Titolo: Documented Minor Emotional Breakdown
Fandom: DC Comics
Personaggi: Tim Drake
Ship(s): chi ci vuole vedere del Tim/Kon (io personalmente ce lo vedo :D) può vedercelo
Rating: PG-13
Conteggio parole: 556
Note: titolo e quote gentilmente offerta da
questa canzone dei Los Campesinos!Se amate le trame mi dispiace, non è cosa per voi *sigh*
Ma Perchè?: l'altro giorno su twitter Levy ha nominato un Tim influenzato che si porta il pc a letto e, credetemi, è una immagine piuttosto ossessionante, andava scacciata.
Inizialmente volevo scrivere una Tim/Kon vera e propria con tanto di primo bacio e flufferie varie, finchè non mi sono resa conto che praticamenre stavo scrivendo una traduzione di una delle fic di T
eland (quella con Tim malato *badum tss* che al momento non riesco a trovare D:)e quindi pace amen, addio trama :D:
Documented Minor Emotional Breakdown # 1
Play reckless, rapid like a fruit machine.
I see gargoyles in the floral of the duvet cover,
You see melodrama move from one sentence to the other.
Many years practice of speaking in hushed tones
Tim era stanco -stanco- di pensare in subordinate.
Lo scopo: veloce, pratico, razionale, logico.
La pratica: disordine, contraddizioni, sovraffollamento.
Serviva una grande mente per estrapolare da quel chaos le informazioni utili, o per collegare causa ed effetto, o per dedurre, e per fortuna Tim la possedeva. Solo, lui ci provava con tutte le forze ma proprio non riusciva a sostituire tutti i “perchè” e i “ciononostante” con semplici, chiari ed efficaci “e” o “ma”.
Le subordinate, pensava, sono i cookies dell'Uomo. Potrei liberarmi almeno un giga di spazio utile se solo riuscissi ad eliminare il bug.
Un pensiero piuttosto eccezionale, secondo Tim, malamente interrotto dall'arrivo di Alfred.
“Timothy. Dovrebbe riposare e riprendersi, non vedo che bene può farle indugiare su-”
“Sono a letto contro la mia volontà e senza nessun motivo valido. Lasciamo almeno questo, Alfred.”
Le mani di Tim si strinsero attorno allo schermo del laptop, in un vano quanto naturale e non voluto tentativo di pathos.
Quasi non prestò attenzione alle parole -alla predica- di Alfred non appena capì di averla vinta.
Gli era bastato googlare “influenza” per rendersi conto che i sintomi non corrispondevano. Non gli pareva di avere dolori osteomusculari, non più del solito almeno. Starnuti, a volte secondo Wikipedia. Addentò un biscotto col cipiglio più contrariato che possedeva: era imbarazzato per il pressapochismo di quella che dovrebbe essere una “Enciclopedia”. A volte era quando si dimenticava di pranzare come quando -uh- aveva voglia di passare del tempo con Kon.
Benché non fosse totalmente d'accordo con la diagnosi di Alfred, decide che la cosa più saggia sarebbe stata curarsi in ogni caso, male non poteva fare. Per precauzione, controllò se sudare facesse male. Pareva di no.
Si alzò per prendere una coperta e ci si avvolse dentro. Ora usare il computer si era fatto più difficoltoso e aveva già macchiato la coperta con il cioccolato dei biscotti e a malincuore decise di spegnere l'apparecchio e provare a dormire.
Non è nemmeno influenza, sono subordinate, pensava.
Avrebbe voluto sentire Bruce rientrare. La Caverna era insonorizzata ed isolata dal resto della Villa, e lo sapeva bene, ma cercava di respirare piano lo stesso, perchè non si sa mai. Il silenzio non gli faceva paura e dopo tutti quegli anni era quasi diventato un amico fidato. Era facile chiamarlo e facile scacciarlo. Era come fischiare, qualcosa che esce da dentro e puoi fermare quando vuoi.
Tim ammirava il silenzio, la chiarezza e la limpidezza di una notte silenziosa. Ci si trovava dentro e stava bene e male allo stesso tempo come quando un giorno si era trovato con Kon nella Wayne's Mansion vuota e Kon aveva proposto di dormire in camera di Bruce e Tim non riusciva ad immaginare una combo più letale di dormire con Kon in camera di Bruce. Era arrossito, quella volta.
Le briciole di biscotti sparse sul materasso gli davano fastidio ma muovendo un po' i piedi riuscì a migliorare la situazione senza doversi alzare.
Gli parse di vedere qualcuno fuori dalla finestra ma non c'era nessuno. Allora chiuse gli occhi e dormì
[e sognò che poteva dormire in camera di Bruce e che imparava a volare e Kon gli diceva dove andare e che anche Dick era lì e sorrideva anche e diceva qualcosa di stupido e le subordinate non esistevano più.]