Fandom: Merlin
Titolo: This is all your fault, Merlin!
Rating: Verde
Conto Parole: 400
Personaggi: Artù, Merlino
Avvertimenti: AU
Prompt-Subject: Italiano (Prima Prova)
Note dell'Autore: AU ambientata ai nostri giorni, in Italia, dove i nostri due *eroi* stanno per affrontare l'esame di maturità.
Neanche a dirlo, la colpa era tutta sua. Come sempre, d'altronde.
Che poi fosse stato proprio lui ad insistere perché bevessero una birra, giusto per rendere lo studio di Ungaretti meno noioso, che si era rivelata essere la prima di tante altre, era un altro discorso.
Il punto era che era stato Merlino ad autoinvitarsi a casa sua, quella mattina, adducendo come scusa un ripasso pre-esame, ma, ne era certo, con la premeditata intenzione di disturbarlo in ogni modo possibile e contagiarlo con la sua naturale nullafacenza. Quindi, la colpa del suo mal di testa lancinante era totalmente e indiscutibilmente di Merlino.
Massaggiandosi le tempie, tentò di alzarsi lentamente, ma ci rinunciò subito, lasciandosi cadere sul divano. Reprimendo a stento una smorfia di disgusto, scrollò una spalla del ragazzo che dormiva scompostamente al suo fianco.
"Merlino." lo chiamò, sussurrando per non peggiorare la propria emicrania. "Merlino!"
Quello socchiuse gli occhi. "Cosa vuoi?"
"Ucciderti sarebbe una buona opzione." borbottò in risposta, sarcastico.
Merlino sbadigliò apertamente e si mise a sedere. "Oh, no! Ci siamo persi il finale del film." constatò dispiaciuto, cercando a tentoni il telecomando.
"Il finale?!" esclamò stupito il biondo. "Avremmo dovuto studiare."
"Ma abbiamo studiato, ricordi? Saba? La concezione esistenzialista della vita, per cui dichiara il proprio amore, nonostante ne riconosca il dolore che la segna dall'inizio alla fine?"
Artù si sforzo di ricordare, ma gli sembrava tutto molto confuso.
"Trieste? La moglie Lina? L'assenza del padre durante l'infanzia?"
Scosse la testa, pentendosene non appena fu colpito da nuove fitte. "Perché tu sembri stare benissimo?" chiese scontroso.
Merlino sorrise. "Magia!"
Artù si prese la testa tra le mani, sbuffando. "Ti odio!" sibilò.
Merlino batté le mani e gli si avvicinò, tirandolo per un braccio.
"Sei il principe dei cretini!" lo rimproverò, afferrandolo prima che cadesse nel goffo tentativo di liberarsi dalla sua presa. "Devi cacciarti due dita in gola e vomitare: è l'unico modo per stare meglio." gli spiegò pazientemente. "Non appena avrai finito, potremo dedicarci a Quasimodo e Pavese."
Artù si lasciò trascinare fino al bagno, aggrappandosi alle spalle dell'amico. "Mio padre ci metterà entrambi al rogo, quando saprà che mi hai fatto ubriacare la notte prima degli esami." borbottò.
"Va bene, ora muoviti!" lo esortò il moro. "Desiderate che vi tenga i capelli, sua maestà?"
"Fanculo!" urlò Artù, lanciando un oggetto non meglio identificato contro la porta che Merlino si chiuse alle spalle ridendo. "È tutta colpa tua!"
Fandom: Sherlock (BBC)
Titolo: Made in Italy and Narcissism
Rating: Verde
Conto Parole: 413
Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Prompt-Subject: Italiano: "Scrivere una drabble in cui ci sia un personaggio che non mastica bene l'italiano" (Seconda Prova)
Note dell'Autore: Ambientata all'annuale Fiera "Dolce Vita" che si tiene a Londra nel mese di marzo.
Quando l'anziana donna gli ripeté per la terza volta la stessa frase, senza che lui riuscisse a caprine il significato, si chiese per quale motivo si fosse fatto convincere ad andare lì.
"Sorry, I-" balbettò, rivolgendole un sorriso imbarazzato. "Io non capisco." riuscì a dire infine in un italiano piuttosto stentato, scandendo lentamente le parole.
"Ti ha chiesto se preferisci il prosciutto cotto o crudo." intervenne Sherlock con tono casuale, senza sollevare lo sguardo dalle etichette dei vini che stava consultando.
John si voltò verso di lui. "Non potevi dire prima che sai l'italiano?" gli domandò retoricamente.
"Non so l'italiano. Solo, mi sembra piuttosto ovvio ciò che sta cercando di dirti."
Alzò gli occhi al cielo. "Oh, certo! Perché per te è sempre tutto molto ovvio, vero?"
Sherlock posò sul bancone dello stand una bottiglia di Vino Nobile di Montepulciano e ne prese una di Brunello di Montalcino. "Te l'ho già detto: io non sono una persona ordinaria come te."
Al loro primo incontro, John aveva subito capito che vivere con Sherlock Holmes, un uomo dalla genialità decisamente fuori dal comune, avrebbe significato rinunciare a una tranquilla quotidianità; e contrariamente a quanto aveva creduto all'inizio, era riuscito ad adattarsi piuttosto in fretta ai ritmi e alle stranezze del suo coinquilino, anche quella di seminare per casa resti umani allo scopo di portare avanti qualche strampalato esperimento. Tuttavia, c'erano ancora alcuni atteggiamenti che John proprio non riusciva a digerire, e uno di questi era il narcisismo, che costituiva anche uno dei principali motivi per il quali lui e Mrs. Hudson erano probabilmente le uniche persone al mondo in grado di stare in sua compagnia senza provare il costante desiderio di ucciderlo.
"Preferisci prosciutto cotto o crudo, caro?" gli chiese nuovamente la vecchia.
"Preferisci due... both." rispose John, indicando entrambi i salumi.
Mentre si portava alla bocca un assaggio di prosciutto di Parma, sentì qualcuno afferrarlo per la manica del soprabito. "Ma cosa-?"
"Dobbiamo andare." gli ordinò Sherlock.
Fece appena in tempo a ringraziare la signora, prima di venire trascinato via. "Ma io stavo-"
"Ho trovato nuovi indizi per il caso."
John lo fissò confuso. "Mentre leggevi le etichette dei vini?"
Il consulente investigativo proseguì a passo affrettato tra gli stand della fiera, senza degnarlo di una risposta; e a John non restò altro che seguirlo.
Dopotutotto, si disse, era sempre stato un tipo molto paziente e, sicuramente, un vantaggio di vivere con uno come Sherlock Holmes era avere la possibilità di sfruttare al meglio quel pregio.
Fandom: Originali
Titolo: Regole di convivenza
Rating: Verde
Conto Parole: 500
Personaggi: Lavinia/Mattia
Prompt-Subject: Italiano: "Scrivere una drabble che contenga le parole "Machiavellico" e "Boccaccesco" e che finisca con un anticlimax.(Terza Prova)
Note dell'Autore: È finita. ç_____ç
Lavinia non era stata molto esigente: l'unica regola che Lavinia aveva posto quando si era trasferita in quell'appartamento era ottenere il silenzio nei giorni in cui doveva preparare degli esami per l'Università, dichiarando di essere disposta, in cambio, a soprassedere ad eventuali problemi. Ma ora che il suo coinquilino aveva violato anche quella sua sola imposizione, decise che era venuto il momento di porre fine anche a quelle che ormai erano diventate serie minacce alla pacifica convivenza.
Sul suo volto apparve un sorriso machiavellico e trionfante: da quel momento in poi, avrebbe comandato lei.
***
Gli arrivò alle spalle e gli posò i fogli sulle gambe. Lui non la guardò nemmeno, immerso com'era in una partita di PES 2011 - come al solito.
"Mattia?" lo chiamò Lavinia, toccandogli una spalla.
"Mmh?" mugugnò in risposta.
"Ho fatto una lista di regole."
Sembrò non averla sentita, perché continuò imperterrito a giocare.
"Non mi hai nemmeno ascoltata."
"Cosa? Ah, sì, sì, va bene." bofonchiò, tenendo lo sguardo fisso sullo schermo. "No, no, no! Come ho perso?! Kazuki Ito, sei una merda!"
Lavinia sbuffò e si piazzò davanti a lui, ostacolandogli la visuale; solo allora Mattia le prestò attenzione.
"Ho steso una lista di regole che, d'ora in poi dovrai rispettare."
Aggrottò le sopracciglia. "Una lista?" Quindi, prese a sfogliare svogliatamente il plico che lei gli aveva dato.
"Vai con ordine."
"Regola numero uno." lesse. "Pulire il bagno dopo averlo usato. In particolare, si prega di assicurarsi che non ci siano capelli nella doccia o gocce d'acqua sul pavimento. Regola numero due: non seminare i vestiti, specialmente se sporchi, in giro per casa. Regola numero tre: vietato entrare in camera da letto prima delle sei di sera durante i giorni pre-esame? Ma cosa-?"
"Vai avanti." lo esortò.
"Regola numero sette: vietato organizzare ritrovi con gli amici all'interno dell'appartamento per più di tre volte al mese. Regola numero otto: riordinare la sala dopo i suddetti ritrovi con gli amici all'interno dell'appartamento. Regola numero otto bis: controllare con accuratezza di aver buttato tutte le lattine di birra vuote e di non aver lasciato popcorn e/o altri alimenti sul divano. Regola numero nove: non lasciare le persiane della cucina aperte tra le due e le cinque del pomeriggio durante la stagione estiva." Mattia rise. "Ma è assurdo!"
Lavinia incrociò le braccia al petto, impettita. "Altrimenti la stanza diventa un forno."
"Regola numero ventitré," proseguì, scegliendo altri punti a caso. "non utilizzare un linguaggio scurrile/boccaccesco/salace davanti agli ospiti. Regola numero sessanta... spero seriamente che tu stia scherzando."
"Invece, sono serissima: niente partite a PES o a qualsiasi altro videogioco durante i giorni pari."
Mattia la fissò esterrefatto. "E se per caso non rispettassi qualcuna di queste regole?" osò domandare.
"È scritto nell'ultima pagina."
Andò a controllare e sbiancò. "Niente sesso per un mese. Ma, amore-"
"Rispetta queste regole, e non sarò costretta ad arrivare a tanto. Credi di poterci riuscire?" chiese, mordendosi un labbro per reprimere un sorriso divertito.
"Te lo giuro. Te lo prometto. Te lo assicuro."