Radio Isa - Puntata 2

May 09, 2009 20:33

Salve a tutti! Ancora una volta vi propongo una puntata di Radio Isa ^___- Dato che non so fra quanti secoli farò in tempo a giocare di nuovo a TS2...
La puntata di oggi è tutta culturale u_u troverete in primo luogo i miei consigli sui libri con tanto di citazioni, e poi i miei personaggi preferiti della letteratura che si studia all'ultimo anno, con tanto di pensiero! :)

Bene bene bene.... *coff* *risata satanica*
Voi non immaginate neanche quanti libri ho preso ultimamente. Praticamente ho lasciato alla libreria 100€ e passa. Ma spesi bene *_*
Per il momento vi parlo di quelli che ho già letto, mentre per gli altri, anche se mi ispirano a priori, dovrete aspettare, preferisco commentarli quando li avrò finiti ^_-

Partiamo da quelli che al momento stanno in testa alla mia hit parade *_*
In particolare di questo vi ho già accennato, e non vedevo l'ora di spiegarvelo bene:

- "De profundis" di Oscar Wilde: prima di tutto sia santificata la mia prof di inglese che aveva spiegato così bene la letteratura *__* tra cui Wilde. Mi aveva incuriosita, così mi era tornato in mente questo libro che avevo visto più volte sugli scaffali ma non sapevo bene cosa fosse; una volta saputo di più sulla vita di Wilde, mi sono fiondata a prenderlo e ho scoperto che gioiellino è *_*
Se volete leggere di Wilde com'era veramente, da qualcosa scritto di suo pugno, compratelo. Precisamente è una lunga lettera che scrisse, nei 2 anni che dovette stare al carcere di Reading, a Lord Alfred Douglas "Bosie", il ragazzo che amava. Però Bosie era un ragazzo capriccioso e lunatico, che approfittava di questo legame che si era venuto a creare fra di loro per farsi pagare qualsiasi spesa che il suo stile di vita lussuoso e sfrenato richiedesse; viene spiegato che molto spesso Bosie lo insultava e gli scriveva lettere con parole orribili, lo lasciava regolarmente ogni 3 mesi per poi tornare altrettando regolarmente a chiedere perdono. Oscar lo perdonava tutte le volte, però più avanti il padre di Bosie cominciò ad accusare Oscar di averlo plagiato: Bosie insisteva con Oscar che lo denunciasse per diffamazione, anche lo stesso Wilde spiega che era più che altro una guerra privata tra Bosie e suo padre, che si odiavano da sempre, quella in cui stava finendo in mezzo. Comunque lo denunciò, ma la causa gli rimbalzò addosso e lui stesso venne condannato per sodomia. Dovette scontare 2 anni al carcere di Reading, e perse la reputazione, tutti i suoi beni, il suo patrimonio già rovinato, e Bosie non lo andò mai a trovare.
----> nella prima parte di quest'opera Wilde racconta appunto questo, ma poi spiega che una volta uscito di lì proverà a rifarsi una vita, e che, comunque, non intende provare odio o desiderio di vendetta per Bosie, perchè quelli sono sentimenti che rovinerebbero il cuore e l'anima.
(ora, piccola parentesi: se vedete su wikipedia ci sono delle foto di loro due, ma per quanto possa essere carino Bosie era proprio uno stronzo, oh, insomma! >_< e Oscar così buono e caro!)

A seguire, alcune parti che mi sono particolarmente piaciute:

Gli dèi mi avevano concesso quasi tutto. Avevo il genio, un nome illustre, un'alta posizione sociale, una mente brillante, un intelletto audace; facevo dell'arte una filosofia e della filosofia un'arte; mutavo la mente degli uomini e il colore delle cose; nulla di quel che io facevoo dicevo lasciava la gente indifferente. Presi il dramma, la più obbiettiva tra le forme artistiche, e ne feci un mezzo d'espressione altrettando personale quanto la lirica o il sonetto; nel medesimo tempo ne allargai il raggio e ne arricchii la caratterizzazione. Dramma, romanzo, poesia in prosa, poesia in rima, dialogo ingegnoso o fantastico, qualsiasi cosa io toccassi, la abbellivo di una bellezza nuova; alla verità stessa diedi in legittimo dominio ciò che è falso non meno di ciò che è vero, e mostrai che il falso e il vero non sono che forme di esistenza intellettuale. Trattai l'Arte come la suprema realtà e la vita come una forma di invenzione artistica; destai l'immaginazione della mia epoca così che essa creò intorno a me il mito e la leggenda. Seppi riassumere tutti i sistemi in una frase e l'esistenza intera in un epigramma.
[...] Insieme a queste qualità, avevo altri aspetti assai diversi. Mi lasciavo irretire da lunghi periodi di indolenza insensata e sensuale. Mi divertivo a posare a flaneur, a dandy e a damerino. Mi circondavo di nature basse e di menti meschine. Divenni scialacquatore del mio genio, e dilapidare una giovinezza eterna mi diede una strana gioia. Stanco delle altezze, nella ricerca di sensazioni nuove mi volsi deliberatamente alle bassezze. Ciò che il paradosso era per me nel campo del pensiero, la perversione lo divenne nel campo delle passioni. Alla fine, il desiderio diventò una malattia, o una pazzia, o ambedue le cose insieme. Divenni noncurante della vita altrui. Presi il piacere dovunque mi piaceva, e passai oltre. Dimenticai che ogni minima azione della vita quotidiana contribuisce a fare o disfare un carattere, e che di conseguenza ciò che si è fatto nel segreto di una stanza si è costretti un giorno a gridarlo sui tetti. Cessai di essere Signore di me stesso. Non ero più il Capitano della mia Anima, e non lo sapevo. Mi lasciai dominare da te e spaventare da tuo padre; finii in uno scandalo orribile. C'è una sola risorsa per me adesso, l'umiltà assoluta: così come c'è una sola risorsa per te, di nuovo l'assoluta umiltà.

Respingere le nostre esperienze è arrestare il nostro sviluppo. Rinnegare le nostre esperienze è costringere la nostra vita alla menzogna. E' niente di meno che rinnegare l'Anima. Infatti, proprio come il corpo assorbe cibi di ogni genere, cibi comuni e impuri insieme ad altri purificati da un prete o da una visione, e li trasforma in velocità o in forza, in gioco di muscoli armoniosi o in perfetta modellatura di carni, in curve e colori di capelli, di labbra, di occhi; così l'Anima a sua volta ha le proprie funzioni nutritive e può trasformare in nobili pensieri e alte passioni ciò che di per sè è basso, crudele e degradante; meglio ancora, può trovare proprio qui le sue manifestazioni più auguste, e spesso si rivela nella sua perfezione più assoluta proprio per mezzo di ciò che doveva sconsacrarla o distruggerla.

Una citazione che fa di dei versi di Goethe:

"Chi non mangiò mai il pane del dolore,
chi non passò mai le ore della notte
a piangere e a sospirare il mattino,
quegli non vi conosce, o potenze celesti."

Renan nella sua Vie de Jésus - quel dolce quinto Vangelo, che si potrebbe intitolare il Vangelo secondo san Tommaso - dice che la grande conquista di Cristo fu di riuscire a farsi amare dopo la sua morte quanto era stato amato in vita. E davvero, se il suo posto è tra i poeti, egli è il principe di tutti gli innamorati. Egli vide che l'amore era quel segreto che il mondo ha perduto e di cui i sapienti erano alla ricerca; e che solo grazie all'amore possiamo accostarci al cuore del lebbroso o ai piedi del trono di Dio.

Parlando di Gesù: Vivere per gli altri come scopo cosciente e definito non era il suo "credo", non era la base del suo credo. Quando egli dice "perdonate ai vostri nemici", non lo dice per i nemici, ma per la salvezza dell'anima nostra: e perchè l'Amore è più bello dell'Odio. Nel consigliare al giovane ricco di vendere tutto ciò che possiede e darlo ai poveri, non è alla condizione dei poveri che pensa, bensì all'anima del giovane, quell'anima che le ricchezze stanno contaminando

- Continuiamo con "L'ultimo giorno di un condannato a morte", di Victor Hugo.
Questo è uno di quei piccoli capolavori che vengono ingiustamente messi da parte, vi consiglio caldamente di leggerlo.
Il punto di vista è quello di un giovane ragazzo francese, di poco più di vent'anni, che è stato appunto condannato a morte. Non verrà mai menzionato il suo nome, nè cosa abbia fatto per essere condannato, però sappiamo che nonostante la giovane età abbia già una moglie e una figlia; in tutto il libro traspare una sensazione claustrofobica derivante dagli ambienti angusti delle prigioni e dei tribunali. Inizialmente, la sensazione predominante non è il desiderio di libertà, anzi, il ragazzo sembra quasi non aver preso pienamente coscienza della condizione in cui si trova; d'altra parte, all'inizio del libro mancano ben 5 settimane all'esecuzione, e ha ancora tutto il tempo di coltivare la speranza che il suo appello venga accettato. Ma man mano che si va avanti, il desiderio di ritornare libero e il disperato cercare appigli verso il mondo esterno, come anche solo la vista di un fiore a rallegrare l'aula di tribunale, si fanno sempre più forti. E così esprime con forza quanto sia ingiusta la pena di morte, che diritto pensano di avere, le persone, di porre fine alla vita di qualcun'altro? Poi la preoccupazione si sposta verso la sua famiglia, che si ritroverà senza un marito e senza un padre per la sua piccola figlia di tre anni...
La speranza di un cambio di sentenza raggiunge il suo picco più forte nell'ultima pagina, fino a portare il lettore a credere veramente che l'esecuzione potrebbe non avvenire... ma purtroppo, il titolo parla, e non sarà così. La scrittura all'ultima pagina si interrompe proprio nel punto in cui si presume siano venuti a prenderlo per portarlo all'esecuzione.

Nella prefazione non viene specificato se sia uno scritto originale, o meno, e lascia al lettore l'interpretazione.

Vi voglio riportare la parte che più mi ha commosso, quella in cui si preoccupa per la sua famiglia:

"Ho fatto testamento.
A che scopo? Mi condannano anche alle spese, e tutto quello che ho basterà appena. E' molto cara, la ghigliottina.
Lascio una madre, lascio una moglie, lascio una figlia. Una bimbetta di tre anni, dolce, rosea, fragile, con gli occhioni neri e lunghi capelli castani.
Aveva due anni e un mese quando la vidi l'ultima volta. Così, dopo la mia morte, tre donne, senza figlio, senza marito, senza padre; tre orfane di diversa specie; tre vedove per volere della legge.
Che io sia giustamente punito, lo accetto; ma quelle innocenti, cosa hanno fatto? Non importa, vanno disonorate, rovinate. E' la giustizia.
Non è tanto la mia povera, vecchia madre ad angustiarmi; ha sessantaquattr'anni, morirà sul colpo. O se andrà avanti ancora qualche giorno, le basterà avere fino all'ultimo un po' di cenere calda nello scaldino, e non chiederà altro.
Nè mia moglie mi angustia di più; è già di salute malferma, ha la testa debole. Morirà anche lei.
A meno che non impazzisca. Dicono che la follia lasci vivere e che l'intelligenza non soffra; dorme, come morta.
Ma mia figlia, la mia bambina, la povera, piccola Marie, che a quest'ora ride, gioca e canta spensierata, è lei che mi fa male!"

- Poi beh, parliamo di altri due classici che non smetterò mai di amare; suppongo che li conosciate già, ma ve ne voglio parlare lo stesso, e poi una rilettura è sempre consigliata.
Si tratta di "La piccola principessa" e "Il giardino segreto" di Francess Hodgson Burnett:
Partiamo dalla principessa :)

Per apprezzare al meglio la storia bisogna veramente rileggerlo da grandi, molte volte una lettura da piccole non basta...
La "forza" di Sara Crew è quella di possedere una forza interiore veramente elevata, derivante dalla sua grande immaginazione, grazie alla quale riesce anche a sopportare la lancinante fame, il freddo e il dolore in cui era costretta a vivere. Queste parti, queste condizioni vengono raccontate così bene che il lettore si stupisce di quanto riesca a tenere duro Sara. Anche in quella squallida e fredda soffitta, immagina di essere prigioniera della Bastiglia e di dover resistere finchè non arriveranno i rinforzi; trova un abbaino sul soffitto dal quale si vede dall'alto tutta la città, e tutto sembra immerso nel cielo, che da lì appare così sconfinato e diffonde un grande senso di libertà.
Senza contare anche il grande amore per i libri che aveva, che mi rende di parte a priori XD
E poi Sara, ritenendosi una principessa, agiva sempre con le qualità che pensava fossero caratteristiche: gentilezza, compassione, e generosità.

Vi metto un pezzo:

"-Qualunque cosa accada- mormorò - niente di fondamentale può cambiare: resterò sempre una principessa, anche se vestita di stracci, purchè lo sia nell'animo. Certo, sarebbe più facile con abiti intessuti d'oro, ma mi darà maggiore gioia esserlo quando nessuno lo sa. Maria Antonietta era molto più regina in prigione, privata del trono, semplicemente vestita di nero e con i capelli incanutiti, che non quando, bellissima e ingioiellata, veniva riverita da tutt. Gli insulti della folla non la toccavano: era la più forte e lo fu anche quando le mozzarono la testa.-
Non erano riflessioni nuove, quelle, per Sara. Le erano state di conforto altre volte, nei momenti più amari, quando si muoveva per lacasa con quell'espressione impenetrabile sul viso che urtava moltissimo miss Minchin, inducendola così a sospettare che la ragazzina avesse una vita interiore così intensa da distaccarla dal resto del mondo."

In quando al "Giardino segreto", l'ho sempre apprezzato molto perchè mostra quanto possano diventare allegri, in forma, e tornare in salute dei bambini quando gli si lascia la possibilità di vivere quasi tutta la giornata ogni giorno a contatto con la natura e con la terra. Certo il libro, quando venne pubblicato, non fece alcun successo poichè all'epoca la politica da seguire riguardo ai figli era che dovevano essere sempre tenuti sotto stretto controllo da istitutori, e soprattutto al chiuso e lontano dai "pericoli dell'aria aperta".
Ma mai verità fu più grande, come quella descritta in questo libro. E da qui la mia convinzione di come tutti starebbero meglio se vivessero in campagna, altro che in città! >_< (E qui Angie sa quanto rosico da quando ha detto che lei abita circondata dalla natura ç___ç perchè non mi adottate, così vengo lì? Voglio raccogliere le uovaaaaaaaa!)

- In quanto a "Picnic a Hanging Rock" di Joan Lindsey, il libro precisamente lo devo ancora leggere, ma la storia la so perchè il film è considerato molto fedele.
Si basa su un evento accaduto realmente: è il 14 febbraio 1900, e un gruppo di ragazze del collegio Appleyard viene portato in gita, insieme ad alcune insegnanti, vicino ad Hanging Rock, una "costruzione montuosa" di origine vulcanica. Il brusco passaggio da un ambiente fatto della disciplina e delle buone maniere da tenere nella buona società, a una vasta tenuta all'aperto dove le ragazze si sentono libere e in comunione con la natura, è sottolineato molto bene. Lì c'è una calma surreale, come se fosse l'unico angolo della terra dove il tempo si sia fermato: così 4 ragazze, Miranda, Irma, Marion ed Edith decidono di andare a vedere la roccia più da vicino; hanno promesso di tornare per le 5, ma man mano che scalano la montagna si sentono sempre meno legate alla futile e restrittiva vita di società che le aspetterebbe se ritornassero giù, e sempre più attirate verso la cima della montagna. L'atmosfera è sempre più surreale, e sembra di trovarsi in un'altra dimensione, una calma, tranquilla, e totalmente formata dalla natura, dimensione. Tutte provano questo, tranne Edith, che fra le 4 è la più materialista e legata alle "regole"; mentre cerca di fermarle e indurle a tornare giù, però viene spaventata dalla visione di una nuvola rossa nel cielo e fugge giù di corsa. Quando Edith raggiungerà il campo dove erano tutti gli altri, sarà trovata terrorizzata e in evidente stato di shock, senza alcun ricordo dell'accaduto.
Nel mentre, si scoprirà che oltre alle 3 ragazze, è scomparsa anche Miss McCraw, insegnante di matematica.
Verranno avviate le ricerche, e dopo qualche giorno verrà ritrovata solo Irma, in stato di incoscienza ma ancora viva. La cosa strana è che le gambe e le braccia erano coperte di graffi, e pur essendo stata ritrovata a piedi nudi, questi erano perfettamente puliti e senza graffi, cosa molto insolita, visto che le ragazze avevano percorso buona parte del loro cammino a piedi nudi.
Le altre ragazze, Miranda e Marion, e Miss McCraw, non sono mai state ritrovate.

- Per finire, se non avete ancora letto in versione integrale Alice, di Carroll, dovete assolutamente farlo. Ma non le versioni sottili per bambini, perchè hanno una traduzione fatta da cani, ma quelle che già a occhio appaiono "professionali" :)
Ovviamente la storia già la conoscete... in "Alice's Adventures in Wonderland" le figure particolari sono le carte da gioco, mentre nel seguito "Alice through the Looking-Glass and what she found" sono le pedine degli scacchi, e in particolare qui si parla del percorso come su una scacchiera che Alice deve fare per diventare regina.

Però nelle note ho trovato varie curiosità molto simpatiche:

* Oltre agli innumerevoli giochi di parole che Carroll fa (e che purtroppo in italiano non si riesce a rendere gerarchia della famiglia reale delle carte:
Il Paese delle Meraviglie è il regno del Re e della Regina di Cuori, e vi abita l'intero mazzo di carte. Le figure (court cards) sono l'aristocrazia, mentre i quattro gruppi delle carte svestite assumono il ruolo suggerito dal nome del seme:
spades, le picche, che in inglese vuol dire anche "vanghe", sono i giardinieri;
clubs, i fiori, che in inglese vuol dire anche "mazze", sono i soldati;
diamonds, i quadri, letteralmente "diamanti", sono i cortigiani;
hearts, i cuori, sono i dieci principini.

* Poi, penso lo sappiate già, nella conclusione di "Attraverso lo specchio" c'è una poesia dedicata ad Alice, e se la leggete direttamente in inglese noterete che è nella sua interezza un acrostico (ovviamente nella versione inglese): le iniziali di ciascun verso compongono il nome di ALICE PLEASANCE LIDDELL :D

* Avete presente lo Stregatto? Non è che si chiama veramente così... nel libro viene scritto che quel gatto "grins like a Cheshire cat" (sorride come un gatto del Cheshire), perchè era un modo di dire molto comune. Le ipotesi sono due:
o poichè un pittore del Cheshire disegnava sempre dei leoni sorridenti sulle insegne delle locande del posto;
o vista l'usanza che c'era nel Cheshire di fare formaggi con disegnati sopra dei gatti sorridenti.

* Il Mad Hatter: perchè c'era quest'idea che una persona era "mad as a hatter" (matto come un cappellaio)? Probabilmente deriva dal fatto che i cappellai per trattare il feltro usavano il mercurio, che però emanava delle esalazioni che provocavano una forma di intossicazione fortissima, con conseguenti stati di allucinazioni e di squilibri mentali.
E riguardo all'affermazione "mad as a March hare" (matto come è matta la lepre a marzo)? Si alludeva alle capriole delle lepri maschio durante il periodo del calore, di solito nel mese di marzo.

Beh, se dovessi fare un'analisi a TUTTA Alice ci metterei anni, quindi mi fermo qui XD ma sappiate che le note sono un piccolo tesoro.

* Come ho già scritto nel topic dei libri sul forum di CMR, vi consiglio anche "La banalità del bene", di Enrico Deaglio, che parla di come un italiano, Giorgio Perlasca, abbia salvato migliaia di ebrei dai campi di sterminio, fingendosi un console spagnolo. Non voglio dirvi altro, perchè non se ne può parlare ed esprimerlo veramente, bisogna leggerlo.

*Attualmente sto leggendo "Il signore delle mosche" di Golding, sono a metà. Dato che non l'ho ancora finito non ne posso parlare come si deve, ma vi scrivo la trama che c'è nel retro:
"Un aereo cade su un'isola deserta mentre è in corso un conflitto planetaro. Sopravvivonosolo alcuni ragazzi che si mettono subito all'opera per riorganizzarsi senza l'aiuto e il controllo degli adulti. Sembra il prologo ideale per un romanzo d'avventura che celebri il pragmatismo e il senso della democrazia britannici...
Qualcosa invece comincia a non funzionare come dovrebbe, emergono paure irrazionali e comportamenti asociali, da cui si sviluppa una vicenda che metterà a nudo gli aspetti più selvaggi della natura umana."
So già che quando l'avrò finito, dovrò dedicargli una seconda lettura, perchè non è facile immergersi subito nella psicologia di questo libro e comprenderla appieno, quindi un bis sarà d'obbligo u_u

*Ora, altri libri di cui vi vorrei parlare non li ho ancora letti, quindi non avrei cognizione di causa, ma dalle trame sono rimasta incantata e sono lì pronti nella mia libreria a essere letti u_u è che ho una lista infinita, prima o poi la completerò XD
Intanto ve li segnalo e vi copiaincollo la trama tra parentesi:

Il giovane Holden, di Salinger (Sono passati cinquant'anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a vederlo, Holden Caufield, con quell'aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e la sua "infanzia schifa" e le "cose da matti che gli sono capitate sotto Natale", dal giorno in cui lasciò l'Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi. La trama è tutta qui, narrata da quella voce spiccia e senza fronzoli. Ma sono i suoi pensieri, il suo umore rabbioso, ad andare in scena. Perché è arrabbiato Holden? Poiché non lo si sa con precisione, ognuno ha potuto leggervi la propria rabbia e assumere il protagonista a "exemplum vitae". )

Canto di Natale, di Dickens (La notte di Natale, il vecchio Ebenezer Scrooge - un uomo avido e senza scrupoli, attento solo a far quattrini - riceve la visita di un fantasma. È il suo vecchio socio Marley, morto ormai da sette anni e tornato in questo mondo per mettere in guardia l'amico e convincerlo a cambiare vita. Lo spirito natalizio della bontà riuscirà, infine, ad aprirsi un varco nel cuore di Scrooge tanto da trasformarlo in un uomo tenero e generoso, facendogli ritrovare l'affetto di chi lo circonda. )
Certo questa SINTESI è riduttiva e fa ridere, ma se vi dovessi incollare la trama intera non la finiamo più. Sapete, è quella storia con il fantasma del natale passato, quello del natale presente e quello del natale futuro! Di sicuro tutti la conosciamo, ma in quanti l'hanno letta per intero? (Magari tutti XD ma a me prima non era mai capitato)

Uno, nessuno e centomila, di Pirandello (Vitangelo Moscarda si convince improvvisamente che l'uomo non è "uno", ma "centomila"; vale a dire possiede tante diverse personalità quante gli altri gliene attribuiscono. Solamente chi compie questa scoperta diventa in realtà "nessuno", almeno per se stesso, in quanto gli rimane la possibilità di osservare come lui appare agli altri, cioè le sue centomila differenti personalità. Su questo ragionamento il tranquillo Gengé decide di sconvolgere la sua vita. )
Studiano Pirandello a scuola ho avuto un colpo di fulmine per questa sua opera *__* non vedo l'ora di arrivarci, nella lista, per leggerlo!

Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, di Stevenson (Il racconto più originale del grande Stevenson si muove fra misteriose trasformazioni, esperimenti magici e segreti inconfessabili. Nell'avventura fantastica del dottor Jekyll e del signor Hyde il dualismo conflittuale e la metamorfosi si caricano dell'altissima potenza drammatica che oppone il bene e il male universali.)

Frankenstein, di Mary Shelley (E qua la trama la sappiamo tutti U_U)

La pazza di Itteville, di Georges Simenon (Spesso i lettori chiedono: che cosa c'era prima di Maigret? In questo racconto del 1931 troveranno una risposta: quando ancora non aveva individuato nel commissario il personaggio che lo avrebbe accompagnato fino al 1972, Georges Simenon ha infatti tentato altre strade, altri personaggi destinati alla serialità. Uno di questi è l'ispettore G.7 - trent'anni, capelli rossi, l'aria timida -, che qui si trova a dover risolvere una faccenda assai intricata, che comincia con la sostituzione, e poi la sparizione, di un cadavere, e ha al centro una bellissima bionda, delicata e un po' folle.)

Narciso e Boccadoro, di Hermann Hesse (L’evoluzione di due personalità molto differenti, l’emergere delle due parti opposte e complementari che compongono l’essere umano, l’impatto della difficoltà, enorme e forse irrisolvibile, che accompagna il tentativo di tenere insieme questi due poli, per non perderne la completezza e l’unitarietà.
Tutto questo, e non solo, ci comunica il tormentato romanzo di Hermann Hesse. L’opera è di difficile collocazione letteraria, sospeso tra la tradizione classico-romantica e le avanguardie moderne, di cui il nichilismo è la forma esasperata. L’autore si interroga sull’antica dualità, insita nella natura umana, tra ciò che è “apollineo” e ciò che è “dionisiaco”, per usare la terminologia tramandataci dalla cultura greca. I toni cupi e macabri che assume a tratti il racconto, la spiccata e travolgente personalità di Boccadoro, l’insoddisfazione e l’irrequietezza che lo accompagnano fino alla fine turbano e sconvolgono e fanno propendere per una visione distruttrice della vita, e della morte come altro modo di manifestarsi dell’essere; la grande “Eva-Madre”, generatrice e annientatrice, che “sorride con tristezza”. E la morte sembra per l’autore, solo una liberazione: in questa il mistero che si è cercato di svelare durante l’intera vita, appare finalmente chiaro.)

Prevedo anche di comprarmi Senilità di Svevo, perchè mi affascina moltissimo la figura dell'"inetto a vivere"! Colui che si sente impaurito e incapace socialmente, e per questo vi si allontana; creandosi questa specie di corazza verso il mondo esterno è sicuro di non venirne ferito in alcun modo, ma allo stesso tempo sente il bisogno di rapporti affettivi, però la sensazione di incapacità sociale è ancora più predominante e non si sente capace di inserirsi nella società a tal punto da creare rapporti sociali; l'inetto a vivere, psicologicamente, è fermo all'età di un bambino, quindi cerca protezione dal mondo esterno, che vede come crudele, chiudendosi fra persone della famiglia, che vede come sicure.
In un certo senso è una sottocategoria del Fanciullino di Leopardi, infatti anch'esso si chiude nel "nido" familiare.

Detto questo vi lascio, nella speranza che il post vi sia piaciuto e di avervi fatto sorgere qualche idea nel caso non aveste ancora letto qualcuno di questa carrellata di libri ^______^
Dopo di ciò, cercherò di fare qualche post inerente ai sims, perchè se ne sente la mancanza Ciao ciao!! ^______^

radio isa

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