[Originale] Fuurin
Fandom: Originale
Titolo: Fuurin
Rating: Verde
Conto Parole: 170
Beta: malamela , crudelmente importunata
Personaggi: ... una signora giapponese a caso (?)
Prompt: Pesci rossi diventati bianchi, de I sei samurai e un gabbiano ninja (Squadra 5)
Note dell'Autore: Amo tremendamente questo genere di prompt. *_* Probabilmente, a meno che non siate dei nippofili senza speranza, sarà vagamente incomprensibile. T_T Solo una cosa: questi sono fuurin.
Il pendaglio di metallo tintinna contro la superficie di vetro sottile della campanella. Il foglio di carta volteggia su se stesso.
Fuori dalla stanza, oltre lo shoji, l'assordante canto delle cicale. Il vento tiepido, l'aria umida. Anche giugno è passato, portandosi via la stagione delle piogge e lasciando in dono solo afa soffocante.
Corvi che gracchiano lontano. Sotto il cielo bianco e luminoso, case di legno e carta.
Accanto al suo palmo disteso, un uchiwa dalla decorazione dozzinale comprato allo hyakuen. Vicino alle gambe ripiegate compostamente, il piattino con il mochi.
Il tè verde bollente dentro la sua tazza preferita, quella sbeccata.
I piedi nudi.
Indossa, chissà perchè, lo yukata di quando era ancora ragazza. I lembi sono ripiegati a rovescio, come quando si vestono i morti.
L'obon è vicino.
Le stampe sulla stoffa si fanno più chiare di anno in anno. I suoi capelli sono già diventati bianchi, come i pesci di quella decorazione antica.
Guardandola, si chiede quanto tempo le servirà ancora per sbiadire come tutto ciò che ha intorno.
Titolo: Fuurin
Rating: Verde
Conto Parole: 170
Beta: malamela , crudelmente importunata
Personaggi: ... una signora giapponese a caso (?)
Prompt: Pesci rossi diventati bianchi, de I sei samurai e un gabbiano ninja (Squadra 5)
Note dell'Autore: Amo tremendamente questo genere di prompt. *_* Probabilmente, a meno che non siate dei nippofili senza speranza, sarà vagamente incomprensibile. T_T Solo una cosa: questi sono fuurin.
Il pendaglio di metallo tintinna contro la superficie di vetro sottile della campanella. Il foglio di carta volteggia su se stesso.
Fuori dalla stanza, oltre lo shoji, l'assordante canto delle cicale. Il vento tiepido, l'aria umida. Anche giugno è passato, portandosi via la stagione delle piogge e lasciando in dono solo afa soffocante.
Corvi che gracchiano lontano. Sotto il cielo bianco e luminoso, case di legno e carta.
Accanto al suo palmo disteso, un uchiwa dalla decorazione dozzinale comprato allo hyakuen. Vicino alle gambe ripiegate compostamente, il piattino con il mochi.
Il tè verde bollente dentro la sua tazza preferita, quella sbeccata.
I piedi nudi.
Indossa, chissà perchè, lo yukata di quando era ancora ragazza. I lembi sono ripiegati a rovescio, come quando si vestono i morti.
L'obon è vicino.
Le stampe sulla stoffa si fanno più chiare di anno in anno. I suoi capelli sono già diventati bianchi, come i pesci di quella decorazione antica.
Guardandola, si chiede quanto tempo le servirà ancora per sbiadire come tutto ciò che ha intorno.