(no subject)

Sep 13, 2007 15:51




Con i piedi per aria e la testa per terra

Quando le leggi della fisica si invertono e si scontrano, e quando la rabbia annaspa fra il sangue, non ti rimane altro che pensare.
Alla ricerca di una vita, ad una famiglia abbandonata, alla polvere, ai taxi gialli di New York, alle carte sparpagliate sul pavimento, alla gente incontrata, alle amiche perse, alle persone che saranno, alla vendetta sotto il letto, alla speranza nel secchio e alla paura al trono.
Le cose non sono quelle che sembrano, e sembra che io sia qui per realizzarlo, finalmente.
La poca umanità che avevo scorto nel suo volto è sparita, sostituita da una fremente attesa, dalla concezione dell'invincibilità. Alimentata dall'odore del mio sangue.
Non è di certo il dolore fisico a fermarmi, è lui. E in tutti i sensi.
Visto da qui, anche io sono un bel sacco di contraddizioni.
Visti da qui, pare che i miei ingenui sentimenti mordessero la coda alla vendetta.
Visto da qui, sembra che lui fosse estraneo alle sue azioni.
Nell'attesa di un qualcosa di terribile, lo sento fremere, e, non appena il ragazzo mi vede, mormoro il suo nome.
Immediatamente crollo al pavimento.
La ho persa. Ho perso la vista dalla mia postazione. Ho perso il privilegio di una visione del mondo razionale e cinica.
E' così che mi sentivo, attaccato al soffitto: con i piedi per aria e la testa per terra.
E con l'assurda sensazione che quella fosse davvero la postazione adatta per capire il gioco di assurdità e impazienza che era diventata la mia vita

tv:heroes, fanfiction

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