
- Non c’è problema!- intervenne Kamui alzandosi dalla poltrona- avevo già preventivato tutto. Ho con me un piantina della città con i luoghi più importanti da visitare. Non vi darò fastidio fino a cena-
- Sempre ammesso che rientri qui dentro “a cena”- aggiunse Fuma con un sorrisetto sardonico.
- Sempre ammesso che non ti spacco la faccia prima!- controbatté di getto Kamui.
- La vedo improbabile, nano!- Fuma si limitò a fissarlo negli occhi tanto a lungo e tanto intensamente da far cambiar colore alle gote candide del ragazzo.
- Idiota!- sbottò il sedicenne voltandosi da un’altra parte.
Seishiro ebbe la certezza che un importante tassello del puzzle gli fosse sfuggito!
La mattina seguente Fuma, che aveva finito per dormire sul divano pur di non dormire in camera con Kamui, andò a scuola ancora prima del custode; Seishiro si inventò un lavoro urgente dall’altra parte della città per evitare di assistere ad un possibile scontro tra i “bambini”; Subaru si alzò con tutta calma verso le otto e sorrise al biglietto che accompagnava la colazione lasciata sul comodino dal suo compagno.
Amore,
un lavoro urgente per chi sai tu mi trascina all’alba dall’altra parte della città. Credo che in casa ci sarà burrasca, è la fine della nostra quiete famigliare? Cosa ne sarà della nostra eterna luna di miele?Ti aspetto al solito posto alle nove. Sono contento che non abbiamo più sedici anni!
Ti amo
S S
Anche Kamui sia alzò con calma, sbirciò in tutte le cose in camera di Fuma e si mise al ridere ripensando a che faccia aveva fatto quando il padre lo aveva costretto a mettere in ordine la sua stanza. Un po’ gli dispiaceva che si fosse ambientato così bene nella nuova casa, ma in fondo era contento perché lo aveva trovato in forma e di buonumore, almeno quel nanosecondo prima che i loro sguardi si incrociassero! Sapeva che si sarebbe arrabbiato trovandoselo lì in casa, ma se gli avesse telefonato per avvisare del suo arrivo, di certo si sarebbe dato latitante. Insomma aveva agito di impulso, come al solito, e le cose non potevano andare peggio, ma almeno lo aveva visto! Che sollievo vederlo varcare quella porta così sorridente! Quanto tempo era passato dall’ultima volta che lo aveva visto sorridere di cuore? Secoli! Gli bastava avere pochi minuti per dirgli quanto desiderasse stare con lui, quanto gli voleva bene e tutto sarebbe andato a posto. Ma questo lo sapeva anche Fuma, testardo com’era non gli avrebbe concesso neanche mezzo secondo in punto di morte, maledizione a lui! L’occhio gli cadde su una foto di un compleanno di Kotori. C’era la sua sorellina sorridente al centro, davanti alla torta, la zia Saya e la mamma ai lati e lui e Fuma in piedi accanto alle donne. Fuma aveva scelto la foto migliore, sorridevano tutti! A pensarci bene da quando Saya si era ammalata non avevano più sorriso a quel modo. Come era bella la zia in quel visto a fiorellini, con i capelli lasciati sciolti sulle spalle, tutti quei braccialetti ai polsi (ancora gli sembrava di sentirne il tintinnio), gli occhi colmi di gioia come in poche persone gli era capitato di vedere! Come era bella! Come era felice!
-E ora tutto questo- pensò scivolando una mano sul vetro freddo del portafotografie- non c’e più, non ci sarà mai più! Ma come faccio a lasciarti da solo adesso che la tua mamma è morta? Testone, me lo sai dire?! Non posso!-
Più tardi il ragazzo scese in soggiorno e trovò Subaru ad aspettarlo.
- Ti farebbe piacere se ti accompagnassi nel tuo giro turistico?-
- Si!- esclamò Kamui stringendogli una mano per la contentezza
Nello stesso momento, qualcun altro stava movendo i suoi passi per scongiurare il pericolo imminente.
- Che gli sarà venuto in mente a quell’idiota di Kamui di presentarsi a casa di mio padre? Vuole mandare al diavolo la nostra famiglia? Mi vuole far buttare fuori a calci da Seishiro? Già quello ha fatto una faccia quando gli ho detto che mi piace un ragazzo, se poi scopre che il ragazzo in questione è il figlio della donna che meno sopporta al mondo, mi disconosce! E la mamma si starà rigirando nella tomba!- preso in questi pensieri Fuma raggiunse la sua metà. Spalancò la porta dell’aula e guardò subito al terzo banco sulla sinistra, accanto alla finestra.
Ecco la mia salvatrice!
Seduta al suo posto, intenta a copiare i compiti di inglese, Shigure Himura era ancora ignara di cosa sarebbe successo di lì a mezzo secondo.
- Shigure-san, che bello, ti ho trovata!- Fuma le si parò davanti con il più smagliante dei suoi sorrisi.
- E adesso che vuole questo?- pensò la ragazza fissandolo immota- Il diavolo se ti accarezza vuole l’anima!- poi sorrise e con noncuranza chiese- Posso aiutarti?-
- Fingi di essere la mia ragazza!-
- Eh?-
- Ti imploro Shigure-san, ti supplico, arriverò persino ad inginocchiarmi e a chiedertelo in lacrime, devi essere la mia ragazza per un po’ di giorni. So che non ti sto chiedendo la luna, non sai come sarebbe importante per me, aiutami!-
Shigure lo fissò incredula. Certo non era male l’idea di vedere il ragazzo più desiderato dell’istituto inginocchiato e in lacrime per lei, ma infondo era Fuma, un grosso infame con il viso di un angelo. Ci aveva pianto poco lei per questo scemo lì davanti, che l’aveva scaricata per chi sa chi, ma al quale non gli riusciva proprio di dir di no!
- Senti, ma posso chiedere il perché?-
- Sei la mia più cara amica, a chi altro potrei chiederlo?-
- No, perché a me (quello è scontato, neanche fossi tua sorella), perché ti serve una ragazza? Non ne hai già una a Tokyo?-
- Questo è il punto! Kamui è qui e mi serve una valida sostituta, una che possa recitare la parte in maniera plausibile, ci devono credere tutti-
- Chi è Kamui?-
- Mio…fra..fratello…più o meno!-
- E tuo fratello non sa che sei innamorato di una tipa a Tokyo e che qui non hai nessuno?!-
- Ecco, cioè…- Fuma non sapeva più che pesci pigliare, la sua storia faceva acqua dappertutto- è che abbiamo litigato e non ci sentiamo da mesi, solo che lui ora è venuto qui e…- Il ragazzo realizzò che tutta la classe lo stava ascoltando- Vieni con me!- prese la ragazza per un polso e la trascinò via.
- Aspetta, calmati, così mi spezzi il braccio!-
Giunti in terrazza e certo che nessuno udisse, Fuma fissò Shigure dritto negli occhi e mentì nel modo più vergognoso del mondo (beh, qualcosa dal padre doveva averlo ripreso!- NdA)
- Shigure-san, è una storia terribile di cui non avrei mai voluto parlarti perché tengo molto alla tua amicizia…Devi sapere che Kamui ed io non siamo veramente fratelli, anzi non c’è legame di sangue fra noi due, ma siamo cresciuti nella stessa casa come se lo fossimo. Subito dopo la morte della mia povera madre è successo una cosa orribile…quello scellerato ha dichiarato di essere innamorato di me e sua madre, presa d’ira per la scelta del suo unico figlio maschio, mi ha cacciato dalla casa dove avevo vissuto fin da bambino con la mia mamma. Ah, se la mamma sapesse! Sono contento che la morte le abbia risparmiato questo terribile dolore! Così, come sai, sono stato accolto in casa da quell’uomo, Seishiro, che anni fa mise in cinta la mia adorata madre…Ora quel pazzo è tornato, è qui a Kyoto pronto a proseguire il suo infausto e morboso desiderio. Se Seishiro sapesse, se sapesse la verità…non accetterebbe mai un figlio omosessuale. Dice sempre che almeno io mi devo comportare da uomo! Dovessi sentirlo quando fantastica su i suoi futuri nipotini. Shigure-san fingi di essere la mia ragazza, Kamui capirà che non c’è storia e andrà via, Seishiro non saprà mai nulla e io potrò finalmente vivere in pace!-
Fuma terminò la sua arringa e osservò di sottecchi la ragazza che si era avvicinata pensosa alla ringhiera.
- Se la sarà bevuta? Non è che l’ho fatta troppo melodrammatica? Sembra quasi la trama di uno shojo manga!- pensò in cuor suo il ragazzo.
Shigure si voltò asciugandosi una lacrima- Perché non mi hai mai detto la verità?-
- Shigure-san, mi vergognavo troppo!- rispose il Robert De Niro dei poveri con un sospiro.
- Speriamo che questo Kamui ci caschi e se vada presto!- Himura appoggiò la testa contro il petto del ragazzo e strinse il torace con le braccia.
- Ma ci sarà cascata sul serio?- si chiese lui contraccambiando l’abbraccio- Ogni tanto mi sembra che Shigure-san sia un po’ scema!-
- Certo che te la potevi inventare meglio, Fuma-san! Ma come faccio a dir di no al più bel ragazzo che io conosca, specie se questi mi chiede di essere la sua ragazza?! Certo per finta, ma io intanto ne approfitto!Ci scappasse qualcosa di più di soli baci…-
- Shigure-san, grazie!-
- Prego!- sorrise lei- ma che ne dici, in qualità di mio fidanzato, di smetterla con gli onorifici?!-
- D’accordo! Ora scappo, che ho lezione! Vieni dopo? Ho la partita!-
- Sarei venuta lo stesso!- il ragazzo si dileguò e lei rimase pensosa a rimirare la punta delle sue scarpe- Pagherei per sapere cosa c’è sotto? Non è che è lui quello innamorato di questo Kamui? No, escluso! L’omosessualità non è mica una malattia genetica!-
continua...